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Caso Ruberti

Ultimo Aggiornamento: 22/08/2022 23:13
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20/08/2022 13:28

Cosa succede dentro il PD?

Il filmato pubblicato dal "Foglio"


"Caso Ruberti": dopo il video della lite, il capo di gabinetto del sindaco Gualtieri si dimette


Urla e minacce di morte in strada. Erano presenti Francesco De Angelis, ex assessore regionale ed europarlamentare (che ha ritirato la candidatura in Parlamento) e Sara Battisti, consigliera regionale e compagna di Ruberti







 
Albinio Ruberti



 

Ansa - Albino Ruberti

Albino Ruberti, capo di gabinetto del sindaco di Roma Roberto Gualtieri, si è dimesso. Si conclude così il caso della violenta lite che lo vedeva protagonista, svelata dal Foglio con un video, e che si era abbattuto sulla campagna elettorale per le politiche. “Episodio gravissimo che non può restare senza conseguenze”: così fonti del Nazareno avevano stigmatizzato l'episodio. Il segretario del partito, Enrico Letta, ha definito il gesto “opportuno e doveroso”. E anche il Movimento 5 Stelle romano si era pronunciato per le dimissioni del dirigente capitolino. Nelle ultime ore si è appreso che a breve la Procura di Frosinone acquisirà il video della lite.








Il filmato, pubblicato dal quotidiano diretto da Claudio Cerasa, è stato girato di notte a Frosinone alcune settimane fa: urla, pianti e minacce di morte scuotono la quiete notturna del capoluogo ciociaro. “Io li ammazzo... Devono venire a chiede scusa per quello che mi hanno chiesto... A me non me dicono ‘Io me te compro’”. E poi: “Do’ cinque minuti pe veni' a chiedeme scusa in ginocchio. Se devono inginocchia’ davanti. Altrimenti io lo scrivo a tutti quello che sti pezzi de m. mi hanno detto... Io li sparo, li ammazzo”.

A lanciare le invettive è appunto Ruberti, detto Rocky per il suo temperamento fumantino, uno dei principali dirigenti del Campidoglio e strettissimo collaboratore del sindaco Gualtieri. Si scaglia contro due persone: prima un certo “Vladimiro”, poi cita anche “Adriano”. Fra i presenti, Francesco De Angelis, fratello di Vladimiro, ex assessore regionale ed europarlamentare del Pd, che si era candidato in Parlamento tra le fila dei Dem e che ha comunicato nelle ultime ore di rinunciare alla corsa proprio a causa di questa vicenda. Alla lite assiste impotente anche Sara Battisti, consigliera regionale del Pd, originaria di Frosinone e compagna di Ruberti: dal video, si sente la donna cercare di placarlo. Ma invano, lui risponde: “Sara, se stai dalla parte loro io prendo le conseguenze...”.

Il filmato si interrompe con un urlo di sottofondo, prolungato, un “oddio” gridato da una voce femminile. A caldo, il braccio destro di Gualtieri ha commentato: “Si tratta di una lite per motivi calcistici, accaduta circa due mesi fa a Frosinone con una terza persona, che non voglio citare, al termine di una cena. Alla scena erano presenti anche Vladimiro e Francesco De Angelis, con il quale ho ottimi rapporti. Niente di più”. La sera del litigio le forze dell'ordine erano intervenute dopo alcune telefonate giunte al 112 da parte di alcuni cittadini allarmati per le grida in strada, non lontano da un ristorante.

RaiNews



[Modificato da Ignazzio 20/08/2022 13:30]
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20/08/2022 13:37

Politica

La mappa del potere del PD romano:
con Ruberti salta il punto di equilibrio


Le correnti dem finiscono di nuovo nell'occhio del ciclone.
Il fuoco amico che ha dato a Il Foglio il video dell'ormai ex capo di gabinetto squarcia il velo della narrazione del partito unito









 






Il video che ha portato alle dimissioni da capo di Gabinetto del Campidoglio Albino Ruberti ha rotto la narrazione del "ci vogliamo tutti bene" all'interno del PD romano. Le correnti tornano a galla e la metafora, spesso evocata, della guerra tra bande è oggi quella più ricorrente. Lo scontro, in realtà, come abbiamo raccontato in questi mesi su RomaToday non si è mai sopito e solo la vittoria di Roberto Gualtieri a ottobre 2021 e i nuovi equilibri da essa disegnati hanno spento i riflettori sull'eterna lotta del potere per il potere. Ruberti, in particolare, di questo equilibrio era una sorta di fulcro e quindi le sue dimissioni non potranno non avere conseguenze.

Albino Ruberti come punto di equilibrio


L'ormai ex capo di gabinetto infatti, pur non avendo mai avuto incarichi politici, è interno al potere dem ed ha rappresentato il punto di incontro tra il vecchio asse Bettini-Zingaretti e l'attuale forza al potere in Campidoglio, quella guidata da Mancini e Gualtieri con una parte degli ex zingarettiani. Sono stati loro a gestire gran parte delle candidature per le comunali 2021, a porre veti (e a creare quindi inevitabili malumori) e a promuovere iniziative all'interno del comitato elettorale. Dalla campagna elettorale al governo del Campidoglio lo schema è stato mantenuto, con Ruberti a rappresentare il punto di equilibrio, tanto da guadagnarsi la fama di sindaco ombra. A lui erano affidati i dossier più delicati. Da lui passavano gran parte, se non tutte le nomine. Ed era lui ad aiutare a trovare la sintesi sulle situazioni più complicate.

Il video e il fuoco amico


Cosa è accaduto? Che si sia trattato di un video fatto uscire - da chi l'ha fornito a Il Foglio - ad orologeria appare cosa abbastanza evidente. I fatti ripresi risalgono a inizio giugno. La cosa più semplice è pensare che l'uscita differita rappresenti una sorta di risposta al caos generato dalle candidature per le politiche. In realtà, come detto, gli scontri tra correnti sono eterni e vanno avanti da sempre, seminando scontenti ad ogni passaggio politico, ad ogni elezione, ad ogni lista da costruire. Nei fatti quindi il fuoco amico arriva da diverse direzioni.

Gli ex zingarettiani


Proviamo a ricostruire quindi quella che è la mappa del potere (e degli scontenti) all'interno del partito romano in cui a lungo Nicola Zingaretti e i suoi hanno avuto la meglio. Parliamo al passato perché, da quando il Governatore ha lasciato la poltrona da segretario nazionale, la sua corrente si è di fatto inabissata. I suoi "soldati" si sono divisi, dando vita ad anime meno rilevanti nel partito. Tutti a parte Mario Ciarla che, come vedremo, con Mancini ha costruito un solido asse di potere.

Base riformista


Al centro, Base riformista, corrente di ex renziani della prima ora rimasti nel partito democratico, è ieri uscita allo scoperto parlando in una nota di "nomi calati dall'alto sul territorio". Vittima in particolare è stata Patrizia Prestipino, parlamentare uscente, che ha lamentato il suo mancato inserimento in un listino proporzionale. Un'esclusione che la obbliga a vincere il difficile collegio uninominale assegnatole, quello di Roma sud (IX, X municipio con l'aggiunta di Pomezia). Così ieri, ufficializzata la rinuncia di De Angelis, la sua corrente ha chiesto che fosse inserita nel listino al suo posto. La casella che difficilmente, va detto, porterà all'elezione di un parlamentare, sarà però occupata da Enrico Panunzi, consigliere regionale uscente proveniente da Viterbo, la cui scelta punta a placare i malumori provenienti dalla Tuscia.

AreaDem


La corrente guidata a livello nazionale da Dario Franceschini e a Roma e nel Lazio dal senatore Bruno Astorre, ha strappato due candidature forti all'interno dei listini, quella dello stesso Astorre in Senato e quella di Michela Di Biase alla Camera. Truppe dimezzate rispetto alla legislatura uscente. Poco rappresentata è anche la corrente all'interno del Campidoglio dove ha eletto tre consiglieri, senza portare in giunta nessun proprio rappresentante. Nonostante questo i malumori, inevitabili, vengono messi sistematicamente a tacere anche perché la vera battaglia d'area arriverà tra qualche mese. Già, perché AreaDem punta apertamente alla successione di Nicola Zingaretti in regione Lazio e da tempo ha indicato il nome di Daniele Leodori, arrivando persino allo scontro in direzione regionale. Primarie con più candidati dem, la posizione di Astorre che, oltre ad essere capo corrente, è anche segretario regionale del partito. Proposta irricevibile per il resto del partito che punta sul cosiddetto modello Roma, ovvero ad un unico candidato per le primarie, trasformate così in una sorta di recita popolare per legittimare il nome deciso a tavolino.

Tutti contro AreaDem


Ed il caminetto aveva già deciso per Enrico Gasbarra. A rompere i piani, appunto, l'annuncio della candidatura di Leodori che ha dato il via ad una guerra sotterranea per cercare di erodere terreno al gruppo di Astorre, che tutti riconoscono come quello capace di intercettare il maggior numero di consensi in ambito regionale. E proprio a Frosinone, teatro del video di Ruberti, a metà giugno, sono arrivati i primi risultati. Francesco De Angelis (ex zingarettiano di ferro), uno dei presenti alla lite di Frosinone, con il suo cerchio ristretto, avevano lasciato intendere di ritenere prematura l'uscita di nomi per le primarie, sancendo di fatto il passaggio con il gruppo al potere in Campidoglio. Un colpo che aveva convinto Mancini, Bettini e parte degli ex zingarettiani, ad uscire allo scoperto, accettando di sfidare AreaDem alle primarie. Più fonti infatti raccontano di un evento (poi saltato) per il 7 luglio, in cui annunciare la candidatura alle primarie di Gasbarra.

La convinzione infatti era quella di replicare il modello Frosinone anche nelle altre province, erodendo il consenso nei confronti della corrente di AreaDem. Il piano però non è andato a segno. Da qui la decisione di fermare Gasbarra prima e di aprire un processo ad Astorre in direzione regionale. A fermare tutto la crisi di governo che ha posticipato la questione regionali all'autunno.

Chi comanda il PD Roma oggi


Gasbarra non è stato candidato per il Parlamento e tutti ritengono il suo nome sarà ripresentato per la successione di Zingaretti. E' il progetto, ormai neanche più troppo nascosto, della triade Mancini-Ciarla-Bettini. E' il gruppo che ad oggi comanda in Campidoglio e nel PD romano, retto solo nominalmente da Andrea Casu, eletto nel 2017 e mai sostituito, nonostante reiterate promesse (mai realizzate) di congresso romano imminente.






A comporre il potentato romano c'è il parlamentare uscente Claudio Mancini, candidato all'uninominale e al proporzionale a Roma. Ex uomo forte a Roma di D'Alema, negli anni ha costruito il suo consenso nella Capitale. Roberto Gualtieri, suo amico fraterno, ha usufruito dei suoi consigli in campagna elettorale. Anche in questo anno di governo non è mancata la sua presenza (fissa) in Comune. Ad affiancarlo c'è Mario Ciarla, politico di militanza zingarettiana che, con l'addio alla segreteria nazionale dell'attuale governatore e la contemporanea lenta dissoluzione della sua corrente a Roma, ha acquisito una certa autonomia. Onnipresente al comitato di via di Portonaccio nonché in Campidoglio, Ciarla è stato il demiurgo dei campioni di preferenze delle scorse comunali, ovvero Sabrina Alfonsi e Maurizio Veloccia, entrambi poi entrati in giunta. L'asse composto da Ciarla e Mancini ha scelto, intelligentemente, di dialogare con Goffredo Bettini, eterno potente del partito romano che, pur essendo fuori e dichiarandosi sempre estraneo a tutto, non fa mai mancare i suoi consigli e il suo apporto.

Ruberti di tale asse rappresentava una sorta di garante, l'uomo capace di mettere tutti d'accordo. Saltato lui, l'equilibrio va ricostruito attorno ad un altro nome.

Roma Today


[Modificato da Ignazzio 20/08/2022 13:37]
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20/08/2022 16:27

che figura di m...a!💩
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20/08/2022 16:46

Re:
(max77), 20/08/2022 16:27:

che figura di m...a!💩




La figura peggiore poi l'hanno fatta quando hanno tentato di spiegare l'accaduto [SM=x44516]
una discussione sul tifo calcistico Roma-Lazio?! [SM=x44457]
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21/08/2022 02:54

avevo scritto un post

si è bloccato tutto ed è sparito , non ho voglia di riscriverlo

cmq sintetizzo il finale

per me Mafia Capitale esiste ancora e alla grande

Non esiste che una Capitale di una Nazione sia sempre dentro a scandali ogni 3x2
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22/08/2022 23:13

Re:
pliskiss, 21/08/2022 02:54:

avevo scritto un post

si è bloccato tutto ed è sparito , non ho voglia di riscriverlo

cmq sintetizzo il finale

per me Mafia Capitale esiste ancora e alla grande

Non esiste che una Capitale di una Nazione sia sempre dentro a scandali ogni 3x2




Infatti a Roma ovunque guardi trovi zozzura, imbrogli e impicci...
guarda come sono finite le grandi aziende come Alitalia che per anni hanno beneficiato degli aiuti di Stato...
guarda quanta monnezza hanno lungo le strade e non riescono ancora a far partire un'efficiente raccolta differenziata per riciclare il riciclabile...
se fanno qualcosa è solo perchè c'è da mangiarci sopra e parecchio... [SM=x44504]

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