Una pistola per Brunetta

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Nikki72
00lunedì 29 settembre 2008 17:50
bufera su vignetta Unità





Roma - "La satira è sacrosanta. Bisogna evitare in materia le polemiche. Ma non si può non rilevare la pericolosa ambiguità della vignetta contro il ministro Brunetta pubblicata oggi nell’inserto satirico allegato all'Unità. Non so se il direttore del quotidiano l’ha vista prima che fosse pubblicata". Maurizio Gasparri, presidente dei senatori del Pdl, attacca duramente il quotidiano diretto da Concita De Gregorio stigmatizzando duramente la vignetta contro il ministro della Pubblica amministrazione.

L'immagine incriminata Sotto il titolo "Guerre giuste" appare oggi l’immagine di una persona che, puntando una pistola come il killer suicida finlandese che dieci giorni fa aveva ucciso dieci studenti della propria scuola, fa intendere che al ministro Brunetta si potrebbe anche sparare. Sebbene, il ministro abbia più volte dimostrato grande sintonia con la satira istituendo addirittura un concorso per premiare la migliore vignetta a lui dedicata, in questo caso la "comicità" sembra aver superato il segno. "Tutti dobbiamo accettare anche la più graffiante presa in giro - commenta Gasparri che più volte ha elogiato chi lo imita anche in maniera molto vistosa - ma una pistola puntata, pur se in una vignetta, non è un bel gioco".

La denuncia di Gasparri "In un paese in cui violenza e terrorismo hanno una drammatica storia e forse radici non completamente recise, si scherzi su tutto, ma non con le armi e le pistole puntate. Sono certo - conclude - che il direttore dell’Unità, accortosi dell’errore, vorrà scusarsi con il ministro Brunetta".

La replica di Staino Secondo Sergio Staino, direttore di Emme, si tratta di una vignetta che voleva esprimere "disagio" ma anche "vaneggiamento folle" ma che, se può essere interpretata diversamente. "La vignetta di Biani - dice Staino - nelle intenzioni dell’autore e nell’interpretazione che abbiamo dato come redazione, esprimeva solo il disagio, l’indignazione e il vaneggiamento folle e non certo condivisibile, che può provocare una strabordante polemica contro supposti fannulloni, in un paese come il nostro in cui invece sta crescendo la disoccupazione. In questo specifico caso - aggiunge Staino - il disagio profondo di una guardia giurata per la quale, il vecchio 'ferro', strumento del suo lavoro, sottolineava la sua attuale situazione di disoccupato". Questa, è la conclusione di Staino, "la buona fede nostra e del disegnatore, ma se, come può sempre accadere, la ciambella non è uscita con il buco e per una qualche ragione, legata al disegno o al testo, qualche lettore può interpretarla in modo da sembrare un invito all’uso delle armi, né io, né Biani, nè l’intera redazione di Emme, abbiamo alcuna difficoltà a chiedere scusa a questi lettori, ministro Brunetta, ovviamente, compreso".

Le scuse (parziali) dell'Unità La direzione dell’Unità si associa alle scuse di Sergio Staino al ministro dell’Innovazione per la vignetta pubblicata, ma sottolinea che si tratta di satira, priva perciò di intenti che possano generare il sospetto di "ambiguità". "La direzione dell’Unità, nell’associarsi alle considerazioni di Sergio Staino ivi comprese le eventuali scuse nei confronti di chi si fosse sentito offeso - si legge in una nota - fa tuttavia notare che Emme è un settimanale satirico ('periodico di filosofia da ridere e politica da piangere', si legge accanto alla testata) e che, dunque, l’evidenza del contesto non può ingenerare alcun sospetto di 'ambiguità' sugli intenti della vignetta. Contesto, quello di Emme, che, per la storia e la qualità degli autori e dei collaboratori, è lontanissimo da suggestioni violente, come d’altra parte è confermato dai riconoscimenti che negli anni gli sono stati tributati. Qualche giorno fa, il prestigioso Premio Forte dei Marmi". La direzione dell’Unità "esprime sorpresa per le reazioni suscitate dalla vignetta negli stessi ambienti che hanno sempre giustificato e tollerato gli espliciti riferimenti all’uso delle armi fatti da un autorevole esponente della maggioranza di governo, Umberto Bossi, in contesti non satirici ma evidentemente politici. L’unica pistola 'vera' che appare sul numero odierno dell’Unità - si sottolinea - è quella che tiene in pugno, nella foto di prima pagina, Malalai Kakar, la poliziotta di Kandahar assassinata dai talebani per il suo impegno contro l’intolleranza religiosa e il fanatismo".


www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=294338


enricomolinaro
00lunedì 29 settembre 2008 18:06
[SM=x44452]

condivisibile, nella sostanza, l'intervento di staino: quando si fa satira, un po' di pipì fuori dal vasino può scapparci, ed in questo caso c'è scappata
Avadoro
00lunedì 29 settembre 2008 18:25
Ho sempre sostenuto che la satira non debba fermarsi neppure di fronte agli argomenti più scabrosi.
L'unica critica che mi sento di fare a questa vignetta è che non fa ridere.
Etrusco
00lunedì 29 settembre 2008 18:29
Re: bufera su vignetta Unità
Nikki72, 29/09/2008 17.50:



Le scuse (parziali) dell'Unità La direzione dell’Unità si associa alle scuse di Sergio Staino al ministro dell’Innovazione per la vignetta pubblicata, ma sottolinea che si tratta di satira, priva perciò di intenti che possano generare il sospetto di "ambiguità". ... La direzione dell’Unità "esprime sorpresa per le reazioni suscitate dalla vignetta negli stessi ambienti che hanno sempre giustificato e tollerato gli espliciti riferimenti all’uso delle armi fatti da un autorevole esponente della maggioranza di governo, Umberto Bossi, in contesti non satirici ma evidentemente politici. L’unica pistola 'vera' che appare sul numero odierno dell’Unità - si sottolinea - è quella che tiene in pugno, nella foto di prima pagina, Malalai Kakar, la poliziotta di Kandahar assassinata dai talebani per il suo impegno contro l’intolleranza religiosa e il fanatismo".


www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=294338

quella vignetta è di dubbio gusto, ma anche le parole di un ministro dovrebbero essere più ponderate o perlomeno consone al ruolo di Ministro.




Colonnello Kilgore
00lunedì 29 settembre 2008 18:31
Re:
Avadoro, 29/09/2008 18.25:

Ho sempre sostenuto che la satira non debba fermarsi neppure di fronte agli argomenti più scabrosi.
L'unica critica che mi sento di fare a questa vignetta è che non fa ridere.




E scusa se non è poco. [SM=x44464]
enricomolinaro
00lunedì 29 settembre 2008 18:31
Re:
Avadoro, 29/09/2008 18.25:

Ho sempre sostenuto che la satira non debba fermarsi neppure di fronte agli argomenti più scabrosi.
L'unica critica che mi sento di fare a questa vignetta è che non fa ridere.




settimanle satirico... figurati

troppe pagine da riempire

Avadoro
00lunedì 29 settembre 2008 18:35
Re: Re:
Colonnello Kilgore, 29/09/2008 18.31:




E scusa se non è poco. [SM=x44464]




Sono d'accordo. Infatti la mia è una critica pesante: non c'è nulla di più triste della comicità che non fa ridere, vedere una puntata di Colorado per credere.
Ma la satira non può e non deve avere argomenti tabù, non ne ha mai avuti fin da Apuleio e Plauto.
enricomolinaro
00lunedì 29 settembre 2008 18:53
Re: Re: Re:
Avadoro, 29/09/2008 18.35:




Sono d'accordo. Infatti la mia è una critica pesante: non c'è nulla di più triste della comicità che non fa ridere, vedere una puntata di Colorado per credere.
Ma la satira non può e non deve avere argomenti tabù, non ne ha mai avuti fin da Apuleio e Plauto.



mah... no, argomenti tabù, no

tuttavia se, come in questo caso, una vignetta sfigatella può dare l'idea (sicuramente fuori dalle intenzioni del suo autore) dell'istigazione a delinquere, credo che sia giusto scusarsene, come ha fatto staino


Arjuna
00martedì 30 settembre 2008 16:02

Bah, sinceramente come vignetta è abbastanza penosa, non fa ridere.

Per il resto non mi pare ci sia poi chissà che cosa di cui scusarsi. [SM=x44464]
Nikki72
00mercoledì 1 ottobre 2008 19:33



E ora anche Vauro spara su Brunetta


di Michele Brambilla



L’unanime solidarietà a Renato Brunetta ha cominciato a incrinarsi ieri verso sera, giusto in tempo per mandare in onda, su Radio 24, l’intervento del celebre Vauro. A «La zanzara» il vignettista del manifesto e di Annozero ha cominciato il suo intervento stando ben allineato al collettivo mea culpa del mondo della satira della sinistra, e ha definito «sgradevole» il disegno pubblicato il giorno prima su Emme, l’inserto dell’Unità: un folle che impugna la pistola per far fuori il ministro della Pubblica amministrazione.
Ci sarebbe già da discutere se «sgradevole» è un aggettivo appropriato: «sgradevole» va bene per un formaggio andato a male o per la forfora sulla giacca, non per una rivoltellata nella testa. Comunque. Assolto il compito di prendere le distanze dalla vignetta, Vauro è partito con una tirata il cui succo è il seguente: si va be’ ma in fondo questo Brunetta che cavolo vuole? Il conduttore, il bravissimo Giuseppe Cruciani, gli ha fatto presente che Brunetta vive sotto scorta da venticinque anni, anche perché chi si è occupato di riforma del lavoro prima di lui è finito sotto terra per mano delle Brigate rosse. E che cosa volete che sia. «Ma guardi», ha risposto Vauro, «che in Italia sotto scorta c’è quasi chiunque. Il fatto che uno sia sotto scorta non vuole dire niente». Forse, ha obiettato Cruciani, vuol dire che il ministero sa che c’è un pericolo serio. «Ma che cosa ha fatto Brunetta negli ultimi venticinque anni per avere una protezione? Ma lo sa che ci sono ex ministri di cui non ricordiamo neppure il nome che hanno la scorta?». Io sì, ha poi detto Vauro: «Io sono stato minacciato più volte, al manifesto hanno messo pure una bomba, però la scorta non ce l’ho. Brunetta? Non mi sembra che sia nel mirino di nessuno». Cruciani ha cercato di farlo ragionare, ma Vauro andava come un treno: «Non so che cosa abbia fatto di tanto grave Brunetta per essere sotto scorta. Ma purtroppo in Italia le scorte abbondano». E il gran finale: «Tutti questi signori sono già iper-protetti: che poi facciano anche le vittime, mi sembra eccessivo». E non si lamentassero delle vignette-killer, insomma. Cruciani è infine riuscito a farlo smettere. Altrimenti erano già pronti gli infermieri, quelli del reparto Vauro-deliri.

www.ilgiornale.it


enricomolinaro
00mercoledì 1 ottobre 2008 20:15
Re:
Nikki72, 01/10/2008 19.33:




E ora anche Vauro spara su Brunetta


di Michele Brambilla



L’unanime solidarietà a Renato Brunetta ha cominciato a incrinarsi ieri verso sera, giusto in tempo per mandare in onda, su Radio 24, l’intervento del celebre Vauro. A «La zanzara» il vignettista del manifesto e di Annozero ha cominciato il suo intervento stando ben allineato al collettivo mea culpa del mondo della satira della sinistra, e ha definito «sgradevole» il disegno pubblicato il giorno prima su Emme, l’inserto dell’Unità: un folle che impugna la pistola per far fuori il ministro della Pubblica amministrazione.
Ci sarebbe già da discutere se «sgradevole» è un aggettivo appropriato: «sgradevole» va bene per un formaggio andato a male o per la forfora sulla giacca, non per una rivoltellata nella testa. Comunque. Assolto il compito di prendere le distanze dalla vignetta, Vauro è partito con una tirata il cui succo è il seguente: si va be’ ma in fondo questo Brunetta che cavolo vuole? Il conduttore, il bravissimo Giuseppe Cruciani, gli ha fatto presente che Brunetta vive sotto scorta da venticinque anni, anche perché chi si è occupato di riforma del lavoro prima di lui è finito sotto terra per mano delle Brigate rosse. E che cosa volete che sia. «Ma guardi», ha risposto Vauro, «che in Italia sotto scorta c’è quasi chiunque. Il fatto che uno sia sotto scorta non vuole dire niente». Forse, ha obiettato Cruciani, vuol dire che il ministero sa che c’è un pericolo serio. «Ma che cosa ha fatto Brunetta negli ultimi venticinque anni per avere una protezione? Ma lo sa che ci sono ex ministri di cui non ricordiamo neppure il nome che hanno la scorta?». Io sì, ha poi detto Vauro: «Io sono stato minacciato più volte, al manifesto hanno messo pure una bomba, però la scorta non ce l’ho. Brunetta? Non mi sembra che sia nel mirino di nessuno». Cruciani ha cercato di farlo ragionare, ma Vauro andava come un treno: «Non so che cosa abbia fatto di tanto grave Brunetta per essere sotto scorta. Ma purtroppo in Italia le scorte abbondano». E il gran finale: «Tutti questi signori sono già iper-protetti: che poi facciano anche le vittime, mi sembra eccessivo». E non si lamentassero delle vignette-killer, insomma. Cruciani è infine riuscito a farlo smettere. Altrimenti erano già pronti gli infermieri, quelli del reparto Vauro-deliri.

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quando a destra arriveranno ad avere la capacità di autocritica (peraltro non eccelsa) che ha oggi la sinistra, avranno fatto tanta, tanta strada


domizio@
00mercoledì 1 ottobre 2008 20:40
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