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Pillola Abortiva RU 486

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    00 11/07/2008 15:12
    Acquistabile On Line la pillola abortiva

    il presidente dei ginecologi: «preoccupazione»
    La pillola abortiva su Internet
    Alcuni siti procurano la Ru 486 a donne di Paesi con leggi restrittive sull'interruzione di gravidanza



    (Ansa)

    ROMA - Nei Paesi dove abortire è difficile, le donne ricorrono al web, dove comprano le pillole per l’aborto «fai-da-te», come ad esempio la Ru486. In Irlanda del Nord e in altri 70 paesi con leggi restrittive - scrive la Bbc - le donne usano uno dei principali siti internet: «Women on Web», il cui slogan è: «Possiamo aiutare a ridurre i problemi legati agli aborti clandestini». Ma alcuni dati sono definiti dal servizio «molto preoccupanti». Il rapporto di una rivista britannica per ostetricia e ginecologia relativo a 400 casi, ha rilevato che quasi l’11 per cento delle «clienti» ha dovuto sottoporsi a un intervento chirurgico dopo aver preso le medicine; o perchè la pillola non ha portato a termine l’aborto o a causa di un’emorragia. Secondo la ricerca, inoltre, circa l’8% di chi ha ordinato le pillole su «Women on Web» finisce per non usarle. Duecento donne hanno risposto a domande sulla loro esperienza: il 58% si dice «riconoscente» per aver potuto ricorrere a un aborto in questo modo; per il 31% è stato invece «stressante».
    Il sito invia per posta la medicina solo nei Paesi dove le leggi sull’aborto sono fortemente restrittive e alle donne che dichiarano di essere in gravidanza da meno di nove settimane.
    Un’americana ha raccontato di aver usato il sito internet mentre si trovava in Thailandia. La pillola è arrivata impacchettata in un blister, con istruzioni complete.. Le pillole di altri siti, ha proseguito, arrivavano in flaconi senza scritte, il che rendeva la cosa inquietante: «Non ero molto avanti nella gravidanza. Solo tre-quattro settimane».

    GINECOLOGI PREOCCUPATI
    - «E' una notizia preoccupante» commenta il professor Giorgio Vittori, presidente della Sigo (Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia).«Io sono per la libertà di scelta, ma non si può sottacere che un aborto praticato in ambiente non idoneo espone a rischi notevoli e a complicazioni molto difficili da gestire da sole: basti pensare alle emorragie e alle infezioni, ma anche a problemi che sono comuni a tutti gli altri farmaci, come l'allergia». «Poi c'è il problema della datazione delle gravidanza. Per parecchie donne non è così facile stabilire esattamente quando la gestazione è iniziata, quindi, magari, una ragazza crede di essere entro i tre mesi e invece è già al quarto. E' ovvio che questo rende tutto più rischioso». «Inoltre mi sembra che ci sia anche uan considerazione politica e sociale:
    in un Paese come il nostro che ha una legislazione secondo me ottima sull'aborto, che garantisce alle donne un'ottima assistenza
    perchè bisognerebbe andare a cercarsi una soluzione "fai da te" su Internet?
    Tanto più che l'adozione della Ru486 è in discussione anche nel nostro Paese, e basterebbe qualche caso drammatico generato da questo tipo di possibilità via web per ritardare e compromettere la discussione».


    l.r.
    11 luglio 2008
    Corriere della Sera

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    Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.
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    Utente Power



    00 11/07/2008 15:41
    anche se sono donna non so che dire..da un lato preferirei che invece di abbandonare i figli in cassonetti abortissero..dall'altro mi chiedo "siamo negli anni 2000 abbiamo ogni tipo di contraccezione perchè ancora oggi capitano di queste cose?"
    io all'aborto sono favorevole solo per violenze subite o perchè la madre non è in grado di provvedere al sostentamento del figlio

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    Teo e Gaby Julio

    L'AMORE E': Riconoscere tra tante la cacca della tua compagna!!!!



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    Sportivo ipercafone
    00 11/07/2008 17:14
    Niente di sconvolgente.
    Da che il mondo è mondo, la gente che poteva farlo è sempre andata all'estero per fare o comprare ciò che nel suo paese è illegale.
    Internet è solo uno strumento ulteriore.

    _________________

    We'd all like t'vote for th'best man, but he's never a candidate (Frank McKinney "Kin" Hubbard).
  • Nikki72
    00 12/07/2008 18:33


    L’ABORTO VIA COMPUTER

    di Vittorio Macioce

    Quello che spaventa è la solitudine. La donna, quasi madre, digita in fretta l’indirizzo sul computer: women on web. E acquista una confezione di Ru486, la pillola abortiva. Non parla con nessuno. Tra lei e l’aborto non c’è nessuno. Non c’è un medico. Non c’è un compagno, un marito, un uomo, un futuro padre. C’è solo una pillola, che ti arriva a casa come un’aspirina, una zigulì, un placebo, una pasticchetta contro il mal di testa. C’è solo una pillola e un feto da spazzare via. Il resto, le solite domande che laici e cattolici si fanno, non servono più. Quanti mesi ha il feto? Tre, quattro, sette. Chi lo sa? La Ru486 venduta on line è il fast food dell’aborto e segna un confine. Sta diventando tutto troppo facile, troppo scontato. È caduto un limite morale e questo non fa bene a nessuno. L’aborto non è più una scelta etica. Non è la domanda di tutte le madri, l’angoscia di chi non sa che cosa rispondere a un bimbo mai nato. Non è l’eterno quesito: ma questa cosa che batte nel ventre è vita o non è vita? Non è nulla. È un mal di testa.
    La Bbc cita una rivista medica di ginecologia e dice che la pillola abortiva va a ruba su internet quasi come il Viagra. I «farmacisti» del sito si giustificano: la vendiamo soprattutto nei Paesi, tipo l’Irlanda del Nord, dove l’aborto può avvenire solo con notevoli limitazioni. I medici ricordano i rischi per chi prende farmaci senza il controllo di uno specialista. Sul forum della «farmacia» le donne definiscono l’esperienza «stressante, ma accettabile». L’azienda che produce la pillola denuncia il sito per vendita di farmaci «taroccati». Ma al di là di tutto questo, delle polemiche e delle paure, di questa pillola che riscopre il mestiere delle vecchie mammane clandestine, c’è la vittoria della «cultura dell’aborto». Attenzione. Questa è la sconfitta di chi, come me, non ha nessuna voglia di abolire la 194 e sta ancora qui a chiedersi dove comincia e finisce l’uomo. La cultura dell’aborto è la vittoria di chi ha trasformato un dramma, una questione etica, un problema sociale in un’ideologia. L’aborto non è una bandiera. Non è un valore. Non è un mal di testa di mezza stagione o un orgasmo senza effetti collaterali.

    www.ilgiornale.it


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    jennyn
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    Utente Power



    00 13/07/2008 20:29
    e chi garantirebbe che queste medicine comprate su internet non siano taroccate?

    è già successo anche col Viagra, non sarebbe la prima volta quindi.

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