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Cooperative

Ultimo Aggiornamento: 27/09/2020 15:54
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Inutile negarlo: sono anni turbolenti per la cooperazione , nella morsa della crisi economica che colpisce soprattutto l’edilizia, in tempi in cui il rischio di impresa aumenta, la responsabilità sociale è sempre più difficile da mantenere e non sono mancati indagini e veleni. Ma alle difficoltà, soprattutto nei momenti di crisi è bene far fronte tenendo a mente i valori intorno ai quali le società cooperative hanno cominciato a costituirsi intorno alla seconda metà del XIX secolo, valori incardinati nella solidarietà mutualistica e nell’economia dei pari finalizzata a favorire un progresso economico anche per quelle classi subalterne che parevano escluse dalle provvidenze del laissez-faire capitalista. Due interessanti monografie, in particolare, sono state recentemente pubblicate ed intervengono nel dibattito storiografico sul movimento cooperativo a firma di due tra i maggiori studiosi del sistema cooperativo in Italia: stiamo parlando di Cooperative: persone oltre che imprese di Tito Menzani (Rubbettino, Soveria Mannelli 2015; prefazione di Patrizia Battilani) e di La ricostruzione della lega delle cooperative a Bologna (1945-1948) di Mario Viviani (Clueb, Bologna 2015; prefazione di Rita Ghedini). Nel suo libro Menzani – che da storico dell’economia dell’Università di Bologna non rinuncia ad uno sguardo comparativo con le esperienze straniere – comincia proprio con il ricordare le origini del movimento cooperativo sorto in seno alle visioni economiche progressiste che caratterizzarono il XIX secolo all’insegna di una critica al modello di sviluppo industriale che contraddistingueva quella fase storica, nella grave lacuna in capo all’utilitarismo capitalista che non si soffermava sulle esigenze sociali. Un capitalismo, invece, tutto imperniato intorno «all’idea che l’autoregolamentazione del mercato fosse la panacea di tutti i mali», come l’autore denuncia sull’onda lunga di quella che per secoli è stata un’erronea interpretazione del capolavoro smithiano The Welth of Nations (1777), una lettura distorta che aveva mancato di mettere in evidenza la necessità di una “close alliance” tra l’etica e l’economia fortemente avvertita tanto dall’ Adam Smith economista quanto dallo Smith filosofo morale. L’elemento della peculiare contiguità tra il mondo cooperativo e quello della politica si rivela un caposaldo del mondo cooperativo sin dalle sue origini, punto di forza di un sistema di sensibilità (liberaldemocratiche, socialiste e cristiano-sociali) che instaurò, nella seconda metà dell’Ottocento, un nuovo modo di fare politica finalizzato a favorire il perseguimento della giustizia e della parità di opportunità per tutti i lavoratori e per i loro territori di provenienza. Un binario su cui si sofferma il volume di Menzani concerne poi il nesso tra competitività dell’impresa cooperativa e sua capacità di innovarsi straordinariamente ad ogni tornata storica proprio grazie al controllo esercitato dai soci sulle modalità di conduzione del capitale sociale (un elemento oggi reso più difficile perché per ridurre il rischio di impresa le cooperative sono sempre più grandi): l’innovazione si rivela elemento tanto più forte nelle cooperative proprio in quanto la proprietà dell’impresa da parte dei soci rappresenta un valore essenziale che ha favorevolmente inciso sul radicamento della cooperazione, via di emancipazione per lo stesso lavoratore sempre corresponsabilizzato al destino della sua impresa sui generis. Menzani cita al proposito alcuni esempi di capacità di innovare il mercato tenendo alto il vessillo del rispetto dei valori che ci si è assegnati: è il caso della Capsc (Cooperativa agricola provinciale servizi ai contadini) di Ravenna o della storia del Consorzio Cave di Bologna, delle cooperative che si sono impegnate nel rispetto del territorio e dell’ambiente in cui esse operano a partire dal favorire un uso morigerato degli antiparassitari di sintesi o dal riqualificare le zone di estrazione delle ghiaie trasformandole in parchi pubblici, stabilimenti per impianti solari o casse di espansione delle acque. Affine a questi esempi può essere citata la costituzione di gruppi di discussione tra i soci circa l’impatto dell’intercultura nelle nostre regioni sorto nell’ambito della cooperativa sociale Cadiai. Esempi positivi, insomma, di strenua ricerca di rispetto dei propri valori e della responsabilità sociale dell’impresa. Esempi che andrebbero riconsiderati oggi, soprattutto in ragione della sempre maggiore diffusione internazionale del modello cooperativo: stando ai dati più recenti dell’International Co-operative Alliance (ICA), infatti, si contano oltre un miliardo di soci nelle imprese cooperative di tutto il mondo. E l’Italia ha numeri tra i più ragguardevoli: 40.000 imprese cooperative, 12 miliardi di soci, un fatturato di 140 miliardi di euro che impatta sul PIL per poco meno del 10%. Anche un libro come quello di Viviani su La ricostruzione della Lega delle Cooperative a Bologna, che si sofferma sulla rinascita post-bellica e l’esigenza di riscatto e di risposta al bisogno dei ceti sociali subalterni, può tornare molto utile per comprendere che la linea direttrice del rispetto dei valori sociali è quella che dovrebbe orientare ancora in chiave proattiva il lavoro delle cooperative nella più stretta contemporaneità. Il libro di Viviani è corredato da un cospicuo repertorio fotografico e documentario che illustra il cimento delle donne e degli uomini bolognesi alle prese con la ricostruzione post-bellica e con il precedente discredito che il Fascismo e la guerra avevano gettato sul movimento cooperativo, un movimento capace invece proprio negli anni della ricostruzione di avviare un percorso di ripresa economica nei settori nevralgici quali il consumo, l’agricoltura, l’edilizia, il lavoro ed i trasporti. Prescindendo dal solo contesto bolognese, Viviani riprende e commenta le documentazioni del XXI Congresso nazionale delle Cooperative di Reggio Emilia (1947) in cui emergono con chiarezza alcuni tra i temi principali su cui ci si interroga ancora oggi tra cui I) le necessità di sostegno economico del Mezzogiorno; II) il rapporto tra sistema cooperativo e le forze del capitalismo; e III) l’unità del movimento cooperativo nella critica ad un sistema cooperativo da intendersi solo quale “cinghia di trasmissione” tra partiti e società. Numerose fotografie, come s’è detto, documentano la vita delle cooperative “dall’interno”, producendo un apparato iconografico di tutto rispetto nella consapevolezza dell’“immediatezza” e dell’“oggettività” delle fotografie che risultano assai utili nella ricostruzione storica, ovverosia capaci, ma solo insieme alla documentazione scritta, di fare «scoprire altri aspetti, in quell’andirivieni naturale che è la storia» (p. 84). Si guarda a queste fonti originarie, a questo spirito «ante litteram di corporate social responsibility» come lo chiama Patrizia Battilani nella sua prefazione al libro di Menzani (p.7), nella consapevolezza dell’esigenza di contemperare ancora nell’attualità quella capacità di innovazione e quel rispetto dei valori sociali che per un lungo periodo della storia ha reso grande la storia del sistema cooperativo. Oggi il panorama cooperativo italiano è caratterizzato dalle fusioni e dalla lotta alle cooperative spurie, ovverosia quelle imprese che si camuffano da cooperative solo per godere del particolare regime fiscale che al movimento cooperativo viene riconosciuto. Il 1° gennaio di quest’anno, in particolare, ha visto l’avvio di Alleanza 3.0, la più grande cooperativa italiana ed europea con oltre 2,7 milioni di soci nata dalla fusione di Coop Adriatica, Consumatori Nordest e Coop Estense che si ripropone di ripercorrere i valori cardine dell’originaria cooperazione mutualistica e democratica con particolare riguardo per la valorizzazione del territorio dei centri minori e per la vicinanza al consumatore (lo stesso nome “Alleanza” evoca le primissime esperienze storiche delle cooperative italiane). Frattanto, ha cominciato il suo iter al Senato italiano la proposta di legge di iniziativa popolare sostenuta dall’Alleanza delle cooperative italiane «contro le false cooperative», un disegno di legge particolarmente severo che prevede la cancellazione dall’albo per quelle cooperative che non tengono fede agli impegni stabiliti dalla legge attraverso un sistema di monitoraggio fatto di vigilanza e ispezioni. La battaglia per la difesa della trasparenza organizzativa delle cooperative si fa forte di oltre centomila firme a sostegno del disegno di legge.

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25/09/2020 02:53

siccome c'è Democrazia

chi vuole può esprimere il proprio parere sulle Cooperative

il discorso non è incentrato solo sulla storia migranti

sappiamo benissimo che le Cooperative operano pure per dare lavoro a chi è senza lavoro

dal momento che la Cooperativa ti trova il lavoro tu al primo stipendio ti troverai detratto la quota Socio , si va dai 30 ai 50 euro

namo

chi ha avuto esperienze lavorative buone o non buone può sparare a zero sulle Cooperative


tutto contro le Cooperative

se qualche d'uno ha avuto esperienze buone naturalmente può esprimere la propria opinione buona


dal lavoro ai migranti


tutto è accetto

post nella correttezza e senza insulti


grazie

[Modificato da pliskiss 25/09/2020 02:55]
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Re:
pliskiss, 25/09/2020 02:53:

siccome c'è Democrazia

chi vuole può esprimere il proprio parere sulle Cooperative

il discorso non è incentrato solo sulla storia migranti

sappiamo benissimo che le Cooperative operano pure per dare lavoro a chi è senza lavoro





Ma l'articolo che hai riportato nel 1° post di questa discussione da dove lo hai preso? Ne conosci l'autore?

Per quanto riguarda le cooperative, sono un termine che abbraccia molte realtà lavorative differenti, non solo quello che è nel nostro immaginario evocato dalle notizie di cronaca.
Molte aziende ad esempio potrebbero scegliere di strutturarsi come cooperativa anche per le agevolazioni fiscali che comportano...

_________________


Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.
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25/09/2020 21:19

Re: Re:
Etrusco, 25/09/2020 20:01:




Ma l'articolo che hai riportato nel 1° post di questa discussione da dove lo hai preso? Ne conosci l'autore?

Per quanto riguarda le cooperative, sono un termine che abbraccia molte realtà lavorative differenti, non solo quello che è nel nostro immaginario evocato dalle notizie di cronaca.
Molte aziende ad esempio potrebbero scegliere di strutturarsi come cooperativa anche per le agevolazioni fiscali che comportano...



Vero! Se per questo ci possono anche formare cooperative per la costruzione di abitazioni, i cui soci mettono insieme i capitali per costruirsi una casa per se e vendere quelle in più.


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26/09/2020 00:26

Re: Re:
Etrusco, 25/09/2020 20:01:




Ma l'articolo che hai riportato nel 1° post di questa discussione da dove lo hai preso? Ne conosci l'autore?

Per quanto riguarda le cooperative, sono un termine che abbraccia molte realtà lavorative differenti, non solo quello che è nel nostro immaginario evocato dalle notizie di cronaca.
Molte aziende ad esempio potrebbero scegliere di strutturarsi come cooperativa anche per le agevolazioni fiscali che comportano...




In cronologia mi da Treccani Atlante

ho digitato Storia Cooperative per mettere una introduzione [SM=x44461]

Io siccome conosco un pò di gente che ha aziendine in proprio con una 15 na dipendenti di più no se no la azienda può essere sindacalizzata , mi hanno spiegato che hanno contatti con la cooperativa, chiamano la cooperativa in caso di una commessa che può durare un mese e mezzo, la cooperativa guarda quelli in lista e glieli manda, passato un mese e mezzo t'inventi una scusa e li rispedisci alla cooperativa dove loro sono soci pagando una quota, in pratica una specie di usa e getta

poi ci si chiede perchè i giovani non crescono professionalmente

se per 2 mesi fai imballaggio e poi passi a una ditta che fa il pane di notte, come cazzo fai ad imparare un lavoro se per un anno hai fatto il tappa buchi per guadagnarti qualche soldo di merda

mia figlia ha fatto un mese con questa gentaglia, una cooperativa l'avevano chiamata e gli dissero che gli avevano trovato il posto di lavoro, al colloquio un sacco di stronzate " ditta sicura mica ditta sicura"" e gli hanno fatto firmare innanzitutto per la quota socio 30 euro circa mensili

inizia a lavorare in questa ditta di merda di dolciumi dalle 7.00 alle 18.00 Luglio e Agosto caldo della madonna, aria condizionata zero

soldi una miseria al primo stipendio, gli dico " vedi te""ero poco convinto

1mi Settembre la chiama la cooperativa "" scusa ... a noi ci è arrivata una lettera che blocchi la produzione"" mia figlia cade dalle nuvole "" ma che cazzo blocco la produzione che mi chiedono sempre di fare ore in più? se bloccherei mi manderebbero a casa penso ?""

era finito il grosso del lavoro e se ne dovevano disfare

la troia della cooperativa gli dice "" non ti preoccupare che a Trezzo c'è un altro posto"" Trezzo è a 30 km da Monza

gli dico """fino a li per sti figli di puttana non ci vai"""

uno giorno la richiamano e sento che dice "" no no mi sembra troppo""

a quel punto gli ho preso lo Snart dalle mani "" pronto!!! io sono il padre!!"" "" vedete di non rompere più i coglioni e strappate tutti i documenti di mia figlia!!!"""

a mia figlia gli dissi "" fai domande su domande e cerca posti seri, i soldi te li dò io!""

6 mesi e si è trovata un posto serio senza di mezzo ste cooperative di merda di sfruttatori carne umana



ne avrei altre da raccontare ma verrebbe fuori un libro

per quanto riguarda le cooperative migranti

mio fratello ha una amica in Cooperativa

la cooperativa riceve per vitto e alloggio 25 euro al giorno per ciascun migrante, i migranti non possono fare niente perchè l'assicurazione è ridotta al minimo, se fai un assicurazione alta non ci guadagni un cazzo, il migrante sta li mangia beve e dorme e non fa un cazzo anche se vorrebbe fare

[Modificato da pliskiss 26/09/2020 00:31]
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Re: Re: Re:
rufusexc, 25/09/2020 21:19:



Vero! Se per questo ci possono anche formare cooperative per la costruzione di abitazioni, i cui soci mettono insieme i capitali per costruirsi una casa per se e vendere quelle in più.






questa è un altra, sei socio dei soci e ci piazzi i soldi

quando vai a chiedere, quello che chiedi non è mai nello Statuto fatto ad hoc

gli avevo piazzato un pò di soldi, uno mi ha detto "" stai all'occhio che se la cooperativa va in fallimento tu non vedi più un cazzo ma un cazzo proprio perchè sparisce tutto""

sono andato mi sono ripreso i soldi e ho chiuso [SM=x44458]

le case che ti offrivano

innanzitutto c'era una graduatoria, dovevi essere abitante del posto da più di 30 anni

poi ho sentito pure parlare delle clausole 100 anni, dopodiche la casa torna a loro

i prezzi case??

costava di più che prenderla da un costruttore privato

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26/09/2020 16:08

Re: Re: Re:
pliskiss, 26/09/2020 00:26:


Io siccome conosco un pò di gente che ha aziendine in proprio con una 15 na dipendenti di più no se no la azienda può essere sindacalizzata , mi hanno spiegato che hanno contatti con la cooperativa, chiamano la cooperativa in caso di una commessa che può durare un mese e mezzo, la cooperativa guarda quelli in lista e glieli manda, passato un mese e mezzo t'inventi una scusa e li rispedisci alla cooperativa dove loro sono soci pagando una quota, in pratica una specie di usa e getta

poi ci si chiede perchè i giovani non crescono professionalmente

se per 2 mesi fai imballaggio e poi passi a una ditta che fa il pane di notte, come cazzo fai ad imparare un lavoro se per un anno hai fatto il tappa buchi per guadagnarti qualche soldo di merda

mia figlia ha fatto un mese con questa gentaglia, una cooperativa l'avevano chiamata e gli dissero che gli avevano trovato il posto di lavoro, al colloquio un sacco di stronzate " ditta sicura mica ditta sicura"" e gli hanno fatto firmare innanzitutto per la quota socio 30 euro circa mensili

inizia a lavorare in questa ditta di merda di dolciumi dalle 7.00 alle 18.00 Luglio e Agosto caldo della madonna, aria condizionata zero

soldi una miseria al primo stipendio, gli dico " vedi te""ero poco convinto

1mi Settembre la chiama la cooperativa "" scusa ... a noi ci è arrivata una lettera che blocchi la produzione"" mia figlia cade dalle nuvole "" ma che cazzo blocco la produzione che mi chiedono sempre di fare ore in più? se bloccherei mi manderebbero a casa penso ?""

era finito il grosso del lavoro e se ne dovevano disfare

la troia della cooperativa gli dice "" non ti preoccupare che a Trezzo c'è un altro posto"" Trezzo è a 30 km da Monza

gli dico """fino a li per sti figli di puttana non ci vai"""

uno giorno la richiamano e sento che dice "" no no mi sembra troppo""

a quel punto gli ho preso lo Snart dalle mani "" pronto!!! io sono il padre!!"" "" vedete di non rompere più i coglioni e strappate tutti i documenti di mia figlia!!!"""

a mia figlia gli dissi "" fai domande su domande e cerca posti seri, i soldi te li dò io!""

6 mesi e si è trovata un posto serio senza di mezzo ste cooperative di merda di sfruttatori carne umana



ne avrei altre da raccontare ma verrebbe fuori un libro

per quanto riguarda le cooperative migranti

mio fratello ha una amica in Cooperativa

la cooperativa riceve per vitto e alloggio 25 euro al giorno per ciascun migrante, i migranti non possono fare niente perchè l'assicurazione è ridotta al minimo, se fai un assicurazione alta non ci guadagni un cazzo, il migrante sta li mangia beve e dorme e non fa un cazzo anche se vorrebbe fare




La formula della coperativa sarebbe buona cosa per tanti ambiti, peccato però che come al solito ci sono queste aberrazioni per cui si cerca di sfruttarla solo per trarne il massimo profitto, pagare meno tasse e sgravarsi il più possibile dagli oneri nella gestione dei dipendenti/lavoratori che diventano soci e come tali il più delle volte rinunciano per statuto a diversi diritti....

Ma la ragione d'essere delle coperative come fornitori di manodopera a bassa professionalità (coloro cioè che ogni 3 mesi cambiano totalmente lavoro, da personale delle pulizie a carpentieri, magazzinieri, e tanto altro...)
la ragione d'essere è anche grazie alla difficoltà che ha un'azienda a potersi sganciare dai dipendenti assunti a tempo indeterminato una volta che non ha più tanto carico di lavoro da potersi permettere di pagare tutti gli stipendi a gente che dovrebbe stare senza lavorare... si potrebbe diversificare il lavoro, ma un'azienda specializzata in un settore troverebbe scomodo doversi inventare qualche altro lavoro per impiegare i propri operai in un lavoro totalmente nuovo ed estraneo alla catena produttiva nel momento che mancano gli ordini (ad esempio se un'azienda di scarpe si trova senza ordini, non può dirottare tutti i suoi calzolai a fare i giardinieri o quantaltro solo per non poterli licenziare o mandarli in cassa integrazione) [SM=x44464]
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27/09/2020 01:15

Re: Re: Re: Re:
Arcanna Jones, 26/09/2020 16:08:



La formula della coperativa sarebbe buona cosa per tanti ambiti, peccato però che come al solito ci sono queste aberrazioni per cui si cerca di sfruttarla solo per trarne il massimo profitto, pagare meno tasse e sgravarsi il più possibile dagli oneri nella gestione dei dipendenti/lavoratori che diventano soci e come tali il più delle volte rinunciano per statuto a diversi diritti....

Ma la ragione d'essere delle coperative come fornitori di manodopera a bassa professionalità (coloro cioè che ogni 3 mesi cambiano totalmente lavoro, da personale delle pulizie a carpentieri, magazzinieri, e tanto altro...)
la ragione d'essere è anche grazie alla difficoltà che ha un'azienda a potersi sganciare dai dipendenti assunti a tempo indeterminato una volta che non ha più tanto carico di lavoro da potersi permettere di pagare tutti gli stipendi a gente che dovrebbe stare senza lavorare... si potrebbe diversificare il lavoro, ma un'azienda specializzata in un settore troverebbe scomodo doversi inventare qualche altro lavoro per impiegare i propri operai in un lavoro totalmente nuovo ed estraneo alla catena produttiva nel momento che mancano gli ordini (ad esempio se un'azienda di scarpe si trova senza ordini, non può dirottare tutti i suoi calzolai a fare i giardinieri o quantaltro solo per non poterli licenziare o mandarli in cassa integrazione) [SM=x44464]




ALLE LAVORATRICI E LAVORATORI
SOCI E DIPENDENTI DELLE COOPERATIVE SOCIALI E ASSOCIAZIONI TERZO SETTORE

Lavorare in una cooperativa sociale o in una associazione socio-sanitaria-educativa-assistenziale (il cosidetto terzo settore) è ogni giorno sempre più difficile, pesante e faticoso, mentre si continua ad essere sottopagati, e sempre più flessibili e precari.

Le cooperative, pur continuando a richiamarsi ai principi del movimento cooperativo, propongono condizioni di lavoro che prevedono flessibilità assoluta, reperibilità selvaggia, salari bassi, pochi diritti e tante clausole ricattatorie.

A.S.L. ,Comuni,Province con le loro “esigenze di bilancio”, con le gare di appalto, le convenzioni e gli accreditamenti hanno l’obiettivo di ridurre ulteriormente i costi del lavoro e di conseguenza il salario e i diritti dei lavoratori tramite l’intermediazione delle cooperative e associazioni che ottengono la gestione dei servizi pubblici.

Nessuno dei vari Governi, di centro destra o di centro sinistra, hanno dato risposte concrete alle lavoratrici ed ai lavoratori impiegati, in maniera precaria e ricattabile, nei tanti servizi gestiti in appalti e in convenzione nei servizi socio-sanitari, negando la realtà del lavoro e esaltando astrattamente il ruolo del no profit.CGIL-CISL-UIL gettano fumo negli occhi con accordi bidone e trattative tartaruga sul rinnovo dei contratti che non potranno mai cambiare la situazione di estrema incertezza di centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori.

Occorre uno scatto di dignità ed un rifiuto organizzato e generalizzato

di questa situazione diventata da troppo tempo insostenibile

□ contro i contratti bidone per equiparazione dei trattamenti economici e normativi con i contratti di pubblico impiego

□ eliminazione dei contratti precari introdotti con il pacchetto Treu, la Legge 30/2003, e Legge 142/2001 sui soci lavoratori, clausole di salvaguardia per part-time e tempi determinati

□ sanatoria per i contributi pensionistici versati in maniera ridotta a causa dei regimi di salario medio convenzionale, riconoscimento pieno del lavoro usurante

□ riconoscimento del lavoro svolto in regime di appalto come titolo per l'assunzione riservata nella pubblica amministrazione, con reinternalizzazione dei servizi e dei lavoratori

□ riappropriazione del controllo sul “ruolo” e sulle “finalità sociali” del lavoro sociale (contro la dequalificazione dei servizi, l’aumento delle pratiche repressive e di controllo sull’utenza, ecc...)





""""e sempre più flessibili e precari."""""


La Flessibilità

2002 sei in Europa

2004 se ne arrivano con la flessibilità

in pratica dove ero io tu dovevi donare un pacchetto di ore gratuite all'azienda??

uno dei fautori di questa storia flessibilità era stato il Signor Biagi che più avanti verrà fatto fuori

per entrare in competitività con il mercato Europeo serviva flessibilità, lavorare di più e a gratis, questa è una storia che a qualche d'uno non è andata giù

sempre nello stesso tempo nascevano le cooperative a grappoli

dove lavoravo io i colloqui di lavoro sono spariti, assunzioni ZERO e di conseguenza professionalità ZERO

Perchè ?


bastava prendere in mano il telefono e farsi mandare 4 disperati

gente che arrivava e sapeva che dopo un mese e mezzo veniva mandata via

un anno dalla Signora Cooperativa furono spediti 10 ragazzi (c'era una commessa da portare a termine e serviva lavoro a catena)

naturalmente passarono il colloquio al Ufficio Personale, le promesse erano "" impegno e allungamento del contratto a termine""

su 10 dopo 2 mesi ne avessero assunto 1 [SM=x44458]

dopo un mese e mezzo questi non sentivano voce dall'azienda e allora uno cosa può pensare?

logicamente "" non gliene frega un cazzo di me ""

cosa accade ?

che giustamente queste persone se ne sbattono i coglioni e ne risente l'intera produzione di una Azienda

Con le Cooperative tante aziende professionalmente sono andate avanti alla W il Parroco e alla lunga hanno avuto danni irreparabili causa scarsa professionalità da loro voluta

Se la gente non la piazzi fissa in un posto di lavoro, tu usufruisci sempre di gente dalla Cooperativa, ma questa gente perchè non capace di lavorare ti farà sempre e solo danni, poi c'è da vedere quanto ci hai guadagnato


La storia di uno del Bar mandato a lavorare in un posto da una Cooperativa

un giorno lo trovo e gli faccio "" allora ti sei sistemato ??"""

mi fa ""si certo"" """ come oggi, ho iniziato alle 8.00 alle 10.00 si è guastato il macchinario, dopo un ora non riuscivano a ripararlo e il Capo mi ha detto di timbrare e andare a casa"" """" dopo un ora e mezza mi chiama e mi dice di tornare, 20 km per ritornare""

gli dico """" che hai fatto ?"""" risposta "" siccome mi stava pure sul cazzo l'ho mandato a fare in culo"""

è cosi che cresce l'Economia Italiana



[Modificato da pliskiss 27/09/2020 01:38]
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come avviene secondo me l'adescamento Cooperativa

partiamo cmq da un presupposto, se uno ha bisogno di soldi per mangiare pure un mese di lavoro va bene, poi c'è da affidarsi alla Dea Bendata per il proseguimento

mio nipote è braccio destro del principale

lui tiene i contatti con le Cooperative

un giorno gli faccio "" ascolta c'è uno che conosco ha bisogno di lavorare, ti garantisco che è un buon cavallino, garantisco io per lui"" lui mi risponde """ allora siamo apposto""" [SM=x44450]

piglia in mano il telefono e chiama la Cooperativa""" Assunta !! avete dei posti liberi?"" la tipa gli risponde che qualche posto c'è e cmq sia mandare il cavallino per il colloquio

il cavallino viene chiamato dalla cooperativa e viene inviato in un posto di lavoro

dopo qualche settimana il cavallino mi trova e mi ringrazia , gli dico ""di niente figurati sono pure contento"""

passano 2 mesi e lo ritrovo

gli dico """ allora ?"" mi risponde """ 3 mesi e mi hanno lasciato a casa"""

la Cooperativa cmq perchè sono socio mi ha detto che mi richiama

il trucco per incassare

mi acquisisco il socio con un lavoro da 2 mesi e per tre mesi mi paga la parcella

poi finisce in parcheggio e io adesco altri soci che mi pagano la quota, li mando in un posto a lavorare da 2 mesi e poi li parcheggio e via con altri

la macchina del soldo gira e tutti scontenti



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27/09/2020 02:39

Re: Re: Re: Re:
Arcanna Jones, 26/09/2020 16:08:



La formula della coperativa sarebbe buona cosa per tanti ambiti, peccato però che come al solito ci sono queste aberrazioni per cui si cerca di sfruttarla solo per trarne il massimo profitto, pagare meno tasse e sgravarsi il più possibile dagli oneri nella gestione dei dipendenti/lavoratori che diventano soci e come tali il più delle volte rinunciano per statuto a diversi diritti....

Ma la ragione d'essere delle coperative come fornitori di manodopera a bassa professionalità (coloro cioè che ogni 3 mesi cambiano totalmente lavoro, da personale delle pulizie a carpentieri, magazzinieri, e tanto altro...)
la ragione d'essere è anche grazie alla difficoltà che ha un'azienda a potersi sganciare dai dipendenti assunti a tempo indeterminato una volta che non ha più tanto carico di lavoro da potersi permettere di pagare tutti gli stipendi a gente che dovrebbe stare senza lavorare... si potrebbe diversificare il lavoro, ma un'azienda specializzata in un settore troverebbe scomodo doversi inventare qualche altro lavoro per impiegare i propri operai in un lavoro totalmente nuovo ed estraneo alla catena produttiva nel momento che mancano gli ordini (ad esempio se un'azienda di scarpe si trova senza ordini, non può dirottare tutti i suoi calzolai a fare i giardinieri o quantaltro solo per non poterli licenziare o mandarli in cassa integrazione) [SM=x44464]




""""""""""""""""la ragione d'essere è anche grazie alla difficoltà che ha un'azienda a potersi sganciare dai dipendenti assunti a tempo indeterminato una volta che non ha più tanto carico di lavoro da potersi permettere di pagare tutti gli stipendi a gente che dovrebbe stare senza lavorare.""""""""

dirò di più

se hai il numero giusto di dipendenti che mi sembra non supera i 15

tu scavalli pure quei 4 ruba galline dei sindacati che non possono aprire la vertenza sindacale

per dire

la Cooperativa ti manda in un posto, tu vieni sfruttato e noti irregolarità

a quel punto ti rivolgi al sindacato

il Sindacato vede se dalla vertenza c'è da guadagnarci , calcolo guadagno con avvocati e se non c'è niente da guadagnarci ti lasciano a mare

in pratica

La Cooperativa ti insapona

Poi il Sindacato ti risciacqua





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27/09/2020 10:44

Re:
pliskiss, 27/09/2020 02:07:

come avviene secondo me l'adescamento Cooperativa

partiamo cmq da un presupposto, se uno ha bisogno di soldi per mangiare pure un mese di lavoro va bene, poi c'è da affidarsi alla Dea Bendata per il proseguimento

mio nipote è braccio destro del principale

lui tiene i contatti con le Cooperative

un giorno gli faccio "" ascolta c'è uno che conosco ha bisogno di lavorare, ti garantisco che è un buon cavallino, garantisco io per lui"" lui mi risponde """ allora siamo apposto""" [SM=x44450]

piglia in mano il telefono e chiama la Cooperativa""" Assunta !! avete dei posti liberi?"" la tipa gli risponde che qualche posto c'è e cmq sia mandare il cavallino per il colloquio

il cavallino viene chiamato dalla cooperativa e viene inviato in un posto di lavoro

dopo qualche settimana il cavallino mi trova e mi ringrazia , gli dico ""di niente figurati sono pure contento"""

passano 2 mesi e lo ritrovo

gli dico """ allora ?"" mi risponde """ 3 mesi e mi hanno lasciato a casa"""

la Cooperativa cmq perchè sono socio mi ha detto che mi richiama

il trucco per incassare

mi acquisisco il socio con un lavoro da 2 mesi e per tre mesi mi paga la parcella

poi finisce in parcheggio e io adesco altri soci che mi pagano la quota, li mando in un posto a lavorare da 2 mesi e poi li parcheggio e via con altri

la macchina del soldo gira e tutti scontenti







come come? quindi le coperative guadagnando sulle quote di iscrizioni mensili guadagnano pure sulla pelle dei poveri disperati che cercano qualsiasi lavoro?
e li prendono pure in giro facendoli lavorare i primi mesi e poi li abbandona? se non per qualche lavoretto di tanto in tanto?

Ma così il lavoratore perde pure l'assegno di disoccupazione tra un lavoro e l'altro... [SM=x44473]
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27/09/2020 11:15

Sembra che qui la discussione si stia facendo seria e quindi sarebbe meglio spostarla nell'altra cartella di Attualità,
perchè in Chiacchiere in Libertà sarebbe meglio lasciare spazio alle discussioni più leggere e divertenti...
è solo una mia opinione, nulla da togliere all'argomento che è molto interessante [SM=x44462]
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27/09/2020 15:54

Re:
c'eraunavodka, 27/09/2020 11:15:

Sembra che qui la discussione si stia facendo seria e quindi sarebbe meglio spostarla nell'altra cartella di Attualità,
perchè in Chiacchiere in Libertà sarebbe meglio lasciare spazio alle discussioni più leggere e divertenti...
è solo una mia opinione, nulla da togliere all'argomento che è molto interessante [SM=x44462]




mai spostato niente, ce l'ho fatta al primo colpo [SM=x44462]

si giusto che stia in Attualità perchè è Attualità

Attualità del cazzo ma sempre Attualità giornaliera di gente che per magnare deve scendere a compromessi che non gli danno un futuro lavorativo, oggi sei meccanico domani diventi magazziniere

uno direbbe " beh impari tutti i lavori"" e fino a li buona

ma c'è da vedere se in 4 mesi riesci ad impararli ?

a fine anno magari ti dici " vabbè ho magnato"", ma professionalmente se sei giovane non hai in mano un cazzo, meccanico, magazziniere, si iscrivono alla cooperativa 2 meccanici e 2 magazzinieri che sanno fare meccanico e magazziniere, tu che stai in parcheggio te ne vai magari questa volta in un supermercato

sul tuo libretto di lavoro avrai scritto "" er tappa buchi"" tutto fare ma buono di fare un cazzo

da giovane mi ero presentato in una litografia e gli dissi che ero buono di fare il litografo, ma io avevo lavorato in tipografia non in litografia

avevo fatto il serale al Rizzoli a Milano e di sera si andava giù in laboratorio e mettevamo mani alle macchine litografiche, avevo l'idea ma non la mano

mi presentai alla mattina e mi diedero in mano questa macchinetta litografica che c'era da stampare solo in nero

un ragazzo della ditta arrivò li e mi disse "" ma tu sei buono di stampare in litografia?""

le dissi "" non tanto"" questo mi rispose "" ascolta, spremiti il cervello al massimo e ti aiuto io, impegnati al massimo"" "" se questi capiscono che non sei buono ti cacciano""

mai fatto andare cosi il cervello in vita mia, eravamo io e stà cazzo di macchina

in 3 giorni ero litografo

il principale le disse al responsabile "" pensavo un pò di più da questo ragazzo""

cazzo vuoi non ero neanche litografo


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