| | | OFFLINE | Post: 142.324 | Registrato il: 28/02/2002 | Sesso: Maschile | | | ADMIN Monsignore IperF1 2008 IperUTENTE 2010 Briscola IperCafonica 2012 | |
|
13/12/2012 15:04 | |
Nell’era preistorica ci offrivano un riparo, e dentro esse sono stati creati i primi disegni dell'uomo. I romani le usavano come santuari per cerimonie religiose e sacrifici. I signori del Rinascimento ne volevano almeno una nel proprio giardino, e commissionavano agli architetti sontuose grotte artificiali. Poi ci fu chi diede vita a vere e proprie città rupestri, chi si appassionò alla speleologia sperando di trovare un tesoro, e chi immaginò, come Jules Verne nel suo “Viaggio al centro della Terra”, un magico mondo nascosto nelle viscere del pianeta.
Ci sono vari tipi di grotte, scavate dall'acqua, dal vento o dal ghiaccio, ma anche delle cavità create dai vulcani. Alcune sono accessibili comodamente, altre raggiungibili solamente attraverso cunicoli tra le rocce. La maggioranza delle cavità ipogee è però costituita dalle cosiddette rocce carbonatiche, cioè litotipi calcarei che possono venire disciolti dalle acque dolci superficiali, che si infiltrano e un po' alla volta creano percorsi sotterranei. Il carbonato di calcio viene "cariato" dalle acque e si formano dei grandi complessi di caverne e tunnel che costituiscono quel fenomeno che noi italiani chiamiamo carsismo, proprio per i primi studi effettuati nel Friuli, appunto sull'altopiano del Carso. Acque che discolgono le rocce, acque che depositano minerali, e così queste cavità possono essere riempite di concrezioni, stalattiti e stalagmiti, che creano scenari da favola, sotto terra.
Da sempre le grotte ci spaventano e ci attraggono; stimolano la nostra fantasia e ci ricordano, allo stesso tempo, quanto siamo indifesi al cospetto della natura. Bisogna ammetterlo: non c’è cattedrale, teatro o aula magna, per quanto imponente, capace di competere con le grotte più belle del mondo. Dall’America all’Europa, passando per l’Oriente, fino alle meraviglie d’Italia, ecco una lista di voragini naturali che farebbero impallidire anche l’architetto più presuntuoso.
: Reed Flute Cave, Cina - Non sarà la più antica o la più grande, ma la Reed Flute Cave è custode di un mondo incantato, fatto di colori, illuminazioni artificali e scenari unici. Situata nel nord-ovest della Cina, la grotta è lunga soltanto 240 metri: poca cosa se paragonata a certe strutture titaniche, che fanno sentire gli ospiti dei microbi indifesi. Ma qui, nel cosiddetto “ Palace of the Natural Arts” (palazzo delle arti della natura), l’ambiente spettacolare fa dimenticare ogni proporzione. Colonne di pietra, stalattiti, stalagmiti, piante e uccelli sono perfetti per stimolare la fantasia, e sarebbero l’ambientazione ideale per una favola. Per ora è già nata una leggenda: le canne che crescono all’imboccatura della grotta saprebbero emettere una musica celestiale, e potrebbero essere suonate come flauti. Da qui il nome Reed Flute, che significa “ flauto di canna”. Marble Cave, Rio Tranquilo, Cile - Lungo le sponde del lago General Carrera, l'azione delle acque sulle rocce calcaree (marmo) ha creato delle forme morbide, che riflettono la colorazione grigio-turchese del lago, assumendo una tinta argentea. Il lago, che prosegue in Argentina con il nome di Buenos Aires, è il secondo più grande del Sudamerica, dopo il Titicaca. Questo immenso bacino è alimentato da acque di fusione dei ghiacciai della cordigliera andina, e possiede quindi una colorazione particolare, a metà strada tra un azzurro ed un grigio perla. Queste grotte sono anche conosciute con il nome di Capillas de Marmol, proprio perchè creano ambienti che assomigliano molto a quelli di una cappella o di una cripta di una chiesa. : Waitomo Glow Worm Cave, Nuova Zelanda - Per far brillare una grotta non è sempre necessario il sole: alla Waitoomo Glowworm Cave basta una popolazione di insetti scintillanti. I “glow worms” (letteralmente “ vermi luminosi”) se ne stanno appesi alle pareti e al soffitto della grotta Neozelandese, simili a tanti vermicelli, ma non potranno disgustarvi: contro le pareti di roccia scura creano un effetto molto suggestivo, che ricorda un cielo stellato. In pratica delle lucciole che non volano, e che hanno una luce fissa. Merito della bioluminescenza, fenomeno chimico che avviene nelle loro code e che ha fatto della Waitoomo Glowworm Cave una delle attrazioni più amate della Nuova Zelanda. Completano l’opera le formazioni calcaree spettacolari e la grandiosa Cathedral Cavern, dall’acustica impressionante: avrà pur 30 milioni di anni sul groppone, ma la Waitoomo Glowworm Cave fa ancora una splendida figura. Foto cortesia: www.waitomo.com |