Se Ursula von der Leyen è la nuova presidente della Commissione Europea lo si deve ai voti dei 15 europarlamentari del Movimento 5 Stelle, che hanno dato la loro preferenza all'ex ministro del Governo di Angela Merkel.
Un voto a sorpresa quello dei grillini, arrivato quando l'elezione della Von der Leyen era appesa ad un filo, ad un passo dal clamoroso flop. Ma è stata salvata, proprio dal Movimento 5 Stelle.
E non crediamo basti la promessa fatta durante il suo discorso prima del voto di una lotta per il "salario minimo europeo", battaglia questa che la accomuna a quanto sta facendo in Italia Di Maio. Il resto del programma e dell'idea di Europa della presidente non ha nulla di nuovo e nulla a che fare con quanto promesso in campagna elettorale dai grillini. E, su tutto, basti ricordare che Ursula von der Leyen è stata proposta da Angela Merkel e la sua candidatura decisa in un vertice privato Francia-Germania. Insomma, altro che Nuova Europa. E' la solita vecchia storia.
Quindi, perché questo voto? La risposta sospettiamo possa essere una ed una sola. Quanto accaduto ieri a Strasburgo è solo l'ennesima prova del (tentativo di) inciucio, accordo, che il Movimento o almeno una buona parte di questo, stanno costruendo con il Pd. E che dall'Europa rischia di diventare realtà anche a Palazzo Chigi ed in Parlamento.
Le avvisaglie non mancano, da settimane. Questo però comincia ad essere un mattone importante. D'altronde Di Maio (e forse soprattutto Di Battista) sono in difficoltà e sanno che in caso di ritorno alle urne il partito ne uscirebbe fortemente penalizzato e di sicuro all'opposizione. Quindi, se proprio dovesse essere rottura con la Lega di Salvini (sempre più forte stando ai sondaggi), perché non provare un nuovo Governo a sinistra?
Una scelta politica che ci può stare fatta per tirare a campare ma che comporta rischi enormi, soprattutto per il paese. (panorama)
(huff post da corriere della sera 22 luglio 2019)
Dario Franceschini esce allo scoperto su quella che ritiene la strategia giusta e inevitabile per il Partito Democratico, aprendo al Movimento 5 stelle. In un’intervista al Corriere della Sera, l’ex segretario dem afferma che i 5 stelle “sono diversi dalla Lega. Insieme possiamo difendere certi valori”.
Franceschini si schiera con Nicola Zingaretti sulla scelta di temporeggiare sulla mozione di sfiducia a Matteo Salvini, chiesta a gran voce da Matteo Renzi e i suoi. Prima si ascolterà l’informativa di Giuseppe Conte in Aula sulla questione dei fondi russi alla Lega, poi si agirà di conseguenza, valutando anche la mozione di sfiducia al ministro dell’Interno.
“Farlo prima, come ha chiesto Renzi vorrebbe dire costringere il premier a difendere Salvini e quindi ricompattare la maggioranza. È l’abc della tattica parlamentare”
Finisce nel mirino Matteo Renzi anche quandi si parla della strategia del Pd. In particolare delle decisioni prese dopo le elezioni, quando fallirono le trattative fra i dem e i pentastellati, e poi prese forma il Governo gialloverde.
“Da parte di Renzi c’è stata più volte la rivendicazione orgogliosa di aver lasciato che Lega e M5S facessero il Governo. Io credo che quella sia la madre di tutti gli errori. Sì, un grande sbaglio non avere fatto tutto quello che avremmo potuto per evitare la saldatura fra Lega e 5 Stelle in una legislatura che peraltro elegge il Capo dello Stato” ... “Pensiamo ai danni che sono stati fatti in questo anno”... “La strategia del popcorn ha portato la Lega dopo un anno al 35%. Abbiamo buttato un terzo dell’elettorato italiano, quello dei 5 stelle, in mano a Salvini”.
Franceschini pensa quindi che Pd e M5S possano e debbano dialogare. Non arriva a immaginare un Governo insieme, ma la difesa comune di “valori umani e costituzionali” che oggi l’avanzata leghista mette in discussione. L’ex segretario non lesina critiche ai 5 stelle per i “toni insopportabili” o per “l’incapacità nell’azione di Governo”, oppure ancora per “la disgustosa strumentalizzazione di Bibbiano”. Tuttavia osserva anche alcune scelte di Giuseppe Conte e Roberto Fico, il comportamento europeista a Bruxelles.
″È un errore mettere Lega e grillini sullo stesso piano. Io vedo come tutti i limiti enormi dei 5 Stelle, ma non posso non metterli su due piani diversi. Il reddito di cittadinanza e il no alla Tav sono errori politici, ma non sono la stessa cosa di far morire la gente in mare o dell’accendere odio, che è ciò che Salvini fa ogni giorno”... “E Conte non è Salvini e quando nel campo avversario si vedono delle differenziazioni l’opposizione deve valorizzarle”... “Si puo aprire un tema politico senza che parta una campagna interna di aggressione? E si può dire che senza la ricostruzione del campo del centrosinistra e la ricerca di potenziali alleati che sta facendo Zingaretti difficilmente il Pd col proporzionale potrà arrivare al 51%?”... “Vorrei si lavorasse per cercare di costruire, e so quanto sarà difficile e faticoso, un arco di forze che, anche se non governano insieme, sono pronte a difendere i valori umani e costituzionali che Salvini calpesta e violenta ogni giorno”.
commento
prima in tele Beppe Sala ha detto " con tutto il rispetto per il lavoro PD ma non ce la facciamo, per governare serve il 41 %"""
dopo le bastonate elettorali l'oramai folto Movimento 5 stelle con tante poltrone da salvare che stà da solo per andare a sparire ?
mi sa proprio di no
si rimescolano le carte e si parte per un altro giro di Briscola