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Madonna, festa a Parigi per il debutto di scrittrice

Ultimo Aggiornamento: 18/09/2003 07:58
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16/09/2003 15:20




L'ex Material Girl si presenta all'Hotel Ritz in veste
di madre e di autrice felice di un libro per bambini

di LEONETTA BENTIVOGLIO



PARIGI - Madre Madonna, santa protettrice dei buoni sentimenti, appare nella sala rosa confetto dell'Hotel Ritz di Parigi con un'ora di ritardo, fasciata da un superbo abito nero e accollato da monachina sexy e con l'identica pettinatura bionda e boccolosa di Binah, la piccola protagonista del libro Le Rose Inglesi, prima opera letteraria della più celebre, determinata e camaleontica tra le popstar. Alla platea di giornalisti esausti dall'attesa, tra selve di televisioni e domande a raffica intimidite o imploranti, la neo-scrittrice offre la sua bellezza calma e distante, fatta di voglia di emanare luce spirituale e di trasmettere pensieri limpidi e sereni.

Dice di voler "comunicare tanto amore al mondo" e di aver scritto Le Rose Inglesi "per dividere con gli altri qualche lezione appresa sulla vita". Esalta il misticismo della Cabala, "una filosofia che mi ha profondamente modificata, facendomi capire che siamo tutti connessi, grazie a un'unica fonte di energia e di amore". Elenca i sani princìpi con cui sta crescendo i propri figli, "cercando di difenderli da passioni distruttive e inutili come la gelosia e l'invidia". Ci svela che "la felicità arriva dal cuore", come in una massima, da lei prediletta, ritagliata (viva la Francia) dal Piccolo Principe.

Confessa, da raffinata lettrice, che i suoi libri preferiti, da bambina, erano Alice nel paese delle meraviglie e Il giardino segreto. Minaccia persino di misurarsi presto con la letteratura per adulti ("ho davvero tante idee da sviluppare") e di girare il suo primo film come regista ("ma per questo ci vorrà un'altra conferenza stampa"). Rigetta con sorrisi indulgenti, come se parlasse di un'altra se stessa, le esibizioni di Sex, il libro fotografico che nel '92 metteva in mostra 135 capezzoli, 45 sederi e 75 fotografie del suo allenatissimo corpo nudo, e che apparteneva, spiega serafica la diva, "a uno stadio molto diverso del mio cammino, in cui m'interessavo solo a me stessa e lottavo per costruire delle barriere tra me e la società".

L'ultima icona offerta dall'ex "Material Girl" è quella di una signora adulta, pacificata nei sensi e generosa. Una mammina fantasiosa e sapiente, un angelo del focolare che ha sperimentato i peccati del mondo e se n'è annoiata, una vestale del matrimonio e della prole. Louise Veronica Ciccone non sedurrà più un santo di colore, come nel video Like a Prayer, né succhierà una bottiglia di birra mimando una fellatio, come nel film A letto con Madonna.

La pluriennale eroina di una femminilità rabbiosa e narcisista, sempre genialmente esatta per le diverse fasce generazionali di mercato (i crocifissi e le canotte per le ragazze, l'ironia che mescola il maschile e il femminile, le gonne da scolaretta di Gaultier, gli abiti da sofisticata quarantenne), oggi punta sul registro della maternità conquistata e intelligente. E lo fa in chiave non solo personale, ma universale e cosmica.

Perciò dichiara di aver trasformato l'aggressività in forza positiva e di essere intenzionata a migliorare il mondo, a spegnere le guerre, a risvegliare le coscienze. Perciò consiglia a tutti esercizi di yoga, "il respiro che unisce", e che da tempo la consola dalle noie della fama. Perciò nel suo ultimo album, American Life, parla di purezza anti-capitalista, se la prende col modello di vita occidentale, attacca la volontà di supremazia degli americani.

Miracoli dovuti, pare, soprattutto all'avvento dei suoi figli, ovviamente meravigliosi: Lola, di sette anni, e Rocco, di tre (e alla domanda più volte ripetuta se vuole averne un terzo si rifiuta di rispondere). A loro ha dedicato la sua prima fatica letteraria, lanciata ieri con un'operazione promozionale monstre preceduta da un obbligo d'embargo perentorio: inizio dell'orario di vendite alle otto di mattina, ora di Greenwich; distribuzione del volume in oltre cento paesi; traduzione in 30 lingue, tra cui il lituano, il faroese (lingua delle Isole Faroe, 50.000 abitanti tra l'Islanda e la Norvegia), il taiwanese, lo sloveno, l'ebraico e il turco; conferenza stampa internazionale, ieri pomeriggio, a Parigi, con servizio di sicurezza e controlli all'ingresso degni di una visita del Papa; diritti dell'editore newyorkese Callaway, che definisce pomposamente l'opera "un classico contemporaneo", concessi a 32 case editrici, tra cui Feltrinelli per l'Italia (distribuirà il libro dal 19 settembre, al prezzo di 13 euro), Penguin per il Regno Unito, Hanser Verlag per la Germania e per la Francia Gallimard, che ieri sera, nella sua sede di Rue de l'Université, ha organizzato un garden party in onore del lancio parigino, con tutti gli editori presenti.

Le Rose Inglesi è una favola leziosa e garbatamente fuori moda, pronta a contraddire i climi dark delle saghe più in voga, tipo Harry Potter o Il Signore degli Anelli, coi loro campioni di arti oscure e trasformismi sanguinari, in nome di una parabola morale dominata da tinte pastello e coniugata per intero al femminile ("ma il mio prossimo libro per bambini, pronto all'uscita in novembre e intitolato Le Mele di M. Peabody, è dedicato ai ragazzi", annuncia Madonna).

L'attuale libro narra la storia di quattro ragazzine londinesi amiche per le pelle, le Rose appunto, che amano ballare, pattinare e innamorarsi, e che però sono "un po' gelose" della bellissima Binah, con grandi occhi azzurri e pelle latte e miele. La sua perfezione rende le Rose "verdi d'invidia". Ma l'incantesimo di una buffa fata dal sederone tondo, ghiotta di pane di segala (in linea col bio-nutrizionismo saggiamente professato dalla star), le conduce in incognito a casa di Binah, dove scoprono che la fanciulla è un'orfana uguale a Cenerentola, che sgobba nelle faccende domestiche e che nella sua stanza, accanto al letto, tiene una foto della mamma morta da tempo. "Il messaggio è chiaro", avverte olimpica Madonna. "Non invidiate il prossimo, non deducete certezze dalle apparenze, non rifiutate persone che sembrano diverse da voi".

Naturalmente il libro è intessuto di trame autobiografiche: come nella più punitiva delle fiabe, Louise Veronica Ciccone perse a 6 anni l'adorata madre, morta (di cancro al seno) nella notte di Natale, e trascorse un'infanzia faticosa, ad accudire i fratellini, prima che il suo destino impressionante la incoronasse simbolo del sogno americano. Oggi Madonna ricorda di essersi sentita, proprio come la sua Binah, "terribilmente triste e sola. Di gelosia e d'invidia ne ho provata tanta, per tutte le bambine che avevano una madre". E insiste che in questo suo primo libro, "scritto con l'assistenza di mia figlia Lola, che mi ha ispirato anche il titolo", non c'è proprio niente di progettato a tavolino nel segno "della fama, dei soldi o del marketing. È stato tutto molto creativo, liberatorio e anche più divertente che scrivere canzoni".

Illustrato dal disegnatore Jeffrey Fulvimari, un protégé di Andy Warhol che sostiene (non si capisce perché) d'ispirarsi al grande pittore di denuncia sociale Ben Shahn, Le Rose Inglesi è solo il primo dei cinque libri per bambini già scritti da Madonna, ciascuno affidato a un illustratore diverso (i proventi sono destinati "a un'organizzazione mondiale che si occupa dell'educazione spirituale dell'infanzia"), e ognuno ispirato a un racconto morale della Cabala.

Sui temi della Cabala sta lavorando anche, in vista del prossimo film, il suo amato marito, il regista inglese Guy Ritchie, autore del recente Swept Away: grottesco remake di Travolti da un insolito destino della Wertmuller, con Madonna al posto della Melato, e fiasco clamoroso in entrambi continenti, da cui bisogna in qualche modo riscattarsi.
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Utente Power



16/09/2003 16:48

Una ne fa e 100 ne pensa [SM=x44464]

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Messaggio all'umanità: TORNA!



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17/09/2003 07:51

Poveretta...



Ha la sorte di quelle che un tempo si fecero vanto di sé e della propria libertà, ma alle prime rughe si scoprono donne nuove - proprio appena gli occhi di chi le incontra scelgono non più loro, ma chiunque altra passi di là...


[SM=x44468] [SM=x44504] [SM=x44468]






Dai numeri dei dischi e delle proprie misure a quelli della cabala


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"Io sono un cantastorie, per molte terre e paesi ho sempre viaggiato.
Ora sono giunto a questa: lasciate che prima di partirne io canti..."


(Anonimo del XIII sec.)

17/09/2003 16:00

2° me ne sa una più del diavolo
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17/09/2003 20:52

Re:

Scritto da: ragatanga 17/09/2003 16.00
2° me ne sa una più del diavolo





Dici?

[SM=x44466]

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"Io sono un cantastorie, per molte terre e paesi ho sempre viaggiato.
Ora sono giunto a questa: lasciate che prima di partirne io canti..."


(Anonimo del XIII sec.)

17/09/2003 21:02

[SM=x44504]
17/09/2003 21:16

Re: Re:

Scritto da: Zalmoxis 17/09/2003 20.52




Dici?

[SM=x44466]






bè, non può che guadagnarci, penso [SM=x44464]
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18/09/2003 07:58

Re: Re: Re:

Scritto da: ragatanga 17/09/2003 21.16





bè, non può che guadagnarci, penso [SM=x44464]





Può darsi...
Di cuore diffido, ma certo quando passerò in libreria uno sguardo lo darò


[SM=x44461] [SM=x44461] [SM=x44461]

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Ora sono giunto a questa: lasciate che prima di partirne io canti..."


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