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Legge 40: cronaca di un fallimento annunciato

  • Messaggi
  • Nikki72
    00 03/07/2007 15:10
    tutta da rifare

    PROCREAZIONE, CON LA LEGGE 40 MENO NASCITE E PIU' ABORTI

    ROMA - Sono quasi diecimila gli embrioni congelati in attesa, una parte in stato di abbandono altri che aspettano che vengano rintracciate le coppie o le donne che hanno disposto la crioconservazione, meno le gravidanze e le nascite, più i parti plurimi e gli aborti: è questo il primo bilancio dell'applicazione della legge 40 del 2004 sulla procreazione medicalmente assistita, di cui il ministro della Salute, Livia Turco, ha presentato al Parlamento la relazione sui primi dati ufficiali del Registro nazionale dell' Istituto superiore di Sanità, relativi al periodo 2003-2005. Negativi i commenti di medici e scienziati, contrapposti quelli del mondo politico.
    Ecco in particolare la fotografia scattata dall'Iss:

    9494 EMBRIONI IN ATTESA: gli embrioni crioconservati in stato di abbandono sono 3.415, per cui i Centri di fecondazione hanno acquisito la rinuncia scritta all'impianto da parte della coppia o della singola donna. Mentre sono 6.079 quelli crioconservati di 1499 coppie, per i quali i Centri non sono riusciti a contattare le coppie per avere la rinuncia. La loro destinazione dovrebbe essere la Biobanca nazionale del Centro trasfusionale ed immunologia dei trapianti dell'Irccs 'Ospedale Maggiore' di Milano.

    CALO GRAVIDANZE: la percentuale di gravidanze ottenute sui prelievi passa dal 24,8% del 2003 al 21,2% del 2005 con una riduzione di 3,6 punti percentuali. Applicando la percentuale di gravidanze ottenute sui prelievi nel 2003 a quelli eseguiti nel 2005 si evince una perdita ipotetica di 1.041 gravidanze. A livello assoluto invece il numero di gravidanze ottenute è sceso del 14,8%.

    AUMENTO PARTI PLURIMI: i parti plurimi (gemellari, trigemini e multipli) sono passati dal 22,7% del 2003 al 24,3% del 2005.

    EMBRIONI TRASFERITI: il numero di trasferimenti effettuati con un solo embrione è passato dal 13,7% del 2003 al 18,7% del 2005, mentre più del 50% dei trasferimenti viene effettuato con tre embrioni contro il 44% del 2003.

    ESITI NEGATIVI: sono aumentati dal 23,4% del 2003 al 26,4% del 2005 gli esiti negativi delle gravidanze, per aborti spontanei, morti intrauterine, gravidanze ectopiche correlate all'obbligo di impianto di tutti gli embrioni previsto dalla legge 40/2004.

    TANTI CENTRI, POCHI TRATTAMENTI: il numero di centri per la procreazione è abbastanza alto, ma sono troppi quelli che offrono pochi trattamenti. Il risultato è che il numero di cicli offerti per milione di abitanti è insufficiente, 568 contro i 900-1000 raccomandati. Complessivamente sono stati censiti 169 centri contro i 120 del 2003, dai quali risultano 6.235 gravidanze contro le 4.807 del 2003 con una media di gravidanza per centro del 36,9% a fronte del 40,1% del 2003.

    AL SUD SI VA NEI CENTRI PRIVATI: se circa il 43,5% dei trattamenti viene iniziato in strutture pubbliche, il 19,1% in strutture convenzionate, e il 37,5% in centri privati, su scala regionale le differenze sono più marcate. Nel Sud e nelle Isole il 58% dei cicli è effettuato in centri privati, percentuale che scende al 49,4 nel Centro e al 22,6 e al 26,4 nel nord-Ovest e nel nord-Est.

    REVISIONE LEGGE, SI' O NO?: se il ministro della Salute, Livia Turco, invita a "riflettere con sobrietà e rigore sugli esiti della legge 40", c'é chi fa un passo avanti. Secondo i ginecologi Carlo Flamigni, Severino Antinori e il presidente dei Centri italiani di fecondazione artificiale Andrea Borini, "ora vanno modificate le linee guida", mentre Katia Zanotti (Ds), Annamaria Carloni (Ds) e Chiara Moroni (Fi) ritengono opportuno "riaprire una riflessione e modificare la legge". Di contrario avviso Alfredo Mantovano e Riccardo Pedrizzi (An), che giudicano i dati presentati 'ipotetici e distorti' e sono pronti a impedire al ministro di "smantellare la legge attraverso la revisione delle linee guida".

    www.ansa.it
  • bremaz
    00 03/07/2007 15:15
    ahahahahahah e c'era bisogno dei dati per capire che quella legge è una stronzata dogmatica? [SM=x44452]

    a me francamente non frega nulla.
    Il mio l'ho fatto due anni fa, ora basta.

    Italiani, la legge l'avete voluta?
    e mò ve la tenete
    tanto io di figli non ne voglio quindi.... chissenefrega [SM=x44453]

    io la coscienza a posto ce l'ho.... i miei baracchini li ho fatti a tempo debito.

    Un altro pugno nello stomaco non lo prendo più.
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    00 03/07/2007 15:48
    Visto che è ripartita la campagna ideologica sulla legge 40 ...
    ... proviamo a fornire qualche parere non apprezzato dai media politically correct.

    Numeri da spiegare Senza filtri ideologici
    di Eugenia Roccella

    La relazione del ministero della Salute sullo stato della procreazione assistita nel nostro Paese mette in evidenza un primo, clamoroso risultato: il sensibile aumento di donne che hanno fatto ricorso alla Procreazione medicalmente assistita (Pma). Da 17.125 nel 2003 siamo passati a 27.254 nel 2005 (più 10.000), e da 4807 gravidanze a 6235. Anche i centri che effettuano la Pma sono aumentati, diffondendosi sul territorio. Mettere ordine nella situazione priva di regole che si era creata prima della legge 40, è servito a promuovere le pratiche di fecondazione assistita, incoraggiando le donne a farvi ricorso e facendo nascere più bambini. Un dato positivo. Eppure, tutta l'attenzione sembra concentrarsi su un numero ben più piccolo - questa volta negativo - un modesto 3,6: è il calo percentuale di gravidanze nello stesso biennio. Questa riduzione rischia di diventare la chiave di lettura di tutta la relazione.
    Sembra davvero difficile tracciare un bilancio sereno della legge 40: ogni informazione viene utilizzata a scopo ideologico, e non per tutelare al meglio gli interessi in gioco, cioè quelli delle donne, dei bambini e degli embrioni. Ma se volessimo cercare di capire, più che fare polemiche, dovremmo fare qualche appunto alla relazione. Prima di tutto presentare i dati solo in termini di "produttività", cioè di gravidanze ottenute, è fuorviante. Quello che ci interessa non è solo la quantità, ma la qualità. Sappiamo che i diversi centri ottengono risultati molto diversi; bisognerebbe offrire alle donne una totale trasparenza, e comunicare, oltre ai numeri assoluti, quelli relativi, con i dati disaggregati. Due anni fa i fautori del referendum chiedevano l'abolizione del limite di 3 embrioni da impiantare, sostenendo che questo avrebbe fatto abbassare la percentuale di successo. Oggi si sa invece che si raggiungono migliori risultati impiantando un solo embrione, e paradossalmente le "colpe" della legge 40 si sono rovesciate: non più l'accusa di permettere la p roduzione e l'impianto di pochi embrioni, ma, al contrario, quella di obbligare ad impiantarne troppi.
    In realtà la legge è perfettamente in linea con la tendenza attuale a impiantare un unico embrione, producendone uno alla volta, magari grazie al congelamento degli ovociti. È importante, quindi, sapere quali sono i centri che offrono i migliori risultati, e quali tecniche utilizzano, per selezionare le pratiche meno invasive, più rispettose ed efficienti. Vorremmo sapere anche molto altro. Per esempio, nella stessa relazione si segnala che il 60,7% dei cicli è effettuato su coppie oltre i 34 anni: la diminuzione di successi del 3,6%, calcolata dal ministero, potrebbe essere dovuta a un maggiore afflusso di pazienti in età troppo avanzata, ma non ci sono confronti con il 2003.
    La relazione dovrebbe anche dirci di più sull'intero sviluppo dei trattamenti, oggi troppo incerto per tracciare un bilancio credibile sull'effettivo funzionamento della legge. Del 47,8% delle gravidanze non si sa più niente, nemmeno se sono giunte a buon fine; niente quindi si può sapere sulla salute dei bambini eventualmente nati, né su quella delle madri. Questo vuoto d'informazione incide sulla valutazione degli esiti negativi delle gravidanze, che secondo il ministro sarebbero «correlati all'obbligo di impianto di tutti gli embrioni». Come si può affermarlo se manca quasi la metà dei dati? Come si legge nella relazione stessa, «l'elevata perdita di informazioni sul decorso delle gravidanze e sui nati, inficia la possibilità di dare informazioni significative sulla sicurezza delle tecniche e sui loro esiti».

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    00 03/07/2007 16:07
    Continuo la campagna ideologica...
    ... [SM=x44451]

    Il problema di fondo, IMHO, è sempre quello: sono le leggi dello stato che debbono agire da norme per le realtà del 2007.

    Se in un certo momento ed in una certa situazione clinica sia meglio impiantare un embrione oppure tre vorrei che lo decidesse un medico specializzato che sta seguendo la mia compagna e non un gruppo (ideologizzato! [SM=x44461] ) di teocon.

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    00 03/07/2007 16:16
    Re:
    Nikki72, 03/07/2007 15.10:


    PROCREAZIONE, CON LA LEGGE 40 MENO NASCITE E PIU' ABORTI


    ESITI NEGATIVI: sono aumentati dal 23,4% del 2003 al 26,4% del 2005 gli esiti negativi delle gravidanze, per aborti spontanei, morti intrauterine, gravidanze ectopiche correlate all'obbligo di impianto di tutti gli embrioni previsto dalla legge 40/2004.

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    E' dovere di tutti i cattolici, soprattutto, con coerenza, dei politici che si ergono a paladini dei Valori cattolici,
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    e risolvere questa grave situazione generata da una folle quanto imprudente legge concepita evidentemente da non professionisti qualificati nel campo medico.

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    00 03/07/2007 16:18
    Re: Continuo la campagna ideologica...
    -Asmodeus-, 03/07/2007 16.07:

    ... [SM=x44451]

    Il problema di fondo, IMHO, è sempre quello: sono le leggi dello stato che debbono agire da norme per le realtà del 2007.

    Se in un certo momento ed in una certa situazione clinica sia meglio impiantare un embrione oppure tre vorrei che lo decidesse un medico specializzato che sta seguendo la mia compagna e non un gruppo (ideologizzato! [SM=x44461] ) di teocon.



    e pensa un po' che la legge dice solamente che il numero massimo è tre. per cui le donne - informate dai medici - possono scegliere quanti embrioni produrre e trasferire.

    ... se poi nelle cliniche una gravidanza rende molti più $$$, mi viene il dubbio che sia lo stesso medico specializzato a spingere per produrre il massimo numero di embrioni. E qui purtroppo non c'entra neanche la campagna ideologica: si tratto solo di biznes [SM=x44463]


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    00 03/07/2007 16:26
    Re: Re: Continuo la campagna ideologica...
    paperino73, 03/07/2007 16.18:



    e pensa un po' che la legge dice solamente che il numero massimo è tre. per cui le donne - informate dai medici - possono scegliere quanti embrioni produrre e trasferire.





    Nup.
    Al momento dell'impianto, nei paesi civilizzati il medico decide, secondo l'età della paziente, caratteristifiche fisiche, cartella clinica e quant'altro, quanti embrioni trasferire in utero. Gli embrioni eccedenti sono conservati, con l'azoto liquido, per tot anni (mi pare 5).
    La conservazione serve a evitare un'ulteriore stimolazione ovarica alla donna, nel caso che di insuccesso.
    Nella nostra bella teocrazia, invece la Legge decide, arbitrariamente, che vengano impiantati contemporaneamente 3 embrioni, senza distinzione di età, condizioni e altro. E' vietata la crioconservazione. Se la prima volta va male ritorni al via.

    Nella suddetta teocrazia è oltretutto fatto divieto la donazione di gameti esterni, e la diagnosi per-impianto. [SM=x44464]


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    00 03/07/2007 16:34
    Re: Re: Re: Continuo la campagna ideologica...
    -Asmodeus-, 03/07/2007 16.26:



    Nup.
    Nella nostra bella teocrazia, invece la Legge decide, arbitrariamente, che vengano impiantati contemporaneamente 3 embrioni, senza distinzione di età, condizioni e altro. E' vietata la crioconservazione. Se la prima volta va male ritorni al via.




    Non so cosa voglia dire Nup (credo che sia un acronimo di dissenso).
    Comunque la legge 40 non obbliga l'impianto di 3 embrioni.
    Obbliga l'impianto, contemporaneo, di tutti gli embrioni prodotti (che possono essere al max 3).
    E su questo non c'è interpretazione, è la legge. [SM=x44458]

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    Haeresiarca
    00 03/07/2007 16:43
    Re: Re: Re: Re: Continuo la campagna ideologica...
    paperino73, 03/07/2007 16.34:



    Non so cosa voglia dire Nup (credo che sia un acronimo di dissenso).



    [SM=x44458]

    paperino73, 03/07/2007 16.34:


    Comunque la legge 40 non obbliga l'impianto di 3 embrioni.
    Obbliga l'impianto, contemporaneo, di tutti gli embrioni prodotti (che possono essere al max 3).
    E su questo non c'è interpretazione, è la legge. [SM=x44458]



    Vero. Mi sono espresso male. [SM=x44462]
    Il problema è l'obbligo di impianto di tutti gli embrioni prodotti - concatenato al divieto di crioconservarli.


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  • bremaz
    00 03/07/2007 16:47
    In anni di autoregolamentazione dei centri clinici non si è mai assistito a derive o strumentalizzazioni.
    Insomma, piuttosto che una legge assurda era meglio non legiferare.

    Visto che, all'epoca, al 73% di lobotomizzati venne detto che "queste questioni non sono per il popolo ma vanno decise dagli addetti ai lavori" mi piacerebbe tanto che queste decisioni tornassero davvero ad essere prese dagli addetti ai lavori.
    Che non sono di sicuro un branco di geni che ritengono le specie umane si evolvano secondo un non ben specificato universalistico disegno divino.

    Cmq ripeto: sono invecchiato di anni per questa storia e mi pareva di parlare con ciechi e sordi.
    Quindi la legge l'avete voluta, ora la tenete.
    Non me ne frega nulla. Tanto un aborto in più o in meno, a me, non cambia proprio nulla.
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    00 03/07/2007 16:53
    bremaz, 03/07/2007 16.47:

    In anni di autoregolamentazione dei centri clinici non si è mai assistito a derive o strumentalizzazioni.



    Convinto tu di questo fatto ... [SM=x44464]



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  • bremaz
    00 03/07/2007 16:54
    Re:
    paperino73, 03/07/2007 16.53:



    Convinto tu di questo fatto ... [SM=x44464]







    forniscimi esempi contrari.
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    Etrusco
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    00 03/07/2007 17:01
    Re:
    bremaz, 03/07/2007 16.47:


    Visto che, all'epoca, al 73% di lobotomizzati venne detto che "queste questioni non sono per il popolo ma vanno decise dagli addetti ai lavori" mi piacerebbe tanto che queste decisioni tornassero davvero ad essere prese dagli addetti ai lavori..



    Ma lo sai che molti medici, addetti ai lavori, nella speranza di far carriera più agevolmente si arruffianano ai primari CL e ne assecondano tutte le opinioni personali....?
    Quindi, secondo quali criteri ti affideresti agli "addetti ai lavori"?

    _________________


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  • bremaz
    00 03/07/2007 17:14
    Re: Re:
    Etrusco, 03/07/2007 17.01:



    Ma lo sai che molti medici, addetti ai lavori, nella speranza di far carriera più agevolmente si arruffianano ai primari CL e ne assecondano tutte le opinioni personali....?
    Quindi, secondo quali criteri ti affideresti agli "addetti ai lavori"?





    non parliamo di medici ma di centri di ricerca [SM=x44452]
    andava tutto moooolto meglio quando non esisteva alcuna legge a regolamentare il tutto.
  • Nikki72
    00 03/07/2007 17:41
    Re: Re: Re: Re: Re: Continuo la campagna ideologica...


    Il problema è l'obbligo di impianto di tutti gli embrioni prodotti - concatenato al divieto di crioconservarli.





    Sono quasi diecimila gli embrioni congelati




    C'è qualcosa che non mi torna... [SM=x44473] questi embrioni congelati presumo risalgano a prima della legge 40. ma com'è che nessuno se ne occupa? chi sostiene che l'embrione è un essere umano come può tollerare che rimanga congelato per anni e forse per sempre? [SM=x44474]
  • Nikki72
    00 03/07/2007 18:18
    Dopo la legge 40 A Barcellona quattro coppie italiane al giorno
    E i prezzi (più alti per gli stranieri) raddoppiano.
    «Solo la metà delle coppie viene per l'eterologa»

    BARCELLONA - I forzati della legge 40 sbarcano all'aeroporto di El Prat, a Barcellona, ogni giorno. Più di 1.400 coppie l'anno. Arrivano con il loro bagaglio di sofferenza per i tentativi falliti in Italia, tra ansie e paure. La Spagna è la loro terra promessa, l'ultima spiaggia per la realizzazione di un sogno a lungo inseguito. Qui vengono accolti a braccia aperte, coccolati da medici e interpreti italiani, incoraggiati a sperare da percentuali di successo molto più alte della norma. «Per una coppia che ha già un problema d'infertilità è stressante dover affrontare un viaggio all'estero, ma qui è come essere a casa. Pensi che una volta è venuta una famiglia al completo, otto persone, dalla suocera alla madre». Il dottor Pedro Barri Ragué ha i capelli grigi e lo sguardo buono di un padre premuroso. La clinica che dirige, la Dexeus, è la più antica di Barcellona. Qui è stata ottenuta la prima gravidanza spagnola per ovodonazione.
    Sono almeno 500 le coppie italiane che varcano la soglia della Dexeus ogni anno. Si siedono nella saletta d'attesa blu tappezzata da gigantografie di embrioni e ovuli fecondati che fanno sempre ben sperare. Barri le accoglie parlando in buon italiano, aiutato dalla figlia Andrea, anche lei medico. «La metà delle coppie - dice - viene per l'eterologa, spermodonazione o ovodonazione. L'altra metà, invece, viene per la fecondazione omologa (con i gameti della coppia, ndr) che da voi è permessa ma con troppe restrizioni». La parola d'ordine in Spagna è ottimismo. Sarà per questo che le percentuali di successo sono molto più alte della media europea. Il Registro europeo di fecondazione assistita dell'ESHRE (European Society of Human Reproduction and Embriology), che raccoglie i dati di 28 Paesi del vecchio continente, riporta nel 2003 una percentuale media globale di gravidanze che varia dal 27% al 29% per i transfer con l'omologa. All'Istituto Marqués di Barcellona, che si vanta di avere i risultati migliori, le donne incinte dopo una Fivet o una Icsi (le due maggiori tecniche di riproduzione in vitro) sarebbero miracolosamente il 47%. E all'Instituto Valenciano de Infertilidad (Ivi), di grande prestigio, dodici centri in tutto il Paese, si supera addirittura il 60%. A Barcellona la clinica Ivi è nata solo da due anni per rispondere alla grande crescita della domanda. La dirige il dottor Agustin Ballesteros, quarantenne stakanovista («per darle quest'intervista non ho mangiato » confessa) ma dai modi calmi e rassicuranti di chi sa fare il suo lavoro. «Se avessi un problema riproduttivo - spiega, e non scherza - non vorrei vivere in Italia. Qui siamo molto più avanzati. E infatti di vostri connazionali ne arrivano tanti, 58 coppie solo nei primi tre mesi del 2007».
    Il business fa gola. E con l'aumentare della domanda crescono anche le possibilità di finire in una clinica poco seria. «Certo che esistono centri che se ne approfittano  ammette riluttante il dottor Ballesteros . Magari fanno meno screening alle donatrici nei casi delle ovodonazioni. Magari non hanno laboratori così all'avanguardia. O cedono alla tentazione di stimolazioni ormonali troppo pesanti. Bisogna stare attenti». In un ospedale italiano, recentemente, è stata ricoverata una donna in preda alla sindrome da iperstimolazione ovarica. Era di ritorno dalla Spagna, dove le avevano prelevato decine di ovociti e, nonostante il rischio anche mortale, gli embrioni erano stati trasferiti nell'utero. E non è l'unico caso. «Ma da noi non può succedere  assicura Ballesteros . Di solito facciamo una stimolazione molto soft perché abbiamo riscontrato che così è maggiore la qualità degli ovociti ». Le cliniche sono tante e attirare i clienti diventa imperativo. All'Ivi si sono inventati la visita virtuale: per 45 euro ti fanno una prima diagnosi online. Alla Cefer, un altro istituto della città, prevedono un trattamento speciale per le omosessuali. Lo racconta entusiasta il dottor Simon Marina. «Alle lesbiche - dice - proponiamo una tecnica che permette a entrambe di vivere più da protagoniste la maternità. Preleviamo gli ovociti da una, li fecondiamo e li impiantiamo nell'utero dell'altra. Così una donna ci mette il suo patrimonio genetico, l'altra la gravidanza. La legge spagnola lo consente. Non le sembra geniale?». L'idea è apprezzata, tanto che arrivano in media sei single o coppie omosessuali al mese. Gli affari vanno bene. E i prezzi aumentano. Oggi il costo di un'ovodonazione può variare dai 5.000 euro (Dexeus) ai 9.565 euro (Marqués).
    All'Eugin un anno fa la prima visita costava 80 euro, ora si è arrivati a 300, per un'embriodonazione si spendevano 4.200 euro, oggi 900 in più. All'Ivi una fecondazione eterologa costa circa 8mila euro. Solo se sei straniero. Chi vive in Spagna paga di meno. «Il prezzo - spiega la dottoressa Cristina Pozzobon - varia a seconda della tecnica utilizzata, ma è maggiore per le pazienti che vengono dall'estero a causa della presenza di un dipartimento internazionale, con interpreti, segretarie e medici madrelingua, di cui le pazienti locali non usufruiscono ». Eppure le visite per le straniere sono ridotte a due. Esami e monitoraggi (nel caso dell'omologa) si fanno in Italia. Ovviamente con spese aggiuntive.
    Monica Ricci Sargentini
    03 luglio 2007

    www.corriere.it

    Sarei curiosa di leggere i commenti su questi dati in qualche forum cattolico [SM=x44451] ammesso che qualcuno li posti... [SM=x44464]


    [Modificato da Nikki72 03/07/2007 18:20]
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    Haeresiarca
    00 03/07/2007 18:33
    Re:
    Nikki72, 03/07/2007 18.18:


    Sarei curiosa di leggere i commenti su questi dati in qualche forum cattolico [SM=x44451] ammesso che qualcuno li posti... [SM=x44464]





    Vai e fallo. [SM=x44451]

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  • Nikki72
    00 03/07/2007 18:39
    Re: Re:

    -Asmodeus-, 03/07/2007 18.33:



    Vai e fallo. [SM=x44451]






    Fallo tu [SM=x44453]


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    -Asmodeus-
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    Haeresiarca
    00 03/07/2007 18:41
    Re: Re: Re:
    Nikki72, 03/07/2007 18.39:






    Fallo tu [SM=x44453]





    Ahi ahi ahi...che fai, Pilato? [SM=x44455]

    Vado. [SM=x44451]

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    paperino73
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    Sportivo ipercafone
    00 04/07/2007 07:41
    bremaz, 03/07/2007 16.54:


    forniscimi esempi contrari.



    La tua insistenza mi lascia decisamente allibito [SM=x44466]

    Innanzitutto perchè non servono teorie o controesempi, basta un po' di buon senso per capire che una materia delicata come l'applicazione di tecniche mediche non possa essere praticata senza una regolamentazione lasciando tutto in mano alla bontà di chi la attua.
    Ma visto che il buon senso sembra difettare, proviamo ad applicare il metodo scientifico - che tanto vi piace:
    prima delle legge40:
    1 - non si conosceva quanti e quali centri praticassero la fecondazione assistita;
    2 - non si conosceva quanti e quali medici/paramedici lavorassero in questi centri;
    3 - non si conosceva quanti e quali donne si sono rivolte ad essi;
    eppure nonostante questa mancanza di informazioni tu sostieni che in anni di autoregolamentazione dei centri clinici non si è mai assistito a derive o strumentalizzazioni. Ma come fai ? [SM=x44473]
    In pratica: in mancanza di fatti come fai a formulare una teoria ?
    [SM=x44473] [SM=x44464] [SM=x44473]



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