"Man mano che emergono i particolari e i contorni, la lettera inviata da Renzi agli elettori italiani all'estero pone problemi seri e preoccupanti.
Il ricorso alla magistratura in tutte le sedi possibili è a questo punto inevitabile per cercare di ottenere giustizia
e il ripristino della parità di condizioni in campagna elettorale".
Così il vicepresidente del Comitato per il No, Alfiero Grandi, sulla lettera inviata dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi, agli italiani all'estero, annuncia che saranno compiuti passi legali. Secondo Grandi, inoltre, "stampare e inviare 4 milioni di lettere all'estero ha un costo rilevante: ci sono state entrate impreviste? O è intervenuto l'aiuto disinvolto di una qualche struttura pubblica?". "Il ricorso alla magistratura in tutte le sedi possibili - aggiunge Grandi - è a questo punto inevitabile per cercare di ottenere giustizia e il ripristino della parità di condizioni per il sì e per il no in campagna elettorale".
La lettera inviata dal premier agli italiani residenti all'estero non è piaciuta neppure al presidente dell'Anpi, Carlo Smuraglia, che ha bollato l'iniziativa come una "pressione" sugli elettori. "Se l'informativa è fatta da chi ha propugnato una legge, è un modo di comparire e di influenzare in maniera indiretta l'elettorato", ha dichiarato Smuraglia intervenendo a un incontro a Torino promosso anche dalla Cgil per il No al referendum.
Sul piede di guerra anche Matteo Salvini. Dal palco di Firenze per la manifestazione del No al referendum promossa dal Carroccio, il segretario della Lega ha annunciato: "Già domani noi presenteremo denuncia nei confronti di Matteo Renzi perchè utilizzare quattro milioni di indirizzi di italiani all'estero è un reato penale che dovrà essere esaminato da qualche giudice. Vedremo se nei tribunali di tutta Italia c'è un giudice che vuole far rispettare la legge. I brogli elettorali prima del voto non li avevo mai visti. O paga Renzi o il ministro degli Interni o vanno in galera tutti e due. Per fessi non ci prendete".