prog news

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komasola
00mercoledì 1 febbraio 2017 06:56
europe.newsweek.com/yes-guitarist-steve-howe-his-hall-fame-career-5489...

i senatori del rock sinfonico ancora sulla breccia, nonostante la dipartita del loro bassista storico....
komasola
00mercoledì 1 febbraio 2017 07:03
ciao GREG!
La serata si annuncia attesissima dai fans di ELP, e vuole essere il doveroso e sentito omaggio alla musica senza tempo di Keith Emerson e Greg Lake. Il primo scomparso tragicamente l'11 Marzo 2016 u.s. Greg Lake il 7 Dicembre 2016 u.s. dopo una lunga battaglia contro la malattia (anno funesto per la musica) e che ha fatto rimbalzare tra i media e i social tutto l'affetto e l'amore per questi due grandi artisti. Keith Emerson compositore, musicista funambolico e Showman spettacolare, vera icona della Swinging London di fine anni 60.
Greg Lake: "The Voice" grande frontman, capace di scrivere liriche oniriche, unitamente alle potenti linee di basso, contrapposte a suadenti ballads arpeggiate dal "Re Cremisi" sulle sue chitarre acustiche Gibson J200.

Abbandonati i NICE, Keith Emerson forma insieme al bassista e cantante Greg Lake (King Crimson) e al batterista Carl Palmer (Crazy World of Arhur Brown) il supergruppo ELP e dopo la prima data davanti a 2000 persone, dopo una settimana fanno il loro debutto ufficiale all'Isle Of wight Festival, il 29 Agosto 1970 davanti a 600.000 persone.
Il giorno dopo la critica e la stampa li definisce come una band supersonica, dotata di un "Theatrical Show" mai visto prima.

Dalla Classica al Progressive Rock: La Musica di Emerson, Lake & Palmer

Emerson, Lake & Palmer Project
presents
WELCOME BACK MY FRIENDS TO THE SHOW THAT NEVER ENDS (40th Anniversary)

Un grande evento per chiamare a raccolta tutti i fans di ELP a Roma nel quarantennale dell'uscita del triplo live (1974 - 2014)

Emerson, Lake & Palmer Project sono l'unico omaggio formato da tre Pro musicians, attivo da ben 10 anni di fila on Tour in Italia, Nord Europa e USA.
E' l'unico omaggio a ELP al mondo ad aver suonato al BB King Blues Club sulla 42esima a NYC nel cuore di Times Square nel 2010.

Ad Ottobre 2009, ELP Project suona insieme a 63 elementi dell'Hamburger Symphoniker Orchestra la suite: "Pictures At An Exhibition" ottenendo un Sold-Out di oltre 2000 abbonati della stagione sinfonica nella prestigiosa Laeiszhalle Musik Hall di Amburgo (stesso teatro dove suonarono i veri ELP nel 1972 (Trilogy tour) e nel 1973 ("Get me A Ladder" Tour). Gli ELP Project sono l'Unico gruppo Rock ad essere stato invitato da questa grande Orchestra sinfonica che esiste dal 1956.




komasola
00mercoledì 1 febbraio 2017 07:07
Il ricordo del critico musicale del primo album degli Emerson, Lake & Palmer acquistato nel 1971
(di ERNESTO ASSANTE):
Ricordo ancora il momento, ve lo giuro. Era pomeriggio, un qualsiasi giorno della settimana. Avevo messo da parte i soldi e, nei giorni precedenti, avevo addirittura fatto una sorta di “prenotazione” al negoziante di via Lambro, una traversa di Corso Trieste a Roma. Credo, se non ricordo male, che il prezzo fosse quattro o cinquemila lire. Andai nel piccolo negozio di dischi e presi la mia copia di “Picture at an exhibition” di Emerson, Lake & Palmer. E’ tornai a casa di corsa per ascoltare quello che era uno degli album più attesi di quell’anno musicalmente straordinario, il 1971. Avevo tredici anni e, incredibilmente, ricordo ancora quel momento, perché amai quel disco moltissimo, è uno di quegli album che ancora oggi ricordo a memoria.
Keith Emerson per noi ragazzini dell’epoca era pura leggenda, il tastierista più incredibile del mondo, che suonava ogni tastiera mai creata e soprattutto manipolava come nessuno i tasti, i fili, i jack del suo synth, del Moog, che era quanto di più futuribile ci fosse. E lo faceva con la stessa energia creativa con la quale Jimi Hendrix si accostava alla chitarra. Certo, la distanza tra l’uno e l’altro è inimmaginabile, ma non vi sembri un paragone troppo azzardato. Anzi, a ben guardare le coltellate che Emerson dal vivo mollava alla sua tastiera erano abbastanza “parenti” dei maltrattamenti che Hendrix riservava alla sua chitarra, e lo strumento suonato con i denti o dietro le spalle da Jimi non erano spettacolarmente molto lontani dalla tastiera per terra o sulle spalle di Keith. E alcuni sostengono che ci sia stata addirittura la possibilità per il chitarrista americano, via Mitch Mitchell, di una collaborazione con il trio del tastierista.
Ma non è il paragone hendrixiano che ci interessa, piuttosto la straordinaria qualità musicale che Keith Emerson, dalla fine degli anni Sessanta ai primi anni Settanta riuscì a esprimere prima con i Nice e poi con la collaborazione di Greg Lake, arrivato al supergruppo con Emerson direttamente dai King Crimson, e Carl Palmer, che aveva militato prima nei Crazy World di Arthur Brown e poi negli elettrici Atomic Rooster, nella superband nata nel 1970. Emerson è stato fondamentale nel definire il rock progressivo come campo apertissimo di sperimentazione sonora, come territorio liberissimo di avventure musicali. E lo ha fatto portando le tastiere, analogiche, elettroniche, digitali, al centro di un mondo che, all’epoca, era fatto soprattutto di chitarre. Tastiere che portavano “naturalmente” fuori dall’àmbito rock blues e spingevano verso altre forme sonore, in particolare la musica classica. Mescolare rock e musica classica: Emerson lo aveva già fatto con i Nice, formazione troppo spesso dimenticata e invece fondamentale nell’apertura creativa del rock di fine anni Sessanta, e lo fece ancor di più con Emerson, Lake & Palmer, dove il “power rock trio”, basso, chitarra e batteria, vedeva le tastiere al posto delle sei corde, e il blues era sostituito dalla libertà sonora assoluta. In questa libertà Emerson era suo agio, si muoveva con agilità tra i riferimenti dei suoi studi musicali e quelli della musica che gli girava intorno, creava riff imbattiili con le sue tastiere e al tempo stesso intricate composizioni nelle quali l’interplay con Lake e Palmer consentiva straordinarie innovazioni armoniche e ritmiche.

ELP, l’acronimo che indicava la band, diventò leggenda molto rapidamente, con un bel primo album e poi l’eccellente “Tarkus”. Poi il capolavoro assoluto del 1971, “Pictures at an exhibition”, un curiosissimo progetto che partiva dalle composizioni di “Quadri di un’esposizione” di Modest Mussorskij e si allargava alle composizioni del trio, mescolate le une alle altre, fino a realizzare un’opera completamente nuova. Era un disco affascinante, presuntuosamente bello, in cui Emerson affermava la possibilità del rock di poter “riscrivere” la storia musicale, senza timori e al tempo stesso (lo so, alcuni inorridirano) rispettando il testo originale. Così come Mussorgskij aveva accentuato in quell’opera gli aspetti moderni, ritmici, armonici, innovativi, allo stesso modo Emerson, Lake & Palmer aprivano al rock spazi diversi, mettendo insieme jazz, improvvisazione, distorsione rock, melodia. Fu il punto più alto della loro avventura, anche se non vanno dimenticati “Trilogy”, “Brain Salad Surgery”, “Fanfare for the common man”, da Aaron Copland, e “Works vol.1”.
ELP ebbero un successo straordinario, soprattutto in Italia, riempirono lo Stadio Flaminio di Roma nel 1973, poi arrivò il declino, la crisi creativa, la pomposità inutile, la spettacolarità esagerata, una sostanziale irrilevanza. E il punk chiuse definitivamente il discorso. Emerson non si fermò, realizzò altri lavori, qualche successo (come “Honky tonk train blues”), alcune belle colonne sonore, e poi, nella ormai necessaria riscoperta storica del rock classico, ad alcune reunion con i suoi compagni dei tempi d’oro. A noi, come sempre, resta la sua musica, che merita ancora la nostra attenzione, per la visionaria capacità di Emerson di mettere in sintonia due mondi, quello della musica classica e quello del rock, facendoli diventare uno solo.
komasola
00mercoledì 1 febbraio 2017 07:12
atomic rooster
La recente puntata dedicata agli High Tide, ha riproposto un tema annoso, la cui discussione è destinata a rimanere probabilmente senza una risposta definitiva, ma sempre utilissimo per disquisire di ciò che più ci piace, ossia la musica di qualità. La domanda è semplice (si fa per dire): chi ha inventato determinati generi e, in particolare, il rock duro nell'accezione moderna del termine? Anche nel caso degli Atomic Rooster, la diatriba trova terreno fertile, considerando l'anno ed il mese di incisione del loro primo album e le molte sfumature oscure e metalliche della musica proposta dal terzetto. Senza ovviamente contare tutte le altre, progressive in testa. Inoltre, come accade quasi sempre in presenza della storia e dei tantissimi argomenti toccati dai nostri articoli, una volta in più gli intrecci umani e musicali con altre band consentono di legare il tutto a molti altri articoli e recensioni presenti nel nostro data base. Ciliegina sulla torta, infine, la vicenda degli Atomic Rooster si lega anche all'Italia. Un motivo in più per interessarsi a loro.

LA COSTRUZIONE DEL GALLO ATOMICO
Alcuni di voi avranno certamente letto la recensione riguardante The Crazy World of Arthur Brown, da noi pubblicata circa due anni fa. Il personaggio di Arthur Brown è assolutamente peculiare e non è escluso che, in futuro, se ne possa parlare a parte. Tuttavia, oltre ai suoi meriti prettamente musicali ed artistico/visionari, il buon, vecchio Arthur ha anche il merito indiretto di aver fatto da "culla" per un'altra realtà di primaria importanza nel firmamento del rock: gli Atomic Rooster di Vincent Rodney Cheesman Crane. Invero, leggendo la formazione che suonò in The Crazy World of Arthur Brown a spiccare, oltre all'autore, sono certamente due nomi in particolare: Vincent Crane alle tastiere (Reading, 21/5/43. Studi al Trinity College of Music di Londra. Prima band: J.C. & The Machine, poi il gruppo di poesia e jazz The Word Engine e la Vincent Crane Band. Esordio con Brown nel 67 all'UFO Club di Tottenham Court Road) e Carl Palmer alla batteria, all'epoca proveniente dalla band di Chris Farlowe. Di certo, due personaggi che non hanno bisogno delle classiche presentazioni. In realtà, dopo la dissoluzione della formazione di The Crazy World of Arthur Brown, anche gli altri membri si diedero da fare in proprio, con Nick Greenwood che entrò in quei Khan facenti parte della scena di Canterbury; Drachen Theaker a percuotere le pelli per i rockers Love e Brown stesso a proseguire la sua esplorazione psych/prog con i Kingdom Come. Chiaramente, però, quelli che ci interessano relativamente allo scritto che state leggendo sono Crane e Palmer. A titolo di cronaca, comunque, da questa storica band transitò anche Peter Solley il quale, anni dopo e tra le mille cose fatte, sarà anche produttore di 1916 dei Motorhead, tanto per citarne una.

ROLLING OUT OF THE CRAZY WORLD
La storia degli Atomic Rooster, però, nasce direttamente sotto un'influenza che poi determinerà praticamente tutta la storia del gruppo e del suo mastermind. Il disordine mentale che già nel 69 affligge Crane, è il motivo fondamentale per cui lui, seguito da Palmer, lascia The Crazy World of Arthur Brown durante il tour nord-americano. Crane deve là subire uno degli innumerevoli ricoveri ospedalieri che ne costelleranno l'esistenza e, subito dopo, i due piantano tutto e tornano in Inghilterra. Era venerdì 13 Giugno del 1969 dell'anno del Gallo -Rooster- del calendario cinese. Arrivati in patria, cercano di mettere su una band e, come prima scelta, puntano su Brian Jones il quale, negli stessi giorni, aveva lasciato/dovuto lasciare i Rolling Stones. La morte in piscina di Jones, però, impedisce la collaborazione e passa in archivio come un'altra di quelle storie-non storie che il mondo del rock propone in quantità illimitata. Per la nuova realtà musicale, viene quindi adottato il nome di Atomic Rooster e, al posto di Jones, viene inserito Nick Graham come bassista e cantante. Altre strane coincidenze: l'elemento del segno del Gallo è... il metallo ed una delle Nazioni ad esso collegate è l'Italia.

OSSERVANDO L'ATOMICA DAL BUCO DELLA SERRATURA
L'attività dal vivo comincia immediatamente facendo da supporters per i Deep Purple al Lyceum di Londra, ottenendo a ruota un contratto per un album con la B&C Records, una sussidiaria della Trojan Records. Nel Febbraio del 1970 esce il primo, clamoroso album del gruppo, intitolato semplicemente Atomic ROooster o, nell'accezione più comune e seguendo la pronuncia inglese, Atomic Ro-o-oster. Il singolo apripista è Friday the 13th. Appena un mese dopo, però, al gruppo si aggiunge un altro chitarrista, ossia John Du Cann, proveniente dagli Andromeda, band progressive di buon livello dove si cimentava anche al microfono con buoni risultati. La cosa provoca la fine del rapporto con Nick Graham. Vista la nuova situazione in seno al gruppo, si decide in fretta e furia di intervenire sulla registrazione del disco, incidendo nuove parti di basso in realtà ottenute da Crane agendo sui pedali del suo Hammond, mentre Du Cann si occupa degli overdubbing su tre canzoni per l'edizione USA, inizialmente non prevista. Questa versione, però, non viene immessa sul mercato ed il lavoro del chitarrista vedrà la luce solo sulla seconda edizione dell'LP, ancora per il Regno Unito e senza che la cosa venga segnalata nei credits e nelle successive ristampe su CD. L'edizione americana uscirà solo nel 73 su Elektra e viene da molti considerata -impropriamente- il quinto album del gruppo. Al di là di queste note tecniche, alle quali va aggiunto un errore nella stampa della scaletta nella prima pubblicazione che la rende quindi appettita dai collezionisti, ciò che conta è che Atomic Ro-o-oster mostra elementi musicali di notevole importanza. Per cominciare, Crane vi inserisce di soppiatto alcune parti strumentali del disco di Arthur Brown, evidentemente da lui composte, ma ciò che più conta è altro. Tra le varie tracce, infatti, si notano numerosi elementi proto-progressive che si inseriscono nel dibattito già aperto dall'articolo sugli High Tide circa la primogenitura di un certo modo di comporre. Inoltre, parti molto dure ed oscure per l'epoca -che verranno comunque sviluppate meglio in seguito- pongono alcuni passi del lavoro a confronto con l'esordio dei Black Sabbath, spostando la discussione in territori prettamente metal ante litteram. La situazione, apparentemente, è molto semplice: il disco dei Sabs è uscito esattamente negli stessi giorni (13 Febbraio del 70) ed ha conquistato la scena e la storia come nessuno, ma, se volessimo essere davvero, ma davvero pignoli, potremmo eccepire che in realtà quello degli Atomic Rooster è stato inciso un po' prima, ed è solo uscito in modo meno rapido di quello di Ozzy & C. Chiaramente, visto che parliamo di settimane, è solo questione di lana caprina e di amore per la discussione tra appassionati, ma tutto questo serve per ribadire ancora una volta una questione fondamentale: quei mesi, addirittura quei singoli giorni, furono quelli che decisero la storia del metal. Ridurre il "big bang" del rock duro ad un solo album è quindi non solo errato, ma equivale a guardare quella mega esplosione dal buco della serratura.

ANDIAMO A FARCI DU CANN SU UN HAMMOND?
A giugno del 1970, però, una delle innumerevoli tegole sulla formazione degli Atomic Rooster: Carl Palmer decide di lasciare per sviluppare meglio la sua inclinazione verso il progressive entrando in una band che, secondo lui, è destinata a fare buone cose. La storia dirà che quel trio denominato Emerson, Lake and Palmer farà effettivamente una discreta carriera. Il sostituto temporaneo è Ric Parnell (poi nella parte di Mick Shrimpton nell'opera This is Spinal Tap), per stabilizzare successivamente il gruppo con l'entrata di Paul Hammond, più avanti in forza agli Hard Stuff, band maggiormente votata all'hard rock insieme a John Du Cann. Gli effetti di questi cambi si faranno sentire su Death Walks Behind You, album ben più oscuro e pesante del primo il quale, dopo essere partito in sordina nelle vendite, comincia piano piano ad imporsi, fino a diventare un vero successo. La famosa copertina con il Nebuchadnezzar di William Blake, nasconde un disco decisamente più "accentato" da un heavy piuttosto sinistro. I colori prog ed HR/HM a tinte doom (il primo proveniente essenzialmente da Crane, il secondo dagli altri due musicisti) sono decisamente più evidenti che in precedenza e la formazione, per di più, sembra più convinta di ciò che sta facendo. Il brano Death Walks Behind You verrà ricordato per sempre come la canzone degli Atomic Rooster per eccellenza. Molti di voi, per inciso, la conosceranno nella versione dei Bigelf e, prima ancora, dei Paradise Lost, senza contare altri gruppi di estrazione metal che l'hanno coverizzata, dando un segnale preciso circa l'importanza della band che l'ha incisa. E' però il singolo Tomorrow Night, non esattamente il pezzo più rappresentativo dell'album, a trascinare in alto l'LP, con tanto di passaggio a Top of the Pops. Quel che più conta, però, è rimarcare che se il suddetto singolo raggiunge la posizione numero 11 in classifica, l'album si piazza alla mai più raggiunta numero 12. Ciò a testimoniare quanto, all'epoca, il pubblico fosse comunque mediamente molto più ricettivo rispetto alle opere complete di quanto non lo sia adesso, nell'epoca della frammentazione dell'usufrutto di ogni opera ingegno dell'uomo e dell'incapacità di prestare attenzione alla globalità di un'idea. A titolo di cronaca e per completare la fotografia dell'importanza di Crane quale musicista, è di questo periodo la sua partecipazione all'album d'esordio di Rory Gallagher.

NU' JEANS E NA' TASTIERA
Intanto, però, un nuovo singolo intitolato Devils Answer scritto da Du Cann ai tempi di Palmer, si piazza al numero quattro delle charts U.K. Poi è la volta del nuovo album: In Hearing of Atomic Rooster (Numero 18), che non include il singolo di cui sopra e che porta la band in tour negli U.S.A. con date comprendenti il Troubadour di LA ed il Fillmore East di NY. Nel disco è ritratta una formazione a quattro, con il cantante Pete French (Leaf Hound) a cantare nelle canzoni Breakthrough, Decision/Indecision, Head in the Sky e The Price (la sua voce appare comunque i quasi tutto l'album), ma in realtà questa line-up non lavorerà mai davvero insieme, in quanto Du Cann ed Hammond lasciano quasi subito dopo l'entrata di French, con il primo letteralmente licenziato da un Crane reso forse troppo impulsivo dai suoi demoni mentali ed il secondo a seguire il compagno. I due, con Du Cann che da qui elimina il "Du" dal nome, formeranno i Bullet, poi, come prima segnalato, meglio noti come Hard Stuff, gruppo che si dovrà fermare dopo due album per un incidente occorso ad Hammond. Cann suonerà anche con i Thin Lizzy, per poi finire temporaneamente a scrivere musichette per i jingles. Inciderà un album solista intitolato The World's Not Big Enough, non pubblicato da alcuna etichetta (ne accenneremo poi), quindi un suo pezzo verrà usato dalla Lee Cooper Jeans, ma questa è un'altra storia. Visto quanto appena raccontato e per tornare a In Hearing of Atomic Rooster, il prodotto finale è frutto anche di alcune registrazioni separate, ma soprattutto, le tensioni in seno alla band dovevano essere piuttosto forti, con lo stile del vinile che vede una netta prevalenza delle parti di tastiera e batteria a scapito dello strumento di Du Cann, mixato in sottofondo ed addirittura escluso in alcune sue parti dal "cut" finale. L'impronta musicale si fa pertanto più prog e meno heavy, mancando forse di tempismo. Alla scrittura partecipa anche Patricia Darnell, moglie di Crane. Per andare avanti è necessaria -ancora- una nuova formazione che viene presto allestita, dato che il tour mondiale di supporto al disco che li vedrà suonare in alcune occasioni con The Who e The Faces tra gli altri e toccherà anche l'Italia, è imminente. I nuovi Atomic Rooster schierano Pete French al microfono, Steve Bolton alla chitarra, Ric Parnell alla batteria e, ovviamente, Vincent Crane alle tastiere. Ric Parnell e l'Italia stabiliranno più tardi un legame che gli appassionati di progressive impareranno a conoscere. L'Italia, comunque, rimarrà nella storia degli Atomic Rooster pure per un altro motivo a questo collegato, meno musicale e più prosaico. Avere una formazione stabile è però un'utopia per Crane, ma anche l'identità musicale del suo gruppo non è destinata ad essere tale.

DENIM AND GREASY
Stavolta è French a mollare per passare all'importante band hard rock Cactus (Carmine Appice, Jeff Beck, etc.), il quale viene sostituito da Chris Farlowe dei Colosseum, nome già incontrato in apertura. E' lui a registrare le parti vocali di Made in England. Di questo periodo, come nota a margine, la compilation Atomic Rooster Assortment. Made in England, edito in prima stampa per Germania e Regno Unito con una copertura in jeans denim disponibile in vari colori, esce nell'Ottobre del 72 e lascia interdetti i più. Già eliminate in gran parte le modalità espressive HR/HM, anche quelle progressive vengono accantonate in favore di un soul/funky decisamente più ammiccante verso il pubblico, in buona parte frutto dell'approccio alla musica del nuovo cantante. Altra piccola parentesi/chicca della storia della musica: non ritenendola adeguata alla propria immagine, Farlowe negli anni 60 aveva rifiutato di incidere una canzone propostagli da una band di discreta notorietà. Il suo nome era The Beatles ed il pezzo si intitolava Yesterday: quando si dice toppare alla grande. Ma torniamo a Made in England. Il responso del mercato non è buono e inoltre... sì, ancora cambi in formazione. A fine anno fuori Steve Bolton e dentro John Goodsall aka Johnny Mandala (ottimo musicista; Brand X, Billy Idol, Leon Alvarado e vari altri), si giunge quindi al 73 ed a Nice 'n' Greasy (IV per alcuni mercati, dove venne presentato come opera prima e con cover di ispirazione fallica), disco che contiene anche Save Me, "rielaborazione" di Friday the 13th. La transizione verso il funk è qui completa, ma le vendite molto scarse inducono la casa discografica a concludere il rapporto col gruppo, che si avvia alla sua fine. Da notare che il tour di supporto all'album arriva ancora una volta in Italia, dove -sembra- si verifica un episodio piuttosto spiacevole che sancisce la rottura totale con gli altri musicisti e determina indirettamente un piccolo pezzo di storia della musica nazionale. A quanto pare Crane, forse ancora una volta obnubilato dai propri problemi, ad un certo punto si appropria dei soldi della cassa e pianta in asso tutti gli altri, compreso quindi il batterista Ric Parnell. Questo, non sapendo bene cosa fare, finisce per stazionare ai margini del mondo musicale prog nostrano di allora, per poi entrare nei Nova (Corrado Rustici, Danilo Rustici, Elio D'Anna) e negli Ibis, gruppo formato come spin-off dei New Trolls con il quale incide Sun Supreme. Tempo dopo, rifiuterà il posto di batterista per i Journey: per la serie "toppare alla grande -parte seconda-". Tornando a Crane, il singolo del 74 su Decca Records intitolato Tell Your Story, Sing Your Song esce a nome Vincent Crane's Atomic Rooster ed i concerti seguenti vedono Crane servirsi della Sam Apple Pie Band per quello che, di fatto, è ormai un progetto solista. Nel 1975, però, dopo un ultimo concerto benefico, il tastierista deve gettare la spugna anche per i suoi problemi mentali sempre più evidenti. Gli Atomic Rooster non esistono più. Forse.

CI FACCIAMO UN GINGER AL RED BUDDA?
Negli anni seguenti, dopo un divorzio del 76 ed un nuovo matrimonio del 77, Crane lavora a dei musical ed alle musiche per vari spettacoli, collaborando anche con Peter Green (Fleetwood Mac) per Ritual of the Stifling Air, trasmessa dal terzo canale radio ed all'allestimento teatrale di Dracula allo Shaftesbury Theatre. Diventa, inoltre, Musical Advisor al Royal Court's Children's Theatre Festival; Vocal Coach per il South London Children's Festival e Musical Director per Rain Dog della Tsutomu Yamashita's Red Buddha Theatre Company. Nel 1979, a sorpresa, un album con Arthur Brown intitolato Faster Than the Speed of Light registrato in Germania presso i Klaus Schult's Studio (in seguito da annotare collaborazioni con lo stesso Klaus), un buon lavoro tra psych, prog e sperimentalismo. Da ricordare una loro versione dello standard Green Door di Frankie Vaughan eseguita in cilindro e frac (vedi foto). Nel 1980 Crane sente di nuovo voglia di Atomic Rooster e ricontatta Cann, il quale per l'occasione recupera il "Du". Aggiunto Preston Heyman alla batteria (ex Brand X, poi produttore di successo con Kate Bush, Massive Attack, Paul McCartney, Terence Trent D'Arby ed altri), fanno uscire Atomic Rooster per la EMI. Il disco presenta un suono che risente dell'esplosione iniziale della N.W.O.B.H.M. di quel periodo, mostrando un piglio crudo ed aggressivo, a tratti tradizionalmente molto oscuro, con due canzoni che vengono dallo sfortunato album solista di Du Cann (uscirà nel 92) ed un retrogusto prog/HR proveniente dalla tastiere di Crane. L'immancabile abbandono, stavolta di Heyman, spiana la strada al ritorno del ristabilito Hammond, ricostituendo così la line-up di tanti anni prima. In mezzo, un interregno di appena quindici giorni di "tale" Ginger Baker. Ma, come era scritto nel destino del gruppo, dopo un'apparizione al festival di Reading ed un paio di 12", Du Cann si eclissa letteralmente e viene pertanto "messo in mora" da una serie di telegrammi senza risposta di Crane, il quale precetta quindi Mick Hawksworth (ex Andromeda). A questo punto interviene la casa discografica, che impone al gruppo il bassista John McCoy (Ian Gillan, Mammoth, Bernie Tormé, etc.) e musicista tra gli esecutori del tema originale della serie cult Spazio 1999. Un paio di singoli bene accolti dal popolo del metal non bastano però alla label, che molla il gruppo al suo destino.

MIDNIGHT RUNNERS IN KATMANDU
E' la Towerbell Records a mettere la sua eticheta su Headline News, del 1983, disco che vede all'opera una formazione che definire di tutto rispetto è certamente riduttivo. Oltre a Crane ed Hammond, troviamo impegnati alla chitarra Bernie Tormé -il quale partecipò al tour italiano- John Mizarolli (Ginger Baker's Energy e solista) e, in tema di illustri sconosciuti, un certo David Gilmour all'opera in quattro canzoni; così, tanto per gradire. A completare una formazione di tal fatta, appare anche Jon Field alle percussioni, per il cui CV ci vorrebbe un paragrafo a parte. L'opera mostra un gruppo spostato verso soluzioni rock con uso di elettronica e synth, anche se in realtà si dovrebbe parlare di un'altra opera solista di Crane, dato che egli la scrisse tutta in proprio. Dal tour viene tratto Live in Germany '83 che uscirà nel 2000. Tuttavia, la sempre più evidente instabilità mentale di Crane e le vendite non esaltanti, lo inducono ancora una volta a chiudere la baracca. Gli Atomic Rooster non esistono più; di nuovo. Il Nostro si dedica al progetto Katmandu, con Peter Green, Ray Dorset (Cold Blue Excursion, etc.) e Jeff Whittaker, con i quali fa uscire A Case for the Blues. Nel 1985 e fino al 1987 collabora con i Dexys Midnight Runners -un loro singolo sarà utilizzato nella serie Brush Strokes- ma alla fine, proprio dopo che aveva deciso l'ennesima riproposizione degli Atomic Rooster con Du Cann, cominciando addirittura a pianificare i concerti per l'89, un'overdose di tranquillanti assunti per tenere a bada i demoni che lo tormentavano da decenni pone fine anzitempo alla sua vita, il 14 Febbraio del 1989. Paul Hammond lo seguirà tre anni dopo, mentre Du Cann passerà a miglior vita nel 2011 a causa di un infarto e senza lasciare eredi, con i suoi beni musicali che andranno all'asta. Egli aveva curato negli ultimi anni di vita le ristampe targate Angel Air Records -alcune delle quali non autorizzate dalla EMI- della produzione Atomic Rooster, col solito corollario di inediti e materiale vario.

TOO HEAVY, TOO PROG, TOO DOWN
Connotata da periodi di iper-attività e concentrazione assoluta, seguiti da altri di totale disinteresse per ciò che stava facendo e profonda depressione che testimoniano l'esistenza di un disturbo bipolare, la storia di Vincent Crane è in buona parte quella degli Atomic Rooster. La vicenda del gruppo, d'altro canto, è ben più che quella riguardante le peripezie di una semplice band musicale. La formazione ha infatti attraversato in circa quindici anni, alcuni dei momenti più peculiari della storia del rock ed ha utilizzato l'ingegno di musicisti arcinoti in vari ambiti. Le gesta del gruppo, iniziate in quel momento cruciale nel quale il destino del rock pesante si compiva, è risultato importantissimo per il progressive e per l'heavy metal a tinte dark, per poi toccare vari stili, anche se non sempre, forse, con la lucidità necessaria. La critica, in parte maggiore, riduce tutto ai primi due dischi, ma in realtà gli Atomic Rooster possono vantare altri album di ottimo valore storico ed un eccletismo notevole. Il Prog-Psych-HM del primo disco, registrato nei tempi esposti ad inizio articolo e con un Carl Palmer in formazione subito dopo lanciato nella leggenda Emerson, Lake and Palmer; gli abissi suggeriti da Death Walks Behind You; il progressive-hard rock di In Hearing of Atomic Rooster e, a dispetto della poca considerazione dei più, almeno l'HR/HM in odore di N.W.O.B.H.M. di Atomic Rooster, frenato solo perché troppo "di mezzo" sia come anno d'uscita, che come suoni (eccessivamente HR/HM per i progsters, oltremodo prog per i metallers del tempo), sono snodi particolarmente importanti dell'evoluzione musicale della nostra società. I piani di lettura offerti dalla storia degli Atomic Rooster sono dunque almeno tre: uno relativo alla vita privata di Crane, uno riguardante strettamente la band ed infine uno che, intersecando i primi due, sposta la questione sul piano storiografico e sociale.

IL MERCATO DELLA BIRRA E' BIPOLARE
Per quanto riguarda Crane ed ammesso che il suo privato sia completamente scindibile dal pubblico, è indubbiamente il suo disagio mentale a mettere il marchio sull'esistenza del tastierista. Venute fuori in un momento particolare della vita dell'intero Occidente e, forse, favorite da questioni "ambientali", il disturbo bipolare e le crisi maniaco-depressive hanno segnato la vita e la morte del musicista. Probabilmente, senza questo problema egli sarebbe ancora vivo e gli Atomic Rooster avrebbero avuto vita più lunga o, perlomeno, più continua. Le sue crisi, infatti, hanno determinato l'operato del gruppo e la frammentarietà della sua produzione e della sua stessa esistenza, limitandone profondamente l'impatto su un mercato per il quale, né più né meno come per un qualunque prodotto, esisti solo nel momento in cui il mercato stesso lo certifica acquistando ciò che vendi. Cosa che avviene solo se il prodotto in questione (in questo caso la band di Crane) continua a produrre ed a pubblicizzarsi, ossia ad incidere dischi ed a esibirsi. Sparito fisicamente il gruppo o, peggio ancora, non presentandosi con continuità sulla scena, la merce perde di appeal e viene sostituita da un'altra più o meno paragonabile, così come un marchio di birra che scompare per anni o resta sul mercato solo a tratti, difficilmente può riconquistare posizioni tornando a distanza di tempo e dopo che i consumatori si sono abituati ad un altro marchio con altre caratteristiche quasi sempre più medie/mediocri, in modo da soddisfare il gusto medio/mediocre della massa pagante. Anche se quest'ultimo produce birra inferiore, perché la gente, semplicemente, si abitua subito a quel che c'è e non sempre esercita il proprio senso critico o acquisisce e sfrutta l'esperienza accumulata da chi c'era prima. E questo vale ieri come oggi. Anzi, oggi ancor più di ieri, purtroppo. Gli Atomic Rooster, ed in particolare il loro leader, non sono stati in grado di vendersi con regolarità, abbandonando le posizioni acquisite a favore di una concorrenza talvolta di livello inferiore. Questo, per diretta conseguenza, non poteva essere perdonato loro da una società che, spesso e volentieri, si rivela dei consumi anche in campo artistico.

DISCOGRAFIA IN STUDIO ATOMIC ROOSTER
1) Atomic Ro-o-oster - 1970
2) Death Walks Behind You - 1970
3) In Hearing of Atomic Rooster - 1971
4) Made in England - 1972
5) Nice 'n' Greasy - 1973
6) Atomic Rooster - 1980
7) Headline News - 1983
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