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«Licenziamenti facili»

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    00 27/10/2011 10:18
    Allarme sindacati: «Istigazione alla rivolta»

    LA RIFORMA DEL LAVORO

    «Licenziamenti facili», è scontro

    Allarme sindacati: «Istigazione alla rivolta». Il premier: «Piano sostenibile, l'opposizione non dica sempre no»


    Raffaele Bonanni, segretario Cisl (Ansa)
    Raffaele Bonanni, segretario Cisl (Ansa)

    MILANO - «L'Italia non è la Grecia» e le misure sul lavoro promesse all'Europa «sono sostenibile e non porteranno ad alcuna rivolta sociale». Ne è convinto Silvio Berlusconi che di primo mattino, lasciando Bruxelles, replica così alla bufera sul'attacco all'articolo 18 e all'allarme lanciato tra gli altri dal leader Cisl Raffaele Bonanni secondo il quale i licenziamenti facili sono «un'istigazione alla rivolta». Il presidente del Consiglio respinge poi l'idea che l'Italia sia ormai definitivamente commissariata dalla Ue ma chiede all'opposizione di approvare in Parlamento gli impegni assunti con i leader dell'Eurozona, rivendicando il «bel lavoro fatto» con la lettera di intenti e i successivi accordi raggiunti nella maratona salva-euro.

    «STABILITA TABELLA DI MARCIA» - «Per quanto ci riguarda abbiamo presentato un pacchetto di proposte per la ristrutturazione di certi nostri settori e per dare impulso alla nostra economia e sono state accolte positivamente», ha detto il premier assicurando di aver fornito «anche le date entro le quali realizzare le singole misure e lo confermeremo successivamente con un elenco completo delle date entro cui prevediamo che il nostro Parlamento possa approvare queste riforme». Si tratta di «vari disegni di legge, uno per ogni singolo settore». Garanzie per gli impegni presi? «Se non li rispettassimo non saremmo ulteriormente credibili. Invece, come sempre, l'Italia manterrà gli impegni come quelli precedentemente assunti, anche questa volta».

    «OPPOSIZIONE ABBANDONI PANNI STRETTI» - Le riforme annunciate «non riguardano interessi di questa o quella parte, soprattutto non della maggioranza o di altre categorie ma gli interessi dell'Italia e degli italiani», ha detto ancora il premier. «Ci auguriamo che l'opposizione voglia uscire dai panni stretti che fino ad ora ha indossato nel dire sempre no e essere sempre contro, e voglia con noi partecipare all'attuazione di queste misure che servono all'Europa e anche all'opposizione».

    «LAVORO, MISURE SOSTENIBILI» - «Non abbiamo introdotto misure così negative come in Grecia, dove ricordo che ci sono state misure come il licenziamento di un numero importante di impiegati pubblici, diminuzione del 25 per cento degli stipendi. Nulla di tutto questo: da noi c'è solo la mobilità, e la possibilità che degli impiegati pubblici siano messi in cassa di integrazione per periodi limitati, un piano sostenibile».

    LICENZIAMENTI, ALLARME DEI SINDACATI- Il primo a dirlo è il segretario della Cisl Raffaele Bonanni dagli schermi di Sky : «Così facendo si attaccano solo i più deboli: permettere i licenziamenti per motivi economici è solo uno specchietto per le allodole per le imprese. Il risultato è istigare le persone alla ribellione».
    «Dal Governo - attacca anche il segretario confederale della Uil Paolo Pirani - arriva sempre la stessa ricetta: far pagare «ai dipendenti e ai pensionati» il prezzo della crisi «senza dire nulla su evasione fiscale, su sprechi e privilegi».
    Per il segretario Cgil Susanna Camusso c'è un «triplice attacco: alle norme sul lavoro, intollerabile il via libera al licenziamento tirando in ballo la lotta al precariato, ai dipendenti pubblici e alle pensioni». In quest'ultimo ambito «si fa una forzatura ad un sistema che è in equilibrio e senza indirizzare nemmeno una piccola parte delle risorse che s'intende recuperare a favore della previdenza dei giovani».

    Paola Pica
    27 ottobre 2011 09:59
    © RIPRODUZIONE RISERVATA


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    Il sospetto che si sta concretizzando è che:
    1) anzichè mettere in cassa integrazione ...licenziano e basta!
    2) non vi potranno più essere ricorsi al giudice del lavoro!
    3) chi rimarà, dovrà lavorae x uno e mezzo, se gli va bene
    4) in sintesi, un ritorno allo sfruttamento senza molti diritti...
    5) hanno già cominciato abbasando i termini di tempo per restare in mutua, poi verà tutto il resto...

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