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Su Marte c'era tanta acqua per la vita

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  • Asgeir Mickelson
    00 03/03/2004 00:41
    Su Marte una volta c'era abbastanza acqua da poter ospitare la vita. Lo ha annunciato in una conferenza stampa la Nasa, spiegando che la sonda "Opportunity" ha trovato tracce della presenza di acqua, anche se non ha trovato "prova diretta" di organismi viventi. Lo studio condotto da "Opportunity" sulla superficie del pianeta rosso ha rilevato l'esistenza di solfati e altri minerali, che si formano soltanto in presenza di acqua. Il luogo dove è scesa la sonda è particolarmente ricca di ematite.
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    orckrist
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    00 04/03/2004 12:31
    Questa potrebbe essere una prova a favore della teoria secondo cui Venere sarebbe arrivato dall'esterno del sistema solare e avrebbe spostato Marte e la Terra distruggendo l'atmosfera del pianeta rosso mentre la Terra si è trovata nella posizione ideale per svilupparne una???? [SM=x44473] [SM=x44473] [SM=x44473]

    _________________

    "Chi ha parlato, chi ca..o ha parlato? Chi è quel lurido str...o comunista checca pompinaro, che ha firmato la sua condanna a morte? Ah, non è nessuno, eh? Sarà stata la fatina buona del ca..o..."

    Il più acerrimo nemico del Bremaz è Rurro Rurrerini.
    (ma anche Ramarro Rurale, con il suo fedele servitore lo gnomo Corri Rorra, non scherza....)




    Legionis praefectus more cinaedi communis currum regit.

    "Siccome c'ho una certa immagine da difendere....."

    Dice il saggio: "Viajare descanta, ma se te parti mona te torni mona."




  • Asgeir Mickelson
    00 04/03/2004 20:15
    Re:

    Scritto da: orckrist 04/03/2004 12.31
    Questa potrebbe essere una prova a favore della teoria secondo cui Venere sarebbe arrivato dall'esterno del sistema solare e avrebbe spostato Marte e la Terra distruggendo l'atmosfera del pianeta rosso mentre la Terra si è trovata nella posizione ideale per svilupparne una???? [SM=x44473] [SM=x44473] [SM=x44473]



    mai sentita sta teoria! [SM=x44466]
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    00 05/03/2004 13:11
    Re: Re:

    Scritto da: Asgeir Mickelson 04/03/2004 20.15


    mai sentita sta teoria! [SM=x44466]


    neanche io!
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    00 06/03/2004 02:11
    idem...[SM=x44473] [SM=x44467] [SM=x44467] [SM=x44467]
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    00 06/03/2004 21:34
    Re:

    Scritto da: texdionis 06/03/2004 2.11
    idem...[SM=x44473] [SM=x44467] [SM=x44467] [SM=x44467]



    ri-idem...[SM=x44473]

    Avevo sentito che nella cosidetta stiscia degli asteroidi ci sarebbe potuto invece essere un pianeta poi disintegratosi, ma la cosa non mi sembrava per nulla pacifica.[SM=x44464]
  • Asgeir Mickelson
    00 07/03/2004 00:44
    Re: Re:

    Scritto da: Peppinox 06/03/2004 21.34
    Avevo sentito che nella cosidetta stiscia degli asteroidi ci sarebbe potuto invece essere un pianeta poi disintegratosi, ma la cosa non mi sembrava per nulla pacifica.[SM=x44464]



    Questa è risaputa, ma nn ufficiale [SM=x44450]
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    00 07/03/2004 23:02
    Ormai la quasi totalità degli scienziati è concorde nel considerare fondamentalmente corrette le teorie cosmogoniche del Sistema Solare cosiddette nebulari, cioè quelle che fanno riferimento ad un’origine comune del Sole e dei pianeti, origine riconducibile al frazionamento ed alla successiva evoluzione di un’unica nebulosa primordiale.
    Tali teorie sono concordi nell'ipotizzare un accrescimento graduale, con ritmi evolutivi differenziati, sia del Sole che degli altri corpi celesti del Sistema Solare, ma non sempre nell'analisi dei processi coinvolti in questa fase si ha uniformità di vedute, soprattutto quando si tratta di dover identificare i meccanismi fisici responsabili dell'innesco e del rapido sviluppo del fenomeno dell'accrescimento.
    Fino a qualche decennio fa, poi, la visione dell'origine e dell'evoluzione del Sistema era molto "tranquilla", nel senso che il meccanismo di accrescimento era inteso come un aggregarsi graduale di polveri che andavano a formare corpi di dimensioni via via crescenti, ed in questo quadro non era sufficientemente approfondita l'eventualità del manifestarsi di violente interazioni tra gli oggetti che si andavano formando o che già si erano formati. E' vero che, fin dall'inizio del secolo scorso, c'era la consapevolezza della natura extraterrestre del fenomeno meteoritico, ma esso era considerato quasi un meccanismo secondario, una caratteristica degenerativa occasionale dell'intero processo evolutivo, idea di fondo alla quale è possibile a grandi linee ricondurre l'ipotesi di Olbers (1805) del "pianeta distrutto" quale origine della Fascia Asteroidale (ed è proprio a tale ipotetico pianeta scomparso che si attribuiva la paternità della caduta delle "pietre dal cielo").
    In questa visione, i crateri che costellano la superficie lunare costituivano un vero e proprio mondo a parte, una sorta di eccezione che male si adattava all'idea del lento e graduale aggregarsi dei planetesimali, tanto più che l'altra superficie planetaria conosciuta, quella della nostra Terra, di tali strutture ne presentava ben poche…
    Il sorgere dei primi dubbi sul fatto che il meccanismo degli impatti fosse da considerare solamente un evento eccezionale si può già intravedere, a mio parere, negli studi di K. Hirayama sulle famiglie dinamiche degli asteroidi (il suo primo lavoro sull'argomento fu pubblicato nel 1918), geniale intuizione che spalancherà la strada alle più complesse ed approfondite elaborazioni successive.
    L'idea corrente nell'ambiente scientifico era, però, quella che tale situazione anomala caratterizzasse unicamente la Fascia degli Asteroidi, vista come una zona particolarmente affollata e caotica, alla quale ben si adattava il ruolo di biliardo cosmico; per il resto del Sistema Solare, invece, il modello era quello del perfetto meccanismo a orologeria che si muoveva seguendo il rigore matematico racchiuso nelle leggi di Keplero.
    Ad ogni modo, seppure lentamente, avanzava la consapevolezza che il meccanismo di accrezione planetaria non doveva consistere unicamente nell'aggregarsi di polveri, ma doveva prevedere la formazione di oggetti sempre più grandi che risultavano, quasi in un meccanismo a gradini, dall'unione dei corpi della precedente generazione.
    E questa crescita gerarchica doveva inevitabilmente prevedere che oggetti di dimensioni ormai consistenti potessero scontrarsi, con la concreta eventualità che un tale contatto risultasse distruttivo.
    Oggi questa idea costituisce un punto fermo e irrinunciabile della planetologia.

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    00 08/03/2004 10:03
    Re: Re:

    Scritto da: Asgeir Mickelson 04/03/2004 20.15


    mai sentita sta teoria! [SM=x44466]




    Io l'ho saputa al liceo dal professore di scienze...... oddio sarò mica vittima del cattivo insegnamento [SM=x44472] [SM=x44472]
    chiedo venia [SM=x44476] [SM=x44476] anche perchè l'ho sempre presa per buona e non mi sono preoccupato di fare dei riscontri.....

    _________________

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    Il più acerrimo nemico del Bremaz è Rurro Rurrerini.
    (ma anche Ramarro Rurale, con il suo fedele servitore lo gnomo Corri Rorra, non scherza....)




    Legionis praefectus more cinaedi communis currum regit.

    "Siccome c'ho una certa immagine da difendere....."

    Dice il saggio: "Viajare descanta, ma se te parti mona te torni mona."




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    00 08/03/2004 11:24
    Re: Re: Re:

    Scritto da: orckrist 08/03/2004 10.03

    Io l'ho saputa al liceo dal professore di scienze...... oddio sarò mica vittima del cattivo insegnamento [SM=x44472] [SM=x44472]
    chiedo venia [SM=x44476] [SM=x44476] anche perchè l'ho sempre presa per buona e non mi sono preoccupato di fare dei riscontri.....



    Tranquillo, hai fatto benissimo a riportare la teoria...[SM=x44462]

    [SM=x44475]