Yasser Arafat: Interlocutore da difendere.

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KuntaKinte77
00domenica 25 aprile 2004 18:04
La creazione di uno Stato palestinese è stata il sogno di Yasser Arafat sin dai tempi in cui faceva contrabbando di armi dall'Egitto verso la Palestina. E' statoquesto sogno a sostenerlo durante gli anni di guerriglia trascorsi con una pistola sul fianco, è stato questo sogno a guidarlo nel corso della sua leadership nell'Organizzazione per la liberazione della Palestina.

Arafat non ha mai rinunciato a questo progetto. Anche nei mesi che hanno preceduto gli accordi raggiunti durante il summit tenutosi al Wye River Conference Center in Maryland alla fine di ottobre del 1998, Arafat ha ribadito l'intenzione e la volontà dei palestinesi di creare un proprio Stato anche qualora l'accordo con Israele non dovesse rivelarsi possibile. Tuttavia, a dispetto delle pressioni interne, finora ha sempre rinucniatoa dichiarare unilateralmente la creazione dello stato palestinese.

Arafat, il cui nome è in realtà Mohammed Abdel-Raouf Arafat al Quadra al-Hussein, è nato in Egitto, al Cairo, il 24 agosto 1929. Suo padre era un commerciante di successo, sua madre mori' prematuramente lasciandolo all'età di 4 anni. Il piccolo Arafat ha vissuto l'infanzia con uno zio a Gerusalemme, una città che sin dal primo dopoguerra era sotto il governo inglese secondo un mandato della Lega delle Nazioni.

Quelli sono anni decisivi per Arafat che vede nascere il conflitto fra arabi ed ebrei, in particolare per gli ebrei immigrati che arrivavano in Palestina con l'idea creare in quel territorio la propria madrepatria.

Mentre compie i suoi studi per diventare ingegnere civile all'università del Cairo, Arafat intraprende uno studio sulla cultura ebraica, cominciando a frequentare persone di credo ebraico e leggendo le opere di sionisti quali Theodor Herzl. Ma già dal 1946 è un nazionalista palestinese che fa contrabbando di armi dall'Egitto verso la Palestina.

Quando nel 1948 scoppia il primo conflitto arabo-israeliano, si dice che Arafat riesca ad entrare in Israele per combattere il neonato stato ebraico. Più tardi però dichiarerà che lui ed i suoi compatrioti vennero disarmati e rispediti indietro da altri arabi che non volevano l'aiuto di forse irregolari palestinesi. In seguito alla vittoria di Israele, i palestinesi subiscono un'ulteriore umiliazione: 750.000 arabi palestinesi vengono lasciati senza un loro Stato, nonostante in origine (nel '47) le Nazioni Unite avessero previsto in Palestina la creazione di uno stato ebraico e di uno arabo.

A metà degli anni '50, Arafat diventa ufficiale dell'esercito egiziano e nel 1956 combatte nella campagna di Suez.

Dopo aver lasciato le file dell'esercito, Arafat lavora come ingegnere in Kuwait. Proprio in questo periodo, insieme ad alcuni altri arabi palestinesi, forma un movimento noto col nome di Al Fatah, un'organizzazione che lotta per restituire la Palestina ai palestinesi. Questo ed altri movimenti si raggruppano nel 1964 nell'organizzazione Olp.

Il movimento di Al Fatah diviene a poco a poco per Arafat un'occupazione a tempo pieno e alla fine del 1965 l'organizzazione comincia raid e attacchi terroristici verso Israele.

Nel 1967 Israele vince la guerra dei Sei giorni, conquista le alture di Golan, la Cisgiordania, Gaza e gran parte della penisola del Sinai in Egitto.

Re Hussein scaccia l'Olp

Nel 1968 Arafat e Al Fatah ottengono l'attenzione della comunità internazionale in seguito alla sconfitta inflitta alle truppe israeliane che penetravano in Giordania. Le attività dell'Olp preoccupano però re Hussein di Giordania e nel 1971, dopo una sanguinosa guerra civile, Hussein obbliga i palestinesi a lasciare i territori della Giordania. Sarà, per ironia della sorte, proprio re Hussein che partecipando agli incontri di Wye riuscirà a spingere Arafat e Netanyahu a firmare una accordo.

Dopo aver lasciato la Giordania l'Olp stabilisce il proprio quartier generale in Libano e continua a promuovere raid contro Israele. Le azioni terroristiche (la piu' celebre delle quali, nel 1972, e' l'irruzione nel villaggio olimpico di Monaco di Baviera da parte di un commando di "Settembre Nero", che si conclude con il sequestro e l'uccisione di 11 atleti israeliani) portano la questione palestinese alla ribalta, ma costano all'Olp un prezzo molto alto in termini di isolamento politico.

Nel 1974 ad Arafat viene concesso un intervento all'Assemblea generale delle Nazioni Unite, che votano per accordare all'Olp lo status di osservatore. Otto anni più tardi, precisamente nel giugno 1982, Israele ripaga con la stessa moneta la serie di attentati terroristici dell'Olp lanciandosi in attacchi che distruggono il quartier generale dell'Olp a Beirut.

Arafat ristabilisce la sede dell'organizzazione in Tunisia e dà il suo sostegno ai palestinesi della Cisgiordania e degli altri territori occupati che iniziano ad insorgere contro Israele.

La stretta di mano con Rabin

Nel 1988 Arafat annuncia l'indipendenza della Cisgiordania e della striscia di Gaza e informa le Nazioni Unite che l'Olp non intende procedere nella sua attività terroristica. Dichiara che l'Olp sposa il diritto di tutte le parti a vivere in pace. Alla fine di quello stesso anno, 70 paesi riconoscono l'Olp, la cui credibilità viene però nuovamente indebolita nel 1990 quando l'organizzazione favorisce l'Iraq durante la guerra del Golfo. Sempre nel 1990 l'Olp riconosce ufficialmente Israele e nel 1993 Arafat e Yitzhak Rabin firmano gli accordi della pace di Oslo e stabiliscono un'intesa di base su cui fondare una pace più duratura.

Gli accordi prevedono un graduale ritiro delle truppe israeliane da Gaza e dalla Cisgiordania nonché la creazione di un'autorità palestinese come ente governativo dei territori occupati.

Rabin e Arafat vincono il Premio Nobel per la pace insieme al ministro degli Esteri israeliano, Shimon Peres.

Nel gennaio 1996, con una vittoria schiacciante Arafat diventa presidente dell'Autorità palestinese.

Gli sforzi più recenti tesi alla pace hanno subito una battuta d'arresto. L'attuale Primo ministro israeliano Ariel Sharon accusa Arafat per i nuovi episodi di violenza, in quella che da settembre del 2000 è stata definita la "seconda Intifada" e si rifiuta di negoziare fino a quando questi non cesseranno. Arafat accusa Israele, sostenendo che sta cercando di consolidare l'occupazione dei Territori e di imporre la prorpria volontà e politica sul popolo palestinese.

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