LECCE - Era di pomeriggio, e lui "era un tipo magro, mingherlino, e aveva le occhiaie, questo me lo ricordo bene". Era sabato scorso, 26 settembre, era appena lo scorso weekend. La mattina erano stati seppelliti Daniele De Santis e la fidanzata Eleonora Manta, uccisi nel loro appartamento di via Montello. Chi è stato? Giovanni Antonio De Marco, 21 anni, i carabinieri lo sanno già e quel sabato iniziano un'attività di pedinamento dell'allievo infermiere, e lo seguono a zig zag per le vie di Lecce, in centro e in periferia.



Omicidio fidanzati Lecce, il killer ripreso dalla telecamera di sorveglianza dopo il delitto







Per tre giorni ne studiano abitudini e personalità - intanto arrivano altre conferme dalle utenze telefoniche, altre certezze che fanno dire agli inquirenti "allora è lui. È lui" - e lo seguono a distanza così ravvicinata che a un certo punto lui si accorge di qualcosa, diventa ultrasospettoso, del resto sa di aver perso sul luogo del delitto molti oggetti che possono portare a lui, come è davvero successo. La mascherina chirurgica obbligatoria in questi tempi di Covid, la calza di nylon con disegnati occhi e bocca, i bigliettini con la lista delle cose da fare, una specie di sceneggiatura, una sequenza di azioni da eseguire, e anche i guanti di nitrile blu. Quanti indizi, anzi prove.


Tra fumetti e sesso a pagamento, le ore successive all'assassinio del killer di Lecce

Un cartellone per ringraziare i carabinieri appeso davanti all'appartamento del delitto



Quindi il ragazzo è molto preoccupato, e vagabonda per la città, e dalla via Fleming dove abita, in una stanza in affitto, attraversa il centro storico, sfiorando le grandi chiese barocche che sono il vanto di Lecce, e se ne va in periferia per approdare infine qui, in via Santi Giacomo e Filippo all'angolo con via Piero Gobetti, e qui entra in un negozio. Il negozio è "L'angolo del fumetto", dentro c'è il titolare Yuri, un giovane che adesso mostra il braccio e dice "io mi sento male. Guardi, mi viene la pelle d'oca a pensare che lui è entrato qui, da me". Pochi minuti prima che De Marco metta piede nel negozio, Yuri riceve una telefonata dei carabinieri. Si qualificano, gli spiegano di stare sorvegliando un ladro, gli danno alcune istruzioni, e Yuri, pur essendo molto preoccupato di avere un ladro in negozio, esegue. Le istruzioni sono queste: "Se compra qualcosa, non toccare i soldi che lui ti darà". Dagli il resto, ma non toccare i soldi che lui ha toccato. E così succede. De Marco entra - non è un cliente abituale, e poi ha la mascherina sulla faccia - e subito va in fondo al negozio, con una tale fretta che Yuri pensa "ma dove va? Cosa vuole fare?", e lo segue. "È andato verso gli scaffali dei fiumetti giapponesi, ne ha pescato uno, credo a caso, ha fatto dietrofront ed è tornato verso la cassa. Ora, ripensandoci, e sapendo adesso chi era e cosa aveva fatto, penso che sia entrato davvero a caso, per controllare se qualcuno lo stava seguendo". Comunque, De Marco compra un libretto della serie Black Clover, che costa 4,90 euro, lo mette nello zainetto, porge una banconota da 20 euro che Yuri non prende, ma lascia che la appoggi sul banco, mette il resto sempre sul banco, e intanto il ragazzo sconosciuto prende il resto e se ne va. "Non ha detto niente, non ho sentito la sua voce. Ma l'ho guardato, perché pensavo fosse davvero un ladro, e volevo ricordarmelo". Quindi, ricorda bene due cose: era magro, aveva occhiaie profonde, l'unica cosa che si vedesse oltre la mascherina.

Tra fumetti e sesso a pagamento, le ore successive all'assassinio del killer di Lecce


Un attimo dopo entra un uomo, un carabiniere in borghese. Si presenta, raccoglie la banconota e la mette in una busta di plastica, restituisce un'altra banconota da 20 euro, ringrazia e se ne va. In quel momento esatto, i carabinieri hanno acquisito un'altra prova importante: le impronte digitali, che andranno comparate con quelle trovate in via Montello, e che risulteranno uguali. Intanto, il ragazzo con lo zainetto se ne va, e va a una festa di compleanno: una tirocinante del corso da infermieri professionisti dell'ospedale Vito Fazzi ha invitato tutti, persino lui, il taciturno allievo che non lega con nessuno, e lì si parla dell'omicidio dei due fidanzati, la cosa ha spaventato la città intera, non c'è casa o bar o ristorante o ufficio dove non si parli di quei due giovani trucidati - è il termine più preciso - e di quell'assassino in fuga, ancora da catturare.

Tra fumetti e sesso a pagamento, le ore successive all'assassinio del killer di Lecce

I due fidanzati trucidati



Poi, De Marco se ne va a casa. I carabinieri, dietro. Va a dormire, certo. Il giorno dopo è domenica, e lui torna dalle parti dell'"Angolo del fumetto", che è chiuso. Ma gira a sinistra e prende via Gobetti. È pomeriggio, De Marco oltrepassa alcuni ristoranti chiusi, bar, case a due piani con le persiane chiuse, poi entra deciso nella porta di una palazzina, qualcuno gli ha aperto, e sparisce. Cosa fa? A quell'indirizzo vive e pratica una escort, che riceve De Marco nel suo appartamento, con cui "ha un rapporto sessuale" che dura poco e che lui paga come da accordi precedenti, per poi andarsene per la sua strada. Un attimo dopo la sua uscita, arrivano i carabinieri. Perquisiscono, sequestrano: "Due preservativi e alcuni fazzolettini utilizzati dal De Marco". Imbustati e repertati, la ragazza è sbalordita, mai le è successa una cosa del genere, non sa che un'altra prova è appena stata acquisita. Il Dna dell'omicida. Anche lei sa che è stato commesso un feroce e duplice omicidio, ma non collega, non capisce cosa stia succedendo. Se lo sapesse, avrebbe i brividi e la paura che adesso ha Yuri, essere stati così vicini a un ragazzo solo apparentemente tranquillo. E lei è la persona che gli è stata più vicina, a quel che se ne sa.


Dall'aggressione alla cattura dell'assassino: videoricostruzione del duplice omicidio di Lecce











Il pomeriggio del giorno dopo - è lunedì 28 settembre - i pubblici ministeri firmano il decreto di fermo, poi convalidato dal giudice per le indagini preliminari. I carabinieri vanno a prendere De Marco alle 21,40 all'ospedale, dove lui fa il tirocinio. È sorpreso a metà, domanda: "Da quanto tempo mi stavate seguendo?". Non ha risposta. Ma c'è un altro indirizzo che conviene andare a visitare, seguendo il peregrinare astioso di questo ragazzo sempre con lo zainetto in spalla, ed è via Pitagora 23, anche questo esattamente dall'altra parte della geografia "normale" di De Marco: via Fleming, l'ospedale, tutto dall'altra parte della città.

Qui c'è il negozio Zona militare, specializzato in armi per il softair - repliche di armi, però perfette - abbigliamento militare, mimetiche elmetti e tutto quanto può servire per sembrare un vero militare. Prodotti per la difesa personale, spray al peperoncino. E anche coltelli, di quelli in libera vendita ai maggiorenni, cioè con un solo filo. Chi frequenta questo negozio? "Chi fa survivor, outdoor, campeggio, boy scout, cacciatori, e anche forze dell'ordine", spiega il titolare Alessandro. Qui, in un giorno imprecisato "ma non nell'ultima settimana", De Marco è entrato per comprare il coltello da caccia che ha poi usato per uccidere. Alessandro non lo ricorda: "Non è un cliente abituale, e come tutti aveva sicuramente la mascherina in faccia. Il pensiero che sia venuto qui a comprare un coltello, mi fa star male. Noi siamo sportivi, ma non ricordo che tipo di coltello possa avere comprato. Ne vendo tanti...".

L'arma del delitto è sparita. De Marco ha poi spiegato di averla buttata in un cassonetto, ma accanto al cadavere di una delle sue vittime è stata trovata "una guaina da coltello in tessuto di colore nero della lunghezza di cm 29". Quale coltello può aver custodito, questa guaina di cordura? Un coltello alla Rambo, con seghetto e tranciafili. Un coltello da caccia, manico nero scanalato. Il modello più corto costa 29,90 euro. Ma lui ne ha preso uno più lungo, per il lavoro che intendeva fare ne ha voluto uno decisamente più grande, con una bella lama lucente, forse avrà speso 40 euro, anche meno, Alessandro non ricorda quel cliente giovane, quindi non ricorda neanche il modello esatto del coltello, ma ha consegnato i filmati delle telecamere, così si potrà ricostruire in quale giorno preciso il ragazzo con lo zainetto è entrato, puntando dritto alla vetrinetta delle armi da taglio, ha soppesato vari articoli, ne ha scelto uno che gli piaceva e che si adattava bene alla mano. Poi se ne è andato verso la sua missione.

www.repubblica.it/cronaca/2020/10/02/news/l_assassino_di_lecce_dopo_l_omicidio-26...