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Miyazaki e Seongyun grandi animati

Ultimo Aggiornamento: 30/04/2012 23:45
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30/04/2012 23:45

I due disegni animati usciti in questi giorni in Italia - uno giapponese del 1986, l’altro sud-coreano del 2011 – meritano di essere visti, non solo per il loro intrinseco valore spettacolare ma anche per ciò che il cinema d’animazione può significare in rapporto al cinema «dal vero».
Il primo è Il castello nel cielo del grande e geniale Hayao Miyazaki, il secondo Leafie – La storia di un amore dell’esordiente Oh Seongyun. E se quest’ultimo è dedicato a un pubblico infantile, l’altro è ricco di elementi narrativi che possono interessare un pubblico adulto. Ma ciò che conta, e consente di cogliere il contenuto autentico dei due film, è individuare i caratteri formali che trasformano una storia qualsiasi in un racconto affascinante e per molti aspetti inedito.
Prendiamo l’opera di Seongyun, certamente molto meno raffinata di quella di Miyazaki: il rapporto intenso e amorevole fra la gallina Leafie, che riesce a fuggire dall’allevamento in cui era rinchiusa, e il germano reale Greenie che lei alleva considerandolo suo figlio. Una vicenda ricca di tensione narrativa analoga alle migliori novelle per l’infanzia. Di aspetto più attraente ed eleganza molto più ricca e varia è l’opera di Miyazaki, che narra una storia in cui, da un lato si sviluppa il rapporto amichevole fra i due ragazzini Sheeta e Pazu, dall’altro c’è una serie di conflitti che ne fanno un vero e proprio dramma politico e sociale. Perché non soltanto assistiamo a un inseguimento di Sheeta da parte di militari e altri, ma vediamo anche una realtà fantastica che si arricchisce a poco a poco di risvolti politici, con la presenza di Muska e l’arrivo a Làputa, l’isola nel cielo che è un paesaggio incantevole. Ma non sono soltanto queste scene a dare all’opera di Miyazaki una bellezza rara: a ben guardare, fin dall’inizio, si tratta di un film che non può non rapirci grazie a come l’autore riesca a rappresentare la storia.
Il suo stile è di gran lunga più raffinato di quello di Seongyun; ma ciò che conta, e che mette sullo stesso piano le due opere, è l’aspetto formale del cinema d’animazione rispetto a quello del cinema «dal vero». Una forma che modifica in modo tale la rappresentazione da darle un carattere contrapposto.



di Gianni Rondolino
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