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Groenlandia - Prima parte -

Ultimo Aggiornamento: 17/04/2003 20:17
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30/03/2003 23:18

Partito da Reykjavìk City un Fokker 50, stò volando verso la
"Terra Verde" come dice il suo nome in danese, anche se è per la maggior parte bianca. Per spiegare meglio com'è, la Groenlandia
si può paragonare ad un catino, pieno di ghiaccio eterno nel
mezzo, e con le coste rocciose sui lati.
A bordo vi sono degli inuit ( termine indigeno che significa
uomo ), termine usato da quelli che noi chiamiamo esquimesi per
identificare il loro popolo. Infatti "esquimese" equivale ad uno
spregiativo ( tipo negro o muso giallo ), purtroppo ancora molto usato dai turisti.
A completare il gruppo c'è una comitiva di Taiwanesi, quasi
sempre attaccati ai sacchetti per il mal d'aria.
Come mi ha infatti spiegato il capitano della Icelandair, molto
gentile che mi ha anche permesso di entrare nel cockpit, è una
zona con forti correnti, specialmente durante la stagione estiva,
ed è normale ballare un pò.

La destinazione è Narsarsuak, ex base militare USA durante la
IIa Guerra Mondiale, il cui aeroporto è stato trasformato per
usi civili.
Appena sceso dall'aereo mi accorgo subito dello stile "coloniale"
della Groenlandia ( che appartiene alla Danimarca ): il Ground
Officer della Gronlandsfly ed il doganiere sono alti a biondi
danesi, gli operai che scaricano i bagagli o puliscono il terminal sono inuit.
Alla dogana, ai turisti non fanno nessun controllo, mi faccio mettere il timbro sul passaporto non perché sia obbligatorio ma
per averlo come ricordo; gli inuit invece vengono controllati
da cima a fondo, per essere sicuri che non abbiano con sè alcolici in quantita superiore alla franchigia permessa.
Io ed i Cinesi andiamo a prendere il pullmann per l'albergo, gli
indigeni invece si imbarcano su di un grosso elicottero Sikorsky
della Gronlandsfly che assicura i collegamenti con i villaggi
lungo la costa.

All'aperto capisco subito perchè, mi avevano consigliato di
acquistare una retina da mettere sulla testa: migliaia di zanzare che si avventano subito sulla pelle dello sventurato
turista !!!
Il bus porta ancora all'interno dei cartelli riguardanti la
tariffa urbana di Kopenhagen..., ma ecco l'Hotel, una ex-caserma
americana trasformata; anche qui la bionda alla reçeption e
l'inuit a portare le valige.
Sistemato e rinfrescato in camera, decido di fare due passi nei
dintorni, naturalmente con la retina, guanti e maniche lunghe.
E' una brughiera, che collega la spiaggia all'inizio delle montagne, con una vegetazione simile a quella che si può trovare
da noi sopra ai 2500-3000 metri di altitudine.
In un prato trovo dei bossoli cal. 5,56 NATO, infatti mi hanno
detto che l'Esercito Danese viene in questa zona per delle
manovre.
Per cena è previsto un buffet tipico locale, per la maggioranza
a base di pesce, crostacei e... cetacei, infatti agli indigeni
è permessa la caccia alle balene per via della tradizione ( ma
di questo parlerò in seguito, visto che riguarda anche le foche ).
I taiwanesi si gettano subito sulla balena ( credo che da loro
la carne di balena venga considerata come un Viagra naturale ),
io la provo, ma sembra una via di mezzo tra del lardo e della
gomma da masticare... meglio i pesci ed i crostacei.
So ogni tavola vi sono delle brocche con acqua ghiacciata...se
già in Islanda la birra ed il vino sono cari, qui la prima è
carissima ed il vino impossibile ! Anche una Coca costa almeno
l'equivalente di 5 €.

La notte ( per modo di dire visto che d'estate è sempre chiaro )
è tranquilla, e si ha la sensazione di essere sulla cima del
mondo; alla TV si ricevono anche i programmi canadesi, infatti non è eccessivamente distante. Sembra che i vichinghi, dopo aver
fatto tappa qui, siano giunti in America, da loro chiamata
Vynland, secoli prima di Colombo.

L'indomani partiamo in gruppo per un escursione verso l'interno,
prima con il bus fino alla fine della strada e poi una marcia
nella brughera, in piena fioritura durante la breve estate.
La parte più impegnativa è la salita sulla sommità di un ghiacciaio, usando una specie di scala di corda, ma una volta
arrivati in cima lo spettacolo è magnifico, si domina la vallata
ed il mare per diversi chilometri, ed il cielo è di un chiarore
che non mi sembrava di aver già visto.
Purtroppo una turista di Friborgo scivola e si fa male ad una
caviglia, così le guide decidono di rientrare.
La ferita viene calata a valle con un'imbracatura e poi viene
messa su di una barella.
Tornato all'albergo, assieme a qualche altro gitante ci rechiamo
al bar, decisi a fare un leasing per bere qualcosa; il bar è
fatto a servisol e nel banco-frigo vi sono delle bottigliette
con delle scritte in danese ed inuit, ma vedendo la scritta
Carlsberg crediamo che si tratti di birra.
Qui iniziano le sorprese: la prima riguarda la data di scadenza,
passata da tre anni...ma la cameriera ci rassicura, dice che
la Carlsberg ha un impianto anche a Nuuk ( capitale della
Groenlandia ), e sapete com'è, a volte non cambiano le etichette.
Paese che vai usi che trovi, se viaggi non devi essere schizzinoso, paghiamo le bottiglie e le stappiamo... seconda
sorpresa, questo strano liquido ha un sapore dolciastro schifoso. In seguito ho scoperto che la Carlsberg fa anche una
bibita al malto, molto di moda qui, ma certo non troppo adatta
ai visitatori !

-1, continua


31/03/2003 18:22

spettacolo ferroviere! ma il diario è tuo?[SM=x44475]
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31/03/2003 18:23

sono rimasta a bocca aperta
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31/03/2003 18:52

Si, ho fatto il viaggio nel '97; sono contento che vi piaccia,
tra breve seguirà la seconda parte.
31/03/2003 19:04

Re:

Scritto da: ferroviere 31/03/2003 18.52
Si, ho fatto il viaggio nel '97; sono contento che vi piaccia,
tra breve seguirà la seconda parte.



postala postala.
qui si parla proprio di viaggi, e ci aiutiamo a capire meglio.;)
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17/04/2003 20:17

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