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16/05/2020 00:34

Re:
rufusexc, 15/05/2020 08:28:

Una ragazza riuscì a sopravvivere, anche se gravemente ferita. Poi ci sono state le testimonianze dei soldati che rinvennero i cadaveri.

Goebbels tentò di enfatizzare l'accaduto per spronare la popolazione a resistere, invece ottenne l'effetto contrario, provocando panico e l'esodo di migliaia di civili.

I Sovietici sminuirono i fatti, parlando solo di poche vittime, meno di 30, ma ricordiamoci che erano maestri nella disinformazione e/o alterare i dati. Pensate che tentarono di addossare il Massacro di Katyn ai Tedeschi anche nel Processo di Norimberga, non riuscendo nel tentativo, Gorbaciov poi chiese ufficialmente scusa ai Polacchi poco prima del crollo dell'URSS. Oppure alle foto ritoccate in cui sparivano quei rappresentanti politici eliminati dalle Purghe Staliniane.




quando si lancia si documenta


Molti polacchi, soldati, ufficiali e civili, erano stati fatti prigionieri a seguito dell'invasione, sconfitta e spartizione della Polonia da parte di tedeschi e sovietici nel settembre 1939. Furono internati in diversi campi di detenzione, tra cui Ostaškov, Kozel'sk e Starobil's'k. Kozel'sk e Starobel'sk furono usati principalmente per gli ufficiali, mentre Ostaškov conteneva guide, gendarmi, poliziotti e secondini. Solo 8.000 dei circa 15.000 prigionieri di guerra di questi campi erano ufficiali.[5]

L'intenzione di procedere a un massacro rispondeva alla precisa logica di indebolimento della Polonia appena asservita. Infatti, poiché il sistema di coscrizione polacco prevedeva che ogni laureato divenisse un ufficiale della riserva, col massacro si volle eliminare una parte cospicua della classe dirigente nazionale, nel quadro di una spartizione della Polonia tra Germania nazista ed URSS, due potenze dai sistemi culturali ed ideologici antitetici che, per circa 2 anni e fino al giugno 1941, furono legate dal Patto Molotov-Ribbentrop, che stabiliva la non aggressione reciproca e la spartizione della Polonia e dei Paesi Baltici.

Il 5 marzo 1940, secondo un'informativa preparata da Lavrentij Berija (capo della polizia segreta sovietica) direttamente per Stalin, alcuni membri del politburo dei Soviet – Stalin, Vjačeslav Molotov, Kliment Vorošilov, Anastas Mikojan[6] e lo stesso Berija – firmarono l'ordine d'esecuzione degli attivisti "nazionalisti e controrivoluzionari" detenuti nei campi e nelle prigioni delle parti occupate di Ucraina e Bielorussia.

I preparativi sovietici

Il documento nel quale Berija suggerisce a Stalin l'esecuzione degli ufficiali polacchi.
Appena due giorni dopo l'invasione della Polonia, il 19 settembre 1939, il Commissario di Primo Grado della Sicurezza di Stato (il Ministro per gli Affari Interni), Lavrentij Berija, riunì il Consiglio dell'NKVD per i prigionieri di guerra e gli internati (presieduto dal Capitano della Sicurezza dello Stato, Pëtr K. Soprunenko), ordinando l'apertura dei campi di detenzione per i prigionieri polacchi:[7] Juchnovo (stazione ferroviaria di Babynino), Juže (Taliсy), Kozel'sk, Kozelščina, Oranki, Ostaškov (Isola Stolbnyj, sul Lago Seliger, vicino a Ostaškov), Putivl' (stazione ferroviaria di Tëtkino), Starobielsk, Vologod (stazione ferroviaria di Zaenikevo) e Grjazovec.[senza fonte]

Dal 3 aprile al 19 maggio 1940 circa 22.000 prigionieri di guerra furono assassinati: circa 6.000 provenivano dal campo di Ostaškov, circa 4.000 da Starobel'sk, circa 4.500 da Kozel'sk e circa 7.000 dalle parti occidentali di Ucraina e Bielorussia. Solo 395 prigionieri si salvarono: furono portati al campo di Juchnov e quindi a Grjazovec.[7][8] Anche le mogli e i figli degli ufficiali polacchi ammazzati furono arrestati. Deportati via treno con un viaggio di otto settimane verso i gulag della Siberia, pochissimi sopravvissero alle durissime condizioni di vita e di lavoro.[senza fonte].

La dinamica del massacro
I prigionieri di Kozel'sk furono eliminati in un luogo prescelto apposta per le uccisioni di massa, nella contea di Smolensk: la foresta di Katyn', che diede poi il nome al massacro; quelli provenienti da Starobel'sk furono uccisi nella prigione dell'NKVD di Char'kov e i loro resti sepolti nei pressi di Pjatichatki; gli ufficiali di polizia di Ostashkov furono uccisi nella prigione dell'NKVD di Kalinin (Tver') e sepolti a Mednoe.

I trasporti si effettuarono solo dopo la compilazione di un dossier per ogni soldato: Bachko Kobulov elaborò la bozza di questi dossier, che dovevano essere esaminati dalla troika composta da lui stesso, Vsevolod Merkulov e Leonid Bashtakov[9]. I campi dovevano rispedire i documenti compilati entro il 16 marzo. Su queste liste la troika avrebbe poi deciso la condanna dei prigionieri. Il trasferimento di prigionieri era sotto la supervisione del capo del Dipartimento centrale per i prigionieri di guerra (sotto l'NKVD): Soprunenko[10].

Informazioni dettagliate sulle esecuzioni di Kalinin furono fornite da Dmitrij S. Tokarev, ex capo del consiglio del distretto dell'NKVD di Kalinin: riferì che le uccisioni iniziarono la sera e finirono all'alba. Il primo trasporto, il 4 aprile, contava 390 persone e i carnefici ebbero difficoltà ad eseguire il loro compito in una sola notte. Il trasporto successivo non superava invece le 250 persone. Altri trasporti erano tra i 200 e i 50, e gli ultimi due erano di 25 e 33 persone[10]. Le esecuzioni furono eseguite con pistole Walther PPK, fornite da Mosca. L'utilizzo di armi e munizioni tedesche sarebbe servito poi per attribuire il massacro ai tedeschi.

Il metodo con cui eseguire le esecuzioni era stato studiato nel dettaglio. Si verificavano i dati anagrafici del condannato, che poi era ammanettato e portato in una cella isolata, dove veniva immediatamente ucciso con un colpo alla nuca.[11] Il colpo di pistola era mascherato azionando macchine rumorose (probabilmente ventilatori). Il cadavere era quindi trasferito all'aperto passando da una porta posteriore e poi caricato su uno dei sei camion predisposti per il trasporto. E si passava alla vittima seguente.

La procedura fu ripetuta ogni notte, ad eccezione della festa del primo maggio.[12]

Nei pressi di Smolensk la procedura era diversa: i prigionieri erano portati direttamente alle fosse con le mani legate dietro la schiena e uccisi con un colpo di pistola alla nuca.




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