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Un'«arca congelata» contro l'estinzione
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KayScarpetta
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Registrato il: 02/06/2003
Sesso: Femminile
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27/07/2004
16:42
Un progetto sostenuto da importanti istituzioni scientifiche
Un'«arca congelata» contro l'estinzione
Banca del dna e dei tessuti per favorire una futura clonazione delle specie che potrebbero scomparire in pochi anni
LONDRA - Non è un progetto fantasioso alla «Jurassic Park», ma una proposta sostenuta da impostanti istituzioni scientifiche inglesi come il Museo di storia naturale, la Società zoologica di Londra e l'Università di Nottingham. «L'arca congelata» (Frozen Ark), presentata lunedì a Londra, è un progetto che prevede la costituzione di una banca del dna e dei tessuti di migliaia di specie a rischio di estinzione. Questo enorme patrimonio genetico potrebbe essere utilizzato in futuro (quando le conoscenze scientifiche saranno più approfondite, come hanno sottolineato gli stessi promotori) per clonare specie purtroppo scomparse. «Molta gente non si rende conto delle minacce alla biodiversità», ha detto sir Crispin Tickell, dell'Università di Oxford. Nei prossimi 30 anni almeno un quarto di tutti i mammiferi consociuti (1.130 specie), così come un decimo degli uccelli (1.183 specie) potrebbe essere estinti. Il progetto Frozen Ark preserverà l'identità genetica delle specie a rischio per molto tempo dopo la loro estinzione, senza contare gli insetti e gli altri animali meno appariscenti.
300 EURO A SPECIE -
I promotori intendono prelevare un campione di tessuti dagli animali a rischio e congelarlo in modo da potere «riutilizzare» il dna anche a distanza di decine di migliaia di anni, ha spiegato Brian Clark dell'Università di Nottingham. Tra i primi animali a «entrare nell'Arca» ci sono la colomba di Socorro (Zenaida graysoni), l'orice dalle corna a scimitarra del Nord Africa (Oryx dammah) e la lumaca del genere Partula. Il tutto per un costo inferiore a 200 sterline per specie (poco più di 300 euro). La priorità sarà data alle specie con alto pericolo di estinzione entro i prossimi cinque anni. Il progetto prevede anche il recupero di materiale genetico di specie già estinte, come la tigre della Tasmania (che non era un felino, ma un marsupiale).
da:
Il Corriere della Sera
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