È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

Programma del Movimento 5 Stelle in sintesi (facciamo le pulci al M5S)

Ultimo Aggiornamento: 03/03/2018 11:59
Autore
Vota | Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 145.191
Registrato il: 28/02/2002
Sesso: Maschile

AMMINISTRATORE
PRINCIPALE



ADMIN
Monsignore
IperF1 2008
IperUTENTE 2010
Briscola IperCafonica 2012
27/02/2013 15:08

Campagna elettorale

Ecco le proposte per il paese del Movimento 5 Stelle

In 10 punti, le proposte del Movimento 5 Stelle e gli effetti che avrebbero. 
Molti i temi economici fra cui il referendum sull'euro, via l'Imu sulla prima casa, i tagli ai costi della politica, sgravi per le piccole medie imprese 
ECCO i 163 GRILLINI AL DEBUTTO IN PARLAMENTO

1. Ristrutturazione del debito pubblico 

 La proposta. Il debito pubblico è per il M5S un cappio al collo che si stringerà sempre più senza ristrutturare il valore dei titoli di Stato che sono detenuti all'85,7% da banche, fondi, assicurazioni e altri investitori. Per Grillo bisogna diminuire gli interessi e diluire nel tempo la restituzione del capitale. 

Gli effetti. La ristrutturazione dei titoli di Stato con il taglio degli interessi e l'allungamento delle scadenze, unilateralmente o con la partecipazione degli investitori privati su base volontaria, equivale per il mercato e le agenzie di rating al default. È una macchia indelebile per l'affidabilità creditizia dello Stato che dopo la ristrutturazione perde l'accesso ai mercati e la fiducia degli investitori per anni interminabili. Il pagamento degli interessi è un onere che drena risorse all'economia e al sociale ma non pagarli integralmente e puntualmente significa cadere nel baratro.

2. Sostegno all'economia verde 

 La proposta. Il piano energetico si basa sulla green economy. Tra le proposte centrali, l'incentivazione della produzione distribuita di energia elettrica estendendo a tutte le fonti rinnovabili e alla microgenerazione diffusa la normativa del conto energia, vincolandola ai Kw riversati in rete nelle ore di punta. 


Gli effetti. Nelle strategie a sostegno della green economy le fonti rinnovabili sono chiamate a svolgere un ruolo importante, ma con giusta misura. Negli anni scorsi la cattiva gestione degli incentivi per le rinnovabili ha comportato extracosti energetici molto marcati determinati dalla componente A3 della bolletta. Si calcola un un costo di incentivazione di 10 miliardi l'anno, di cui 6,5 solo per il fotovoltaico, che ha innescato incrementi di 42 euro al megawattora. Sulle rinnovabili occorre dunque equilibrio, e capacità di farne derivare una filiera industriale italiana, finora quasi assente.

3. Tav, acqua e inceneritori 

 La proposta. Il lato del «signor no» di Beppe Grillo e del M5S viene fuori quando si parla di infrastrutture e di grandi opere. No alla Tav, no ai termovalorizzatori, sì al potenziamento del trasporto locale. Sul referendum per l'acqua è venuta fuori l'anima pubblicistica: bene comune ma anche difesa delle aziende pubbliche 

Gli effetti. Prestare attenzione alle piccole opere e alla manutenzione del territorio è un approccio positivo ma la logica del «piccolo è bello» può isolarci dall'Europa e lasciare le nostre reti a standard obsoleti. La realizzazione delle linee ad alta velocità libera binari anche per il trasporto locale (vedi Torino-Napoli): giusto chiedere un'attenzione maggiore al servizio pendolari e una maggiore selezione delle opere utili, ma i veti assoluti sulle infrastrutture bloccano il progresso del paese (e il Pil). La pubblicizzazione dei servizi pubblici locali in monopolio (compresa l'acqua) è un abbaglio che produce inefficienza

4. Stato e mercato 

 La proposta. Il movimento 5 Stelle vorrebbe impedire che le offerte di acquisto (Opa) siano ripagate indebitando le società acquisite, mettere un tetto allo stipendio dei manager delle quotate, abolire i monopoli di fatto come Telecom, Autostrade, Eni, Enel, Mediaset, Ferrovie 

Gli efffetti. In sintesi tutte le misure citate puntano a correggere le storture prodotte dal mercato. La strada è un maggiore interventismo dello Stato. Se il fine è condivisibile, il limite è nel fatto che le società quotate operano in un mercato globale e quei "monopoli di fatto" citati dal Movimento 5 Stelle ormai sono multinazionali che producono buona parte del fatturato all'estero. Il rischio? Mettere in fuga i pochi investitori che ancora scommettono sul mercato italiano. Forse basterebbe molto meno: ad esempio, far funzionare sul serio chi deve vigilare, come le Authority

5. Referendum sull'euro

 La proposta. Nei 20 punti per uscire dal buio, Grillo propone il referendum sulla permanenza nell'euro. È un tema ricorrente del Grillo-pensiero: l'euro affama il Paese, strangola le aziende, trasferisce ricchezza privata per ripagare il debito. Per questo M5S vorrebbe rinegoziare gli accordi Ue giudicati capestro. 

Gli effetti. Si può rimanere tranquillamente nella Ue senza rinunciare alla propria moneta, secondo Grillo, perché su 27 Stati aderenti alla Ue, 10 hanno mantenuto la loro divisa. Il punto è proprio questo: tornare indietro non si può, mentre è diverso il caso di chi non è mai entrato nell'euro. La lira non esiste più e ridenominare tutti i contratti in euro nella valuta nazionale equivale a un default di Stato, aziende, banche e famiglie. Per lo stesso motivo l'Italia non può cancellare unilateralmente gli impegni già presi nei Trattati (Fiscal compact, Six pack...) e nell'Unione monetaria.

6. Sgravi per le piccole e medie imprese 

 Per le Pmi il Movimento 5 Stelle ha raccolto le idee della base con un sondaggio online. Ai primi posti il pagamento dell'Iva solo a fattura incassata e gli sconti contributivi per assunzioni di giovani under 35. Per l'industria, si propone l'attribuzione del "made in Italy" solo alle aziende che producono in Italia 

Il pagamento dell'Iva per cassa è già previsto, con un limite di 2 milioni del volume d'affari che tiene conto dei vincoli Ue. Gli sconti contributivi ai giovani imprenditori andrebbero finalizzati, ad esempio per il Sud, per non incorrere in una bocciatura europea per aiuti di Stato. La norma "made in Italy" sulla manifattura parte dell'intento positivo di evitare la deindustrializzazione, ma un'applicazione radicale del principio avrebbe come effetto quello di penalizzare strategie espansive di aziende che hanno cervello e ricerca in Italia pur avendo diversificato la produzione in più sedi, anche all'estero.

7. Prima casa, via l'Imu e sì all'impignorabilità

 La proposta. Nei «20 punti per uscire dal buio» pubblicati a inizio febbraio dai 5 Stelle il Movimento di Beppe Grillo propone l'abolizione dell'Imu prima casa. E sempre a proposito di abitazione principale, i 5 Stelle propongono la sua impignorabilità. Sempre alla voce fisco si punta sulla riduzione dell'Irap sulle imprese 

Gli effetti. Il nodo da sciogliere è soprattutto quello delle possibili coperture. Dati sul gettito 2012 alla mano, per abolire l'Imu sulla prima casa servono 4 miliardi. Per l'Irap invece ogni riduzione di un punto sul costo del lavoro costa circa 2 miliardi. Per cancellarla interamente ne servirebbero invece oltre 33. Sulla riscossione l'obiettivo minimo per ridurre i poteri di Equitalia è l'impignorabilità della prima casa. Oggi per i ruoli oltre i 20mila euro il cittadino moroso può vedersi pignorare l'abitazione. Ma una norma che vieti la pignorabilità dovrà anche tener conto degli incassi persi nella lotta all'evasione.

8. Il reddito minimo di cittadinanza 

 La proposta. Il sussidio di disoccupazione garantito è una misura di welfare che intende ampliare la copertura di questo ammortizzatore sociale a tutti i lavoratori in caso di perdita dell'impiego. Per come è presentato va distinto dal reddito minimo di cittadinanza, misura assistenziale di carattere universalistico che in Italia non esiste 

Gli effetti. Non è stato specificato l'importo né la durata dell'assegno. Precedenti proposte simili (Boeri-Garibaldi 2007) partivano da un assegno di 600 euro al mese con un tetto massimo cumulato e una duration da definire. Il costo stimato è stato, in quel caso, compreso tra i 7 e gli 8 miliardi annui. L'effetto è duplice: difesa del reddito di platee più ampie di disoccupati e un incentivo a una maggiore mobilità sociale. Riguardo alle coperture si tratta di capire se la misura ha una natura assicurativa (è in parte coperta da contributi obbligatori) o è a carico della fiscalità generale. In quest'ultimo caso sono maggiori gli effetti redistributivi sui redditi

9. Costi della politica, abolizione delle province e dei rimborsi elettorali

 La proposta. È il pacchetto più corposo di interventi. Si parte con l'abolizione delle province e dall'accorpamento dei comuni con meno di 5mila abitanti e, passando per il tetto di 2 mandati per i parlamentari, si arriva all'abolizione dei rimborsi elettorali che Grillo vorrebbe fosse retroattivo.

Gli effetti. L'abolizione delle province comporterebbe la necessità di assegnare personale e funzioni a un altro livello di governo. Con il rischio di vanificare gran parte dei risparmi associati alla misura. Quanto all'abolizione dei rimborsi elettorali Grillo ha più volte detto che vorrebbe chiedere indietro almeno un miliardo dei 2,2 miliardi che i partiti hanno incassato negli ultimi 15 anni di attività. Il problema si porrebbe però per quelle forze politiche che hanno già cartolarizzato i rimborsi elettorali per gli anni a venire. Troppo generica appare la proposta di fissare uno stipendio medio nazionale da applicare anche ai parlamentari

10. Editoria, vendita di due canali Rai e abolizione dei contributi ai giornali

Gli effetti. La vendita di due reti Rai e l'abolizione della pubblicità sulla terza mette sul mercato 2 canali con i limiti di affollamento delle tv commerciali indebolendo gli altri media, ma libera le risorse commerciali della rete pubblica (in Francia non è andata alle tv commerciali). L'abolizione dei contributi pubblici, comunque da rivedere, rischia di ridurre il pluralismo dell'informazione, in un momento di grave crisi dei ricavi. L'asta delle frequenze è la via giusta ma 5 anni sono pochi per ammortizzarne i costi. La legge Gasparri, oggi nel Testo unico sui servizi media, ha articoli che ingessano il sistema, favorendo la concentrazione.

DOCUMENTI:

Fonte: Il Sole 24 Ore - 27 febbraio 2013


[Modificato da Etrusco 27/02/2013 15:22]

_________________


Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 03:15. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com

IperCaforum il forum degli ipercafoni e delle ipercafone