ROMA - Domenica 13 dicembre 2009 sono entrate in vigore le nuove "Condizioni generali di trasporto delle persone" di Trenitalia, che danno attuazione alle previsioni del Regolamento europeo n. 1371 del 2007. Le novità riguardano principalmente la questione rimborsi, una faccenda che ha innescato non poche polemiche da parte del Codacons (Coordinamento associazioni difesa ambiente e diritti degli utenti e consumatori).
Che cosa cambia? La nuova normativa elimina la distinzione fra treni Intercity, Eurostar e Alta velocità e, per quanto riguarda l'indennità da ritardo, li inserisce all'interno della stessa categoria definita come: "Trasporti nazionali di media e lunga percorrenza e trasporto internazionale". Si tratta di una mera riorganizzazione del sistema di trasporti europeo. Con variazioni tutt'altro che minime: a proposito di indennità da ritardo, per esempio, le nuove condizioni generali prevedono che le tre prassi di rimborso per motivi non legati alle inadempienze dell'utente non debbano tenere conto delle differenze nei prezzi dei biglietti, della lunghezza del viaggio o del tempo di attesa.
Questo quindi il nuovo scenario: si prevede un rimborso spese per quei treni nazionali e regionali che in passato non ne prevedevano, si allunga il lasso di tempo entro il quale scatta la richiesta di rimborso per gli Eurostar (prima previsto per 26 minuti, ora esteso a 60) e si sintetizza in un'unica formula la procedura per la richiesta dell'indennità da ritardo. La stessa per i treni ad alta velocità e per quelli a bassa.
In caso di ritardo, spiegano a Trenitalia, saranno infatti queste le regole valide per tutte e tre le categorie di treni già menzionate: riconoscimento di un'indennità da ritardo (da ottenere in bonus o in denaro) pari al 25 per cento dell'importo del biglietto per ritardi tra i 60 e i 119 minuti, pari al 50 per cento dell'importo per i ritardi superiori a 120 minuti mentre, in caso di attesa superiore a un'ora il rimborso sarà, a seconda delle condizioni, integrale o parziale.
Per quanto riguarda il trasporto regionale, invece, le novità vanno soprattutto a favore dei passeggeri, visto che finora il rimborso previsto era minimo o nullo: tenendo conto delle modalità previste dai Contratti di Servizio e in relazione alle specificità proprie dei biglietti e degli abbonamenti regionali, per determinate tipologie di biglietti (a fascia chilometrica), si prevede un'indennità pari alla cifra dovuta nel caso dei trasporti di media e lunga percorrenza. Il che prima di domenica non sarebbe avvenuto.
"Se non fosse che in Italia i treni sono spesso in ritardo, dice Carlo Rienzi direttore del Codacons, la direttiva non ci dispiacerebbe perché estende il rimborso anche a quei treni che prima non lo prevedevano. Tuttavia, già i primi Freccia Rossa, come il Milano-Roma, hanno fatto registrare pesanti ritardi e proteste da parte dei passeggeri".
Se non si sottolineano le differenze - spiega Rienzi - tra le varie tipologie di treni, valorizzando quelli ad alta velocità, forse, sorgeranno dei problemi. L'alternativa, secondo Codacons, sarebbe invece quella di sanzionare pesantemente ogni singolo minuto di attesa aggiuntiva, prevedendo 5 euro di rimborso a passeggero ogni 60 secondi di ritardo. Questo perché, per dirla con Rienzi, aspettare anche solo 10 minuti in più vuole dire non ricevere quel servizio aggiuntivo per cui si aveva pagato. Un tempo immenso se proporzionato al costo di un biglietto ad alta velocità e ai tempi di percorrenza promessi.
Domenica 13, la direttiva è stata accolta da tutti i paesi europei esclusa la Francia che a detta delle Ferrovie Italiane "verrà pesantemente sanzionata". Curioso che proprio la Francia, storicamente paladina della puntualità nei trasporti, abbia deciso in tal senso. "Il problema, continua Rienzi, è un altro. In Europa forse non sanno che in Italia il ritardo è la regola e la puntualità è l'eccezione. Loro non ne sono a conoscenza e per questo agiscono in base ad altri parametri".
E in effetti, dai dati riportati nell'indagine svolta da Legambiente nell'ambito della campagna pendolaria 2009, effettuata in 13 stazioni e 11 città tra le 7 e le 9 del mattino, il Belpaese non sembra distinguersi affatto per puntualità. Anzi. Su un totale di 1216 treni monitorati, 430 hanno registrato un ritardo di 5 minuti, 410 quelli tra 1 e 4, mentre solo 374 treni sono giunti in orario. Non basta, perché non si tratterebbe neanche di un problema legato alle grandi città. Nella classifica dei treni pendolari maggiormente in ritardo, dopo Milano e Roma, troviamo infatti la città di Palermo, seguita da Salerno, Torino, Messina e dulcis in fundo Genova. In altre parole, il ritardo medio registrato rispetto ai 5 minuti iniziali è di 11 minuti.
da repubblica.itl
voglio proprio vedere come risarciranno i treni regionali, figuriamoci per moltissimi il ritardo nemmeno viene annunciato il che altro non significa che "il ritardo non c'è".
la questione poi dell'innalzamento del tetto del ritardo a 60 minuti, indipendentemente dal treno è solo sintomo dell'arretratezza delle ferrovie dello stato. il messaggio è "guardate che facciamo ritardo". e così anche gli AV vengono livellati verso il basso. complimenti.
senza contare che gli intercity vanno estinguendosi, sostituiti dagli eurostar, mentre gli AV stanno diventando i vecchi eurostar