Crescita in tutta Europa
Negli ultimi 5 anni il traffico aereo low cost è cresciuto rapidamente in tutto il mondo, con una media annua del 14%, passando dal 13% al 22% del totale del traffico aereo. L'attività del settore è testimoniata anche dal numero di compagnie aeree low cost che in questi anni sono nate o che si sono chiuse: tra il 2000 e il 2009, in Europa, si sono avviati 75 vettori e oggi ne sono rimasti 41, con un 45% di vettori chiusi.
L'Europa rappresenta sicuramente il mercato dove si sono avviati il maggior numero di vettori specializzati su particolari segmenti. Non è quindi soltanto l'Italia ad aver registrato una crescita del traffico aereo low cost, anzi in Inghilterra e Olanda il fenomeno è ancora più forte. L'unico Paese europeo a resistere a questo "attacco" è la Francia, che mantiene la sua forte compagnia di bandiera.
E' la fotografia scattata dallo studio "
Evoluzione del traffico low cost a livello europeo e nazionale" realizzato dalla Kpmg su commissione dell'Enac, e presentato oggi a Roma. Lo studio ha analizzato l'evoluzione del traffico low cost in 5 paesi europei (Spagna, Francia, Germania, Inghilterra e Italia), dal 2004, con un focus particolare su 5 aeroporti italiani. Il Presidente dell'Enac, Vito Riggio ha ricordato che qualche anno fa l'Alitalia aveva protestato per la concorrenza sleale subita dalle compagnie low cost. L'Enac ha poi accertato che qualche aeroporto ha dato contributi alle compagnie low cost per incrementare il traffico sul territorio, ma non si è trattato di concorrenza sleale. Lo ha appurato anche la Commissione Europea. Tuttavia si è sentita la necessità di approfondire un fenomeno molto interessante, quale è quello delle compagnie aeree low cost. L'analisi è stata inviata alla Commissione Trasporti della Camera.
Le conclusioni dello studio, in sintesi, sono le seguenti: non è vero che l'Italia è stata invasa dalle low cost poiché ci sono altri Paesi europei con una presenza ancora superiore; si prevede che in futuro il traffico low cost continuerà a crescere sia per la convenienza dei prezzi sia per la velocità delle soste in aeroporto (sui 25-30 minuti). E le compagnie aeree "tradizionali" dovranno adeguarsi a questi parametri anche perché il servizio verrà considerato anche in base alla velocità. Dal punto di vista della sicurezza, infine, le low cost non registrano criticità. La forte espansione delle low cost è testimoniato dai tassi di crescita dei 3 vettori leader (Ryanair, EasyJet e Airberlin) che tra il 2005 e il 2009 hanno quasi raddoppiato il volume di traffico gestito, raggiungendo i 139 milioni di passeggeri nel 2009.
"Non esiste un settore più liberalizzato di così - ha commentato Vito Riggio - Per questo è indispensabile che l'Italia abbia una vera Autorità di regolazione indipendente. Su questo punto ho trovato una sinfonia forte con il Presidente dell'Antitrust: con Catricalà crediamo che debba essere una parte dell'Antitrust ad occuparsi delle tariffe dei trasporti. Il Parlamento, invece, non la pensa così ed ha chiesto all'Enac di occuparsene. Io mi inchino al legislatore, ma dico che sbaglia poiché noi non siamo indipendenti. La direttiva comunitaria - ha ricordato il Presidente dell'Enac - impone che il regolatore sia indipendente, mentre noi dipendiamo dal Ministero dei Trasporti.
Riggio ha sottolineato più volte l'importanza di un'Autorità che regoli le tariffe, altrimenti non è possibile fare investimenti: con il blocco delle tariffe degli ultimi 10 anni non ci sono stati investimenti adeguati e, continuando così, si perderanno 100 milioni di passeggeri. "Il traffico low cost non si sarebbe sviluppato così se non avesse avuto i contributi dagli aeroporti ed è proprio per questo che bisogna regolare questo meccanismo - ha spiegato il Direttore Generale dell'Enac, Alessio Quaranta, sottolineando che "è indispensabile legare le tariffe agli investimenti". "Le concessioni aeroportuali - ha aggiunto Quaranta - sono l'unico modo per attrarre investimenti privati e ad oggi ci sono una decina di concessioni che noi abbiamo approvato e che attendono la firma del Ministro Tremonti".
Dall'Enac arriva quindi un messaggio forte e chiaro: c'è bisogno di un'Autorità indipendente che fissi le tariffe e di approvare i contratti di programma che legano realmente le tariffe agli investimenti. Attualmente sono stati stipulati contratti di programma per quasi tutti gli aeroporti. "Con Aeroporti di Roma - ha detto Riggio - siamo d'accordo per la parte tariffaria, sul piano qualità e ambiente. Adr ha chiesto una revisione della concessione per rendere più finanziabili il piano di investimento, ma per la revisione della concessione serve un atto quadro del Ministero".
"Per quanto riguarda l'aeroporto di Fiumicino - ha aggiunto Riggio - il Ministero vuole che resti un aeroporto tradizionale e che diventi un hub intercontinentale, quindi niente terminal low cost. Il traffico low cost ha già Viterbo".
Al termine della conferenza stampa, però, i vertici dell'Enac lanciano un allarme che riguarda la sicurezza: "Per il momento la sicurezza dei voli non è a rischio ma potrebbe diventarlo in futuro" a causa della carenza di organico fra gli ispettori di volo. "C'é una carenza di ispettori endemica che si sta aggravando - ha detto Quaranta - Attualmente l'organico è di 48 ispettori pari a 18 presenze assicurate, quest'anno 3 ispettori andranno in pensione e non possono essere sostituiti per i limiti imposti alle assunzioni nelle pubbliche amministrazioni. Nel 2012 ci saranno altre uscite, a quel punto la sicurezza potrebbe essere a rischio".
di Antonella Giordano
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