Berlusconi & Co. (Onorevoli o galeotti?)

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21/06/2006 23:01

Re:

Scritto da: frasp81 10/05/2006 22.46
se F.I. ha cosi tanti indagati e condannati è xke quei comunistoni dei magistrati ce l hanno con quel santo di silvio e col suo partito, il partito della libertà..... :fD: :fD: :fD: :fD: :fD: :fD:



Certo, se i delinquenti vengono condannati è colpa dei magistrati che li hanno scoperti
e non per conseguenza del fatto che delinquono! [SM=x44457]

[SM=x44456]

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10/07/2006 21:20

Sara' sospeso dall'Ars con decreto

Arrestato il deputato regionale Mercadante Per associazione mafiosa:
il medico di Forza Italia avrebbe costituito «un punto di riferimento» di Bernardo Provenzano




MILANO - Arresto eccellente a Palermo.
A finire in manette è stato il deputato regionale di Forza Italia, Giovanni Mercadante, 58 anni, medico, con l' accusa di associazione mafiosa.

Il provvedimento di custodia cautelare è firmato dal gip Maria Pino ed è stato richiesto dal procuratore aggiunto Giuseppe Pignatone e dai pm Maurizio De Lucia, Michele Prestipino, Nino Di Matteo e Domenico Gozzo.
Il politico è coinvolto nell'indagine che era stata avviata dalla procura sui favoreggiatori del boss Bernardo Provenzano, arrestato l'11 aprile scorso.
Un decreto del presidente del Consiglio dei Ministri determinerà la sospensione dalle funzioni del deputato regionale di Forza Italia.
Sono pesanti le ipotesi d'accusa che i pm della Dda di Palermo hanno formulato nei confronti del deputato regionale di Forza Italia.
Giovanni Mercadante (Ansa)
Gli inquirenti hanno formulato nei confronti del politico un solo - ma lungo - capo d'imputazione in cui si afferma che
ha fatto parte «insieme ad altre numerose persone tra le quali Bernardo Provenzano, Benedetto Spera, Antonino Giuffrè, Salvatore Lo Piccolo,
Giuseppe Lipari, Tommaso Cannella, Antonino Cinà e Antonino Rotolo, dell'associazione mafiosa Cosa nostra».

Secondo i pm, Mercadante sarebbe intervenuto «sulle istituzioni e la pubblica amministrazione» per conto dei boss
e in particolare, avrebbe costituito «un punto di riferimento per la cura degli interessi di Bernardo Provenzano, nel periodo della sua latitanza, per aver stretto rapporti con altri capimafia quali Tommaso Cannella, Antonino Cinà e Antonino Rotolo».
Per gli inquirenti il medico-politico arrestato avrebbe anche fornito «il proprio ausilio e la disponibilità della struttura sanitaria della quale era socio per prestazioni sanitarie in favore degli associati,
anche latitanti, e la redazione di documentazione sanitaria di favore, ricevendo l'appoggio elettorale di Cosa nostra in occasione delle elezioni regionali in cui era candidato».


La sanità è nuovamente al centro degli interessi dei boss mafiosi:
è quanto emerge dall' inchiesta che ha portato all'arresto di Mercadante.
Dalle intercettazioni che riguardano le conversazioni fra il boss Nino Cinà e il politico, si evince l'interesse dei capimafia per la nomina di alcuni primari a Palermo.
I boss, secondo l'accusa, avrebbero utilizzato Mercadante come intermediario per contattare l'allora ministro Gianfranco Miccichè e il deputato di Forza Italia, Pippo Fallica.
Le intercettazioni del capomafia Cinà, fanno spesso riferimento ai due esponenti «azzurri» per ottenere la nomina di un primario all'Ospedale Civico.
«L'arresto del deputato regionale dimostra come la procura di Palermo abbia sempre agito con grande equilibrio e soprattutto sulla spinta di prove convincenti nelle inchieste su mafia e politica».
Così Piero Grasso, procuratore nazionale antimafia, ha commentato l'arresto.

10 luglio 2006 Corsera

[Modificato da Etrusco 10/07/2006 21.21]

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24/02/2007 01:52

LODO MONDADORI: PREVITI CONDANNATO A 1 ANNO E 6 MESI…
(Apcom) - Cesare Previti è stato condannato anche per il lodo Mondadori a 1 anno e 6 mesi di reclusione
che si aggiungono con il meccanismo della continuazione ai 6 anni di reclusione avuti per il caso Imi-Sir
.




Stessa sorte per Attilio Pacifico e Giovanni Acampora, 1 anno e 6 mesi in più.
2 anni e 9 mesi in più rispetto al caso Imi-Sir al giudice Vittorio Metta.

La sentenza è stata emessa dai giudici della III sezione della Corte d'Appello di Milano dopo 5 ore di camera di consiglio.
[Modificato da Etrusco 01/04/2008 17:55]
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06/06/2007 17:59

DE GREGORIO INDAGATO A NAPOLI PER RICICLAGGIO,
CON LAGGRAVANTE DI AVER AGEVOLATO LA CAMORRA


 A METTERLO NEI GUAI, DEGLI ASSEGNI TROVATI A CASA DI ROCCO CAFIERO, DETTO O CAPRIARIELLO

 LUI MINIMIZZA: HO SOLO FIRMATO UN PRELIMINARE DACQUISTO&





1  DE GREGORIO SOTTO ACCUSA PER RICICLAGGIO&
Giovanni Bianconi per il Corriere della Sera


Nel novembre scorso disse che i magistrati dell'antimafia di Napoli stavano facendo uno sforzo «encomiabile» nella lotta al crimine
,
e che bisognava ascoltare il loro «grido di dolore» per la scarsità di mezzi a disposizione;
oggi quegli stessi magistrati l'hanno messo sotto inchiesta, in uno dei tanti filoni delle loro inchieste sui clan camorristici e sul contrabbando.


(Sergio De Gregorio - Foto Lapresse)



Il senatore Sergio De Gregorio,
Presidente della Commissione Difesa di palazzo Madama,
è indagato per il reato di riciclaggio, con l'aggravante di aver agevolato un'associazione mafiosa.

Il procedimento è stato avviato dopo alcuni accertamenti svolti dalla Guardia di finanza, a seguito del ritrovamento di una serie di assegni girati dal parlamentare eletto con l'Italia dei valori di Di Pietro (e dunque nel centro-sinistra) e poi messosi «in proprio» col movimento Italiani nel mondo per votare quasi stabilmente insieme al centrodestra.

Gli assegni che hanno portato a indagare sul senatore furono trovati durante una perquisizione a carico di Rocco Cafiero detto 'o capriariello, vecchia conoscenza delle forze dell'ordine per i suoi coinvolgimenti nel contrabbando e in altri traffici, più volte arrestato e finito sotto processo, non solo a Napoli.
Abita a Marano, alle porte della città, ed è considerato dagli investigatori organico al clan Nuvoletta che proprio a Marano hanno la loro roccaforte.

Nel 2005 la Guardia di Finanza, a seguito dell'ennesima indagine sul contrabbando tra la Campania e la Puglia che lo vedeva coinvolto, gli ha sequestrato beni mobili e immobili per un milione e mezzo di euro. L'elenco comprendeva la villa di Marano, denaro in contanti, due auto, una moto, anelli, pellicce e assegni per oltre quattrocentomila euro.

Molti di questi assegni erano firmati o girati proprio da De Gregorio.
Una parte di essi, inoltre, proveniva da un altro personaggio noto ai magistrati napoletani, sotto inchiesta in un altro procedimento della Procura antimafia sui clan camorristici attivi nella zona di Fuorigrotta.
Si tratta di Mario Nocerino, arrestato un anno fa con l'accusa di aver organizzato un voto di scambio di tipo mafioso per le elezioni comunali in cui il figlio Giuseppe era candidato con Forza Italia.

Il tribunale del Riesame annullò l'ordinanza perché non considerò provata la natura camorristica dei legami, e ora per Nocerino la Procura si appresta a chiedere il rinvio a giudizio per voto di scambio «semplice»:
secondo l'accusa lui e il figlio pagarono per ottenere l'appoggio elettorale del presunto clan guidato da Salvatore Zazo.

Gli accertamenti svolti finora in gran segreto dalla Finanza per comprendere il motivo della presenza di quegli assegni con la firma di De Gregorio a casa di Rocco Cafiero, non hanno consentito di dare una spiegazione lecita e plausibile. Una prima giustificazione emersa si riferiva all'acquisto di un immobile, a fronte del quale non è stato però trovato nemmeno l'atto di compromesso, particolare che la renderebbe poco credibile.

Di qui la decisione, nelle scorse settimane, di iscrivere il nome del senatore sul registro degli indagati, un atto dovuto per proseguire le indagini e chiarire la natura dei rapporti tra lui, Cafiero e Nocerino, nonché la provenienza e l'utilizzo che doveva essere fatto di quei titoli di credito.

Già nel 2003 Cafiero aveva subito una perquisizione e un maxi-sequestro per mano dei carabinieri, quando in un sotterraneo della villa di Marano, con l'accesso nascosto da una scaffalatura per vini, saltarono fuori oltre 600.000 euro in contanti, 30 orologi di marca, due chili di gioielli e circa 200 panetti di hashish per un totale d 50 chili.

2 - DE GREGORIO: ASSEGNI AL CAMORRISTA? SOLO FIRMATO PRELIMINARE&
(Ansa)
-Ho solo firmato un preliminare di acquisto, in tempi non sospetti, con una signora che non mi sembrava avesse problemi penali...:
cosi il presidente della commissione Difesa del Senato Sergio De Gregorio commenta le ricostruzioni che lo riguardano apparse oggi sul Corriere della Sera.
Secondo quanto afferma il quotidiano infatti in un blitz a casa di un camorrista sarebbero stati sequestrati assegni firmati e girati dal senatore. Bastava chiedere, avrei mostrato il preliminare. In ogni caso se il Corriere si impegna in questa battaglia vuol dire che sono diventato selvaggina pregiata. Aspetto che il magistrato mi convochi e i titoli dei giornali non mi spaventano.


Dagospia 06 Giugno 2007

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11/06/2007 22:45

CASO ANTONVENETA
 IL LEGHISTA CALDEROLI,
IL FORZISTA BRANCHER
E LUDC TAROLLI,
IL PRESIDENTE DEL PALERMO ZAMPARINI

INDAGATI A LODI - AVREBBERO SOTTRATTO INGENTI SOMME ATTRAVERSO OPERAZIONI BANCARIE&





(Adnkronos) - Il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli, il deputato azzurro Aldo Brancher, senatore nella passata legislatura per l'Udc Ivo Tarolli e il presidente del Palermo, Maurizio Zamparini risultano indagati dalla procura di Lodi per appropriazione indebita nell'ambito di uno stralcio dell'inchiesta sulla scalata all'Antonveneta.


I quattro nomi figurano in un lungo elenco di cinquanta persone accusate del medesimo reato. Secondo l'accusa, con la complicita' di ex dirigenti dell'ex Bpl, gli indagati avrebbero sottratto ingenti somme attraverso operazioni bancarie. In questo stralcio di indagine, la Guardia di Finanza di Lodi ha effettuato acquisizioni che hanno impegnato i finanzieri per una settimana.


Dagospia 11 Giugno 2007
[Modificato da Etrusco 01/04/2008 17:55]
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02/07/2007 13:46

Date a Cesa&
Marco Travaglio




Quando, il 27 ottobre 2005, l'Udc cambia segretario sostituendo il troppo indipendente Marco Follini con il carneade Lorenzo Cesa, nelle redazioni dei giornali serpeggia il panico:

oddìo, e chi sarà mai costui?





Il Segretario dell'UDC Lorenzo Cesa indagato per truffa.


Inchiesta a Catanzaro sui contributi europei.
Cesa accusato anche di Associazione a delinquere



CATANZARO  Lorenzo Cesa, segretario nazionale dell'Udc, è indagato dalla Procura della Repubblica di Catanzaro che ipotizza a suo carico le accuse di associazione a delinquere e truffa.
L'europarlamentare, secondo il pm Luigi De Magistris,
sarebbe tra «i promotori e gli organizzatori» di una truffa ai danni dell'Unione Europea e della Regione Calabria.
Truffa che avrebbe fruttato circa cinque miliardi delle vecchie lire nel periodo 2001-04.
Cesa è indagato in qualità di socio della Spb Optical Disk srl, azienda specializzata nella riproduzione e commercializzazione di dvd.
La società, che aveva come soci anche l'ingegner Giovanbattista Papello, ex subcommissario all'emergenza ambientale in Calabria, e Fabio Schettini, segretario dell'ex ministro Franco Frattini, anche loro indagati, avrebbe dovuto investire in Calabria il finanziamento erogato dalla Comunità Europea nell'ambito dei Por (Programma operativo regionale).

Nell'area industriale di Mangone (Cosenza), sarebbe dovuto sorgere un insediamento industriale per la produzione di dvd e altro materiale digitale che avrebbe dovuto dar lavoro ad una quarantina di persone.
Secondo le indagini portate avanti dal nucleo operativo dei carabinieri di Catanzaro, invece, sarebbe stata costruita solo una parte del capannone e non sarebbe mai stato prodotto niente
.
Agli atti dell'inchiesta c'è il racconto di chi, successivamente, rilevò quella struttura che, pur non essendo mai stata avviata alla produzione, aveva già accumulato debiti per un milione e 600 mila euro: «Rimasi sorpreso nel constatare che l'azienda aveva già superato il collaudo, nonostante si trovasse ancora in fase di costruzione e completamento. Mancava il tetto e non aveva ancora l'allaccio della rete fognaria».
Risultava fatto, spiega sempre il nuovo titolare agli inquirenti, «anche il collaudo di un macchinario che sarebbe dovuto servire per confezionare cd nelle buste di plastica»,
ma quella macchina «era ancora completamente imballata».

L'inchiesta che ha portato all'iscrizione nel registro degli indagati di Lorenzo Cesa è quella, denominata «Poseidone», sugli illeciti nell'erogazione dei finanziamenti nel settore della depurazione delle acque in Calabria.
Nel maggio dello scorso anno furono indagati, tra gli altri, l'ex presidente della Regione Giuseppe Chiaravalloti e l'ex assessore regionale all'ambiente Domenico Basile.
In questi giorni sono state fatte nuove perquisizioni a carico degli indagati.
Secondo l'accusa, il coinvolgimento di Cesa avrebbe come sfondo una serie di società commerciali «create ad hoc per favorire operazioni economico-societarie».

Alla fine del 2004 Cesa, Papello e Schettini
decidono di vendere le quote della Spb Optical Disk e, secondo la ricostruzione del pm,
le offrono a Salvatore Di Gangi, un siciliano di 59 anni, fratello di due pregiudicati finiti più volte in galera ed in passato socio in affari di Enrico Nicoletti, il cassiere della Banda della Magliana.
È sua la Data General Security, un colosso nel panorama delle attività di bonifica telefonica ed ambientale.
Proprio questa azienda in questi giorni è oggetto di indagine non solo da parte della Procura di Catanzaro,
ma anche di quella milanese che si occupa dello spionaggio dei politici.

Il pm Luigi De Magistris ha avuto una serie di incontri con i colleghi della Procura milanese proprio per verificare possibili collegamenti tra le due inchieste.
Nell'indagine della Procura di Catanzaro è emersa infatti un'attività di spionaggio nei confronti del segretario dei Ds Piero Fassino, dell'ex deputato della Quercia, ora di Rifondazione Comunista, Pietro Folena e del presidente dell'Anas Vincenzo Pozzi.

Fonte: Corriere della Sera - Carlo Macrì - 12 marzo 2006





Da Wikipedia

Precedenti giudiziari del Segretario UDC Lorenzo Cesa:


Nel 1992 Cesa fu indagato dalla Procura di Roma per abuso d'ufficio,

insieme alla giunta del sindaco Franco Carraro, per presunti illeciti riguardo l'emissione di un finanziamento pari a 90 miliardi di lire destinato ad un incarico di censimento del patrimonio immobiliare del Comune. Cesa non viene condannato.

A partire dal 1993 ha avuto un processo intentato per concussione, accusato dai magistrati romani di aver riscosso una mazzetta di trecentomila euro per conto del ministro Gianni Prandini, subendo per questo in quell'anno un periodo d'incarcerazione , dopo alcuni giorni dall'ordinanza d'arresto.
Inizialmente Cesa si sottrasse all'arresto, dal 6 all'8 marzo 1993, rimanendo due giorni in latitanza per poi consegnarsi spontaneamente al pubblico ministero.

Nelle fasi del processo ha ammesso il verificarsi del fatto, dichiarandosene però estraneo, in quanto i soldi non sarebbero stati destinati a lui ma a Prandini, all'epoca ministro dei lavori pubblici e presidente dell'Anas e all'ingegner Antonio Crespo (direttore generale dell'ente).

Cesa dichiarò di aver ricevuto [...] delle contropartite politiche da parte del ministro che sovvenzionava le nostre iniziative politiche.": il GUP riconobbe l' "ampia confessione dei fatti contestati". [1]

Il 21 giugno 2001 è condannato in primo grado, insieme ad altri responsabili, a 3 anni e 3 mesi di reclusione per corruzione aggravata.
Con lui, Prandini riceve una condanna a 6 anni e 4 mesi e a Crespo vengono dati 4 anni e 6 mesi.
Le imputazioni confermate riguardano 750 miliardi di lire in appalti truccati, che hanno fruttato agli interessati 35 miliardi di lire in tangenti tra il 1986 e il 1993.

La Corte d'Appello ha annullato l'anno seguente la sentenza per aver riscontrato una incompatibilità del Gup:
il Tribunale dei Ministri (assegnato per via del coinvolgimento del ministro Prandini),
non può sostenere il ruolo accusatorio e deve restituire la causa al Gip di roma, il quale dichiara gli atti del 2005 come "inutilizzabili" e dispone il "non luogo a procedere".
Intanto, subentra la prescrizione del reato grazie alle modifiche alla legislazione attuate dal Governo Berlusconi. [SM=x44522]

Nel marzo 2006 è stato nuovamente indagato dalla procura di Catanzaro
per truffa e associazione per delinquere, nell'inchiesta denominata "Poseidone":

l'accusa riguarda 5 miliardi di lire truffati all'Unione Europea tramite una società fantasma, la Spb Optical Disk Srl,
di cui era comproprietario con il ANAS Giovanbattista Papello e Fabio Schettini, capo della segreteria di Franco Frattini. [2]





Link per ulteriori approfondimenti:

www.linus.net/hdoc/articoli/articolo.asp?idarticoli=274&startpo...



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Cesare Previti in appello aveva preso un anno e sei mesi
Lodo-Mondadori, confermate le condanne
Stesse condanne anche per Acampora, Pacifico e Metta
.
«Amara delusione», è il commento dei legali dell'ex ministro



ROMA - Dopo otto ore di consiglio la II Sezione penale della Cassazione ha confermato la sentenza d'appello del processo Lodo-Mondadori per Cesare Previti, Giovanni Acampora, Attilio Pacifico e l'ex giudice Vittorio Metta.
In particolare l'ex ministro della Difesa, condannato per corruzione giudiziaria, nella sentenza d'appello del 23 febbraio 2007 era stato condannato a un anno e sei mesi, così come Attilio Pacifico e Giovanni Acampora. L'ex giudice, Vittorio Metta, era stato condannato a due anni e otto mesi. Previti, al momento affidato al servizio sociale, tornerà quindi agli arresti domiciliari che dovrebbero durare circa altri 20 giorni. Dopo di che, per effetto di una serie di sconti, avrà scontato la pena.

LA VICENDA - La vicenda nasce il 21 giugno 1990 con la pubblicazione del lodo arbitrale che avrebbe dovuto risolvere la lotta allora in corso della conquista del gruppo Mondadori-L'Espresso. In corsa c'erano l'ingegner Carlo De Benedetti e Silvio Berlusconi, che appoggiava la famiglia Formenton-Mondadori. Il lodo risultò favorevole a De Benedetti, ma i Formenton ricorsero in appello a Roma, ottenendo l'annullamento del lodo. Relatore della sentenza era il giudice Metta, a cui era stato girato un pagamento proveniente da un conto estero della Fininvest e transitato su un conto di Previti. Di qui, un anno dopo, si giunse all'annullamento del lodo (avvenuto il 24 gennaio dello stesso anno). La Cir fu costretta ad accettare un piano di spartizione del gruppo Mondadori corrispondendo a Fininvest un conguaglio di 365 miliardi di lire. A Berlusconi andarono la casa editrice, più i periodici e i libri. A De Benedetti andarono L'Espresso, La Repubblica e Finegil.

www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2007/07_Luglio/13/lodo_mondadori_previ...

[SM=x44468] [SM=x44469] [SM=x44471]
[Modificato da Etrusco 13/07/2007 23:13]

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14/07/2007 07:06

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"Io sono un cantastorie, per molte terre e paesi ho sempre viaggiato.
Ora sono giunto a questa: lasciate che prima di partirne io canti..."


(Anonimo del XIII sec.)

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dis"Onorevole" Cosimo Mele ( UDC )


Chi è Cosimo Mele:

Cosimo Mele è nato a Carovigno, provincia di Brindisi, il 7 marzo 1957.

E' laureato in amministrazione aziendale ed è stato eletto nella circoscrizione XXI (Puglia) con l'Udc.
E' componente della Commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici e della Commissione parlamentare per la semplificazione della legislazione.



E' al suo primo mandato.
Si ricordano sue dichiarazioni sulla necessità di difendere «la nostra identità cristiana».
È anche cofirmatario della proposta di legge per la pubblicità sull'uso di sostanze stupefacenti o psicotrope da parte dei parlamentari.

CASINÒ, CARCERE E GUAI GIUDIZIARI DI COSIMO, DETTO MIMMO
Lello Parise per la Repubblica


"Mamma mia, che vergogna"
confessa alle amiche da una casa al mare, con le lacrime agli occhi. Aspetta un bambino e questa emozione forte è come se le togliesse il fiato. "Non lo perdona, ma neppure lo lascia" assicurano un po' tutti nella Città bianca travolta dalla cronaca rosa. "Sapete perché? Adele è giovane e la nascita del secondogenito rimetterà a posto le cose col marito".



La squillo Francesca Zenobi e il cattolicissimo "Onorevole" Cosimo Mele (UDC)

La signora Adele, 37 anni, avvocato, erede di un ristoratore che da queste parti conoscevano tutti - "si mangiava alla grande da Chez Elio" - è "la moglie di Mimmo". Al secolo Cosimo Mele, 50 anni, al secondo matrimonio, due figli dal primo e uno con la nuova compagna. Deputato ormai ex Udc originario di Carovigno, un paese a meno di dieci chilometri dalle calette sabbiose di Ostuni, dove i vecchi in piazza e i segretari dell'Unione gridano: "Deve dimettersi, perché ci ha infangati".

Mele protagonista del festino romano a base di squillo e droga. Anche se l'onorevole ripete di non averla mai presa, la cocaina. Con quelli che gli telefonano ha soltanto la forza di confessare: "Sono un uomo distrutto". Rifiuta gli inviti di chi vorrebbe sbatterlo davanti ad una telecamera perché racconti "l'avventuretta", come la chiama lui, a luci rosse.



E' fatto così, lu Mimmo. Tutto politica e sregolatezza. Come quando era finito in gattabuia a gennaio del 1999 da vicesindaco di Carovigno perché insieme col primo cittadino andavano a giocare al casinò coi soldi delle tangenti. Centinaia di milioni, tra il 1995 e il 1998, per assegnare appalti pubblici o fare assunzioni. Poi la partenza alla volta di Montecarlo per accomodarsi al tavolo verde. Una passione sfrenata, quella per il gioco, che gli costa l'arresto con le accuse di concussione e corruzione. Il processo va avanti.

Ma già nel 2000 l'eclettico Mimmo voleva diventare consigliere regionale:
l'ex democristiano bussa alla porta di An, però gliela sbattono in faccia. Riesce ad accasarsi nell'Udc e trionfa.

"Dalle sue parti è sempre stato temuto e rispettato". Tant'è che proprio l'Udc a Carovigno ha una delle percentuali più alte in Italia.
Non si perde mai d'animo, Mele. E' il 2003 e l'assemblea pugliese discute a proposito dell'Iraq invaso dagli americani. Il capogruppo del partito all'epoca guidato da Marco Follini deve partecipare al dibattito, però non sa aprire bocca.


E allora, che fa? Rilegge parola per parola l'intervento di Follini alla Camera fatto quindici giorni prima: era una disquisizione sulla concessione agli Usa delle basi militari tricolore, ma col tacco d'Italia aveva poco a che fare. Tutti ascoltavano Mele, ma non riuscivano a capire. Non ci volle molto per scoprire l'arte di copiare il capo. Forse in queste ore può andare bene quello che Mele predicava quattro anni fa. Avevano arrestato un assessore della giunta Fitto: Andrea Silvestri, pure Udc. E Mele avvertiva: "La spettacolarizzazione della giustizia non rende un servizio ai cittadini".

213.215.144.81/public_html/articolo_index_33506.html


Cosimo Mele, la coca, le due squillo . . .




[Modificato da Etrusco 10/09/2007 13:38]
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LANDOLFI INDAGATO PER CORRUZIONE E TRUFFA AGGRAVATE…
Dal “Corriere della Sera” -

L'ex Ministro Mario Landolfi (AN), Coordinatore di AN in Campania
, è indagato con altri 19 complici.



L'ipotesi è concorso in corruzione e truffa aggravati dal favoreggiamento camorristico.


Il Presidente della vigilanza Rai avrebbe accolto le dimissioni del consigliere Massimo Romano
con l'accordo di assumere la moglie e il fratello poliziotto nella società Eco 4 dei fratelli Orsi. Di qui l'accusa a Landolfi e al sindaco di Mondragone.


Fonte:

[SM=x44463] [SM=x44506] [SM=x44472] [SM=x44471]

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14/11/2007 12:57


siamo sinceri Etrusco, né a me né a te frega più di tanto...

questo è rimasto un cazzo di paese feudale nell'intimo.. un paese di bertoldi, furbi a breve termine e ciechi alla lunga..
un paese dove i poteri religiosi dettano l'agenda ai governi e in cui laggente si compiace nel riempire le chiese foderate d'oro a natale, salvo incazzarsi quando viene toccata nel personale..
un paese in cui la mafia invece di essere combattuta s'è allargata a macchia di leopardo fino a incancrenire il tessuto sociale nel più profondo..

un paese in cui la democrazia è parola con cui riempirsi la bocca per difendere un'oligarchia di parassiti.. che mentre chiede lacrime e sangue ai poveri italioti plaudenti vive nel lusso più sfrenato a spese degli stessi..

non ci sono speranza a breve termine.. per smuovere le cose ci vorrebbe una catastrofe, un avvenimento epocale, qualcosa come una pioggia di asteroidi o un'invasione marziana di quelle che piacciono tanto a superman...

qualsiasi altro tentativo è destinato a naufragare nella melassa della quotidianità, fra grandi fratelli e bruni vespa, fra rifondazioni democristiane, spacciate a rulli di tamburo per conquiste democratiche, e proclami ora della sinistra ora della destra.. quelle vere.. che proclamano tutto per non concludere nulla....
e tutto è fermo, statico, l'unico movimento è all'indietro, qualsiasi sforzo è paragonabile a quelli di sisifo, inutili e puerili dannazioni infernali..

non c'è più vergogna, non c'è più pudore.. fra la difesa della morale cattolica e quella dei corruttori in parlamento abbiamo perso di vista il buono e il bello, il giusto e il lecito, il diritto e il dovere..

tiriamo a campare Etrusco, come sempre da duemila anni a questa parte.. prima non so, non c'ero, se c'ero dormivo.. che è quello che torno a fare ora.. lasciandoti un saluto.....

[SM=x44513]
[Modificato da papalenin 14/11/2007 13:06]

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14/11/2007 14:14

Re:
Etrusco, 14/11/2007 12.47:





ma vaff

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Ero solito portare una pallottola nel taschino, all'altezza del cuore. Un giorno un tizio mi tirò addosso una Bibbia ma la pallottola mi salvò la vita.
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Onorevole Marco Verzaschi, esponente UDEUR SottoSegretario alla Difesa nell'attuale Governo Prodi;
Ex assessore UDEUR all’ambiente ed alla sanità della Regione Lazio sotto il governo Berlusconi
.

L'On.Marco Verzaschi aveva dato le dimissioni lo scorso 6 dicembre
Ex sottosegretario alla Difesa
Verzashi ai domiciliari
L'arresto in seguito a un'inchiesta romana sulla sanita'

Roma, 10 dic.- L’ex sottosegretario alla difesa Marco Verzaschi é agli arresti domiciliari in relazione ad un’inchiesta della procura di Roma che lo vede coinvolto nella sua qualità di ex assessore UDEUR regionale alla sanità.

Verzaschi, 48 anni, dopo essere stato assessore UDEUR all’ambiente ed alla sanità della Regione Lazio durante l’amministrazione di Francesco Storace,
è entrato a far parte del secondo Governo Prodi in qualità di sottosegretario alla Difesa.
Lo scorso 6 dicembre Verzaschi ha presentato le sue “dimissioni irrevocabili” sia da sottosegretario alla Difesa sia da segretario regionale dell’UDEUR per il Lazio.

Fonte: La Voce - 10-12-2007



18 OTTOBRE 2007 (fonte: Comando delle Scuole)
(foto: Il Generale Castagnetti, Onorevole Marco Verzaschi)


E' accusato di corruzione e concussione.

L'ordinanza, promossa dal procuratore aggiunto di Roma Giancarlo Capaldo e del sostituto Giovanni Bomrardieri, e' stata firmata dal gip Luisanna Figliolia ed eseguita dai carabinieri del Nucleo operativo di via In Selci. Nell'atto di accusa di quasi 30 pagine del gip si fa riferimento alle dichiarazioni di Anna Giuseppina Iannuzzi, meglio nota come 'Lady Asl' e di Renato Mongillo, amministratore della 'Security service'.
(Agr)

Fonte: Il Secolo XIX



Il Popolo UDEUR . . . [SM=x44467]
[Modificato da Etrusco 10/12/2007 13:25]
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Massimo Cassano (Forza Italia)

Bari/Libano Indagato Massimo Cassano

Il N° 2 di Forza Italia in Puglia,
Amministratore Delegato della "Cianciola Montanari Work System",
sotto inchiesta da parte della Procura di Roma per forniture avariate di cibo ai militari italiani


ROMA - La Procura di Roma ha aperto un'inchiesta sulle forniture di derrate alimentari ai militari in missione in Medio Oriente e Balcani.
I soldati italiani in Libano hanno ricevuto derrate alimentari avariate e sul registro degli indagati è finito il nome di Massimo Cassano, numero due di Forza Italia in Puglia, vicecoordinatore pugliese degli azzurri (ricopre anche l'incarico di consigliere provinciale e regionale) e amministratore unico della "Cianciola Montanari Work System" di Bari, azienda leader nei rifornimenti di spacci e duty free dell'Esercito.
L'indagine, iniziata un paio di settimane fa, sarebbe scaturita da segnalazioni di alcuni ufficiali del contingente in Libano, che hanno lamentato la consegna di generi alimentari non conformi alle richieste.
Sotto la lente della Procura sarebbe finita una commessa da 2 milioni e 300mila euro, importo pattuito per 6 mesi di rifornimenti a 2.500 soldati.

22/1/2008

Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno


www.repubblica.it/2008/01/sezioni/cronaca/cibo-soldati/cibo-soldati/cibo-sold...

www.alimentazione-oggi.it/archives/0006335.html

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23/01/2008 21:28

Campania: altri 23 arresti per la sanità
di Redazione - mercoledì 16 gennaio 2008, 16:50



Napoli - Sono 23 le persone coinvolte nell’inchiesta della procura di Santa Maria Capua Vetere e culminata nell’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare in casa per Sandra Lonardo.
Tra loro anche due assessori regionali della Campania e alcuni consiglieri dell'Udeur.
L’inchiesta giudiziaria riguarderebbe un presunto giro di favori. L’episodio contestato alla moglie di Clemente Mastella riguarderebbe le modalità seguite per una nomina nell’ospedale di Caserta.
Tra gli altri provvedimenti emessi, il gip di Santa Maria Capua Vetere ha disposto anche l’arresto dell’ingegner Carlo Camilleri, suocero di uno dei figli del ministro Clemente Mastella e di Sandra Lonardo. Camilleri è piantonato dagli agenti della polizia penitenziaria nell’ospedale Rummo di Benevento dove è stato ricoverato ieri sera, a quanto pare a seguito di un improvviso malore.

Il giro di favori e nomine Il procuratore Maffei ha sottolineato che le indagini sono partite da intercettazioni telefoniche relative alla gestione di appalti e servizi pubblici della Provincia di Caserta.
Gli accertamenti svolti dai carabinieri hanno "consentito di far luce su di un tessuto illecito stabilmente radicato nell’area politica, amministrativa e giudiziaria della Campania".
In particolare "le indagini hanno consentito di accertare che i concorsi pubblici gestiti dagli indagati nelle loro diverse qualità istituzionali non venivano vinti dai candidati più bravi e meritevoli, bensì esclusivamente dai candidati sponsorizzati da Camilleri e dal suo partito".
Nel comunicato si spiega anche il meccanismo: "I primari ospedalieri non venivano nominati dai direttori generali dell’ Asl sulla base delle loro capacità professionali, bensì sulla base delle indicazioni fornite loro da esponenti politici di rilievo.
Le gare di appalto per il conferimento di incarichi di progettazione non venivano affidate ai professionisti che garantissero economicità, qualità ed efficienza nelle loro prestazioni verso l’ente pubblico, ma sulla base del fatto che il partito politico si sarebbe attivato, con i suoi esponenti regionali per far pervenire all’ente locale che li ha illecitamente nominati finanziamenti pubblici, erogati per realizzare le opere per le quali gli incarichi sono stati conferiti, che altrimenti le amministrazioni non avrebbero potuto mai ottenere".

Esponenti dell'Udeur
Non solo Sandra Mastella, ma anche altri esponenti dell'Udeur e assessori della giunta regionale della Campania sono stati messi ai domiciliari.
Sono gli assessori regionali dell’Udeur Luigi Nocera, all’ambiente, ed Andrea Abbamonte, al personale; il sindaco di Benevento Fausto Pepe, e i consiglieri regionali Fernando Errico, capogruppo dell’Udeur, e Nicola Ferraro.
I carabinieri si sono recati nella sede del consiglio regionale della Campania e negli uffici del gruppo dell’Udeur dove hanno sequestrato documentazione.

Gli altri Secondo quanto si è appreso, i provvedimenti restrittivi del gip concedono il beneficio dei domiciliari a 19 degli indagati; 4 invece andranno in carcere. Disposti anche tre provvedimenti di sospensione dal servizio, che riguardano il prefetto di Benevento Giuseppe Urbano, da circa due anni nel Sannio dopo essere stato vicario a Caserta, indagato per falso; il giudice del Tar Campania Ugo De Maio, al quale viene contestata la rivelazione di segreto di ufficio;
e il vigile urbano Luigi Treviso, in servizio ad Alvignano, indagato per falso.

Tutti gli arresti
I carabinieri di Caserta hanno eseguito 23 ordinanze di custodia, delle quali quattro di detenzione in carcere e 19 di arresti domiciliari, nonchè 3 ordinanze interdittive nei confronti di esponenti politici ed amministratori regionali.
Lo rende noto un comunicato diffuso dal procuratore di Santa Maria Capua Vetere Mariano Maffei.

La misura della custodia in carcere è stata emessa per:
Carlo Camilleri,
Vincenzo Lucariello,
Antonello Scocca
e Domenico Pianese.


Gli arresti domiciliari sono stati disposti per:
Sandra Lonardo,
Fausto Pepe,
Carlo Bianco,
Erminia Florenzano,
Andrea Abbamonte,
Luigi Nocera,
Francesco Cardone,
Ferdinando Errico,
Vincenzo Liguori,
Nicola Ferraro,
Nino Lombardi,
Angelo Padovano,
Domenico Pietrocola,
Francesco Zaccaro,
Antonio Barbieri,
Letizio Napoletano,
Paolo Budetta,
Cristiana Fevola
e Ugo Ferrara.

Interdizione dall’ufficio per:
il giudice del Tar
per Ugo De Maio.

Interdizione dall’ufficio di vigile urbano per Luigi Treviso,

interdizione dall’ufficio di prefetto della Repubblica per Giuseppe Urbano.


www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=234512&START=1&2col=


[SM=x44497]



Indagato anche Mastella.
Le accuse contestate vanno
dall'associazione per delinquere
al falso in atto pubblico,
corruzione,
concussione
e turbativa degli appalti.

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05/02/2008 13:25

05/02/2008 - 11.41



Lombardia - Arresti domiciliari al consigliere regionale di Forza Italia Gianluca Rinaldin

L'accusa è di truffa aggravata e falso in atto pubblico ai danni della Regione


La sala del Consiglio.

È stato posto agli arresti domiciliari questa mattina il consigliereregionale di Fi Gianluca Rinaldin.
Il provvedimento emesso dal gip Andrea Ghinetti e' stato eseguito dalla Guardia di finanza.
È accusato di truffa aggravata e falso in atto pubblico ai danni della regione Lombardia,
di corruzione e finanziamento illecito
al candidato.

Rinaldin, pur essendo giovane, puó vantare già una carriera politica significativa:
nel giugno 2002 è stato assessore provinciale di Como con deleghe al Turismo, agricoltura e foreste, gestione faunistica e ittica, sport e tempo libero;
nel 2005,invece, è stato candidato alle elezioni regionali per Forza Italia, risultando il piú votato della provincia di Como con 10'305 preferenze. (ab)

Fonte: ASG media



-----------------------------------------------------------------

MAXITRUFFA DA 5 MILIONI ALLA REGIONE LOMBARDIA
Fatture «taroccate» per alzare i costi e incamerare maggiori finanziamenti pubblici: nove indagati


-----------------------------------------------------------------

L'inchiesta, condotta dal pm di Milano, Francesco Prete, riguarda la ristrutturazione del lido di Menaggio, sul lago di Como. Il provvedimento emesso dal gip Andrea Ghinetti è stato eseguito dalla Guardia di Finanza.

L'inchiesta che ha portato agli arresti domiciliari Rinaldin è nata circa un anno fa da una presunta truffa dell'Associazione Coordinamento Turistico del lago di Como ai danni della Regione Lombardia.



Il consigliere regionale Gianluca Rinaldin col Governatore della Lombardia Roberto Formigoni


Il consigliere regionale, secondo l'accusa, avrebbe prodotto fatture false per ottenere finanziamenti gonfiati per la ristrutturazione del lido di Menaggio. Inoltre, secondo gli inquirenti Rinaldin era socio occulto di una società privata, la Lago di Como Srl, che, a lavori terminati, avrebbe gestito il lido.

Riguardo all'accusa di corruzione, secondo quanto messo a verbale dall'imprenditore Umberto Tagliaferri, Rinaldin avrebbe diviso con Giorgio Bin, ex assessore al Turismo della Provincia di Como, le tangenti:
avrebbe utilizzato circa 66 mila euro per comprare tessere del partito di Forza Italia.
Il consigliere inoltre avrebbe ottenuto dalla Regione il rimborso per spese inesistenti per una cifra di 28.644 euro
e, riguardo all'ipotesi di finanziamento illecito al candidato, gli sarebbero stati versati 100 mila euro per la campagna elettorale da Tagliaferri e dal suo socio.

Fonte: Il Messaggero


Altre fonti . . . Link...



Ma cosa c'è dietro quest'epurazione politica?
A chi dava fastidio? A CL o agli amici di FI?

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