Questo è un passaggio dell'intervista al ministro Padoan.
"Ministro, eppure tra sentenze della Corte costituzionale sulle pensioni, processo di privatizzazioni, spending review, derivati e trattative sulla crisi greca di materia d’esame ce ne sarebbe molta. A partire appunto dal buco aperto dalla sentenza della corte costituzionale sulle pensioni: 19 miliardi e il tesoretto che svanisce...
«Bene, cominciamo da quelle. Abbiamo provveduto a tamponare la falla, e gli arretrati da corrispondere ci costano 2,2 miliardi. Poi gradualmente a regime l’intervento sui trattamenti di medio livello ci costerà 500 milioni l’anno, a partire dal 2016. Ma questa vicenda ha un aspetto che mi lascia perplesso e di cui, per così dire, prendo atto».
Quale?
«Che la Corte Costituzionale sostiene di non dover fare valutazioni economiche sulle conseguenze dei suoi provvedimenti e che non c’era una stima dell’impatto, che non era chiaro il costo. Ora, non so chi avrebbe dovuto quantificarlo, ma rilevo che in un dialogo di cooperazione tra organi dello stato indipendenti, come governo, Corte, ministri e Avvocatura sarebbe stata opportuna la massima condivisione dell’informazione. Tutti lavoriamo per il bene dello Stato. Non dico ovviamente che bisogna interagire nella fase di formulazione della sentenza, perché l’autonomia della Corte è intoccabile, ma se ci sono sentenze che hanno un’implicazione di finanza pubblica, deve esserci una valutazione dell’impatto. Anche perché questa valutazione serve a formare il giudizio sui principi dell’equità. L’equità è anche quella del rapporto tra anziani e giovani. Questo è mancato e auspico che in futuro l’interazione sia più fruttuosa».
In pratica Padoan sta dicendo che:
è inutile che noi del governo ci facciamo un mazzo per metterlo in quel posto agli italiani, se poi voi cazzoni della consulta vanificate tutto.
In futuro sarà meglio che ci mettiamo d'accordo, in modo che la fregatura
sia permanente.