Supponiamo che un tipo di nome Franco si senta attratto da una donna di nome Alessandra. (nomi casuali)
Lui le propone di andare assieme al cinema, lei accetta.
I due si divertono.
Alcune sere dopo egli la invita a cena e di nuovo stanno bene assieme.
Continuano a vedersi regolarmente e nel giro di poco tempo nessuno di loro vede più qualcun altro.
Una sera, rincasando, ad Alessandra viene in mente una cosa e, senza pensarci, dice:
- Hai pensato che giusto oggi sono sei mesi che ci vediamo?
Si fa silenzio in auto.
Ad Alessandra quel silenzio sembra pieno di significati, pensa: "Mi chiedo se gli avrà dato fastidio che abbia detto questo, forse si sente oppresso dal nostro rapporto, forse crede che io voglia forzarlo a prendersi un impegno che lui non desidera o del quale non e molto sicuro.
E Franco sta pensando: "Ma guarda, sei mesi ...
E Alessandra pensa:
"Ma neanche io sono sicura di volere questo tipo di rapporto, a volte mi piacerebbe avere un po' più di libertà, per aver tempo di pensare a ciò che voglio veramente, per capire la direzione verso la quale ci stiamo muovendo lentamente... voglio dire, verso dove stiamo andando? Continueremo semplicemente a vederci a questo livello di intimità? Ci muoviamo verso il matrimonio? Figli? Una vita assieme? Sono pronta per questo tipo di
impegno? Conosco veramente questa persona?"
E Franco pensa:
"Quindi questo significa che era... vediamo... febbraio quando
iniziammo a uscire, che era giusto dopo aver lasciato l'auto dal meccanico, e prima della semifinale di coppa... però..."
E Alessandra pensa:
"E' sconvolto, glielo leggo in faccia, o forse sto interpretando male. Forse vorrebbe di più dal nostro rapporto, più intimità, più impegno, forse lui ha sentito prima di me che ho delle riserve. Si, scommetto che è questo, però questo non vuol dire niente dei propri sentimenti. Ha paura di sentirsi rifiutato."
E Franco pensa:
"Ancora pochi giorni e poi iniziano i mondiali... bene, bene"
E Alessandra pensa:
"E' arrabbiato e non posso biasimarlo, anch'io lo sarei. Dio, mi sento cosi colpevole, facendogli passare questo, ma non posso evitare di sentirmi come mi sento, semplicemente non mi
sento sicura."
E Franco pensa:
"Certo che le partite dei mondiali sono veramente a degli orari del cazzo".
E Alessandra pensa:
"Forse sono troppo idealista, aspetto che arrivi il principe azzurro sul suo cavallo bianco, ho al mio fianco una persona perfettamente comune, normale e buona, una persona con la quale mi piace stare, una persona che davvero e importante per me e alla quale io importo, una persona che soffre per le mie egocentriche fantasie da adolescente romantica."
E Franco pensa:
"Va be', un paio di giorni me li prendo di malattia e per le altre partite inventerò qualcosa".
- Franco! - dice Alessandra a voce alta
- Cosa? - dice lui sorpreso
- Per favore non ti torturare così - dice lei, con gli occhi velati di lacrime
- Forse non avrei dovuto dirti... O Dio, mi sento cosi... - s'interrompe, singhiozzando
- Cosa? - dice Franco
- Sono cosi stupida - singhiozza Alessandra - Voglio dire, lo so che non esiste quel principe. Davvero lo so. E' stupido. Non esiste né cavaliere né cavallo
- Il cavallo? - dice Franco
- Pensi che sono stupida, vero? - dice Alessandra
- N...n....no - dice Franco, contento finalmente di sapere una risposta del caso
- E' solo che... solo che... ho bisogno di un po' di tempo - dice Alessandra
C'è una pausa di 15 secondi durante la quale Franco, pensando più
velocemente che può, cerca di dare una risposta sicura.
Finalmente gliene viene in mente una che può funzionare:
- SI'!!! - dice lui
Alessandra, fortemente emozionata, prende la sua mano:
- Oh, Franco, davvero pensi questo?
- Cosa? - dice lui
- Questo sul tempo - dice lei
- Ah - dice Franco, - s...s....sì -
Alessandra si volta per guardarlo e fissa profondamente il suo
sguardo nei suoi occhi, rendendolo alquanto nervoso per quello che lei gli potrà dire soprattutto se ha a che vedere con un cavallo.
Alla fine lei gli dice:
- Grazie, grazie, grazie Franco -
- Eh? P...prego ... - dice Franco
Lui la porta a casa e lei si sdraia nel suo letto.
E' un'anima che si tortura e si tormenta, e piange fino all'alba.
Intanto Franco torna a casa sua, apre un sacchetto di patatine, si toglie le scarpe e la camicia, si libera dei suoi gas, accende la tele e si immerge istantaneamente nella replica di una puntata del '76 di Baretta.
Una debole voce, in uno degli angoli più reconditi della sua mente, gli dice che qualcosa di importante e successo nell'auto, ma è del tutto sicuro che non c'era modo alcuno per capirlo, per cui e meglio non pensarci.
Il giorno seguente Alessandra chiamerà una delle sue migliori amiche, o forse un paio di loro, e parleranno della cosa per sei ore di seguito.
In forma dolorosamente dettagliata analizzeranno tutto quello che lei ha detto e tutto quello che lui ha detto, ritornando su ogni punto una e più volte, esamineranno ogni parola e ogni gesto, considerando ogni possibile ramificazione.
Continueranno a discutere il tema varie volte, per settimane, forse per mesi, senza arrivare mai a conclusioni definitive ma senza mai neanche annoiarsi del tema.
Intanto Franco, mentre si accinge a vedere l'esordio degli azzurri ai mondiali con un amico, si acciglierà e dirà:
- Marco, sai se Alessandra ha mai avuto un cavallo?
:risata: :risata: :risata: :risata:
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Waldemar
Moderatore di
Chiacchiere in libertà nell'Ipercaforum
Moderatore di
Filosofia ipercafona nell'Ipercaforum
Un'epoca felice non è possibile per il fatto che gli uomini la desiderano, sì, ma non la vogliono, e ogni individuo, quando gli capitano dei giorni felici, impara letteralmente ad invocare irrequietezza e male.
Il destino dell'uomo è fatto per avere momenti felici - ogni vita ne ha - ma non epoche felici.
F. Nietzsche, "Umano, troppo umano I", 1878