È il momento della Francia anche in tv. Se al cinema è stata la commedia a riavvicinarci alla produzione transalpina, in tv è il polar, il poliziesco nero alla francese, a fare da apripista, forte di una tradizione (anche letteraria) che va da Gabin a Ventura, a Delon: clan dei marsigliesi, milieu parigino, poliziotti tutti d’un pezzo... La tv francese lo aveva finora snobbato, troppo adulto e duro per la prima serata in famiglia. Come sa chi vede Il Commissario Cordier o Julie Lescaut: più fiction che serie, procedural ma non polar. Tuttavia la necessità di intercettare pubblici (anche di Paesi) diversi e l’incontro con la serialità americana ha prodotto una mutazione. Persino lo showbusiness Usa se n’è accorto, come dimostra l’Hollywood Reporter che parla di una piccola tendenza: ambiziosa e rischiosa, vista l’entità dei budget investiti.
Il titolo dello strappo è di tre anni fa, Braquo (FoxCrime e Rai4), con Jean-Hugues Anglade, serie prodotta dalla pay Canal+: ambientazione parigina, nerissima, su una brigata di poliziotti loschi e collusi, dai metodi assolutamente eterodossi. Meno cupa nelle atmosfere ma cupissima nelle storie, tutte ispirate a fatti reali, è Profiling: protagonista è Chloe Saint-Laurent (l’interprete, Odile Vuillemin, era al Festival di Courmayeur), eterea fanciulla dai capelli rossi, criminologa per la Omicidi di Parigi. Partita in sordina, su FoxCrime (e replicata in chiaro su Cielo) è la seconda serie più vista dopo Criminal Minds, tanto che la rete manderà in onda la IV stagione dal 15 febbraio in anteprima mondiale, cioè prima ancora dei francesi.
Visto il buon successo FoxCrime fa il bis: il 17 gennaio, sempre in anteprima (TF1 che l’ha coprodotta non l’ha ancora comunicato la data di messa in onda), arriva Jo, 8 episodi scritti da René Balcer, già ideatore di Law and Oder e Law & Order: Criminal Intent. Protagonista è Jean Reno, l’attore più americano della scena francese, alla sua prima esperienza tv, nei panni Jo Saint-Clair, anziano e disilluso poliziotto della Brigata Criminale, con qualche scheletro nell’armadio. Fresca di riprese, girata in inglese, con un cast misto di cui è presenza fissa la Jill Hennessy di Crossing Jordan, Jo è ambientata a Parigi, di cui sfrutta senza pudore le ambientazioni più note, dai locali di Pigalle alle salite di Montmartre.. La Tour Eiffel sarà addirittura scena del crimine di uno dei primi episodi.
Un altro a tentare il grande passo è stato Luc Besson, che ha adattato per la tv il suo Transporter, trilogia filmica di cui era star l’inglese Jason Statham. Tra i mugugni dei fan questo è stato sostituito da Chris Vance (Dexter, Prison Break), attore altrettanto fisico ma che durante le riprese è rimasto infortunato in modo abbastanza grave. Stesso il plot: il transporter Frank Martin viene incaricato di prendere un pacco, una persona, e consegnarlo come da istruzioni del committente, il che regolarmente non accade... Finora sono stati girati 12 episodi, parte in Francia e parte in Canada, con un budget da 48 milioni di dollari. Per l’Italia lo ha acquistato Mediaset che potrebbe mandarlo in onda già a fine gennaio su Italia 1. Il 10 gennaio Rai3 programma invece quello che in Francia è stato un caso, L’infiltrato di Giacomo Battiato, tv movie ambientato negli Anni 80 che ricostruisce i tentativi di infiltrare e destabilizzare il gruppo terrorista di Abu Nidal da parte dei servizi segreti francesi. Con Jacques Gamblin, Il primo uomo di Gianni Amelio, nei panni del puparo che regge le fila del gioco e delle vite degli uomini. Pare cinema, anche nella durata, ma è tv: ormai maggiorenne.
di ADRIANA MARMIROLI
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