BOLZANO, 25 maggio 2003 - Della serie: la cronometro meglio delle salite. La 15ª tappa del Giro d'Italia ha offerto il solito menù, con Simoni in "fuga" e Garzelli a limitare i danni. Il distacco alla fine è stato più o meno lo stesso 39'' (sullo Zoncolan erano stati 34'', mentre 35' a Pampeago), ma questa volta la differenza è sostanziale: la sfida contro il tempo doveva essere terreno fertile per la rimonta di Garzelli e invece il gap si è dilatato (ora Simoni ha 1'58'' di vantaggio). Insomma, a Bolzano ci sono due vincitori (non possiamo dimenticare la grande prestazione di A. Gonzalez che ha stracciato tutti gli altri avversari, trionfando nella crono su Backstedt e Gonchar) e uno sconfitto. Per il varesino il Giro si fa ora davvero difficile: non basterà più limitare i danni nei tapponi di montagna, ma occorrerà attaccare la maglia rosa.
Nelle pieghe della sfida contro il tempo ci sono altri spunti: la bella gara di Popovych (che sale al terzo posto in classifica), ad esempio, che fa da contrappasso alla delusione Rumsas (che ha preso quasi 2'43'' da Gonzalez). Pantani (26°), infine, si è difeso specie nella seconda parte, ma il suo ritardo è stato alla fine di 3'32''. In ogni caso la cronometro dopo le montagne sembrava quasi un titolo buono per un film, ma era invece il programma studiato dagli organizzatori per infiammare il Giro d'Italia. Così il duello infinito tra Simoni e Garzelli si spostava dalle salite alla sfida contro il tempo. Certo, oltre ai due protagonisti c'era anche un bel numero di "comprimari" a caccia di rivincite. E a proposito di coppie, il duo della Fassa Bortolo (A. Gonzalez e Dario Frigo) aveva un duro compito: cercare un successo di tappa che sarebbe stata doppiamente importante per la squadra segnata dalla rovinosa caduta di Alessandro Petacchi. L'ex maglia rosa, infatti, andava a sbattere violentemente contro l'asfalto. Con grande coraggio lo spezzino chiudeva lo stesso la crono, ma dopo il traguardo era trasportato in ospedale. La notte porterà consiglio e solo lunedì mattina Petacchi deciderà se ripartire o ritirarsi.
Strada nemica, dunque, ma che può diventare amica per poi ritornare nemica, come nel caso di Garzelli: dopo 10 chilometri il varesino aveva rosicchiato 19'' al suo rivale, ma le cose si capovolgevano nei successivi rilevamenti tanto che a metà gara era Simoni ad avere 9'' di vantaggio sul corridore della Vini Caldirola. Un trend che continuava anche nell'ultima parte della crono con la maglia rosa capace di volare sul Gran premio della montagna (+33''), spingere in discesa e rilanciare nell'ultimo tratto in pianura nonostante il vento contrario. Alla fine il conto per Garzelli era salato: 39''. Adesso per riportare il Giro dalla sua parte servirà un mezzo miracolo.