La gaffe di Silvio Berlusconi (l’ex Cavaliere ha detto sabato, a Milano,
alla presentazione delle liste di Forza Italia per le Europee che per i tedeschi i lager non sono mai esistiti), a giorni di distanza continua a far discutere, e i leader europei prendono via via posizioni sempre più decise.
Lunedì in tarda mattinata è intervenuta anche la Cancelliera: per lei quelle di Silvio Berlusconi sono «affermazioni talmente assurde che il governo tedesco non le commenta». Così ha risposto Steffen Feibert, il portavoce della Merkel, a una domanda in conferenza stampa a Berlino.
Poche ore prima era intervenuto anche Jean Claude Juncker, candidato del Ppe, e quindi anche di Forza Italia, alla Presidenza della Commissione Ue, che ha chiesto a Silvio Berlusconi «di scusarsi con i sopravvissuti all’Olocausto e con i cittadini tedeschi per le sue dichiarazioni».
polemiche da ogni schieramento, dunque, ma l’ex Cavaliere non ci sta e nel pomeriggio di lunedì ecco arrivare la sua replica: «Mi pare doloroso e spiacevole che la sinistra europea abbia compiuto l’ennesima speculazione, montando un caso su una mia frase, estrapolata dal contesto di un mio ragionamento sul candidato della sinistra Martin Schulz..».
Attacchi inaccettabili
Le parole di Berlusconi hanno fatto il giro dell’Europa e nel clima già incandescente da campagna elettorale, i candidati a Strasburgo non la lasciano passare sotto silenzio. «L’Italia è una grande nazione - ha spiegato Juncker - ma anche la Germania è una grande nazione. Tutti i 28 Paesi della Ue sono grandi nazioni. Nessuno ha il diritto di insultare gli amici e i partners della Ue. Nella politica europea non c’è spazio per dichiarazioni divisive che tradiscono i valori su cui la nostra Unione è fondata». E sull’Olocausto ha precisato: «Per tutti quelli che hanno la storia europea in mente , l’Olocausto, costato la vita a milioni di innocenti, non è un tema su cui ridere».
Gli attacchi di Berlusconi alla Germania «sono inaccettabili», ha continuato l’ex premier lussemburghese, ricordando che, «durante la crisi, la Germania, come molti altri Paesi membri Ue, ha dimostrato una solidarietà senza precedenti con i Paesi europei in difficoltà. Questi Paesi hanno anche loro preso misure senza precedenti e spesso dolorose per stabilizzare le loro economie e finanze pubbliche». Non si è trattato di «un processo facile, né per la Germania né per i Paesi in difficoltà - ha sottolineato Juncker - Le accuse unilaterali sono semplicemente inappropriate. La crisi ha svelato molto ferite, ora dobbiamo sanarle, non spargervi il sale sopra, come fa Berlusconi con le sue dichiarazioni». Per il candidato del Ppe alla presidenza della Commissione europea, è il momento di «riunire l’Europa, non di creare ulteriori divisioni».
La stampa tedesca
Anche la stampa tedesca è tornata sulle parole shock pronunciate da Silvio Berlusconi sui lager: quasi tutti i giornali riportano, ancora lunedì, le affermazioni del leader di FI. La “Sueddeutsche Zeitung” titola «più Italia meno Berlusconi», replicando allo slogan elettorale del partito Più Italia meno Germania. La “Frankfurter Allgemeine Zeitung” scrive invece «È tornato», sottolineando che Berlusconi nella campagna elettorale europea «agisce senza scrupoli come sempre».
Brunetta: Silvio è lungimirante
Sul fronte opposto, è Renato Brunetta a dare man forte all’ex Cavaliere, rilanciando: «Le dichiarazioni di Juncker sono esse sì incresciose, e purtroppo figlie di un triste calcolo elettorale: la paura cioè di perdere i voti della Merkel. Ora che anche Juncker si dimostra succubo di questa nouvelle vague prona alla Grande Germania, che ha impoverito il sud dell’Europa e ingrassato i conti delle banche tedesche, la posizione di Berlusconi appare più che mai lungimirante e realistica». Per il capogruppo di F.I. alla Camera, «Altro che scusarsi con tedeschi ed ebrei. Berlusconi non ha affatto scherzato sull’Olocausto, né accusato a vanvera un popolo che stimiamo e amiamo, ma ha dato voce a un timore serio e realistico dell’opinione pubblica non solo italiana», spiega Brunetta. «Oggi i leader tedeschi, al di là delle dichiarazioni di facciata, tendono per la loro personale ambizione, a rimuovere la memoria di quel che le pulsioni nazionalistiche ed egemoniche della Germania hanno storicamente sempre causato in Europa: e cioè invasioni, guerre e lutti», sottolinea.