Lista con sorpresa per il Partito Democratico. Nell’elenco dei 17 nomi la lista dei candidati “impresentabili” alle elezioni regionali del 31 maggio, resa nota dalla Commissione parlamentare Antimafia presieduta da Rosy Bindi, c’è anche quello di Vincenzo De Luca, candidato del centrosinistra alla presidenza della Campania sul quale pende la spada di Damocle della legge Severino. Una sorpresa per il Pd, e in primis per Matteo Renzi che nei giorni scorsi prevedeva: “Nessuno del Pd tra gli impresentabili”. “Mai visto dibattito così autoreferenziale e lontano dalla realtà – scriveva ancora questa mattina il premier nella sua Enews – nessuno di loro verrà eletto”. “Denuncio la Bindi per diffamazione“, la prima reazione di De Luca, che sfida la presidente della commissione Antimafia a “un dibattito pubblico per sbugiardarla”, fanno sapere dal suo staff.


Impresentabili in Campania: c’è anche Sandra Mastella
Secondo la Commissione, che ha presentato i risultati del proprio lavoro in una conferenza stampa poco dopo le 14,30 al termine dell’Ufficio di presidenza e della seduta plenaria della Commissione, sono 13 e tutti campani i candidati impresentabili alle Regionali, oltre ai 4 pugliesi i cui nomi sono trapelati nei giorni scorsi. Ecco i nomi: il candidato presidente del Pd Vincenzo De Luca, Antonio Ambrosio di Forza Italia, Luciano Passariello di Fratelli d’Italia, Sergio Nappi di ‘Caldoro presidente’, Fernando Errico di Ncd, Alessandrina Lonardi di Forza Italia, Francesco Plaitano di Popolari per l’Italia, Antonio Scalzone e Raffaele Viscardi entrambi di Popolari per l’Italia, Domenico Elefante di Centro democratico-Scelta civica, Biagio Iacolare dell’Udc, Carmela Grimaldi della lista Campania in rete e Alberico Gambino della lista Meloni Fdi. Tra questi, dunque, ci sono anche il candidato del centro sinistra in Campania, sulla cui candidatura pende la spada di Damocle della legge Severino, e Sandra Lonardo, moglie dell’ex ministro Clemente Mastella. “Si sa benissimo per quale motivi sono stati inseriti nelle liste – ha spiegato la presidente della Commissione – perché portano voti, forse proprio perché sono impresentabili”.

La reazione dei renziani: “Bindi viola la Costituzione”
Immediato scatta il fuoco di fila dei renziani. Il primo a commentare la pubblicazione della lista è Ernesto Carbone: “Bindi sta violando la Costituzione, allucinante che si pieghi la commissione antimafia a vendette interne di corrente partitica”, scrive su Twitter il componente dell’Antimafia. “La commissione Antimafia non può essere usata per vendette politiche. È uno strumento troppo importante, non può essere svilito così #Bindi”, scrive su Twitter il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone, indagato nello scandalo delle spese pazze in Sicilia. “De Luca, secondo la legge, è presentabile, tanto che lo abbiamo candidato. E i campani si sono espressi a suo favore attraverso le primarie. Le sentenze le danno i magistrati“, il commento del presidente del Pd, Matteo Orfini., che aggiunge: “L’iniziativa della presidente della commissione Antimafia ci riporta indietro di secoli, quando i processi si facevano nelle piazze, aizzando la folla”.

Renzi minimizzava: “Dibattito lontano dalla realtà”
Poche ore prima della pubblicazione della lista Matteo Renzi minimizzava: “Mai visto dibattito così autoreferenziale e lontano dalla realtà” come quello sui candidati “impresentabili”, scrive il premier scrive nella sua Enews. “Perché sono pronto a scommettere che come tutti sanno ma nessuno ha il coraggio di dire nessuno di loro – nessuno! – verrà eletto. Sono quasi tutti espressioni di piccole liste civiche”. Lo stesso Renzi ieri era tornato a difendere Vincenzo De Luca, candidato della Regione Campania per il centrosinistra sui cui capo pende la spada di Damocle della legge Severino: “La legge Severino è stata applicata due volte e in entrambi i casi i politici sono stati rimessi in ruolo – ha detto il premier intervistato a Virus, programma di RaiDue – è normale che De Luca dica ‘se vinco avrò lo stesso trattamento’. De Luca è candidabile ed eleggibile, dopo di che sono i campani a dover decidere”.

I 4 impresentabili pugliesi non si ritirano
Nella giornata di ieri i quattro candidati alle Regionali della Puglia finiti nel mirino dell’Antimafia hanno fatto sapere che non si ritireranno dalla corsa elettorale che culminerà col voto di domenica 31 maggio quando in Liguria, Veneto, Marche, Umbria, Toscana, Campania e Puglia si eleggeranno i consigli regionali e i presidenti di Regione. D’altronde a fare loro da scudo c’è un esempio illustre, quello di De Luca, secondo cui la legge Severino è “superabile” e sarà il popolo a decidere, non la giustizia. Proprio ieri la Cassazione ha espresso la sentenza con cui stabilisce che a decidere della sospensione della legge Severino non sia il Tar ma il tribunale ordinario.

Su De Luca la spada di Damocle della legge Severino
Risultato? De Luca, condannato per abuso d’ufficio a cui il Tar aveva concesso di esercitare la carica di sindaco di Salerno sospendendo gli effetti della Severino, potrebbe trovarsi a non poter governare la Campania, qualora fosse eletto. Ora infatti sulla sospensione della sua ‘incompatibilità‘ dovrà ri-decidere il tribunale ordinario – e lo stesso varrà per il sindaco di Napoli Luigi De Magistris – e il risultato non è scontato. Se fosse giudicato “incompatibile”, a quel punto dovrebbero essere il ministro dell’Interno e il presidente del Consiglio a farlo decadere e la carica di governatore passerebbe a un vice, indicato da De Luca. Che ieri è stato difeso dal ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi: “De Luca è candidabile ed eleggibile”. “Il ministro Boschi ha detto in maniera ignobile che De Luca è eleggibile, quindi non conosce la legge Severino”, attacca il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio (M5S). “De Luca decadrà” per effetto della legge Severino e si tornerà a votare “dopo pochi mesi”, con una spesa che si aggira tra “gli 8 e i 9 milioni di euro“, si legge sul blog di Beppe Grillo in un post di Valeria Ciarambino, candidata M5S alla presidenza della Campania.

Cantone: “Legge Severino chiarissima, Renzi valuti”
Sull’opportunità di rendere noti i nomi degli impresentabili in zona Cesarini a poche ore dal silenzio stampa e sulla legittimità della legge Severino si è pronunciato giovedì anche il presidente dell’Autorità nazionale Antimafia Raffaele Cantone, a margine di un incontro alla Corte dei Conti. Su De Luca, Cantone è stato netto: “A me pare che la legge Severino sia chiara. Quando e se De Luca sarà eletto, il presidente del Consiglio farà le sue valutazioni”, definendo poi la norma in questione “una legge utilissima e il nostro obiettivo è difenderla”. Ma sul verdetto della commissione parlamentare Antimafia, il magistrato è stato più critico. “Credo – ha spiegato – che la commissione Antimafia abbia fatto una scelta politica che ha anche un obiettivo meritorio anche se io sono preoccupato che poi la politica faccia le valutazioni su chi siano presentabili e chi no. Si tratta qui di un bollino blu che viene messo da un organismo autorevolissimo e presieduto da una persona al di sopra di ogni sospetto, che però resta un organismo politico quindi esprime sempre un giudizio politico”.

Sempre sulla legge Severino, Cantone ha escluso qualsiasi pregiudizio di costituzionalità e ha ribadito che “l’Anac ha chiesto espressamente al presidente del Consiglio di costituirsi di fronte alla Corte costituzionale e di respingere l’eccezione di legittimità costituzionale”. Tuttavia il presidente dell’Anac, ha stigmatizzato anche i limiti della legge. “Noi chiediamo – ha sottolineato – che la legge Severino venga rinforzata, ma anche migliorata in una logica di sistema. Ci sono molte norme di questa legge che non sono particolarmente chiare. Quelle che riguardano le inconferibilità e le incompatibilità sono davvero poco chiare e rischiano di rendere poco efficace la norma”. Sarà presentata tra qualche giorno in Parlamento proprio dall’Autorità nazionale anticorruzione una relazione in cui si evidenziano alcune “discrasie” della tanto dibattuta legge Severino.