Mondo di Mezzo : Mafia Capitale (Buzzi & Carminati)

Ultimo Aggiornamento: 10/03/2021 03:31
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09/12/2014 23:08

La cosa che fa indignare è che da 30 anni già si sapeva tutto, Mino Pecorelli lo uccisero perchè le aveva iniziate a scrivere sui giornali queste relazioni....
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Re:
Dom Pérignon, 09/12/2014 23:08:

La cosa che fa indignare è che da 30 anni già si sapeva tutto, Mino Pecorelli lo uccisero perchè le aveva iniziate a scrivere sui giornali queste relazioni....



Infatti! Mino Pecorelli sapeva troppo, e lo stato ha deciso di eliminarlo, come lui tanti altri, Dalla Chiesa,Falcone,Borsellino,se ti dissoci dall' ingranaggio il tuo posto è sotto terra.
Quando le cose devono andare in un certo senso, ci vanno e basta.
Arrivi a qualche dogana, ti guardano il documento e scherzando ti dicono" Italia? Mafia" paranoici.
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16/01/2015 12:42



Truffavano persino sugli abiti raccolti «per i poveri», ma rivenduti sulle bancarelle...










  • Roma, arresti per traffico illecito di rifiuti speciali

    I presunti affiliati all'organizzazione criminale ricevevano, trasportavano, cedevano e gestivano abusivamente ingenti quantitativi di rifiuti speciali



    rainews.it · 52 condivisioni · 14 gennaio 2015












  • Mafia Capitale e la Camorra truffavano anche sugli abiti «per i poveri»

    La magistratura muove contro il racket dei cassonetti per la raccolta dei vestiti usati, la connivenza della politica



    Giornalettismo · 136 condivisioni · 15 gennaio 2015










  • Riproduci video


    Traffico rifiuti, rivendevano in Africa abiti donati. Al vertice boss della camorra

    Ci sarebbe un boss della camorra al vertice dell’associazione criminale dedita al traffico di rifiuti speciali (indumenti usati, prodotti tessili e accessori di abbigliamento) smantellata dalla Poli



    Il Fatto Quotidiano · 46 condivisioni · 15 gennaio 2015







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16/01/2015 12:52



Roma, rifiuti speciali e abiti per i poveri: ecco l’ultimo scandalo di Mafia Capitale



Altri 13 arrestati e 4 indagati per traffico illecito di dimensione internazionale.
Al centro Buzzi: “Organizza i bandi e distribuisce il lavoro a finte onlus interfaccia della Camorra”
 
 


C’è anche l’ombra di mafia capitale - oltre che della camorra - sull’ultimo scandalo di Roma.
Stavolta il malaffare consiste nel traffico illecito di rifiuti speciali
e nella vendita in Tunisia degli abiti usati dei cassonetti gialli  
che dovrebbero invece essere destinati dalle cooperative alla gente bisognosa.
 

E nell’operazione della Direzione distrettuale antimafia e della squadra mobile - che ha portato all’arresto di 14 persone oltre a 4 indagati - spicca proprio il ruolo del re delle coop Salvatore Buzzi, arrestato per mafia capitale. Il braccio operativo dell’ex Nar Carminati stavolta non è indagato ma il gip Simonetta D’Alessandro, nelle 314 pagine dell’ordinanza, delinea il suo ruolo nell’attività illecita delle cooperative che spedivano gli abiti usati nel Nord Africa. Dal porto di Civitavecchia e da altri scali marittimi nazionali nel solo anno 2012, ne sono stati imbarcati quasi 3 milioni e mezzo di chili in 184 containers. 

Da un anno la squadra mobile di Roma, diretta da Renato Cortese, indaga sull’associazione a delinquere tra il Lazio, l’Abruzzo e la Campania per il trasporto e la vendita illegale degli abiti usati. E il gip scrive: «E’ Buzzi che organizza i bandi e distribuisce il lavoro alle finte onlus interfaccia della Camorra; è Buzzi, quindi, che manovra una massa di soggetti destinatari – suo tramite – di introiti fissi, e, nel caso del traffico dei rifiuti tessili, strumentali alla gestione di affari di insospettata dimensione internazionale». 

 La custodia in carcere è stata disposta per Sorgente Danilo; Monti Roberto; Cozzolino Pietro; Cozzolino Aniello; Paladino Giovanni; Guerra Emilio; Ocana Marcelo Rodolfo; Bifulco Michele; Achab Boutouchent. Ai domiciliari invece Sorgente Barbara; Marcelli Eleonora; Monti Piero ; Magliulo Nicola.  

Perquisizioni sono ancora in corso tra Roma, Napoli, Salerno.


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16/01/2015 13:20

Non c'è più religione e nemmeno la Caritas dietro questi cassonetti... [SM=x44471]

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16/01/2015 20:15

Si attaccano pure all'elemosina per i poveri [SM=x44463]
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04/06/2015 20:12

Mafia Capitale, le mani di CL sul business degli immigrati.
Odevaine: “Comunione e Liberazione finanzia Alfano e Lupi”




In una intercettazione l'ex componente del Tavolo di coordinamento nazionale insediato al ministero dell'Interno spiega nei dettagli come è nato il grande affare dei migranti ospitati nel Cara di Mineo.
L'intercettazione: "Si ... stanno proprio finanziando ... sono tra i principali finanziatori di tutta questa ... questa roba si ... e Lupi è ... ... e si sta dentro ... Lupi ... e infatti è il Ministro del ... .del coso ... delle Opere Pubbliche ..."

Parlava senza timori Luca Odevaine. Lunghissime conversazioni con i suoi uomini più fidati, sicuro che nessuno lo potesse ascoltare all’interno degli uffici della fondazione Integrazione.
È il 21 marzo 2014, nel pieno dell’inchiesta Mafia Capitale che lo ha portato agli arresti lo scorso dicembre e che oggi ha avuto il suo seguito con 44 arresti. Dopo aver incontrato alcuni esponenti della cooperativa “bianca” La Cascina – vicina a Comunione e Liberazione – Odevaine (componente del Tavolo di coordinamento nazionale insediato presso il ministero dell’Interno) spiega nei dettagli come è nato il grande affare dei migranti ospitati nel Cara di Mineo, oggi al centro del secondo troncone dell’inchiesta romana. “Li ho conosciuti quando c’è stata la prima gara” racconta a Stefano Bravo, il suo commercialista di fiducia, riferendosi al management del gruppo dell’imprenditoria cattolica oggi colpito da diversi arresti e perquisizioni.

Il Centro per migranti di Catania – un ex residence costruito per ospitare i rifugiati sbarcati nelle coste siciliane – era stato inizialmente affidato alla Croce Rossa (“senza gara, senza niente – specifica Odevaine intercettato dai carabinieri del Ros – la moglie di Letta (Gianni, ndr) è presidente della Croce Rossa Lombardia”). Quando il politico romano inizia ad occuparsi dell’affare migranti in Sicilia in rappresentanza del governo per la gestione dell’emergenza rifugiati c’era l’attuale prefetto di Roma Franco Gabrielli, che – secondo Odevaine – lo avrebbe contattato: “Me dice: senti Luca… prendite un attimo ‘ste carte – si legge in una intercettazione ambientale contenuta nell’ordinanza di custodia cautelare eseguita oggi – guarda un attimo perché secondo me questa cosa (la gestione del Cara di Mineo, ndr) costa ‘no sproposito”. Andava presa una decisione, spiegava Odevaine al commercialista Stefano Bravo, per ottimizzare la spesa. Ed ecco che con parole chiarissime Odevaine spiega come – secondo la sua versione – si sono svolti i fatti:
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Luca Odevaine: (Gabrielli, ndr) …va a parlare con Letta torna e dice “…facciamo la gara…” … (si mettono a ridere) … e mi fa “ma te te la senti de fa la gara?… ” … “e me la sento Franco … eh ci provo … lo faccio … che ne so … vado giù e vedo com’è…” … per cui alla fine andai giù … l’aria non era proprio delle migliori … però detto questo … praticamente venne nominato sub-commissario … eh del commissario Gabrielli … il Presidente della Provincia di Catania … che era anche Presidente dell’UPI … Giuseppe Castiglione (sottosegretario all’agricoltura, del Ncd, che, secondo notizie dello scorso marzo, risulterebbe indagato), ndr… il quale … quando io ero andato giù … mi è venuto a prendere lui all’aeroporto … mi ha portato a pranzo … arriviamo al tavolo … c’era pure un’altra sedia vuota … dico eh “chi?” … e praticamente arrivai a capì che quello che veniva a pranzo con noi era quello che avrebbe dovuto vincere la gara (ride)…

Il seguito della conversazione entra nel vivo della vicenda Cara di Mineo. Odevaine spiega al commercialista il passo successivo, il contatto con il mondo della cooperazione cattolica. Nel seguito dell’intercettazione escono nomi di altro profilo (che non risultano indagati):

Luca Odevaine: ne parlo con questi dell’Arciconfraternita a Roma … con cui ho sempre lavorato qui al di Comune di Roma … e sò quelli che gestiscono il centro quello di Boccea … che il Comune gli ha affidato e tutto quanto … che c’aveva la capacità di farlo … e loro nel frattempo si erano appunto … fusi con la Cascina … per cui ho conosciuto loro gliel’ho presentati a Castiglione … e poi è nato questo … peraltro è nato e si è sviluppato poi per altri aspetti … perché loro adesso … Castiglione si è avvicinato molto a Comunione e Liberazione, insieme ad Alfano e adesso loro … Comunione e Liberazione di fatto sostiene strutturalmente tutta questa roba di Alfano e del Centro Destra …inc… Castiglione …

Stefano Bravo: Comunione e Liberazione appoggia Alfano?

Luca Odevaine: si … stanno proprio finanziando … sono tra i principali finanziatori di tutta questa …

Stefano Bravo: apposta regge …

Luca Odevaine: questa roba si … e Lupi è ... (si accavallano le voci) … e si sta dentro … Lupi … (si accavallano le voci) … e infatti è il Ministro del … .del coso … delle Opere Pubbliche …

Stefano Bravo: e si Infrastrutture …

Luca Odevaine: Infrastrutture eh … e Castiglione fa il sottosegretario … all’Agricoltura … però … ed è il loro principale referente in Sicilia … cioè quello che poi gli porta i voti … perché poi i voti loro …inc… ce li hanno tutti in Sicilia … per cui diciamo … io gli ho messi insieme … e si è strutturata questa roba … e dopo di che … abbiamo fatto questa cosa di Mineo … e la prima gara … io ho fatto il Presidente della Commissione … e … poi c’è stata una seconda gara … e poi adesso questa è la terza praticamente … gara che si fa … e in tutte e tre io ci so stato in Commissione …

Il nome dell’Arciconfraternita citato da Odevaine conta molto in ambito romano. Fondata nel 1571, l’Arciconfraternita del S.S. Sacramento e di S. Trifone era già stata citata nelle carte del primo troncone dell’inchiesta Mafia Capitale.
Lo scorso dicembre il cardinale vicario per la diocesi di Roma Agostino Vallini aveva assicurato che la Curia romana nulla aveva a che vedere con i sospetti caduti sull’associazione ecclesiastica: “L’abbiamo sciolta. Abbiamo mandato una visita apostolica nel 2010”. Il racconto di Odevaine – in stretto contatto con la dirigenza – è però differente:

Luca Odevaine: allora io ti spiego com’è la questione … c’è stata una fusione tra … questi due gruppi ... diciamo così … uno che è la Cascina … e l’altro … ovviamente il più piccolo … che è … adesso si chiama Domus Caritatis … che in realtà … prima era eh … l’Arciconfraternita del Santissimo Trifone … una roba del genere si chiama … che sostanzialmente era … diciamo così il braccio operativo del Vicariato …

Dunque più che sciogliersi l’Arciconfraternita romana era entrata nella sfera della cooperativa La Cascina, legata al movimento Comunione e Liberazione.
Un fatto che – se confermato – mostrerebbe quanto forte sia l’alleanza tra il Vicariato e CL. Almeno negli affari sui migranti. La lunga spiegazione di Odevaine prosegue, entrando nel vivo della questione: le presunte mazzette pagate dalla Cascina per aggiudicarsi l’appalto del Cara di Mineo.

Luca Odevaine: … allora su Mineo … con loro … abbiamo stabilito … avevamo stabilito … loro mi davano … su Mineo … 10.000 euro al mese … come … diciamo così … contributo … anche perché qui c’ho … assunta qualche persona … figli de … de dipendenti del ministero … insomma … eh … però siccome 10.000 euro … insomma erano stati stabiliti all’inizio … mò abbiamo raddoppiato …

Parole che i magistrati avrebbero riscontrato nel corso delle indagini, tracciando il flusso di soldi dalla coop La Cascina alle casse gestire da Odevaine. Presunte tangenti finite – secondo gli investigatori – lontani da Roma, verso il Venezuela.

di Andrea Palladino | 4 giugno 2015 - Il Fatto Quotidiano
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04/06/2015 20:26

Mafia Capitale, la Procura: "Rubano tutti". Gli arresti posticipati per non influenzare il voto delle regionali (FOTO,VIDEO)
Claudia Fusani, L'Huffington Post
Pubblicato: 04/06/2015 13:58 CEST Aggiornato: 4 ore fa


"Rubano tutti, ecco il filo rosso di questa seconda parte dell'inchiesta....". A piazzale Clodio, sede della procura capitolina, il procuratore Pignatone non riceve i giornalisti e tutti i pm coinvolti, l'aggiunto Prestipino, i pm Luca Tescaroli, Giuseppe Cascini e Paolo Ielo, declinano gentilmente dichiarazioni e commenti.

"Rubano tutti" resta l'amara constatazione dopo mesi di indagine e dopo aver riscontrato le dichiarazioni a verbale di numerosi manager e imprenditori che hanno spiegato "il sistema di potere trasversale ad ogni partito e maggioranza" che ha gestito ogni affare nella Capitale almeno negli ultimi dieci anni.

Proprio per questa trasversalità, è stato chiaro a tutti che la seconda parte di Mafia capitale avrebbe avuto ricadute pesanti nelle settimane prima del voto già infuocate da una campagna elettorale durissima. "Abbiamo ritenuto necessario, per non influire sul voto, attendere la chiusura delle urne prima di procedere agli arresti" afferma una fonte in procura. Lo dimostrano le date: la richiesta della procura risale a marzo, l'ordinanza è stata firmata il 29 maggio, venerdì, quando già imperversava sul voto la lista dell'Antimafia. Attendere qualche giorno non avrebbe cambiato nulla. E così è stato deciso.

Se in Mafia capitale parte Prima è stato protagonista Il sistema delle cooperative rosse che faceva capo a Salvatore Buzzi, nella parte Seconda la parte del leone la fanno le cooperative bianche. Al centro di molti passaggi dell'ordinanza lunga 500 pagine c'è infatti La Cascina, cooperativa bianca che fa riferimento a Comunione e Liberazione.

Tra i 44 arresti di questa mattina per corruzione e concussione aggravati dalla modalità mafiosa, anche Menolascina, manager della cooperativa.
Secondo l'accusa, la cooperativa garantiva un premio mensile di 10 mila a Luca Odevaine in quanto il tecnico che garantiva, dal tavolo nazionale per l'emergenza immigrazione, la gestione degli appalti per i centri profughi e immigrati. Una volta che La Cascina ha ottenuto l'appalto del Cara di Mineo (7 aprile 2014), il premio per Odevaine è stato raddoppiato (20 mila euro mensili). La cooperativa è emersa anche in un'altra delicata inchiesta del Ros dei Carabinieri: quella che ha portato in carcere Ettore Incalza, il super direttore generale del ministero delle Infrastrutture, e ha costretto alle dimissioni l'ex ministro Lupi (che non è mai stato indagato).
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09/06/2015 23:51

Allora nella giunta di MARINO figuravano i da lui NOMINATI (eletti con voti di delinquenti):

1. Ozzimo (PD), ex-assessore alla casa, arrestato
2. Coratti (PD), ex-presidente dell'assemblea capitolina, arrestato
3. Pedetti (PD), presidente commissione patrimonio Comune di Roma, arrestato
4. Tassone (PD), ex-presidente Municipio Ostia, arrestato
5. Caprari, (Centro Democratico, maggioranza con Marino), consigliere comunale, arrestato

E LUI PARLA DI "PULIZIA" E DICE "ERANO CRIMINALI NOI PULIAMO TUTTO"

Roma ha perso il senso della VERGOGNA.
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Re:
Dom Pérignon, 09/06/2015 23:51:

Allora nella giunta di MARINO figuravano i da lui NOMINATI (eletti con voti di delinquenti):

1. Ozzimo (PD), ex-assessore alla casa, arrestato
2. Coratti (PD), ex-presidente dell'assemblea capitolina, arrestato
3. Pedetti (PD), presidente commissione patrimonio Comune di Roma, arrestato
4. Tassone (PD), ex-presidente Municipio Ostia, arrestato
5. Caprari, (Centro Democratico, maggioranza con Marino), consigliere comunale, arrestato

E LUI PARLA DI "PULIZIA" E DICE "ERANO CRIMINALI NOI PULIAMO TUTTO"

Roma ha perso il senso della VERGOGNA.



Vedi Dom, se quei 5 nomi che hai fatto sarebbero in qualche paese agitato del medio-oriente, gli avrebbero già tagliato la capocchia.
Questi 5 quà invece, trà 3 anni qui in Italia saranno ancora in mezzo ai coglioni nella politica. Marino mica Marino, questa è gente che teniamo in piedi noi.
Nella Rivoluzione Francese a Parigi, con tutte le teste che vennero tagliate, si formarono le pozze di sangue in giro, da far scoppiare le malattie.
Ricordiamoci che la Rivoluzione Francese scoppiò perchè il popolo aveva fame, e li' che magnavano c'erano solo i ricchi e i farabutti.
Legalitè? qui di legale non c'è un c....!!!!
[Modificato da pliskiss 10/06/2015 00:12]
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Re: Re:
pliskiss, 10/06/2015 00:08:



Vedi Dom, se quei 5 nomi che hai fatto sarebbero in qualche paese agitato del medio-oriente, gli avrebbero già tagliato la capocchia.
Questi 5 quà invece, trà 3 anni qui in Italia saranno ancora in mezzo ai coglioni nella politica. Marino mica Marino, questa è gente che teniamo in piedi noi.
Nella Rivoluzione Francese a Parigi, con tutte le teste che vennero tagliate, si formarono le pozze di sangue in giro, da far scoppiare le malattie.
Ricordiamoci che la Rivoluzione Francese scoppiò perchè il popolo aveva fame, e li' che magnavano c'erano solo i ricchi e i farabutti.
Legalitè? qui di legale non c'è un c....!!!!




Plis, in Italia ancora stiamo troppo bene: è vero che le fasce di povertà stanno aumentando, ma sono ancora molti i benestanti, per modo di dire, perchè si accontentano di calcio e Playstation o di qualche giretto fuoriporta con la famiglia la domenica...

Il sistema politico italiano purtroppo è basato su quello che sta venendo a galla in quest'indagine romana: ogni mese arrestano nuovi politici e dirigenti... Spero che prima o poi vengano cambiate le leggi in modo da tenere lontano dai posti di comando i poco di buono [SM=x44464]

Per sdrammatizzare, ridiamoci sopra:


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Re: Re: Re:
Etrusco, 11/06/2015 11:13:




Plis, in Italia ancora stiamo troppo bene: è vero che le fasce di povertà stanno aumentando, ma sono ancora molti i benestanti, per modo di dire, perchè si accontentano di calcio e Playstation o di qualche giretto fuoriporta con la famiglia la domenica...

Il sistema politico italiano purtroppo è basato su quello che sta venendo a galla in quest'indagine romana: ogni mese arrestano nuovi politici e dirigenti... Spero che prima o poi vengano cambiate le leggi in modo da tenere lontano dai posti di comando i poco di buono [SM=x44464]

Per sdrammatizzare, ridiamoci sopra:





Caro Etrusco, il problema è che x cambiare le leggi, ci sono sempre di mezzo loro.
Stò bene, non mi manca niente, male che vada mi faccio qualche mese di galera, male che vada restituisco una parte di soldi rubati, faccio parte di un partito che la gente ci crede, se non rubo rubano gli altri,siamo tutti d'accordo! rossi,bianchi,verdi,blu, neri,gialli!!
MA CHI E' CHE SI METTE IN BALLO X CAMBIARE LE LEGGI? io non lo farei! e sono convinto che chi viene dopo di me, non lo fà!! [SM=x44458]

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11/06/2015 15:43

Re: Re: Re: Re:
pliskiss, 11/06/2015 12:32:



Caro Etrusco, il problema è che x cambiare le leggi, ci sono sempre di mezzo loro.

MA CHI E' CHE SI METTE IN BALLO X CAMBIARE LE LEGGI? io non lo farei! e sono convinto che chi viene dopo di me, non lo fà!! [SM=x44458]





Se aspettiamo che le cambiano loro stiamo freschi! [SM=x44452]
Grazie a queste leggi loro rubano alla grande e nei rari casi in cui beccano qualcuno sconta pene minime, ridicole e si tiene pure tutto il malloppo dopo [SM=x44472]

è come la storia di Their quando scommise di tagliarsi le palle, lui perse, ma dovendosele tagliare da solo trovò mille scuse per rimandare e alla fine non se ne fece nulla [SM=x44455]
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11/06/2015 16:41

Dopo aver visto la posizione della segretaria di Marino, con quelle sue intercettazioni, penso che sia compromessa anche la posizione del Sindaco...
e se lui davvero era all'oscuro di tutto sarebbe meglio rimuoverlo comunque per totale incoscienza e incapacità a capire le situazioni e persone di cui si circonda...
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Re:
Arcanna Jones, 11/06/2015 16:41:

Dopo aver visto la posizione della segretaria di Marino, con quelle sue intercettazioni, penso che sia compromessa anche la posizione del Sindaco...
e se lui davvero era all'oscuro di tutto sarebbe meglio rimuoverlo comunque per totale incoscienza e incapacità a capire le situazioni e persone di cui si circonda...



Arcanna, ma io mi chiedo? solo in Italia succedono situazioni cosi', Marino si Marino no, questo è il primo cittadino di Roma, e si stà li a menar il can x l'aia, in un altro paese veniva se non arrestato radiato.
Torniamo al discorso di Etrusco sulle leggi, questo sta li' perchè politicamente sta bene li, non ci sono motivi di accusa però lui sapeva tutto, qui si fà quello che si vuole.
Basta vedere la storia dello zingaro che ha fatto una mezza strage con la macchina, ora è libero perchè......! no no! non và bene, trà un pò succede un macello! [SM=x44463]
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01/08/2015 11:35

Mafia Capitale sta al PD (renziano e non-renziano) come Mani Pulite alla DC e al PSI craxiano?

ARTICOLO DE "IL FATTO QUOTIDIANO" DEL 31 LUGLIO 2015 - rubrica Giustizia & Impunità

TITOLO - Mafia capitale, Buzzi parla: “Politici famelici, mai pagato così tanto il PD”

SOTTOTITOLO - Secondo l'esclusiva del tg di La 7, Buzzi avrebbe già sostenuto cinque interrogatori in carcere, due a giugno e tre a fine luglio



I politici romani? Famelici. Il PD? “Mai pagato così tanto prima d’ora”. L’ex amministratore delegato di Ama Franco Pansironi? Famelico e vendicativo. Comincia a parlare Salvatore Buzzi, uno dei massimi esponenti di Mafia capitale, insieme a Massimo Carminati, secondo la procura di Roma.

Secondo l’esclusiva del tg di La 7, Buzzi avrebbe già sostenuto cinque interrogatori in carcere, due a giugno e tre a fine luglio, per difendersi dall’accusa di associazione di stampo mafioso, e raccontare ai magistrati una serie di particolari sulla corruzione ai politici della Capitale.

“Il palazzo della provincia all’Eur, comprato da Zingaretti prima della costruzione? Secondo Odevaine presero soldi il capo di gabinetto Maurizio Venafro, il segretario generale Cavicchia e Peppe Cionci per Zingaretti“. Cionci, è l’imprenditore che aveva raccolto soldi per le campagne elettorali di Zingaretti e di Ignazio Marino: per Buzzi sarebbe coinvolto anche “nella gara per il calore (l’energia negli ospedali del Lazio ndr), un appalto da un miliardo e duecento milioni oggetto di una spartizione millimetrica”. Ma Buzzi va oltre: racconta di avere dato 22 mila euro all’ex capogruppo del PD in consiglio comunale Francesco D’Ausilio, ma anche il capogruppo PDL Gramazio.

L’ex presidente del consiglio comunale Coratti, invece, avrebbe detto a Buzzi: “”Il cda Ama è roba nostra ci devi pagare”. “Erano famelici – spiega Buzzi ai pm – noi non il PD non l’avevamo mai pagato in questo modo. Sempre finanziato volontariamente in campagna elettorale ma così mai, il capogruppo del PD Fabrizio Panecaldo era insistente, Nieri ha fatto assumere 4 persone “. “L’ex presidente del municipio di Ostia, Andrea Tassone – invece – ci ha chiesto 26 mila euro per l’appalto delle potature e 6 mila per la spiaggia”. L’ex ad di Ama Pansironi, invece, viene descritto da Buzzi non solo come famelico, ma anche “vendicativo”. “Ci fece togliere l’appalto sui cimiteri che avevamo già vinto: lui raccoglieva anche per la fondazione Nuova Italia di Alemanno“.

A giugno Buzzi voleva patteggiare una condanna a tre anni e sei mesi, ma la procura si era opposta: le ammissioni messe a verbale potrebbero essere sintomo della volontà di trovare un accordo con gli inquirenti.

MIO COMMENTO PERSONALE: vuoi vedere che Mafia Capitale sta al PD (renziano e non-renziano) come Mani Pulite alla DC e al PSI craxiano nei primi anni novanta? Chissà!
[Modificato da Robert - W la... foiga! 01/08/2015 11:36]

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02/08/2015 22:58

Non penso che confermerà queste sue parole durante un processo, penso che stia minacciano di parlare per dare una smossa e accelerare la sua liberazione...

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09/08/2015 13:39

TITOLO - “LIBERO” INFILA IL SOSPETTO CHE I PM ABBIANO L’ORECCHIO “SELETTIVO” SULLE PAROLE DI BUZZI: “NON FA QUELO CHE I PM GLI CHIEDONO PER CONSIDERARLO CREDIBILE: ACCUSARE ALEMANNO. E QUANDO PARLA DI MARINO E VELTRONI O CITA LA GIUNTA MARRAZZO, LE TOGHE PREFERISCONO CAMBIARE ARGOMENTO”

SOTTOTITOLO - “I magistrati sono certi che Alemanno sia stato corrotto e a riprova citano sms e intercettazioni, oltre che le dichiarazioni di Franco Panzironi. Per gli inquirenti la sua difesa a oltranza di Alemanno (e in parte del suo compare Massimo Carminati) servirebbe a dribblare l'incriminazione per mafiosità”

ARTICOLO DI DAGOSPIA DEL 9 AGOSTO 2015 - ORE 12:20



I magistrati di Mafia Capitale non credono a Salvatore Buzzi (sopra nella foto), il ràs delle coop rosse romane, perché lo ritengono reticente. Nei suoi cinque interrogatori balneari Buzzi è debordante, accusa tutto e tutti. Ma non fa quello che i pm gli chiedono per considerarlo credibile: accusare l'ex sindaco di Roma Gianni Alemanno. Buzzi, però, come Claudio Gentile ai Mondiali del 1982 alza un muro e non si passa. Ogni tanto butta lì i nomi di altri sindaci romani, da Ignazio Marino a Walter Veltroni (non indagati), cita anche la giunta Marrazzo, ma le toghe preferiscono cambiare argomento.

Quella tra Buzzi e i magistrati Michele Prestipino e Paolo Ielo inizia come una partita a scacchi, ma si trasforma in duello rusticano. I magistrati sono certi che Alemanno sia stato corrotto e a riprova citano sms e intercettazioni, oltre che le dichiarazioni di Franco Panzironi, ex segretario della fondazione di Alemanno Nuova Italia e boiardo municipale. Buzzi cerca di non far sembrare strampalata la sua versione.

Per gli inquirenti la sua difesa a oltranza di Alemanno (e in parte del suo compare Massimo Carminati) servirebbe a dribblare l'incriminazione per mafiosità. A giugno Buzzi ha ricordato gli iniziali rapporti tesi con l'ex sindaco, nemico delle coop sociali, e una successiva cena della pace: «Da quel momento i rapporti con Alemanno non sono stati più negativi». Secondo Panzironi quel cambio di atteggiamento ebbe un prezzo: centinaia di migliaia di euro che Buzzi avrebbe consegnato ad Alemanno e al suo assessore all'ambiente Marco Visconti.

Buzzi ammette solo i pagamenti cash a Visconti, che gli avrebbe chiesto riservatezza: «Perché se poi lo sa Alemanno...». Il sillogismo del cooperatore è il seguente: «Quindi io qui c' ho la prova indiretta che Alemanno non sapeva che questo acchiappasse i soldi in nero perché non voleva che si sapesse in giro». I magistrati gli fanno notare che, attraverso Panzironi, quel denaro affluiva anche alla fondazione del primo cittadino. Ma l'uomo delle coop ha la risposta pronta: «Io gli dissi (a Panzironi ndr): "Ma tu ad Alemanno glieli dai 'sti soldi?" e lui: "Ma chi se l'incula!". Lui aveva un' opinione pessima di Alemanno, ne parlava malissimo».

Il pm Ielo lo incalza: «Scusi, ma visto questi ottimi rapporti che lei aveva con Alemanno non glielo diceva che lei dava i soldi a Panzironi e alla fondazione di Alemanno per gli appalti di Ama?». La replica è secca: « Non glielo dicevo». A questo punto Buzzi prova ad assimilare i rapporti con l'ex sindaco del Pdl a quelli con Veltroni. Il magistrato lo interrompe: «Lasciamo perdere Veltroni, ne parliamo dopo».

In realtà nei cinque interrogatori il nome dell'ex segretario Pd compare solo en passant e quando i pm chiedono se l'esponente Pd abbia fatto qualcosa per loro, la risposta di Buzzi è: «Assolutamente no, c' avremo parlato tre volte con Veltroni. Però c' è una cooperativa che ha finanziato il sindaco nella campagna elettorale». Infatti Buzzi assicura di aver donato a Veltroni 150 milioni di vecchie lire per la prima candidatura. I magistrati non battono ciglio e questa volta accettano di buon grado la versione di Buzzi. Sebbene il vice capo di gabinetto di Veltroni, Luca Odevaine, sia uno dei personaggi più coinvolti nell'inchiesta.

Gli inquirenti sono ancora più magnanimi con l'ex sindaco Francesco Rutelli, sotto la cui giunta le coop di Buzzi iniziano la loro scalata nel municipio capitolino. I pm non sembrano interessati all'argomento e non fanno neppure una domandina sul breve impiego del figlio di Rutelli in una delle aziende di Buzzi e sulle intercettazioni legate a quella vicenda. All'epoca, quando la notizia apparve sui giornali, Rutelli fu lapidario: «Uno dei nostri figli ha voluto occuparsi dell'accoglienza immigrati, ma non ho mai parlato con nessuno. Non conosco le coop, querelerò chiunque accosti il mio nome alla vicenda». Evidentemente agli inquirenti tanto è bastato.

Le toghe hanno altri legittimi interessi, vogliono capire perché Alemanno avrebbe dovuto aiutare in modo disinteressato Buzzi a incassare alcune fatture presso una municipalizzata. «Lo ha fatto perché eravamo amici. Gli avevo finanziato tutta la campagna elettorale (…) perché era nato un rapporto di amicizia». Ielo sbotta: «Il rapporto di amicizia non mi interessa...». I magistrati citano una telefonata in cui Buzzi dice «noi c' avevamo Alemanno». Per i pm è un'«affermazione credibile»: «Lei lì, in quelle intercettazioni lì, dice che si compra Alemanno».

Buzzi non ci sta: «Ma no... ma allora che ci siamo comprati Marino! (…) Lei c' ha la mia agenda, no, veda; cioè io c' ho pure il cellulare de Marino, c' ho il cellulare de Alemanno, c' ho il cellulare de Zingaretti». Ielo si autodefinisce un «provincialotto», ma gli dice di non capire perché Buzzi, uomo di sinistra, dovesse finanziare Alemanno, uomo di destra. «Il sindaco si finanziava a prescindere dal colore (…) è meglio averceli amici che nemici, no?» è la replica di Buzzi.

Nei vari interrogatori i magistrati si concedono pure qualche divagazione sulla giunta Marino per poi ritornare all'argomento principale. Non capiscono perché la 29 giugno non dovesse risultare tra i finanziatori della fondazione di Alemanno e Buzzi ha pronta la giustificazione, la stessa che gli avrebbe fornito Panzironi: «Mi disse che era meglio che non si sapeva perché noi eravamo di sinistra e loro erano di destra».

Agli inquirenti risulta altrettanto oscuro il motivo per cui Buzzi non si sia vantato dei suoi cospicui contributi con l'ex sindaco: «Noi non c' avevamo nessun interesse a dire ad Alemanno che Panzironi prendeva i soldi perché rischiavo di litigare con tutti e due, perché Panzironi ovviamente avrebbe negato (…) È come se io so che un mio amico c' ha una moglie poco... che va con un altro, glielo vado a di' all'amico mio che la moglie gli mette le corna? Non glielo direi».

Le argomentazioni di Buzzi non convincono l'accusa e Prestipino perde la pazienza: «Noi prendiamo atto della sua spiegazione e rimaniamo sul punto che non ci convince e dopodiché andiamo a un altro argomento». Buzzi sembra spiazzato: «Ci rimango male umanamente, ci rimango male. (…) ho detto delle cose su Carminati che nemmeno le sapevate, che è quello che... io sto a difende' Alemanno? Ma se sapessi qualcosa, ma che cazzo me ne frega?! (…) mi hanno aggredito pure in carcere, sto in isolamento e vengo a difende' Alemanno quando accuso Carminati?».

I magistrati non si lasciano convincere dalla versione di Buzzi sui suoi rapporti con Alemanno: «Questa è una delle questioni su cui lei, a giudizio di questo ufficio, non è credibile. Non è credibile che lei dia quasi un milione di euro a Panzironi, parte dei quali vanno nella Fondazione di Alemanno...» lo gela Ielo. «Stiamo parlando di tutti questi soldi e non è credibile che Alemanno le faccia tutti questi favori o le prometta tutti questi interventi senza che sappia il fatto che lei dà tutta quella grana a Panzironi».

Buzzi ribadisce il suo concetto: «Io sto collaborando, le sto dicendo delle cose che lei nemmeno pensava. (…) Ma a me che cazzo me ne frega di Alemanno nella situazione in cui sto!». E così, alla fine, i pm non riescono in nessun modo a strappargli lo scalpo dell'ex sindaco. Scontro negli interrogatori di Mafia Capitale Buzzi vuole parlare di Veltroni ma ai pm interessa solo Alemanno.

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09/08/2015 22:29

Robert, fai attenzione!

Prima di aprire una nuova discussione controlla se ce ne son altre già aperte sull'argomento e continua lì anzichè aprire nuovi 3D.

In questo caso c'erano ben due altre discussioni, poi costringi i moderatori al lavoro di unione threads e non abbiamo tempo.
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09/01/2016 15:40

Ecco perchè il PD non vuole mettere in servizio le nuove carceri appena finite di costruire, perchè più posti liberi ci sono e più aumentano le probabilità che gli Onorevoli del Partito Democratico finiscano al gabbio!


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