Colonia,i pensieri della fava e Pippo
La miserevole , parodica mimica del glorioso paleo-femminismo , meglio nota con la ragione sociale del ” se non ora,quando”, al cospetto delle impietose cronache di Colonia, ha prodotto l’ultimo flebile rantolo.
Poi è esalata (per fortuna).
Lo spettacolare assalto al cielo che, negli anni ‘ 60-’70 , aveva tumulato l’idea protocollare ed anemica del corpo femminile,sottraendolo all’ipoteca statutaria della procreazione e promuovendone la soggettività impeccaminosa, è stato tumulato, a sua volta, nel recente passato,da un nugolo di parashampiste a cottimo.In realtà, paracule per le quali l’inquietudine del basso ventre maschile è a geometrie variabili.
Insomma : c’ è fallo e fallo.Quello immigrato,lo si sappia, detiene un’intrinseca ragionevolezza sociologica ,persino nella sua massima e ruvida erezione animale.
Non è che puoi fare la combattente femminista se non c’è di mezzo Berlusconi.
Come fai a prendertela con il piffero musulmano ? E’ poetico, intriso di lirismo ancestrale.Di fremiti da guerra e povertà.Un fiotto di antropologia tribale. Va argomentato e discusso.Giammai decontestualizzato dalle braghe di riferimento.Parola del femminino formato tessera della provincia nostrana.
Vuoi mettere… Altro che la saccente protuberanza virile dell’impiegato del catasto di Casalpusterlengo, che, seppur dimessa, oltre ogni ostacolo, si sollazza con lo stupro della suocera, colpevole assertice della secessione della Romagna.
Per non parlare dei ragionieri di Avellino,delle cui incontinenze sessuali consta l’intera indagina clinica di Sigmund Freud .Non è un mistero per alcuno che proprio dall’osservazione del ceto medio maschio campano, egli abbia ricavato ,empiricamente, la teoresi edipica.
E che dire della fava del benzinaio di Matera che quando s’ingrifa , non corrisposta,è capace di ispirare l’arte operaia del Femminicidio.
Da non dimenticare, inoltre, la maschietà violenta del brianzolo che osò recintare nel perimetro di Arcore tutte le modulazioni possibili del Male, attentando alle virtù dell’illibata, inacappuccettatarossa Rubj-fotticuore.
Tutto il resto non fa dottrina.
Men che meno, Colonia.
Ma davvero si poteva immaginare che le damine di San Vincenzo disertassero i summit settimanali sui prodigi terapeutici del ricamo ad uncinetto ,o i raduni circa le qualità insuperate del CifAmmoniacal,in quanto killer di batteri da bidet , per occuparsi di femmine , perdippiù tedesche, incapaci di interloquire con la bestia che abita i calzoni profughi,al fine di capirne i bisogni, interrogarne le aspettative, in un clima di multimazza?
Meglio falcidiare l’assioma partenopeo per eccellenza , secondo cui “il pisello non vuole pensieri.”
Contrordine,compagne:il pisello musulmano convoca tutta la storia del pensiero planetario. Esige e reclama lo sguardo delle scienze umane.Chiede di essere indagato, decriptato. Accolto. E’ un’innocenza analitica.Politically correct.
Se non lo sai,non sei trendy come la Maraini . Rischi l’anatema della Pinotti.Boldriniche omissioni ti sorvegliano.
E poi, lo stupro ad opera di più Ma(n)ometti rifugiati collettivizza la fava come mezzo di (ri) produzione.Una figata marxista
Per noi, sparigliatrici romantiche, una gracile speranza:il sussulto femminista di Civati .Gli assorbenti a basso costo.
Tramonta la “via menopausale al socialismo ” e si apre un nuovo ” ciclo”.
Assaltiamo ancora, il cielo. A bordo di un salva slip. Dei leggins si occuperà Fassina.
Il mago Oronzo mi fa un baffo