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DéeSse, la Dea.

Ultimo Aggiornamento: 01/07/2004 12:53
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Utente Power



26/05/2004 20:14

Era il mattino del 5 ottobre 1955. Giorno dell'inaugurazione del Salon de l'Auto di Parigi, il più importante appuntamento motoristico dell'epoca a livello europeo.
Immaginatevi una folla compatta che si dirige verso lo stand Citroën, ignorando ogni altra automobile esposta, attratta da quella che l'Auto Journal definisce la "Bombe Citroën".
Lei è là, troneggia su di una piattaforma rotante, inavvicinabile. Stupenda nella sua livrea bicolore: giallo champagne con tetto color melanzana. Non somiglia a nessun'altra auto e nessun'altra auto le somiglierà mai.
800 persone ne ordinano una nei primi quindici minuti, alla fine del primo giorno le commesse saranno 12.000. In tre giorni di salone 80.000 ordini saranno siglati col versamento di 1000ff per ciascuno. Un trionfo.
A lato della Dea gialla (la vettura si chiama semplicemente DS, sigla che in francese si legge Déesse, dea appunto) un'altra DS è lasciata in pasto alla curiosità del pubblico. E' verde mela con il tetto bianco.
In un'era in cui le vetture erano in nero grigio o blu scuro doveva fare un bell'effetto vedere quegli oggetti.
Roland Barthes è tra il pubblico, si stupirà più della reazione della gente che non della vettura in se, lo si capisce chiaramente dal suo scritto. Ciò non di meno inserisce la Déesse tra le dee dei nostri giorni, nella mitologia contemporanea.
Vent'anni di produzione interrotta con grande rimpianto dal fallimento di Citroën nel '75, con la vettura che spuntava anno dopo anno nuovi record di vendite, dopo quasi un milione e quattrocentomila esemplari prodotti danno certamente ragione al grande accademico di Francia.

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Uomo che parla con vacca su muro è come treno senza binari: non va da nessuna parte.
Charlie Wang (Peter Sellers)
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