Stellar Blade Un'esclusiva PS5 che sta facendo discutere per l'eccessiva bellezza della protagonista. Vieni a parlarne su Award & Oscar!

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"Ero gay: i preti mi hanno guarito"

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    paperino73
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    Sportivo ipercafone
    00 27/02/2007 15:09
    Lo si può incontrare in una via di Milano, confuso tra la folla del sabato, a fare acquisti con la fidanzata, attento a non spendere troppo perché sta mettendo da parte i soldi per il matrimonio. Tranquillo, «normale» come dice di se stesso, virgolette comprese. Chi lo avesse conosciuto dieci anni fa potrebbe pensare di essersi sbagliato. Invece è proprio Luca Di Tolve, nella sua nuova vita. «Quella - racconta - che mi sono conquistato dopo sei anni di terapia riparativa dell’omosessualità: tre rosari al giorno, gruppi di ascolto, studio della Bibbia e dei testi di Josè Maria Escrivà, il fondatore dell'Opus Dei. Adesso, finalmente, sono guarito».



    «Guarito», dice, come se essere gay fosse una malattia, secondo le più bieche posizioni omofobiche. Eppure Luca era omosessuale, e non uno tranquillo. Piuttosto uno da montagne russe, capace di passare dalle eleganti suite newyorchesi al sesso rubato in una «darkroom», dall’ufficio dove dirigeva un team di persone a un parco di notte a consumare rapporti.

    Il primo amore
    Gay lo è sempre stato, fin da bimbo. «Ricordo la mia infanzia a giocare con le bambole e con le amiche del palazzo volevo sempre fare la mamma», racconta. Già allora i genitori si erano separati, lui viveva in un monolocale a Milano con la mamma «troppo affettuosa, a volte soffocante ma anche tanto indaffarata nella lotta per la sopravvivenza». Andò a finire che in seconda media si innamorò perdutamente del suo compagno di banco «bello, perfetto, forte e dolce allo stesso tempo». Amore non corrisposto. E non solo: «Se ne accorse la prof, anzi, praticamente tutti». Lo sospesero. «Rimasi a letto per giorni, gridavo il nome del mio compagno nel sonno. Lo psicologo disse che ero il classico bambino turbato per la separazione dei genitori e che un altro cambiamento sarebbe stato dannoso».

    Il sesso
    Luca tornò in classe, riuscì anche a diventare amico del suo «bello». Ma l'amore quello no. «Rimaneva in me un vuoto che mai riuscii a colmare, i miei studi andarono a rotoli, abbandonai la scuola». Dopo un po’ arrivò il sesso, forse anche l'amore, con un ragazzo più grande. Il mondo omosessuale si aprì davanti a lui, «un mondo finalmente pieno di colori dopo tanta amarezza, sentivo di poter finalmente camminare da vincitore e non da sconfitto».

    La prima vittoria? Arrivare a Canale 5. Batteva le mani, faceva apparizioni sporadiche, guadagnava quasi nulla ma intanto conosceva meglio l'ambiente. Il passo successivo fu entrare nel giro delle discoteche. Quando anche le discoteche iniziarono a stargli strette passò a occuparsi della sezione turismo dell'Arci Gay. Organizzava viaggi per omosessuali. Gli piacque talmente che pensò di aver finalmente trovato la via giusta. Mise su un'agenzia sua, specializzazione i viaggi a tema, soprattutto negli Usa, ma anche feste ed eventi come il Gay Pride di Napoli. «Ero amato, invidiato, avevo soldi, casa in centro, bei vestiti, in tasca biglietti d'aereo per andare a fare shopping negli Usa quando volevo». Il massimo, insomma. O forse no. «L'Aids marciava trionfante, la vita di amici ventenni con i quali avevo diviso anni lieti, si spegneva miseramente». Anche lui finì nella morsa dell'Hiv. Scomparve il suo lavoro, un sieropositivo non può sottoporsi a una girandola di viaggi e vaccinazioni. Si dissolsero le paillette, iniziò il periodo peggiore. «Tornai a casa di mia madre, ormai risposata, e fu il mio deserto». Ovvero, il momento delle darkroom, dei parchi, del sesso disperato, degli stupefacenti. «Poi ho scoperto il buddismo, e sono arrivate le canzoni. Ho vinto un concorso con testo dedicato a un Dio non ancora decifrato bene».

    La svolta
    La svolta avvenne per caso. Un giorno un amico omosex dimenticò a casa sua alcuni appunti di filosofia. Luca li sfogliò per curiosità e s’imbattè nelle teorie di Joseph Nicolosi. Spiega: «All'inizio ebbi voglia di prendere a pugni questo signore e le sue idee. Però non riuscivo nemmeno a liberarmene. In fondo che cos'era quell'andare in giro per parchi se non la conferma che anch'io ero vittima di pulsioni, di nevrosi di cui dovevo liberarmi? E perché non riuscivo a raggiungere la felicità con un ragazzo, uno dei tanti conosciuti in quegli anni? Perché nei maschi mi guardavo come in uno specchio, ma era della diversità di una donna che avevo bisogno».

    Abbandonò il buddismo, ritrovò il cristianesimo e scoprì per la prima volta l’identità di uomo. «Non dico che sia stato facile, devi saper rinunciare, fermare la caccia al sesso compulsivo che prima praticavo istintivamente». Ci sono voluti sei anni, qualche caduta qui e lì, molta volontà, anche - e un tempo gli sarebbe apparso impensabile - tante preghiere. «Tre rosari al giorno, i corsi del gruppo Chaire e quelli di Living Waters. Un anno fa ho conosciuto la mia fidanzata. Di me sa tutto e ha accettato di starmi accanto». Stanno mettendo da parte i soldi per sposarsi, conta di farcela nel giro di due anni.

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    00 27/02/2007 15:44
    Re:

    Scritto da: paperino73 27/02/2007 15.09
    Lo si può incontrare in una via di Milano, confuso tra la folla del sabato, a fare acquisti con la fidanzata, attento a non spendere troppo perché sta mettendo da parte i soldi per il matrimonio. Tranquillo, «normale» come dice di se stesso, virgolette comprese. Chi lo avesse conosciuto dieci anni fa potrebbe pensare di essersi sbagliato. Invece è proprio Luca Di Tolve, nella sua nuova vita. «Quella - racconta - che mi sono conquistato dopo sei anni di terapia riparativa dell’omosessualità: tre rosari al giorno, gruppi di ascolto, studio della Bibbia e dei testi di Josè Maria Escrivà, il fondatore dell'Opus Dei. Adesso, finalmente, sono guarito».



    «Guarito», dice, come se essere gay fosse una malattia, secondo le più bieche posizioni omofobiche. Eppure Luca era omosessuale, e non uno tranquillo. Piuttosto uno da montagne russe, capace di passare dalle eleganti suite newyorchesi al sesso rubato in una «darkroom», dall’ufficio dove dirigeva un team di persone a un parco di notte a consumare rapporti.

    Il primo amore
    Gay lo è sempre stato, fin da bimbo. «Ricordo la mia infanzia a giocare con le bambole e con le amiche del palazzo volevo sempre fare la mamma», racconta. Già allora i genitori si erano separati, lui viveva in un monolocale a Milano con la mamma «troppo affettuosa, a volte soffocante ma anche tanto indaffarata nella lotta per la sopravvivenza». Andò a finire che in seconda media si innamorò perdutamente del suo compagno di banco «bello, perfetto, forte e dolce allo stesso tempo». Amore non corrisposto. E non solo: «Se ne accorse la prof, anzi, praticamente tutti». Lo sospesero. «Rimasi a letto per giorni, gridavo il nome del mio compagno nel sonno. Lo psicologo disse che ero il classico bambino turbato per la separazione dei genitori e che un altro cambiamento sarebbe stato dannoso».

    Il sesso
    Luca tornò in classe, riuscì anche a diventare amico del suo «bello». Ma l'amore quello no. «Rimaneva in me un vuoto che mai riuscii a colmare, i miei studi andarono a rotoli, abbandonai la scuola». Dopo un po’ arrivò il sesso, forse anche l'amore, con un ragazzo più grande. Il mondo omosessuale si aprì davanti a lui, «un mondo finalmente pieno di colori dopo tanta amarezza, sentivo di poter finalmente camminare da vincitore e non da sconfitto».

    La prima vittoria? Arrivare a Canale 5. Batteva le mani, faceva apparizioni sporadiche, guadagnava quasi nulla ma intanto conosceva meglio l'ambiente. Il passo successivo fu entrare nel giro delle discoteche. Quando anche le discoteche iniziarono a stargli strette passò a occuparsi della sezione turismo dell'Arci Gay. Organizzava viaggi per omosessuali. Gli piacque talmente che pensò di aver finalmente trovato la via giusta. Mise su un'agenzia sua, specializzazione i viaggi a tema, soprattutto negli Usa, ma anche feste ed eventi come il Gay Pride di Napoli. «Ero amato, invidiato, avevo soldi, casa in centro, bei vestiti, in tasca biglietti d'aereo per andare a fare shopping negli Usa quando volevo». Il massimo, insomma. O forse no. «L'Aids marciava trionfante, la vita di amici ventenni con i quali avevo diviso anni lieti, si spegneva miseramente». Anche lui finì nella morsa dell'Hiv. Scomparve il suo lavoro, un sieropositivo non può sottoporsi a una girandola di viaggi e vaccinazioni. Si dissolsero le paillette, iniziò il periodo peggiore. «Tornai a casa di mia madre, ormai risposata, e fu il mio deserto». Ovvero, il momento delle darkroom, dei parchi, del sesso disperato, degli stupefacenti. «Poi ho scoperto il buddismo, e sono arrivate le canzoni. Ho vinto un concorso con testo dedicato a un Dio non ancora decifrato bene».

    La svolta
    La svolta avvenne per caso. Un giorno un amico omosex dimenticò a casa sua alcuni appunti di filosofia. Luca li sfogliò per curiosità e s’imbattè nelle teorie di Joseph Nicolosi. Spiega: «All'inizio ebbi voglia di prendere a pugni questo signore e le sue idee. Però non riuscivo nemmeno a liberarmene. In fondo che cos'era quell'andare in giro per parchi se non la conferma che anch'io ero vittima di pulsioni, di nevrosi di cui dovevo liberarmi? E perché non riuscivo a raggiungere la felicità con un ragazzo, uno dei tanti conosciuti in quegli anni? Perché nei maschi mi guardavo come in uno specchio, ma era della diversità di una donna che avevo bisogno».

    Abbandonò il buddismo, ritrovò il cristianesimo e scoprì per la prima volta l’identità di uomo. «Non dico che sia stato facile, devi saper rinunciare, fermare la caccia al sesso compulsivo che prima praticavo istintivamente». Ci sono voluti sei anni, qualche caduta qui e lì, molta volontà, anche - e un tempo gli sarebbe apparso impensabile - tante preghiere. «Tre rosari al giorno, i corsi del gruppo Chaire e quelli di Living Waters. Un anno fa ho conosciuto la mia fidanzata. Di me sa tutto e ha accettato di starmi accanto». Stanno mettendo da parte i soldi per sposarsi, conta di farcela nel giro di due anni.

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    Qualcuno salvi quella povera ragazza dalle grinfie di questo malato di mente.

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    Grazie all'umorismo si può sdrammatizzare ogni cosa.
    Voi direte che non è vero, su certe cose non si può ridere... per esempio lo stupro.
    Ah no? Allora sentite qua: immaginate Stanlio che stupra Ollio! (Daniele Luttazzi)

    Qui non si fanno distinzioni razziali.
    Qui si rispetta gentaglia come negri, ebrei, italiani o messicani!
    (Full Metal Jacket-Sergente Hartman)

    KEINE GEGESTAENDE AUS DEM FENSTER WERFEN
    IS DIE BENUTZUNG DES ABORTES NICHT GESTATTET



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    Forattini
    00 27/02/2007 15:45
    [SM=x44465]

















































    [SM=x44487] [SM=x44457]

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    GENOVA Big City Life




    Nessuno come noi... GENOA YOU ARE RED & BLUE

  • rorina!
    00 27/02/2007 15:52
    E' GUUUAAAARIIIITOOOOO!! [SM=x44476]
    un recchione in meno su questa terra! [SM=x44459]





    ma davvero l'omosessualità è equiparata ad malattia?? [SM=x44497]
    cioè...
    mi fa SCHIFO questa ignoranza! [SM=x44504]
  • (bresa)
    00 27/02/2007 15:57
    Re:

    Scritto da: paperino73 27/02/2007 15.09
    Lo si può incontrare in una via di Milano, confuso tra la folla del sabato, a fare acquisti con la fidanzata, attento a non spendere troppo perché sta mettendo da parte i soldi per il matrimonio. Tranquillo, «normale» come dice di se stesso, virgolette comprese. Chi lo avesse conosciuto dieci anni fa potrebbe pensare di essersi sbagliato. Invece è proprio Luca Di Tolve, nella sua nuova vita. «Quella - racconta - che mi sono conquistato dopo sei anni di terapia riparativa dell’omosessualità: tre rosari al giorno, gruppi di ascolto, studio della Bibbia e dei testi di Josè Maria Escrivà, il fondatore dell'Opus Dei. Adesso, finalmente, sono guarito».



    «Guarito», dice, come se essere gay fosse una malattia, secondo le più bieche posizioni omofobiche. Eppure Luca era omosessuale, e non uno tranquillo. Piuttosto uno da montagne russe, capace di passare dalle eleganti suite newyorchesi al sesso rubato in una «darkroom», dall’ufficio dove dirigeva un team di persone a un parco di notte a consumare rapporti.

    Il primo amore
    Gay lo è sempre stato, fin da bimbo. «Ricordo la mia infanzia a giocare con le bambole e con le amiche del palazzo volevo sempre fare la mamma», racconta. Già allora i genitori si erano separati, lui viveva in un monolocale a Milano con la mamma «troppo affettuosa, a volte soffocante ma anche tanto indaffarata nella lotta per la sopravvivenza». Andò a finire che in seconda media si innamorò perdutamente del suo compagno di banco «bello, perfetto, forte e dolce allo stesso tempo». Amore non corrisposto. E non solo: «Se ne accorse la prof, anzi, praticamente tutti». Lo sospesero. «Rimasi a letto per giorni, gridavo il nome del mio compagno nel sonno. Lo psicologo disse che ero il classico bambino turbato per la separazione dei genitori e che un altro cambiamento sarebbe stato dannoso».

    Il sesso
    Luca tornò in classe, riuscì anche a diventare amico del suo «bello». Ma l'amore quello no. «Rimaneva in me un vuoto che mai riuscii a colmare, i miei studi andarono a rotoli, abbandonai la scuola». Dopo un po’ arrivò il sesso, forse anche l'amore, con un ragazzo più grande. Il mondo omosessuale si aprì davanti a lui, «un mondo finalmente pieno di colori dopo tanta amarezza, sentivo di poter finalmente camminare da vincitore e non da sconfitto».

    La prima vittoria? Arrivare a Canale 5. Batteva le mani, faceva apparizioni sporadiche, guadagnava quasi nulla ma intanto conosceva meglio l'ambiente. Il passo successivo fu entrare nel giro delle discoteche. Quando anche le discoteche iniziarono a stargli strette passò a occuparsi della sezione turismo dell'Arci Gay. Organizzava viaggi per omosessuali. Gli piacque talmente che pensò di aver finalmente trovato la via giusta. Mise su un'agenzia sua, specializzazione i viaggi a tema, soprattutto negli Usa, ma anche feste ed eventi come il Gay Pride di Napoli. «Ero amato, invidiato, avevo soldi, casa in centro, bei vestiti, in tasca biglietti d'aereo per andare a fare shopping negli Usa quando volevo». Il massimo, insomma. O forse no. «L'Aids marciava trionfante, la vita di amici ventenni con i quali avevo diviso anni lieti, si spegneva miseramente». Anche lui finì nella morsa dell'Hiv. Scomparve il suo lavoro, un sieropositivo non può sottoporsi a una girandola di viaggi e vaccinazioni. Si dissolsero le paillette, iniziò il periodo peggiore. «Tornai a casa di mia madre, ormai risposata, e fu il mio deserto». Ovvero, il momento delle darkroom, dei parchi, del sesso disperato, degli stupefacenti. «Poi ho scoperto il buddismo, e sono arrivate le canzoni. Ho vinto un concorso con testo dedicato a un Dio non ancora decifrato bene».

    La svolta
    La svolta avvenne per caso. Un giorno un amico omosex dimenticò a casa sua alcuni appunti di filosofia. Luca li sfogliò per curiosità e s’imbattè nelle teorie di Joseph Nicolosi. Spiega: «All'inizio ebbi voglia di prendere a pugni questo signore e le sue idee. Però non riuscivo nemmeno a liberarmene. In fondo che cos'era quell'andare in giro per parchi se non la conferma che anch'io ero vittima di pulsioni, di nevrosi di cui dovevo liberarmi? E perché non riuscivo a raggiungere la felicità con un ragazzo, uno dei tanti conosciuti in quegli anni? Perché nei maschi mi guardavo come in uno specchio, ma era della diversità di una donna che avevo bisogno».

    Abbandonò il buddismo, ritrovò il cristianesimo e scoprì per la prima volta l’identità di uomo. «Non dico che sia stato facile, devi saper rinunciare, fermare la caccia al sesso compulsivo che prima praticavo istintivamente». Ci sono voluti sei anni, qualche caduta qui e lì, molta volontà, anche - e un tempo gli sarebbe apparso impensabile - tante preghiere. «Tre rosari al giorno, i corsi del gruppo Chaire e quelli di Living Waters. Un anno fa ho conosciuto la mia fidanzata. Di me sa tutto e ha accettato di starmi accanto». Stanno mettendo da parte i soldi per sposarsi, conta di farcela nel giro di due anni.

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    come dice calderoli-de luigi " Il morbo della ricchioneriaaaaa è mooooooooooortoooo!! e sai che peeeeeeeeerdita!" [SM=x44456] [SM=x44456]
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    Zalmoxis
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    Sesso: Maschile


    00 27/02/2007 16:22




    "E benvenuti a 'sti frocioni
    belli grassi e capoccioni

    E tu che sei un po' fri-fri
    dimme un po' checciai da di'"

    "Continua, continua!

    Non sono frocione, non mi chiamo Fri-fri,
    sono commissario e ti faccio un culo cosi'..."










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    "Io sono un cantastorie, per molte terre e paesi ho sempre viaggiato.
    Ora sono giunto a questa: lasciate che prima di partirne io canti..."


    (Anonimo del XIII sec.)

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    Runningman77
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    Utente Power +



    00 27/02/2007 19:56
    guarito?

    a me sembra sia rimasto rincoglionito

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  • la micia
    00 27/02/2007 20:00
    [SM=x44472]
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    eevee
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    00 27/02/2007 20:11
    ma non vedete che è un fantastica pubblicità per un mediocre fantasma della tv?

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    Saper mettere un punto e andare a capo è uno dei segreti di ogni storia della vita. Se lo ritardi, la rovini; se l'anticipi, la bruci; e se lasci che sia l'altro a mettere il punto al posto tuo, vuol dire che tu eri già uscito dalla storia.
    Gli addii non si annunziano, si compiono, e la loro violenza è inevitabile come quando si muore: la violenza del silenzio che seguirà.


  • bekerovka
    00 27/02/2007 20:29
    [SM=x44474] [SM=x44474] [SM=x44491] [SM=x44491] [SM=x44472] [SM=x44472]
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    Etrusco
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    00 27/02/2007 20:42
    Re:

    Scritto da: paperino73 27/02/2007 15.09
    è proprio Luca Di Tolve, nella sua nuova vita. «Quella - racconta - che mi sono conquistato dopo sei anni di terapia riparativa dell’omosessualità: tre rosari al giorno, gruppi di ascolto, studio della Bibbia e dei testi di Josè Maria Escrivà, il fondatore dell'Opus Dei. Adesso, finalmente, sono guarito».



    «Guarito», dice, come se essere gay fosse una malattia,
    secondo le più bieche posizioni omofobiche.

    Eppure Luca era omosessuale,


    lastampa.it



    Confermo che l'attuale posizione della Chiesa Cattolica è di far percepire ai suoi fedeli l'omosessualità come una malattia (più o meno indirettamente e faziosamente).
    Riporto qua per esempio come viene subdolamente indotto il fedele a convincersi dell'assoluta negatività delle tendenze omosessuali.
    Si tratta di un recente monologo tenuto da un sacerdote tenuto in un gruppo neocatecumenale a cui io stesso ho assistito allibito:

    1) si presenta un caso di redenzione dall'omosessualità dicendo subito che questo ragazzo andava spesso a "prostituti" pagandoli.
    Ma per la morale (cattolica o laica che sia) già l'andare a prostitute è peccato, quindi insinua subdolamente già un pregiudizio negativo sul tutto;

    2) il ragazzo omosessuale ne soffriva per questo suo bisogno di andare a prostituti, non ne poteva fare a meno, voleva smettere, ma "da solo" non ci riusciva;

    3) ha iniziato a seguire anche lui questi incontri neocatecumenali di preghiera e piano piano ha iniziato a sentirsi sporco, tormentato, con gravi sensi di colpa, come se avesse commesso la più grande nefandezza di questo e dell'altro mondo.

    4) Smette le sue frequentazioni omosessuali.



    Ecco, potremmo anche discutere se e in che misura
    sia una malattia l'omosessualità,
    come abbiamo già fatto su questo thread...


    ma non tollero che si facciano simili subdole manovre retoriche per circuire chi ascolta e portarlo così faziosamente a sposare simili pregiudizi in maniera così acritica [SM=x44493]
    Sono indignato! [SM=x44492]

    _________________


    Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.
  • bremaz
    00 27/02/2007 22:21
    Re: Re:

    Scritto da: Etrusco 27/02/2007 20.42


    Confermo che l'attuale posizione della Chiesa Cattolica è di far percepire ai suoi fedeli l'omosessualità come una malattia (più o meno indirettamente e faziosamente).
    Riporto qua per esempio come viene subdolamente indotto il fedele a convincersi dell'assoluta negatività delle tendenze omosessuali.
    Si tratta di un recente monologo tenuto da un sacerdote tenuto in un gruppo neocatecumenale a cui io stesso ho assistito allibito:

    1) si presenta un caso di redenzione dall'omosessualità dicendo subito che questo ragazzo andava spesso a "prostituti" pagandoli.
    Ma per la morale (cattolica o laica che sia) già l'andare a prostitute è peccato, quindi insinua subdolamente già un pregiudizio negativo sul tutto;

    2) il ragazzo omosessuale ne soffriva per questo suo bisogno di andare a prostituti, non ne poteva fare a meno, voleva smettere, ma "da solo" non ci riusciva;

    3) ha iniziato a seguire anche lui questi incontri neocatecumenali di preghiera e piano piano ha iniziato a sentirsi sporco, tormentato, con gravi sensi di colpa, come se avesse commesso la più grande nefandezza di questo e dell'altro mondo.

    4) Smette le sue frequentazioni omosessuali.



    Ecco, potremmo anche discutere se e in che misura
    sia una malattia l'omosessualità,
    come abbiamo già fatto su questo thread...


    ma non tollero che si facciano simili subdole manovre retoriche per circuire chi ascolta e portarlo così faziosamente a sposare simili pregiudizi in maniera così acritica [SM=x44493]
    Sono indignato! [SM=x44492]




    quoto.

    che si vergognino.... fanno ridere
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    00 27/02/2007 22:30
    Re: Re: Re:

    Scritto da: bremaz 27/02/2007 22.21


    quoto.

    che si vergognino.... fanno ridere



    Non proprio: se frequenti assiduamente questi circoli e non hai sufficiente spirito critico ad immunizzarti.... altro che ridere:
    subisci una lenta e subdola pressione psicologica che pian piano ti fa rimettere in discussione tutta la tua sfera sessuale, inculcandoti sensi di colpa persino per come fai l'amore con la tua ragazza (e non si sta discutendo di rapporti prematrimoniali si o no)....
    ma ti rendi conto? [SM=x44493]

    _________________


    Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.
  • bremaz
    00 27/02/2007 22:45
    Re: Re: Re: Re:

    Scritto da: Etrusco 27/02/2007 22.30


    Non proprio: se frequenti assiduamente questi circoli e non hai sufficiente spirito critico ad immunizzarti.... altro che ridere:
    subisci una lenta e subdola pressione psicologica che pian piano ti fa rimettere in discussione tutta la tua sfera sessuale, inculcandoti sensi di colpa persino per come fai l'amore con la tua ragazza (e non si sta discutendo di rapporti prematrimoniali si o no)....
    ma ti rendi conto? [SM=x44493]



    IO
  • KuntaKinte77
    00 27/02/2007 22:51
    ho riso tanto... la realtà supera la fantasia, veramente. [SM=x44457]
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    =Blaine=
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    Vincitore F-League 2007
    00 27/02/2007 22:53
    si chiama lavaggio del cervello! cmq questa è la dimostrazione che la chiesa è la piu grande comunità razzista che ci sia!

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    Non sono i popoli a dover aver paura dei propri governi, ma i governi che devono aver paura dei propri popoli.
    IDOLO

    V: Buona sera, Londra. Vorrei potermi presentare, ma a dire il vero non ho un nome. Potete chiamarmi "V". Fin dagli albori dell'umanità, un pugno di oppressori si è arrogato il diritto di dirigere le nostre vite, un diritto che avremo dovuto riservarci. Così facendo, ci tolsero il nostro potere. Permettendoglielo, ci arrendemmo. Dopo i campi e le guerre, sapremo dove ci condurranno... al macello. L'anarchia però è diversa. Con l'anarchia la vita e la speranza rinasceranno dalle rovine. Dicono che l'anarchia è morta. Eppure la notizia della mia morte era esagerata. Domani Downing Street sarà distrutta, la testa devastata, e non sarà più come prima. Stanotte dovete decidere del futuro. Vivere liberi o ritornare alle catene. Scegliete saggiamente. E ora, adieu..
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    00 27/02/2007 22:58
    Re:

    Scritto da: KuntaKinte77 27/02/2007 22.51
    ho riso tanto... la realtà supera la fantasia, veramente. [SM=x44457]



    C'è poco da ridere! [SM=x44494]
    Proprio perchè questa è realtà [SM=x44497]
    e io sono molto preoccupato per queste rigide prese di posizione [SM=x44466]

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    Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.
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    00 28/02/2007 07:35

    Secondo me, già l'uso del termine "gay" qualifica chi lo usa al posto di "omosessuale"

    [SM=x44451]

    _________________







    "Io sono un cantastorie, per molte terre e paesi ho sempre viaggiato.
    Ora sono giunto a questa: lasciate che prima di partirne io canti..."


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    00 28/02/2007 12:25
    a me tutta sta storia sa di presa per i fondelli, che schifo

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    00 28/02/2007 13:21
    Re:

    Scritto da: paperino73 27/02/2007 15.09
    Lo si può incontrare in una via di Milano, confuso tra la folla del sabato, a fare acquisti con la fidanzata, attento a non spendere troppo perché sta mettendo da parte i soldi per il matrimonio. Tranquillo, «normale» come dice di se stesso, virgolette comprese. Chi lo avesse conosciuto dieci anni fa potrebbe pensare di essersi sbagliato. Invece è proprio Luca Di Tolve, nella sua nuova vita. «Quella - racconta - che mi sono conquistato dopo sei anni di terapia riparativa dell’omosessualità: tre rosari al giorno, gruppi di ascolto, studio della Bibbia e dei testi di Josè Maria Escrivà, il fondatore dell'Opus Dei. Adesso, finalmente, sono guarito».

    lastampa.it



    [SM=x44465] ma la circonvenzione di incapace, è ancora reato, vero...??? [SM=x44463]

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    "La donna è mobile... ED IO MI SENTO MOBILIERE!!! [Principe Antonio de' Curtis]

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