LIBIA - Berlusconi: No bombe, solo razzi
LIBIA: BERLUSCONI, NON CI POTEVAMO SOTTRARRE A RAID
"Abbiamo sentito di non poterci sottrarre" ad un intervento maggiore dell'Italia in Libia con raid mirati anche perché "c'era bisogno" di questo nostro intervento. Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi nella conferenza stampa seguita al vertice italo-francese.
"Abbiamo avuto modo di sentire al telefono il presidente del Cnt, Mustafa Abdel Jalil, che ci ha ringraziato por la nostra decisione di aumentare l'impegno" in Libia, ha aggiunto Berlusconi.
L'impegno rafforzato dell'Italia in Libia non significa "bombardamenti" ma "interventi mirati su singoli obiettivi, non su centri di civili". Lo ha sottolineato il presidente del Consiglio parlando della decisione italiana di incrementare l'impegno in Libia.
"Abbiamo accettato di intervenire su obiettivi militari mirati escludendo vittime civili: una soluzione che abbiamo dovuto assumere, rispettando moltissimo la posizione degli alleati della Lega: ho sentito ieri Bossi, Maroni e Calderoli e siamo d'accordo che ci sentiremo anche oggi". Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi.
ANSA
La maggioranza è compatta:
Libia: Bossi, no a bombardamenti
Confermata posizione gia' espressa da Calderoli
26 aprile, 19:20
(ANSA) - MILANO, 26 APR - 'Non sono d'accordo sui bombardamenti in Libia': lo ha detto Umberto Bossi, confermando quanto espresso da Calderoli. 'Con Bossi tutto a posto', aveva detto nel pomeriggio il premier, ma la risposta dell' alleato non si e' fermata: 'Le guerre non si fanno e comunque non si annunciano cosi'', ha aggiunto il leader della Lega. 'Il premier dira' pure che Gheddafi ci riempie di clandestini, ma io non sono d'accordo sui raid. Dobbiamo pensare, poi, che se bombardiamo poi ci tocca ricostruire'.
ANSA
Di bombardare, bombardiamo, ma senza bombe, solo razzi
L’ennesima ammuina del Premier, costretto a piegarsi
26 aprile 2011 19:09
Sembra la guerra di Franceschiello ai tempi dell’ammuina. Traccheggiamo, un poco per confondere le acque, un poco per non fare arrabbiare più del necessario il rais, e soprattutto per evitare che s’incavoli Umberto Bossi, che ha parlato attraverso il ministro Calderoli per fare sapere che la Lega è contrarissima a fare la guerra con le bombe. Se gli aerei sorvolano i cieli libici senza fare danni, ci stanno, ma se sganciano bombe no. Per quale ragione? Non si capisce bene. Qualcuno, come Castelli, ricorda che è una scelta antica: coi paesi vicini niente guerre. Qualche altro, invece, spiega che la guerra con le bombe andava fatta se gli alleati avessero impedito agli immigrati di toccare le nostre coste. Né l’una né l’altra motivazione offrono un appiglio per dare un senso a questa “ammuina”, ma questa è la realtà ed è così che l’Italia parla.
No, non useremo le bombe. Certo bombarderemo, perché non ne possiamo fare a meno, ma lanceremo razzi e non ordigni esplosivi, che sono un’altra cosa. E men che mai bombe a grappolo, non facciamo cose del genere, noi siamo un’altra cosa. E non è tutto, faremo la guerra con precisione chirurgica, eviteremo obiettivi che possano coinvolgere la popolazione civile. Ci concentreremo su obiettivi militari, anche in movimento, ma li colpiremo solo se siamo sicuri che non faremo altro danno.
Silvio Berlusconi, in conferenza stampa, accanto a Sarkozy,
che deve avere usato violenza a se stesso per non farsi una risata, ha ascoltato i “volteggi” dialettici del collega ed ha taciuto, ricordando la polemica aspra dell’ultimo mese.
Tutto lo stato maggiore berlusconiano aveva realizzato una linea Maginot contro il nemico francese al punto che pareva fosse Sarkozy, e non il colonnello Gheddafi, il Nemico da combattere e ridurre alla ragione.
Quando la guerra è cominciata, i francesi hanno scelto di farla sul serio. I nostri Tornado facevano passeggiate sui cieli libici, e i piloti spiegavano che si tratta di missioni di guerra perché si trattava di sorveglianza utilissima. Avrebbero dovuto scoprire eventuali batterie antiaeree dotate di sistema radar. Se li avessero scoperte, però, non avrebbero potuto colpirle. Le regole di ingaggio rimasero nebulose a lungo, fino a che Silvio Berlusconi mise fine ad ogni dubbio, affermando che i caccia italiani non avrebbero mai sparato un colpo. Nessun bombardamento, l’Italia ha già dato tanto in termini logistici, permettendo l’uso delle basi aeree e navali. Che cosa si vuole di più?
Per molti giorni il governo italiano è stato oggetto di sollecitazioni. I rappresentanti dei ribelli, accolti a Roma, hanno fatto capire che non gradivano il limbo italiano e che, continuando così, il rais avrebbe potuto fare carne da macello dei suoi oppositori. È probabile che abbiano detto o lasciato capire qualcosa di più, che finita la guerra, i loro favori sarebbero spettati (petrolio e gas compreso) a coloro che si schieravano con lealtà e senza sotterfugi dalla loro parte.
Il pressing è arrivato anche dal Presidente Obama, che ha mandato a Roma suoi emissari, e da Rasmussen, il segretario generale della Nato. E a questo punto l’ammuina di Berlusconi ha dovuto ammainare bandiera.
Ora deve vedersela con i leghisti, che devono essere accontentati in qualche modo.
Invero c’è anche il cattolico Giovanardi che si è messo di traverso, ma la cosa non ha destato preoccupazione.
Ora la guerra si fa con le bombe, questo è un dato di fatto. E pare che gli aerei italiani fossero attesi come un evento risolutivo. La qualcosa ci lascia esterrefatti. Inglesi, francesi, canadesi, ed altre nazioni impegnate con la Nato ed a fianco della nato, non sarebbero in grado di fermare il colonnello?
Finisce che, pur con riluttanza, sarà l’Italia a cacciare Gheddafi.
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