Referendum Costituzionale

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09/10/2016 22:29



La Costituzione spezzata: Su cosa voteremo con il referendum costituzionale Formato Kindle

di Andrea Pertici (Autore) Formato Kindle
 
 
Interessanti riflessioni sulla riforma costituzionale
Con l'appuntamento solenne del referendum, saremo chiamati a votare su un'ampia e importante revisione della nostra Costituzione.
Oppositori e sostenitori della riforma voluta dal Governo Renzi sembrano concordare sulla necessità di incentrare il dibattito sui contenuti del provvedimento. Ma nei fatti è davvero così?
Da una parte vi è chi sostiene che un aggiornamento della Carta sia indispensabile, qualunque forma prenda, dall'altra c'è chi professa una presunta intangibilità del testo voluto dai Padri Costituenti.
Questo libro tenta invece di entrare nel merito, proponendo al lettore un viaggio attraverso le varie tappe che hanno portato all'approvazione del testo che è oggi sottoposto al giudizio popolare, per poi verificare, punto per punto, come cambierebbe il nostro ordinamento qualora entrasse in vigore.
Queli erano le ragioni e gli obiettivi all'origine della revisione? È vero che con la riforma finirebbe il bicameralismo? Risparmieremmo realmente milioni di euro abolendo sprechi e privilegi?
Ma soprattutto è vero che questa è «l'ultima occasione» o piuttosto – come spiegava Alessandro Pizzorusso –
le riforme potrebbero essere affrontate «in modo progressivo, cominciando da quelle più semplici e mature, per poi passare alle altre,
senza pretendere di risolvere tutto in una volta»?
Rispondendo a queste e altre domande Andrea Pertici smonta e corregge slogan e frasi fatte
per permettere al lettore-elettore un voto consapevole e libero da valutazioni estranee al contenuto della revisione costituzionale.
Conclude il libro una parte dedicata alle proposte alternative di riforma che potrebbero rispondere, in modo più leggero e condiviso,
agli intenti di semplificazione e di valorizzazione delle autonomie cui aspira quella attuale.

-- Con una prefazione di Roberto Zaccaria e una postfazione di Giuseppe Civati. -- Fonte
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09/10/2016 22:49

DUE PAROLE SULLA REVISIONE COSTITUZIONALE

ART.78: "La Camera dei deputati delibera a maggioranza assoluta lo stato di guerra e conferisce al Governo i poteri necessari."

Ora data la mancanza di un’altra camera, quella del senato, che controlli e vigili, rimane evidente che con la legge elettorale italicum, chiunque presieda il consiglio dei ministri può a sua discrezione esclusiva dichiarare guerra a qualsiasi stato. Si rassegnino le anime belle dato che nonostante la presenza del presidente della repubblica e visto L'art. 87 che recita: Il presidente della repubblica, ha il comando delle Forze armate, presiede il Consiglio supremo di difesa costituito secondo la legge, dichiara lo stato di guerra deliberato dalla Camera dei deputati. Sebbene ad una lettura superficiale possa sembrare un’articolo a difesa della pace e così era con la costituzione scritta da chi la guerra l’ha davvero vissuta, se cambiasse non sarà più così dato che la dicitura : dichiara lo stato di guerra deliberato dalla Camera dei deputati, obbliga il presidente a dichiarare lo stato guerra perché deliberato da una sola camera, data in mano ad un oligarca. Ma volendo possiamo andare avanti, proponendo un'ulteriore analisi sull'acquisto degli F 35. La Pinotti e Pentagono confermano: l’Italia avrà 90 aerei F35.
Il programma dovrebbe costare quasi 14 miliardi di euro. Il più grande problema dell’F-35 è concettuale: l’aver pensato di realizzare un solo velivolo che fosse un caccia, un bombardiere, un velivolo per il Close Air Support, che potesse atterrare su una portaerei o che potesse decollare verticalmente, ha comportato una serie di compromessi di progettazione che non hanno reso lo JSF eccelso in alcun ruolo. Dunque un aereo d'assalto e bombardamento, non da difesa. Che necessità c'è di dotarsi di una flotta consistente di armi da assalto già obsolete, dal costo in grado di risolvere il bilancio italiano se destinato altrimenti, ma con una piattaforma e ricambi disponibili in ogni nazione aderente al patto atlantico e in grado di renderle operative in qualsiasi parte del globo, se non in previsione di una guerra? [SM=x44465] Mi basta questo per dire No alla revisione costituzionale, e a voi?
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11/10/2016 11:28


Ecco qui il link agli articoli modificati della Costituzione: come sono ora e come diverranno dopo il referendum se dovesse vincere il si: LINK
Fonte: Camera dei Deputati, XVII LEGISLATURA, servizio studi
n. 216/12 2016 - Testo di legge costituzionale
pubblicato sulla Gazzetta U ciale n°88 del 15 aprile 2016


Gli assetti complessivi proposti privilegiano la governabilità a scapito della rappresentanza, privilegiano l'iniziativa legislativa del governo a scapito di quella del Parlamento, eliminano i contropoteri esterni alla Camera senza compensarli da contropoteri interni, negano l’elettività diretta del Senato ancorché gli venga contradditoriamente ribadita la spettanza della funzione legislativa e addirittura di revisione costituzionale, pregiudicano il corretto adempimento delle funzioni senatoriali divenute part-time delle funzioni di consigliere regionale oppure di sindaco, prevedono almeno sette diverse procedure di approvazione delle leggi ordinarie con conseguenze pregiudizievoli sull'attività delle Camere, sottodimensionano irrazionalmente il Senato (avremmo circa 100 senatori contro 630 deputati) rischiando di rendere irrilevante il voto dei senatori nelle riunioni del Parlamento in seduta comune.
[Modificato da Etrusco 11/10/2016 11:31]

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16/10/2016 16:50

Ecco solo per voi una succulente notizia in anteprima: se l'ex presidente della Corte Costituzionale prof. Valerio Onida (già candidato alle primarie - vinte da Pisapia - del centrosinistra per selezionare il candidato a Sindaco di Milano per le elezioni del 2011) riesce a far passare il suo ricorso presso il TAR del Lazio (oppure quello parallelo al Tribunale Civile ordinario di Milano), allora il referendum potrebbe essere spostato dal 4 dicembre 2016 al marzo 2017 perchè Onida chiede, con quel ricorso, un esame urgentissimo alla Corte Costituzionale e ben sappiamo i tempi lenti dei giudici costituzionali ed ecco il rischio dello spostamento della data. Secondo me ha ragione Onida: comunque la cosa importante è trovare il sistema per spostare la data del referendum alla fine di marzo del 2017 (notare che nel 2017 la Pasqua ci sarà il 16 aprile). Lo spostamento del referendum deve servire per dare una botta fenomenale all'Europa: immaginate il trionfo del NO nel referendum proprio nello stesso periodo in cui gli UK attivano formalmente la procedura per lasciare la UE e capite anche voi che un crollo del governo italiano PD-NCD favorirebbe gli UK a danno dell'Europa a guida tedesca ;)
[Modificato da Robert - W la... foiga! 16/10/2016 16:58]

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16/10/2016 22:56

Re:
Robert - W la... foiga!, 16/10/2016 16.50:

immaginate il trionfo del NO nel referendum proprio nello stesso periodo in cui gli UK attivano formalmente la procedura per lasciare la UE e capite anche voi che un crollo del governo italiano PD-NCD favorirebbe gli UK a danno dell'Europa a guida tedesca ;)




Non credo proprio, perchè mai secondo te? sentiamo
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17/10/2016 00:03

Re: Re:
lady considine, 16/10/2016 22.56:

Robert - W la... foiga!, 16/10/2016 16.50:

immaginate il trionfo del NO nel referendum proprio nello stesso periodo in cui gli UK attivano formalmente la procedura per lasciare la UE e capite anche voi che un crollo del governo italiano PD-NCD favorirebbe gli UK a danno dell'Europa a guida tedesca ;)

Non credo proprio, perchè mai secondo te? sentiamo

Visto che l'Italia è stata unita dai britannici (non penserete mica che Garibaldi agiva per conto suo, eh... i soldi per corrompere i dirigenti militari del Regno di Napoli chi li ha messi? Di certo non il Piemonte super indebitato...) e considerando la fine misera che hanno fatto tutti quelli che hanno messo l'Italia contro gli UK (Mussolini, Mattei, Moro, Craxi, Andreotti, Berlusconi) nel corso dei decenni, direi che per l'Italia non è proprio il caso di andare contro gli UK, quindi la vittoria del NO darebbe una spallata all'attuale governo italiano che sta ripetendo l'errore degli altri "maledetti". Berlusconi si era inimicato Cameron nel 2011 e quindi Obama non fece nulla per salvare l'Italia perchè gli UK chiesero agli USA di consentire a Sarkozy e Merkel di fare quello che loro volevano perchè questi due avevano promesso a Cameron che, caduto Berlusconi, ci sarebbe stata la spartizione della Libia con la distruzione del potere dell'ENI in Libia a vantaggio britannico: ovviamente i francesi hanno violato la promessa e i tedeschi (che per ovvi motivi non possono occuparsi delle cose africane, pena la reazione violenta degli USA) hanno fatto di tutto per buttare fuori gli UK (quindi gli USA per interposta persona) dalla UE perchè l'obiettivo tedesco è quello di guidare l'Europa senza avere interferenze dai paesi di lingua inglese che hanno il vizio di proteggere l'Italia quando essa, l'Italia, serve per ridimensionare la Germania in Europa. Considerato che l'attuale governo italiano è pro-Germania, la vittoria del NO sarà uno schiaffo in faccia alla Germania e quindi un'Italia filo-tedesca più debole è nell'interesse degli UK (ovviamente i tedeschi, che vogliono desertificare l'economia italiana, si incazzeranno, ma questo non è un problema nostro).

Se l'Italia dopo il 1945 era diventata un paese industriale, ricco e benestante, il merito è tutto degli UK e degli USA (il Trattato di Yalta pone l'Italia nella sfera di influenza UK, ma la debolezza degli UK alla fine degli anni quaranta ha portato gli USA a prendere il sopravvento, ma gli UK non hanno mollato tutto il controllo), non di certo dei tedeschi e dei francesi che hanno sempre voluto il monopolio dell'industria (Germania) e dei servizi (Francia) per trasformare l'Italia in una "grossa Grecia" che consuma senza produrre.

Non a caso, infatti, come mai Togliatti fece "la svolta di Salerno" nel 1944? Semplicemente perchè Stalin aveva svelato a Togliatti quali erano i patti tra URSS, UK e USA a proposito dell'Italia, ovvero niente comunismo in Italia.
[Modificato da Robert - W la... foiga! 17/10/2016 00:13]

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27/10/2016 23:37

Per capo Etrù, e per chi non è ancora convinto e crede in Renzi e Boschi e Padoan(la triade)

Votate NO

Non cambia niente è tutta una storia per salvare il sistema bancario Italiano con nuove leggi.

Vi sono vari motivi per opporsi a questa riforma costituzionale improvvidamente proposta da Matteo Renzi e dalla signora Boschi. Una possibile prospettiva per inquadrare il problema è vedere chi la appoggia e la propugna. Si scopre, così, che tra i grandi sostenitori della “riforma”, oltre all’Unione Europea e agli Usa, vi è anche JP Morgan, società finanziaria con sede a New York, “leader” nei servizi finanziari globali.

Il 28 maggio 2013, JP Morgan compose un documento di sedici pagine, significativamente intitolato in questa maniera: “Aggiustamenti nell’area euro”. Merita di essere letto. A pagina 12 e 13 si parla espressamente delle Costituzioni dei Paesi europei. Così troviamo scritto:

«Quando la crisi è iniziata era diffusa l’idea che questi limiti intrinseci avessero natura prettamente economica. Ma col tempo è divenuto chiaro che esistono anche limiti di natura politica. I sistemi politici dei Paesi del Sud, e in particolare le loro Costituzioni, adottate in seguito alla caduta del fascismo, presentano una serie di caratteristiche che appaiono inadatte a favorire la maggiore integrazione dell’area europea».

E ancora:

«I problemi economici dell’Europa sono dovuti al fatto che i sistemi politici della periferia meridionale sono stati instaurati in seguito alla caduta di dittature, e sono rimasti segnati da quell’esperienza. Le Costituzioni mostrano una forte influenza delle idee socialiste, e in ciò riflettono la grande forza politica raggiunta dai partiti di sinistra dopo la sconfitta del fascismo».

Per concludere:

«I sistemi politici e costituzionali del Sud presentano le seguenti caratteristiche: esecutivi deboli nei confronti dei parlamenti, governi centrali deboli nei confronti delle regioni, tutele costituzionali dei diritti dei lavoratori, tecniche di costruzione del consenso fondate sul clientelismo, il diritto di protestare se i cambiamenti sono sgraditi. La crisi ha illustrato a quali conseguenze portino queste caratteristiche. I Paesi della periferia hanno ottenuto successi solo parziali nel seguire percorsi di riforme economiche e fiscali, e abbiamo visto esecutivi limitati nella loro azione dalle costituzioni (Portogallo), dalle autorità locali (Spagna), e dalla crescita di partiti populisti (Italia e Grecia)».

Ancorché i passi riportati si commentino da sé, vale la pena spendere qualche parola, telegraficamente. È evidente che le Carte costituzionali – non sono quella italiana – sono un impaccio per il sistema finanziario; che infatti mira alla “governabilità” (tra le parole preferite anche di Renzi), non alla democrazia e alla garanzia di diritti sociali.

Le Costituzioni – ci suggerisce Morgan – nascono dalla fine dei fascismi, tutelano i diritti dei lavoratori, evitano “riforme” economiche (leggi: tagli, spending review, involuzioni neoliberiste). Addirittura le costituzioni garantiscono quella cosa orribile, obsoleta e – direbbe una nostra conoscenza – da “rottamare” che è “il diritto di protestare se i cambiamenti sono sgraditi” (sic!).

Insomma, spero non vi siano dubbi residui: questa riforma è voluta dal capitale finanziario ed è l’ennesimo attentato al mondo del lavoro e dei diritti, alla democrazia e al sistema parlamentare.

Logicamente a uno che sta bene non gliene può fregare un cazzo,anzi!
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27/10/2016 23:48

Sdoppio, visto che sei in linea Etrù seconda chicca


JP Morgan all’Eurozona: “Sbarazzatevi delle costituzioni antifasciste”
18 giugno 2013, di Redazione Wall Street Italia
Lavoro: Italia oltre l'art.18
Matteo Renzi al Forum Ambrosetti a Cernobbio: "la discussione di un anno fa era tutta sull'articolo 18, ora l'articolo 18 non c'è più, significa che l'Italia ha voltato pagina sul lavoro".

NEW YORK (WSI) – Gli economisti del gigante finanziario americano JP Morgan lo dicono senza troppi fronzoli ai governi europei: “Dovete liberarvi delle vostre costituzioni sinistroide e anti fasciste”.

Lo si legge in un documento di 16 pagine in cui vengono elencate le modifiche da apportare nell’area euro per riuscire a sopravvivere alla crisi del debito.

Oltre alla parte sul buon lavoro fatto sin qui, la sezione piu’ interessante riguarda il lavoro che resta ancora da fare in termini di deleveraging delle banche e di alleggerimento del debito sovrano e delle famiglie.

Le riforme strutturali piu’ urgenti, oltre a quelle politiche, sono secondo la banca quelle in termini di riduzione dei costi del lavoro, di aumento della flessibilita’ e della liberta’ di licenziare, di privatizzazione, di deregolamentazione, di liberalizzazione dei settori industriali “protetti” dallo stato.

Gli autori della ricerca osservano che nel cammino che porta al completamento degli accorgimenti da apportare alla propria struttura politico economica, l’area euro si trova a meta’ strada.

Cio’ significa che l’austerita’ fara’ con ogni probabilita’ ancora parte del panorama europeo “per un periodo molto prolungato“.

L’analisi dei banchieri risale ormai a piu’ di due settimane fa. Stupisce vedere che non abbia ricevuto un’attenzione maggiore. Gli unici ad avere scritto qualcosa sono i giornalisti del Financial Times, che pero’ non fanno il benche’ minimo cenno alla parte piu’ eclatante, quella sulla costituzione.

Probabilmente l’idea che le grandi banche – in parte colpevoli per la crisi scoppiata in Usa ormai sei anni fa – anticipino altri anni di austerita’ e rigore non sarebbe stata accolta con grande favore dall’opinione pubblica e dai governi.

Nessuno si illude che l’austerity scompaia da un giorno all’altro e nemmeno spera che lo faccia a breve. Tuttavia, ai paesi che hanno fatto ricorso al programma di aiuti internazionali della Troika (FMI, Bce e Commissione Ue) sono state fatte concessioni. Come premio delle modifiche strutturali apportate, e’ stato offerto in cambio un alleggerimento degli impegni presi in materia di riduzione del debito.

E’ un peccato che l’analisi di JP Morgan non abbia ricevuto l’attenzione che meritava. Si tratta infatti del primo documento pubblico in cui dei banchieri ammettono francamente come la pensano su certi temi.

Il problema non e’ solo una questione di reticenza fiscale e di incremento della competivita’ commerciale, stando alla loro spiegazione, bensi’ anche di “eccesso di democrazia” che va assolutamente ridimensionato. L’elite finanziaria internazionale lascia intendere che se i paesi del Sud d’Europa vogliono rimanere aggrappati alla moneta unica devono rassegnarsi a rinunciare alla Costituzione.

DI SEGUITO UNA PARTE DEL DOCUMENTO ORIGINALE:

Quando la crisi è iniziata era diffusa l’idea che questi limiti intrinseci avessero natura prettamente economica: debito pubblico troppo alto, problemi legati ai mutui e alle banche, tassi di cambio reali non convergenti, e varie rigidità strutturali. Ma col tempo è divenuto chiaro che esistono anche limiti di natura politica. I sistemi politici dei paesi del sud, e in particolare le loro costituzioni, adottate in seguito alla caduta del fascismo, presentano una serie di caratteristiche che appaiono inadatte a favorire la maggiore integrazione dell’area europea. Quando i politici tedeschi parlano di processi di riforma decennali, probabilmente hanno in mente sia riforme di tipo economico sia di tipo politico.

I sistemi politici della periferia meridionale sono stati instaurati in seguito alla caduta di dittature, e sono rimasti segnati da quell’esperienza. Le costituzioni mostrano una forte influenza delle idee socialiste, e in ciò riflettono la grande forza forza politica raggiunta dai partiti di sinistra dopo la sconfitta del fascismo.

I sistemi politici e costituzionali del sud presentano tipicamente le seguenti caratteristiche: esecutivi deboli nei confronti dei parlamenti; governi centrali deboli nei confronti delle regioni; tutele costituzionali dei diritti dei lavoratori; tecniche di costruzione del consenso fondate sul clientelismo; e la licenza di protestare se vengono proposte sgradite modifiche dello status quo. La crisi ha illustrato a quali conseguenze portino queste caratteristiche. I paesi della periferia hanno ottenuto successi solo parziali nel seguire percorsi di riforme economiche e fiscali, e abbiamo visto esecutivi limitati nella loro azione dalle costituzioni (Portogallo), dalle autorità locali (Spagna), e dalla crescita di partiti populisti (Italia e Grecia).
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Re:
pliskiss, 27/10/2016 23.37:

...

Vi sono vari motivi per opporsi a questa riforma costituzionale improvvidamente proposta da Matteo Renzi e dalla signora Boschi. Una possibile prospettiva per inquadrare il problema è vedere chi la appoggia e la propugna. Si scopre, così, che tra i grandi sostenitori della “riforma”, oltre all’Unione Europea e agli Usa, vi è anche JP Morgan, società finanziaria con sede a New York, “leader” nei servizi finanziari globali.

Il 28 maggio 2013, JP Morgan compose un documento di sedici pagine, significativamente intitolato in questa maniera: “Aggiustamenti nell’area euro”. Merita di essere letto. A pagina 12 e 13 si parla espressamente delle Costituzioni dei Paesi europei. ...


Le Costituzioni – ci suggerisce Morgan – nascono dalla fine dei fascismi, tutelano i diritti dei lavoratori, evitano “riforme” economiche (leggi: tagli, spending review, involuzioni neoliberiste). Addirittura le costituzioni garantiscono quella cosa orribile, obsoleta e – direbbe una nostra conoscenza – da “rottamare” che è “il diritto di protestare se i cambiamenti sono sgraditi” (sic!).

Insomma, spero non vi siano dubbi residui: questa riforma è voluta dal capitale finanziario ed è l’ennesimo attentato al mondo del lavoro e dei diritti, alla democrazia e al sistema parlamentare.

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Nel diritto alla libertà d'espressione e conseguentemente nella libertà di critica e di protesta non ci vedo nulla di male, anzi è il bello della democrazia.

Grave poi sarebbe l'eliminazione di quei pochi diritti e tutele rimaste ai lavoratori, sarebbe sbagliato per un'Italia che dovrebbe puntare sulla qualità dei suoi prodotti/servizi e non sulla economicità, su quel piano la Cina è imbattibile. Se le multinazionali o i grandi gruppi economici vogliono quello andassero dove ciò è già realtà, senza darci a bere che rottamare una delle più belle costituzioni al mondo sia la panacea per ogni male [SM=x44475]


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Re: Re:
Etrusco, 29/10/2016 23.09:



Nel diritto alla libertà d'espressione e conseguentemente nella libertà di critica e di protesta non ci vedo nulla di male, anzi è il bello della democrazia.

Grave poi sarebbe l'eliminazione di quei pochi diritti e tutele rimaste ai lavoratori, sarebbe sbagliato per un'Italia che dovrebbe puntare sulla qualità dei suoi prodotti/servizi e non sulla economicità, su quel piano la Cina è imbattibile. Se le multinazionali o i grandi gruppi economici vogliono quello andassero dove ciò è già realtà, senza darci a bere che rottamare una delle più belle costituzioni al mondo sia la panacea per ogni male [SM=x44475]





Beh, le multinazionali cercano di rimuovere ostacoli al loro profitto dove c'è, non di certo nei paesi dove hanno già la strada spianata, purtroppo il loro potere economico è immenso e non conosce limiti, senza contare che moltissima gente pensa pure che dobbiamo ringraziare queste "Corporations" per via del presunto benessere che portano nei paesi dove operano.
Per farsi un'idea del loro cinismo, basta dare un'occhiata al docufilm "The corporation" [SM=g1700002]
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Re: Re: Re:
riccardo60, 30/10/2016 14.56:



Beh, le multinazionali cercano di rimuovere ostacoli al loro profitto dove c'è, non di certo nei paesi dove hanno già la strada spianata, purtroppo il loro potere economico è immenso e non conosce limiti, senza contare che moltissima gente pensa pure che dobbiamo ringraziare queste "Corporations" per via del presunto benessere che portano nei paesi dove operano.
Per farsi un'idea del loro cinismo, basta dare un'occhiata al docufilm "The corporation" [SM=g1700002]



Punti di vista, perchè te Ric non ci lavori e non hai niente a che fare, se ci lavoravi magari avevi una idea diversa?
Stampavo per sputtanare la gente sui i giornali, non era giusto ma a me andava bene, io con quello ce magnavo [SM=x44458]

Cmq sia sti brocchi la costituzione non la toccano.
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Plis, non confondere l'industria con le multinazionali, L'Italia è prosperate con le grandi industrie e l'artigianato, ha cominciato da andare in rovina con le multinazionali, a quelle non gli importa niente di cosa producono, oggi investono in un paese domani in un'altro accumulando sempre più denaro per poter condizionare il potere legislativo a loro favore.

Come diceva prima Etrusco,
sono loro che spingono per le riforme svuotando i diritti delle persone riducendole ad una schiavitù moderna, ma pur sempre schiavitù.
[Modificato da riccardo60 30/10/2016 20:08]
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Re:
riccardo60, 30/10/2016 20.08:

Plis, non confondere l'industria con le multinazionali, L'Italia è prosperate con le grandi industrie e l'artigianato, ha cominciato da andare in rovina con le multinazionali, a quelle non gli importa niente di cosa producono, oggi investono in un paese domani in un'altro accumulando sempre più denaro per poter condizionare il potere legislativo a loro favore.

Come diceva prima Etrusco,
sono loro che spingono per le riforme svuotando i diritti delle persone riducendole ad una schiavitù moderna, ma pur sempre schiavitù.



Scusa Ric, l'ho scritto io (copia incolla) e me lo vieni a dire te?
Io ho detto che chi lavora in multinazionali tira a suo mulino, per via di come ho inteso io?


"senza contare che moltissima gente pensa pure che dobbiamo ringraziare queste "Corporations" per via del presunto benessere che portano nei paesi dove operano."
[Modificato da pliskiss 30/10/2016 21:34]
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31/10/2016 00:10

Plis, io non mi riferivo solo a chi lavora per le multinazionali, quelli senza lavoro se vogliono magna (come dici tu [SM=x44452]) sono obbligati, io mi riferivo ad altri, e cioè ai governi che fanno leggi ad hoc per favorirli e quelli che sostegono che in realtà le multinazionali sono dei benefattori che portano lavoro e benessere,
ed è invece esattamente l'opposto, dove passano fanno tabula rasa e distruggono le economie
locali.
[Modificato da riccardo60 31/10/2016 00:13]
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31/10/2016 01:45

Re:
riccardo60, 31/10/2016 00.10:

Plis, io non mi riferivo solo a chi lavora per le multinazionali, quelli senza lavoro se vogliono magna (come dici tu [SM=x44452]) sono obbligati, io mi riferivo ad altri, e cioè ai governi che fanno leggi ad hoc per favorirli e quelli che sostegono che in realtà le multinazionali sono dei benefattori che portano lavoro e benessere,
ed è invece esattamente l'opposto, dove passano fanno tabula rasa e distruggono le economie
locali.



Le multinazionali servono perchè danno lavoro, però tenere presente che con la multinazionale oggi lavori e domani no, quelli che fanno le leggi non lavorano in multinazionali.

Tra me e te se ci va bene campiamo ancora 30 anni?

Che andassero tutti a fare in culo, fatti una stampata INPS per vedere se sei a posto con tutto [SM=x44458]
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31/10/2016 07:33

Re: Re:
pliskiss, 31/10/2016 01.45:





Tra me e te se ci va bene campiamo ancora 30 anni?

Che andassero tutti a fare in culo, fatti una stampata INPS per vedere se sei a posto con tutto [SM=x44458]




Plis, ho di meglio di una stampata INPS, mi son fatto fare l'autocertificazione, e so esattamente quando andrò in pensione, dico dovrei perchè non si sa cosa succederà dopo il referendum.
In ogni caso mi sto dando da fare per smettere anticipatamente, non ho più voglia di lavorare. [SM=x44463]

Quanto al campare ancora 30anni, non siamo mica tutti dei Napolitano [SM=x44452] ...il peggior presidente della storia della repubblica italiana, che non solo non ha mai fatto un cazzo nella sua vita, è anche l'artefice di queste riforme costituzionali, e spero che il "NO" lo faccia schiumare di rabbia per il resto della sua vita. [SM=x44458]

Quindi... non è di me che mi preoccupo, se fosse solo per noi hai ragione tu, che andassero tutti affanculo e non dovremmo neppure perdere tempo a parlarne tra di noi, se lo facciamo
è perchè non ci sta bene che vada cosi. [SM=x44462]
[Modificato da riccardo60 31/10/2016 07:39]
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01/11/2016 10:49

Re: Re: Re:
riccardo60, 31/10/2016 07.33:




Quindi... non è di me che mi preoccupo, se fosse solo per noi hai ragione tu, che andassero tutti affanculo e non dovremmo neppure perdere tempo a parlarne tra di noi, se lo facciamo
è perchè non ci sta bene che vada cosi. [SM=x44462]




Condivido, spesso lo scoramento mi assale anche a me e mi fa pensare chi me lo fa fare di arrabbiarmi e prendermela tanto a cuore, ma poi penso che non è giusto che questo paese vada a finire così, non se lo merita la memoria dei nostri nonni e non se lo meritano nemmeno quelli che forse saranno un giorno i nostri nipoti...
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Re: Re: Re: Re:
Arcanna Jones, 01/11/2016 10.49:




Condivido, spesso lo scoramento mi assale anche a me e mi fa pensare chi me lo fa fare di arrabbiarmi e prendermela tanto a cuore, ma poi penso che non è giusto che questo paese vada a finire così, non se lo merita la memoria dei nostri nonni e non se lo meritano nemmeno quelli che forse saranno un giorno i nostri nipoti...



Tanto ci tieni te, e niente ci tengono la banda di peònes al governo, questa banda di non eletti da nessuno vogliono portare solo povertà, la figlia del banchiere quando la vedo che si batte a favore del passaggio del SI mi viene il vomito.


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Re: Re: Re: Re: Re:
pliskiss, 01/11/2016 20.48:



la figlia del banchiere quando la vedo che si batte a favore del passaggio del SI mi viene il vomito.






beh, dopo il caso Etruria, non è che sia il massimo avere come sponsor banchieri e figlie. [SM=x44452]
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03/11/2016 12:08

Re: Re: Re: Re: Re: Re:
riccardo60, 02/11/2016 12.44:




beh, dopo il caso Etruria, non è che sia il massimo avere come sponsor banchieri e figlie. [SM=x44452]




Eppure a sentire parlare la Boschi questa riforma sembra fantastica, stamattina la sentivo sciorinare pure sul nuovo sistema di referendum, dove a detta sua il quorum si abbasserebbe al 30% dall'attuale 50%, ma sarà vero? Come li ha fatti i calcoli? Parlava che si consideravano solo il 50% di chi aveva votato alle precedenti elezioni. [SM=x44473] Forse considerando che mediamente vanno a votare non più del 60% di tutti gli aventi diritto?
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