BUSINESS DAY, Analysis-Renzi's Jobs Act Isn't Getting Italy to Work

BUSINESS DAY, Analysis-Renzi's Jobs Act Isn't Getting Italy to Work (Articolo del New York Times del 14 dicembre 2015 in lingua inglese)

Secondo il New York Times gli indicatori relativi all'occupazione italiana dimostrano che la riforma non ha sortito gli effetti sperati. Dall'inizio dell'anno il numero dei posti di lavoro a tempo indeterminato è rimasto perlopiù stabile, mentre quello dei lavori con contratto a termine ha continuato a crescere.

Il modesto aumento dell'occupazione complessiva più che alla recente riforma del governo Renzi, è dovuto all'aumento dell'età pensionabile da parte dei governi precedenti a quello attuale.

La riforma varata dal suo governo semplifica le procedure di licenziamento nelle grandi aziende, concedendo al contempo generosi incentivi alle aziende che assumono a tempo indeterminato secondo un nuovo sistema a tutele progressive.

Tra gennaio e ottobre di quest'anno, con l'economia in leggera crescita, in Italia sono stati creati 83 mila posti di lavoro netti, meno della metà dello scorso anno, quando nello stesso periodo i nuovi posti di lavoro erano stati 174 mila.

Se poi anziché ai dati sulla disoccupazione si guarda a quelli relativi all'occupazione, si scopre che in realtà a ottobre essa è calata di 39 mila unità a ottobre, dopo un calo di 45 mila unità a settembre.

Più che di una nuova legislazione del lavoro, le piccole aziende italiane hanno bisogno di una minore imposizione fiscale, di costi dell'energia inferiori e di un maggiore accesso al credito bancario.

Il calo della disoccupazione registrato dall'Istat riflette secondo il “New York Times” soprattutto il sensibile aumento degli sfiduciati, che hanno rinunciato alla ricerca attiva di un impiego e dunque non figurano nelle statistiche relative alla disoccupazione.

Ne è prova il fatto che a ottobre la partecipazione alla forza lavoro – occupati e persone alla ricerca di impiego – è calata ai minimi da oltre tre anni."

MIO COMMENTO PERSONALE: vuoi vedere che i Democratici USA si sono accorti che l'aver scaricato Berlusconi nel novembre 2011 (se il presidente Obama l'avesse voluto, gli USA avrebbero potuto bloccare Sarkozy e la Merkel) per poi metterci Renzi dopo la transizione dei governi Monti e Letta? Quando c'era Berlusconi, infatti, all'estero si parlava male di Berlusconi, ma non dell'Italia... invece da quando Renzi è al potere si parla male direttamente dell'Italia: evidentemente il problema dell'Italia non era Berlusconi in quanto tale, ma l'Italia stessa (cioè l'intera classe dirigente: politici, confindustriali, sindacalisti, funzionari ministeriali, magistrati e burocrati vari). Questa è una cosa molto grave: siamo tornati ai tempi di Badoglio? Riusciremo a trovare un nuovo De Gasperi in grado di risollevare, o almeno di provare a risollevare, la credibilità dello Stato italiano?