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C come...CHIAROVEGGENZA

Ultimo Aggiornamento: 14/02/2004 22:02
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14/10/2003 01:07

Nel suo significato proprio è la visione paranormale-e quindi indipendente dal canale dei sensi-di oggetti,fatti o persone lontani nello spazio o nel tempo dal soggetto chiaroveggente o a lui nascosti dalla presenza di corpi opachi:visione che risulta corrispondente a una realtà.
Così definita,la chiaroveggenza viene a comprendere anche la retrocognizione e la precognizione,che tuttavia presentano problemi più complessi.D'altra parte il fenomeno chiaroveggente non sempre consiste in una vera immagine visiva o solo in essa.a volte può presentarsi solo come l'oscura impressione,indefinibile per lo stesso soggetto,che un dato fatto è accaduto,o sta accadendo o accadrà;altre volte all'immagine visiva si accompagnano immagini auditive o addirittura tattili.
Si tratta insomma di un fenomeno che può avere manifestazioni varie,i cui confini non sono ben definiti e che può frammischiarsi e confondersi con altri fenomeni,in particolare la telepatia,con cui alcuni tendono ad identificarlo.

Fine prima parte.

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22/10/2003 01:03

Il Myers propose per esso il termine "telestesìa",ossia sensazione a distanza,intendendo distanza di spazio o di tempo;il Boirac adottò invece il termine "metagnomia",ossia conoscenza che va al di là dei confini propri della conoscenza normale,e la parola fu accolta dal Sudre e da alcuni altri autori;il Richet suggerì invece l'espressione "criptestesia" o sensazione nascosta,di cui non si conoscono i canali fisiologici;il Tenhaeff ,infine,all'inizio degli anni Trenta,adottò il termine "paragnosìa",che ancor oggi viene usato da alcuni perchè ritenuto il più esatto.
I termini infatti che finiscono per "-stesìa" - dal greco àisthesis=sensazione - suggeriscono che la chiaroveggenza sia una sensazione sullo stesso piano di quelle derivate dai cinque sensi noti,cosa che è tutt'altro che dimostrata;quelli che iniziano con "meta-" - dal greco metà nel significato di "al di là" - fanno pensare a un'attività che vada oltre ai confini della conoscenza comune e trovi le sue origini in un modo diverso da quello normalmente conosciuto;la parola paragnosìa invece,composta dal greco parà nel significato di "vicino a","affine a","a fianco di", e gnosis,conoscenza,indica semplicemente una conoscenza affine alla conoscenza normale ma diversa da essa,senza impegnarsi sui suoi caratteri nè sulle sue origini,cosa che risponde allo stato attuale degli studi.



Oggi,tuttavia,il termine chiaroveggenza rimane il più usato sebbene non sia esatto in quanto la visione chiaroveggente il più delle volte è tutt'altro che chiara e in ogni caso non più chiara della visione normale.Anche la scuola quantitativa del Rhine,a cui si deve la terminologia più recente,lo ha adottato: clairvoyance.
La chiaroveggenza si può manifestare nelle condizioni più varie:in stato di veglia,durante il sonno normale,in stato di ipnotismo provocato o di ipnotismo autoindotto o trance;può essere spontanea o sperimentale;può affermarsi indipendentemente da ogni volontà,o essere favorita da varie pratiche,che in definitiva tendono a produrre uno stato di trance leggera,come il fissare sfere di vetro o specchi,l'osservare fuochi o fumi e infiniti altri sistemi che rientrano nel campo delle varie mantiche.

Fine seconda parte.

[Modificato da texdionis 30/10/2003 0.09]

24/10/2003 00:07

Re:

Scritto da: texdionis 22/10/2003 1.03
La chiaroveggenza si può manifestare nelle condizioni più varie:in stato di veglia



A questo proposito, ricordo che molte ricerche affermano che durante il periodo dell'ipnagogia (ovvero il dormiveglia), il nostro cervello è più "elastico" e si possono avere allucinazioni, ricordi nascosti e sensazioni inaspettate.
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30/10/2003 00:31

Storia degli studi
La chiaroveggenza è uno dei fenomeni paranormali più antichi e già Platone aveva riconosciuto il suo frequente insorgere nel sogno,nè fu certo il primo ad accorgersene.Trattati sulla chiaroveggenza,come su altri fenomeni "magici",abbondano nel medioevo e nel Rinascimento,ma queste opere prendevano in considerazione piuttosto le pratiche per ottenerla che il fenomeno in sè.
I primi studi di carattere sperimentale iniziarono negli ultimi due decenni del Settecento,e si svolsero soprattutto in Francia,in seguito alle esperienze famose del medico austriaco Franz Mesmer,che visse a Parigi il suo momento glorioso.
Il Mesmer,attraverso magnetizzazione e ipnotismo impiegati sui suoi pazienti,mirava solo a guarirli dalle loro malattie;si era accorto che il cosiddetto flusso magnetico provocava in loro,a volte,singolari fenomeni di chiaroveggenza,ma non vi aveva dato particolare importanza.Fu uno dei suoi seguaci,il marchese di Puységur,a rivolgere la sua attenzione su questi fenomeni dopo che la scienza ufficiale ebbe condannato il mesmerismo come terapia.



Già verso il 1785 egli notò che soggetti ipnotizzati avevano facoltà conoscitive infinitamente superiori a quelle normali:vedevano nell'interno del proprio corpo,scorgevano a occhi bendati gli oggetti che erano in una stanza,diagnosticavano malattie,percepivano il pensiero del magnetizzatore.
Nei primi anni dell'Ottocento,gli studi sul cosiddetto sonnambulismo sperimentale si diffusero in Francia interessando anche uomini di scienza tanto era il fervore con cui l'opinione pubblica seguiva i fenomeni.In questo primo periodo le manifestazioni di chiaroveggenza consistevano soprattutto in visioni attraverso ostacoli,che erano le più spettacolari in quanto immediatamente controllabili:la lettura in plichi chiusi fu il vero fenomeno dell'epoca seguendo la naturale tendenza del paranormale nella storia,di manifestarsi cioè nei modi che più richiamano l'attenzione e la meraviglia dei gruppi sociali quasi rispondendo a loro inconsce attese,così che si può dire che ogni periodo ha il suo fenomeno preferito.

Fine terza parte.

[Modificato da texdionis 30/10/2003 0.32]

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09/11/2003 14:43

Nel 1825, l'Accademia di Medicina di Parigi,la stessa che aveva condannato il Mesmer nel 1784,nominò una commissione di indagine,la quale concluse che la condanna di trent'anni prima era stata affrettata e che i fenomeni dovevano essere considerati reali.Nel 1831 un'altra commissione presentava un RAPPORTO E DISCUSSIONE DELL'ACCADEMIA DI MEDICINA SUL MAGNETISMO ANIMALE,nel quale si dava ancora un giudizio affermativo.In esso si legge fra l'altro:
"Abbiamo visto due sonnambuli che distinguevano,a occhi chiusi,gli oggetti posti dinanzi loro;indicavano il valore e il colore delle carte senza toccarle;leggevano parole scritte a mano e anche alcune righe di libri aperti a caso.Questo fenomeno avveniva anche quando gli occhi erano tenuti chiusi con le dita."
Ma l'Accademia,sbigottita dalle conseguenze che avrebbero potuto avere tali affermazioni nel campo scientifico,si rifiutò di dare alle stampe la relazione.



Nel 1837,il dott.Bourdin,dell'Accademia Francese,offrì un premio di 3000 franchi a chi portasse una dimostrazione incontrovertibile della chiaroveggenza.Un medico,il dott.Pigeaire,presentò la propria figlia dodicenne,che aveva notevoli doti di chiaroveggente,ma,nella seduta decisiva,i giudici non concessero il premio sostenendo che non si poteva escludere una visione normale nella fanciulla anche se i suoi occhi erano stati chiusi con cerotti,bendati e coperti da una maschera di seta[SM=x44467] .
Nel 1840 l'Accademia decise di disinteressarsi della fenomenologia evidentemente dovuta a imposture,ma, proprio verso la metà del secolo,appariva quello che fu forse il maggior chiaroveggente dell'Ottocento, Alexis Didier che ,in stato sonnambolico,leggeva in libri chiusi,ritrovava oggetti perduti,giocava a carte e a biliardo con gli occhi bendati,descriveva ambienti che non aveva mai visto indicandone esattamente tutti i particolari,anche quelli che erano ignoti a tutti i presenti.Il famoso prestigiatore Robert Houdin (da non confondersi col più celebre Houdini) escluse di poter ripetere i fenomeni di Alexis con pratiche illusionistiche;commissioni di esperti lo esaminarono e riconobbero che la sua chiaroveggenza non poteva essere messa in dubbi.

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Fine quarta parte.
09/11/2003 18:54

Molto interessanti i tuoi link! [SM=x44462]
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18/11/2003 18:51

Nella seconda metà del secolo i fenomeni di telepatia respinsero in secondo piano quelli di chiaroveggenza,che continuarono tuttavia a essere studiati specialmente in America dove diviene celebre il chiaroveggente Bert Reese,studiato,fra gli altri,dall'Edison e dallo Schrenk-Noetzing.Sulla fine di questo periodo destano particolare interesse i casi della cosiddetta chiaroveggenza viaggiante,di cui aveva dato prova anche il Didier e che era già nota fin dagli inizi del secolo.In questi casi il sensitivo,in stato di trance,sembra trasportarsi in un dato luogo e lo descrive esattamente agli sperimentatori.Il Cox,il Myers,lo Schrenk-Noetzing,il Richet studiarono,fra gli altri,il fenomeno che lasciava particolarmente perplessi e induceva a domandarsi se si trattava di sola chiaroveggenza o di qualche altra manifestazione più complessa.

Con i primi del Novecento,la telepatia e la chiaroveggenza vengono studiate con uguale interesse perchè ci si chiede se non costituiscano un fenomeno unico;e si sperimenta intensamente per risolvere questo problema.I sensitivi più famosi sono Elisabeth D'Espèrance,Gladys Leonard Osborne,Ludwig Kahn,Pascal Forthuny,Stephan Ossowiecki,che vengono studiati da scienziati quali il Geley,il Richet,il Lodge,l'Osty.E' un periodo intenso durante il quale vengono fatti molti accertamenti importanti soprattutto per merito di Osty.Si era creduto che la telepatia potesse svolgersi solo tra persone che si conoscevano;adesso se ne ammette la possibilità anche fra soggetti tra loro del tutto estranei:molti casi di chiaroveggenza possono così essere ridotti a fatti telepatici.
Non tutti,però:la Leonard e l'Ossowiecki leggevano in libri chiusi scelti a caso in una libreria,di cui spesso gli astanti ignoravano perfino il titolo,escludendo così ogni intervento telepatico.Ci si accorge anche che molte volte una sensazione tattile può fare insorgere fenomeni chiaroveggenti:l'Ossowiecki, a esempio,toccando una lettera poteva descrivere il carattere e le vicende della persona che l'aveva scritta anche se questa persona era a lui sconosciuta e da lui lontana.
E' la cosiddetta chiaroveggenza tattile,che fa sorgere nuovi problemi.E la chiaroveggenza tattile fa suggerire che in alcune pratiche di chiaroveggenza,in cui il soggetto si serve di un oggetto per ottenere il fenomeno,come il pendolo del radiestesista e la bacchetta del rabdomante,l'oggetto stesso serva solo a favorire il fenomeno senza essere indispensabile, funzionando come un "appoggio" su cui il sensitivo si concentra per ottenere una forma di autoipnosi che può essere anche molto leggera,ma è sempre particolarmente acuta.

Fine quinta parte.
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24/11/2003 23:02

Nel 1930 l'americano J.B. Rhine si fonda sulla chiaroveggenza e la telepatia per iniziare,nella Duke University di Durham,i suoi studi col metodo quantitativo che,in un primo momento,sembrano dover rivoluzionare tutto il campo delle indagini.Dopo migliaia di esperimenti con le carte ESP,egli riesce a dimostrare che il fatto telepatico-chiaroveggente esiste innegabilmente ed è diffuso,in maggiore o minore proporzione,in tutti gli uomini,giungendo poi alla conclusione,non ancora provata con sicurezza,che la telepatia deve essere considerata come un fenomeno di chiaroveggenza e che questa è alla base di tutti i fenomeni paranormali psichici o soggettivi.
Non per questo,tuttavia,vengono abbandonati gli studi basantisi sul metodo qualitativo circa la chiaroveggenza propriamente detta,che trovano il loro principale assertore nell'olandese Willem Tenhaeff,il primo docente di parapsicologia in una cattedra universitaria.
Il Tenhaeff,valendosi di un gruppo di sensitivi da lui addestrati,e in particolare di un soggetto eccezionale,Gèrard Croiset,riesce a raccogliere una casistica rigorosamente accertata che comprende tutti i fenomeni di chiaroveggenza nello spazio e nel tempo e porta agli studi un contributo di non minor valore di quello del Rhine.

In Russia,in un clima che sembrava quanto mai alieno a tali studi,la chiaroveggenza suscita improvvisi interessi:si pensa che il fenomeno potrebbe avere applicazioni pratiche di importanza non minore di quella della bomba atomica.
Il primo studioso ufficiale è Leonid Vasilev,il quale cerca le basi della telepatia e della chiaroveggenza in una energia psichica affine alle energie fisiche conosciute.Nel 1962,in una clinica per malattie nervose dove era stata ricoverata per disturbi epilettici,venne scoperta una giovane donna,Rosa Kuleshova,la quale,avendo lavorato per alcuni anni in un istituto pr ciechi,si era addestrata dapprima nella lettura della scrittura Braille e infine era giunta a leggere con il solo tatto la scrittura stampata normale su carta liscia.Il dott. M.S. Smirnov,che la studiò,potè accertare che Rosa sapeva distinguere al tatto i colori,anche se proiettati su di una lastra di vetro dopo essere stati filtrati in modo da perdere ogni differenza di calore.La lettura con le dita suscitò in Russia gli stessi interessi che aveva suscitato in Francia nei primi decenni dell'ottocento,solo che adesso i tempi erano cambiati e gli studi potevano svolgersi senza preconcetti in vista di risultati pratici.
Sempre negli anni Sessanta il dott. A.S. Novomeysky cominciò ad allenare i suoi studenti del Collegio Pedagogico a distinguere colori diversi su superfici lisce perfettamente uguali al tatto,a esempio fogli di carta da stampa fotografica alcuni dei quali erano stati esposti alla luce e altri no,e poi sviluppati,oppure fogli colorati diversamente e poi coperti da un'unica lastra di vetro.Lo studioso sostenne che circa il 20% delle persone,se capaci di sottoporsi a un lungo addestramento,può riuscire ad educare in sè un vero e proprio sesto senso,una capacità tattile di distinguere i colori.
questo senso si manifesterebbe in vari modi,come percezioni di caldo o di freddo,di liscio o di ruvido,sempre diverse a seconda dei vari soggetti,e tuttavia sempre sicure.

Fine sesta parte.
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04/12/2003 19:34

Fenomenologia
Poichè non conosciamo la natura della chiaroveggenza,un esame e una classificazione della fenomenologia possono essere fatti solo da un punto di vista esteriore,che tenga conto delle affinità e delle diversità più appariscenti,ma che può anche avvicinare fenomeni di per sè diversi e distinguere fenomeni affini.Una tale classificazione,tuttavia,non deve essere considerata inutile perchè,distinguendo le varie modalità esteriori con cui il fenomeno può presentarsi,possiamo metterci in grado di compiere analisi e confronti e forse di raggiungere la natura del fenomeno.Si tratta dunque di una classificazione di lavoro che rimane aperta ancora a tutte le conclusioni possibili.
Possiamo anzitutto considerare e classificare la fenomenologia a seconda delle varie pratiche seguite dai soggetti sensitivi per ottenerla:è la classificazione più antica e più ovvia,oggi scarsamente seguita perchè si giudica che tali pratiche, evidentemente personali,spesso servono solo al sensitivo per ottenere uno stato di trance e non hanno valore per se stesse.Tuttavia può essere questo un giudizio semplicistico.
Quando lo stregone di una tribù primitiva canta nenie o fa suffumigi prima di dare i suoi responsi chiaroveggenti,sembra evidente che la ritualistica abbia il solo scopo di condurlo in uno stato ipnotico autoindotto;lo stesso si può dire del sensitivo che,per "vedere" ,ha bisogno di comprimersi i bulbi oculari con le palme,o di premersi leggermente la carotide con le dita o di massaggiarsi le tempie e così via.Ma già quando un sensitivo richiede di toccare un oggetto appartenuto alla persona su cui si deve concentrare la sua attenzione chiaroveggente,o che sia stato a contatto con un altro oggetto che deve localizzare,ci si può chiedere se si tratti solo di una pratica iniziatoria al fenomeno e conduttrice a uno stato di trance,o se invece non si sia già nel vivo del fenomeno stesso.

Dire che si tratta di un "appoggio",non è dire molto;l'Osty ,che fece intelligenti studi sulla chiaroveggenza tattile,escluse che tra l'oggetto toccato e l'atto chiaroveggente ci fossero rapporti essenziali:tale oggetto,infatti,anche se ha avuto contatti con ciò verso cui si rivolge la ricerca,è rimasto completamente estraneo al fatto che deve essere riconosciuto chiaroveggentemente e non ha avuto alcun rapporto con esso.
Stringere,a esempio,la sciarpa di una persona scomparsa sembra che non possa entrare a fare parte essenziale dell'atto chiaroveggente con cui deve essere localizzata quella persona,perchè lo scomparso non aveva con sè la sciarpa quando si è allontanato da casa.Ma non possiamo assolutamente esserne certi.Quando poi l'appoggio sembra entrare a far parte essenziale dell'atto chiaroveggente,come a esempio nella cristallomanzia,nella cartomanzia, nella chiromanzia, nell'astrologia,,è molto dubbio che esso serva solo a stimolare questo atto provocando una trance.E' stato affermato che,sebbene le regole per l'interpretazione delle carte o dell'oroscopo siano alla portata di tutti,solo i veri sensitivi riescono a valersene per giungere a una chiaroveggenza:quindi quelle pratiche servono solo a "indurre" ipnoticamente l'atto chiaroveggente e valgono quanto le nenie e i suffumigi dello stregone.
Questo tuttavia non toglie che tra la disposizione e i valori delle carte o degli astri e la risposta del cartomante o dell'astrologo risulti quasi sempre una corrispondenza logica talora molto evidente,così da essere indotti a pensare che,in questi casi,il fenomeno chiaroveggente si complichi con altri fenomeni.

Fine settima parte.
05/12/2003 19:22

[SM=x44462]
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10/12/2003 00:06

Dal punto di vista della pratica possiamo dunque lecitamente distinguere i fenomeni chiaroveggenti in due grandi gruppi:chiaroveggenza senza appoggi,o semplice,e chiaroveggenza con appoggi,o composita: supponendo che l'appoggio comporti la presenza di fenomeni che si connaturano più o meno con la chiaroveggenza pur essendo di per sè altra natura.Nella chiaroveggenza composita rientrerebbero le innumerevoli mantiche,la chiaroveggenza tattile,l' inversione di sensibilità,l' esteriorizzazione di sensibilità ,la radiestesia in senso lato e tutte quelle forme in cui l'atto chiaroveggente sembra richiedere una pratica mecessaria ed essenziale.
Un'altra classificazione è quella che si può stabilire in base alle diverse condizioni ambientali che la chiaroveggenza deve superare per affermarsi come conoscenza extrasensoriale.In conformità con la definizione che abbiamo dato,possiamo allora dividere la fenomenologia in tre grandi gruppi:
1) chiaroveggenza attraverso corpi opachi;
2) chiaroveggenza nello spazio;
3) chiaroveggenza nel tempo.
A prima vista può sembrare che i primi due gruppi dovrebbero essere ridotti a uno solo perchè non appare facile distinguerli.La visione di un avvenimento che si svolge alla distanza di dieci chilometri,infatti,presuppone il superamento di corpi opachi,case,monti ,alberi ecc. che si frappongono tra il sensitivo e l'avvenimento,mentre la visione di un oggetto vicino,ma che si trova,poniamo,dietro una parete,presuppone comunque il superamento di uno spazio.Tuttavia molte osservazioni portano a supporre che,tra la visione di un oggetto vicino,che non può essere visto solo per l'interposizione di un corpo opaco,e quella di un oggetto lontano,che non potrebbe essere visto anche se non esistessero ostacoli frammezzo vi sia una certa differenza intrinseca.Alcuni sensitivi riescono nel primo caso e non nel secondo,e viceversa;altri riescono in entrambi i casi ma solo dopo un certo allenamento;altri infine riescono ugualmente e spontaneamente da vicino,attraverso corpi opachi e da lontano,ma avvertono differenze nelle due esperienze.Il fatto è che sappiamo poco di che cosa possa essere effettivamente un corpo opaco,e non sappiamo affatto che cosa sia lo spazio,così che questa classificazione di lavoro può restare,almeno provvisoriamente,valida.

Fenomeno tipico di chiaroveggenza attraverso corpi opachi è la cosiddetta "criptoscopia",che può significare tanto "visione occulta" quanto "visione di ciò che è nascosto",e che comprende la maggior parte delle manifestazioni di questo genere: la visione di ogetti chiusi in scatole,o in cassetti,o comunque celati;la lettura in libri chiusi o in plichi suggellati;la percezione extra-sensoriale di carte ESP o di comuni carte da gioco;tutti casi in genere in cui il soggetto bendato si comporta come se vedesse.Condizione necessaria in tutti questi fenomeni è che non solo il soggetto ma neppure i presenti all'esperimento e,possibilmente,nessuno in senso assoluto conosca la natura del bersaglio,ossia di ciò che deve essere conosciuto chiaroveggentemente,altrimenti non si possono escludere fenomeni di telepatia.

Fine ottava parte.
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17/12/2003 18:30

Altre manifestazioni sono l'"autoscopia" o visione degli organi interni del proprio corpo;l'"eteroscopia" che è la visione degli organi interni del corpo altrui;la "diagnosi chiaroveggente",che può consistere in fenomeni di autoscopia e eteroscopia con in più la percezione di una malattia e,talora,dei necessari mezzi di cura,come può limitarsi al riconoscimento del male senza che vi sia la visione dell'organo malato.La diagnosi chiaroveggente può richiedere,per alcuni sensitivi,un contatto tattile,oppure può avvenire a distanza,come nei casi di Pasqualina Pezzola e di Edgar Cayce,così da costituire un fenomeno più complesso.

Anche l'"inversione di sensibilità" o l'"esteriorizzazione di sensibilità" possono rientrare in questo gruppo.Nella prima un senso,per lo più la vista,viene sostituito con un altro,per lo più il tatto,che potrebbe così costituire un appoggio;nella seconda la sensibilità del sensitivo sembra essere stata trasportata su di un'ogetto o un'immagine e tutto ciò che lo sperimentatore opera su di essi viene avvertito dal sensitivo come sensazione.Poichè il soggetto non vede le manovre dello sperimentatore e questi,spesso,ignora quale fra i vari oggetti su cui opera è quello su cui è stata trasferita la sensibilità,si può escludere la telepatia e ammettere invece una chiaroveggenza attraverso corpi opachi - la benda che chiude gli occhi del sensitivo o la sua testa,se questi non ha gli occhi bendati ma volge le spalle allo sperimentatore -.In questo caso,comunque,si avrebbe una chiaroveggenza di carattere composito perchè accompagnata da un altro fenomeno,l'esteriorizzazione della sensibilità.



La radiestesia in senso lato,comprendente cioè anche la rabdomanzia,può essere considerata una forma di chiaroveggenza attraverso corpi opachi,per lo meno nei casi in cui l'ostacolo che deve essere superato è rappresentato da una massa materiale che nasconde l'oggetto,come quando le oscillazioni del pendolo sul corpo di una persona rivelano in essa una malattia,o le vibrazioni della bacchetta rabdomantica rivelano l'esistenza di acque e metalli nascosti sotto terra.Anche in questi casi potrebbe aversi una chiaroveggenza composita con intervento di femìnomeni di appoggio.

Fine nona parte.

Link: RABDOMANZIA
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27/12/2003 18:47

In questo tipo di chiaroveggenza una domanda importante è se la natura o la sostanza dell'ostacolo abbiano un'influenza sul fenomeno.Se così fosse,infatti,si potrebbe supporre che l'atto chiaroveggente consista in una sorta di emanazione di energia da parte del soggetto verso l'oggetto,energia che,al pari ,ad esempio dell'energia elettrica,potrebbe essere più o meno arrestata da ostacoli materiali.
Secondo la scuola quantitativa del Rhine l'ostacolo non influisce affatto sul fenomeno;ma,in Francia,Pierre Duval - Rémy Chauvin - è giunto alla conclusione opposta.Per accertarlo fece il seguente esperimento:
scrisse su 18 cartoncini il numero 1 e su altri 18 il numero 2,poi li chiuse tutti in altrettante buste nere,perfettamente uguali,le mischiò così da ignorare lui stesso quali fossero i numeri 1 e quali i numeri 2,e dispose le 36 buste su di un tavolo coprendone a caso 9 con uno schermo di vetro,9 con uno schermo di legno,9 con uno schermo di lamiera e lasciando le ultime 9 senza schermo.Coprì infine il tutto con un foglio di carta nera e invitò i suoi soggetti,che erano dei bambini,a indovinare i numeri così nascosti.
Risultò che lo schermo di vetro non solo ostacolava la chiaroveggenza ma favoriva gli errori perchè le risposte esatte date per i numeri così schermati risultarono in numero inferiore a quello che ci si sarebbe potuto attendere secondo la media casuale.

link chiaroveggenza

Questo unico esperimento,però,sebbene ripetuto centinaia di volte,non è sufficiente per dare una risposta definitiva all'alternativa,e d'altra parte nemmeno le esperienze del Rhine sembrano tali da risolvere una volta per sempre il problema.Si aggiunga che,per il Rhine,la chiaroveggenza deriva da un'energia extrafisica e quindi indipendente dalle leggi fisiche,mentre per il Duval si tratterebbe di un'energia fisica:queste diverse convinzioni possono avere influito sugli esperimenti dell'uno e dell'altro,essendo stato riconosciuto da molti parapsicologi che il fenomeno sperimentale è quasi sempre di carattere composito e accoglie anche elementi provenienti dallo sperimentatore.

Fine decima parte.
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02/01/2004 19:23

Anche la chiaroveggenza a distanza ha una tradizione molto antica e se ne citano esempi classici in ogni epoca.
I soggetti dei vecchi magnetizzatori potevano descrivere ambienti in cui non erano mai stati o atti compiuti da persone lontane,ed è celebre il caso del mistico svedese Emanuel Swedenborg,il quale,nel 1759,mentre si trovava a Goteborg,vide e descrisse un incendio che avveniva a Stoccolma,a circa 400 chilometri di distanza.Questa chiaroveggenza è relativamente frequente durante il sonno,presentandosi in forma di sogno particolarmente vivo e realistico.
Possiamo distinguere nelle manifestazioni del fenomeno due forme principali:la cosiddetta "telestesia",o visione da lontano,nella quale il soggetto,in stato di veglia,o trance leggera,o sonno,"vede" l'avvenimento distante come un'immagine proiettata davanti a lui e tuttavia da lui distaccata,oppure ne ha soltanto un'oscura sensazione,la sola certezza che l'avvenimento sta accadendo,pur non vedendolo effettivamente;e la "chiaroveggenza viaggiante",quando il soggetto sembra trovarsi addirittura nel mezzo dell'ambiente percepito a distanza e muoversi in esso,descrivendo via via allo sperimentatore tutto quello che vede.
(chi sta vedendo la serie THE DEAD ZONE in onda su Raidue capisce bene di cosa si parla qui adesso [SM=x44461] )



Spesso la telestesia si distingue difficilmente dalla telepatia,e ,se non si ammette che entrambe costituiscono un unico fenomeno,si rimane in dubbio se si tratti dell'una o dell'altra:se cioè si debba supporre un'iniziativa del soggetto chiaroveggente che proietta la sua facoltà conoscitiva verso l'oggetto lontano,o piuttosto una iniziativa della persona lontana che lancia un messaggio visivo,o anche non visivo,verso il chiaroveggente.La telepatia,però,non può essere presa in considerazione quando il contenuto dell'atto chiaroveggente è costituito da oggetti,come nella radiestesia a distanza,quando ad esempio il soggetto fa oscillare il pendolo sulla carta topografica di una località lontana per rilevarvi vene d'acqua o giacimenti di metalli.

Fine undicesima parte.
03/01/2004 12:13

Re:

Scritto da: texdionis 02/01/2004 19.23
come nella radiestesia a distanza,quando ad esempio il soggetto fa oscillare il pendolo sulla carta topografica di una località lontana per rilevarvi vene d'acqua o giacimenti di metalli.



simili ai rabdomanti (s scrive così[SM=x44473] )? [SM=x44475]
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03/01/2004 14:42

Re: Re:

Scritto da: Asgeir Mickelson 03/01/2004 12.13


simili ai rabdomanti (s scrive così[SM=x44473] )? [SM=x44475]



hai letto la nona parte? [SM=x44461]
03/01/2004 15:23

Re: Re: Re:

Scritto da: texdionis 03/01/2004 14.42


hai letto la nona parte? [SM=x44461]



ora si, mi ero perso qualcosa.[SM=x44462]
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07/01/2004 19:25

A sua volta la chiaroveggenza viaggiante può confondersi con la bilocazione,e in realtà non si è affatto sicuri che non si tratti dello stesso fenomeno.
Per quel che riguarda la chiaroveggenza nello spazio in genere,si presenta il problema se la distanza influisca o meno sul fenomeno.La quasi totalità degli studiosi afferma che,nella chiaroveggenza come nella telepatia,la distanza non influisce,e da questo fatto molti traggono la conseguenza che nel fenomeno non siano in gioco energie fisiche ,la cui azione diminuisce secondo il quadrato delle distanze.
Il Duval,anche qui,è di parere contrario in base a un'esperienza da lui fatta.Egli si valse di 60 buste di carta nera in una sola delle quali era stato inserito un leggerissimo foglietto di carta rossa.Mescolate le buste in modo da ignorare lui stesso in quale fosse il foglietto,ne dispose 30 su un tavolino che era davanti al soggetto,e 30 su di un altro tavolino alla distanza di 600 metri:il soggetto doveva indovinare in quale busta si trovava il foglietto,che poteva essere tanto in una delle 30 vicine quanto in una delle 30 lontane.I successi furono molto più numerosi quando la busta era lontana che quando era vicina.
In realtà anche alcune altre esperienze condotte da altri sperimentatori,tra cui lo stesso Rhine,diedero risultati simili,ma piuttosto raramente:in linea generale i successi erano sostanzialmente eguali sia a brevi,sia a lunghe distanze.Questo ha fatto supporre che la distanza non influisca di per sè come valore fisico,ma,in alcuni soggetti,possa influire psichicamente,nel senso che il fatto di percepire extrasensorialmente un oggetto molto lontano può presentare un maggiore interesse e quindi eccitare maggiormente le facoltà chiaroveggenti del soggetto.

Infine la chiaroveggenza nel tempo può presentarsi sia come chiaroveggenza del passato, o "retrocognizione",sia come chiarovegenza del futuro,o "precognizione".In entrambi i casi si può supporre che il fenomeno chiaroveggente,come tale,sia dello stesso ordine di quello che si manifesta nei fenomeni di chiaroveggenza attraverso corpi opachi e di chiaroveggenza nello spazio.
Il problema principale è invece quello della reale presenza dell'oggetto così conosciuto che,nel passato,non dovrebbe esister più e,nel futuro,non dovrebbe esistere ancora.Sono naturalmente da escludersi i casi in cui i due fenomeni sono solo apparenti e si risolvono ugualmente in casi di telepatia,come quando un sensitivo descrive al consultante quello che ha fatto il giorno prima o quello che farà il giorno dopo,"leggendo" in lui,telepaticamente,i suoi ricordi o le sue intenzioni.

Fine dodicesima parte.
08/01/2004 17:47

Ehi tex, ma tu credi alla chiaroveggenza?
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08/01/2004 19:32

Re:

Scritto da: Asgeir Mickelson 08/01/2004 17.47
Ehi tex, ma tu credi alla chiaroveggenza?



Non la escludo,in fondo sfruttiamo solo il 10% delle potenzialità del nostro cervello.Ma sul modo di esplicarla non saprei proprio...[SM=x44471]
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