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“The Following” Attenti, il serial killer non agisce mai solo

Ultimo Aggiornamento: 10/03/2014 16:00
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10/03/2014 16:00

killing zoe, 01/02/2013 10:02:

I serial killer ai tempi dei social network. Le sette, ai tempi dei social network. E insomma la tv, ai tempi dei social network. Che fa? Abbozza e accoglie. Ingloba i nuovi mezzi di comunicazione, li utilizza, li sceneggia. Vecchia signora di facili costumi ma non stupida, si adatta, e adatta il suo specifico artistico, che è la fiction: il recente debutto americano dell’attesissima serie Fox The Following , protagonista Kevin Bacon al debutto sul video, è stato seguito da 10 milioni di spettatori. In Italia si vedrà in anteprima domani su Premium Play (Mediaset), e poi da lunedì 4 su Premium Crime e su SkyUno, che ecumenismo. Gli americani hanno la mania dei serial killer. D’altronde, pare che ogni giorno ne siano in attività circa 300.

L’altro «topos», ovvero luogo comune delle serie Usa, è il fantasmatico, il vampiresco, l’orrorifico. E in The Following, ideato da Kevin Willamson, l’horror non manca di certo. Succede che fugga cruentemente di galera un serial killer, James Purefoy, cioè Joe Carroll, come l’autore Alice nel Paese delle meraviglie, guarda caso, affascinante professore di letteratura con il pernicioso pallino di Edgar Allan Poe, catturato da Bacon-Ryan Hardy, agente dell’FBI poi sospeso. E richiamato per l’occasione, nonostante nasconda il gin nella bottiglia dell’acqua minerale. Il professor killer deve terminare un lavoro: uccidere l’unica sua ex studentessa che gli sia sfuggita, diventata medico.

Di lì la trama comincia a incrociare l’ordito dei nuovi media: nessuno, o almeno molti, non sono quello che sembrano. Si fa orribile e tremenda la rete intessuta dal genio del male grazie ai social network e ai loro «follower», come in twitter. Sono suoi complici, e siamo soltanto all’episodio pilota, nell’ordine: una guardia carceraria; due ragazzi che si fingono per tre anni buoni, affidabili, vicini di casa gay della dottoressa da uccidere; la baby sitter del figlio del demonio, che ha pure una mamma ex fidanzata del poliziotto. La superfetazione della complicazione è labirintica e ossessiva, non a caso. Chissà perché nei telefilm americani tutti dicono sempre: «Non succederà niente, te lo prometto». Non gli hanno mai insegnato a non promettere, a non ipotecare il futuro? Infatti tanto più le promesse si mostrano vane quanto si scopre di avere di fronte il fanatismo ossessivo di una setta. Che si richiama a un Poe estrapolato e nefasto: «Orbare la bellezza è elevare la propria anima».

Tecnicamente ottimo, da notare i rapidi flashback che spiegano i fatti, il telefilm provoca però un moto di incredulità di fronte alla constatazione ovvia: ma questi sono tutti matti. Ha scritto il New York Times: The Following non utilizza lo humour e la comicità per mitigare l’orrore, banalizzando così il tutto». Ah, ecco cos’era.



di ALESSANDRA COMAZZI
Fonte



Come per alcuni di voi, anche per me è stata una delusione questa serie. Prima puntata con ottime credenziali, fino ad un declino sempre più netto alla fine della prima stagione. Questa seconda, è partita con delle belle premesse, ma non vedo una svolta per quanto rigurda la trama. Il cast invece è di qualità, almeno quello
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