Dopo un viaggio di 7 anni
Il robot attraverserà oggi gli anelli del pianeta. E a Natale una capsula atterrerà sulla luna «Titano»
E’ arrivato il momento di Saturno, il pianeta più incredibile del sistema solare, circondato com’è dai luminosi anelli. E finalmente i nostri occhi scruteranno da vicino questo mondo che sembra uscito dalla copertina di una rivista di fantascienza. Grazie al robot cosmico da record «Cassini-Huygens» la cui ideazione e costruzione ha richiesto oltre vent’anni e l’impegno di addirittura tre agenzie spaziali: la Nasa americana, l’Esa europea e l’Asi italiana. Se aggiungiamo che il piano ha mobilitato sulle due sponde dell’Atlantico trecento scienziati (oltre alle centinaia di tecnici che l’hanno costruito), si comprende meglio l’importanza dell’impresa.
PRIMA VOLTA - Anche perché questa è la prima volta che una sonda entra in orbita a Saturno, dal momento che finora le altre americane Pioneer-11, Voyager-1 e 2 avevano compiuto tra il 1979 e il 1981 soltanto dei rapidi passaggi nelle vicinanze mentre volavano su altri obiettivi.
Ma erano epoche diverse e le esplorazioni dovevano raccogliere informazioni generiche, poche foto capaci di rivelare volti planetari fino a quel momento sconosciuti e impossibili da scrutare con i telescopi terrestri. Chiusa la prima fase di ricognizione che ha dato un’idea generale del sistema solare, la Nasa ne ha aperto un’altra con lo scopo di approfondire le conoscenze dei singoli grandi pianeti esterni, poter fare dei veri confronti e capire come il sistema solare si è formato dando luogo a corpi di caratteristiche tanto diverse. E così è partito Galileo per indagare Giove e nel 1997 è decollato da cape Canaveral Cassini-Huygens per analizzare Saturno. Nella notte tra mercoledì e giovedì giungerà finalmente a destinazione dopo un viaggio di tre miliardi e mezzo di chilometri durato quasi sette anni.
Per conquistare il suo obiettivo ha dovuto compiere alcuni giochi gravitazionali accumulando l’energia necessaria per il grande balzo, sfiorando da vicino Venere, la Terra e Giove. E ogni volta una specie di effetto fionda rilanciava la sonda sempre più lontano. Ora la corsa è finita: accesi i 12 strumenti scientifici il robot ha già iniziato le sue ricerche fotografando la strana luna Phoebe (forse il nucleo di una vecchia cometa catturata dalla gravità) che ha incontrato per prima. E ne è stato protagonista lo spettrometro italo-americano Vims, un sofisticatissimo strumento realizzato sotto la guida di Angioletta Coradini dell’Istituto nazionale di astrofisica, capace di riprendere immagini ed effettuare la mappa della natura del luogo.
RAZZO E ANSIA - Mercoledì 30 giugno si vivrà un lungo momento d’ansia quando il motore a razzo della sonda si accenderà per 96 minuti (e dovrà funzionare al meglio) frenando la corsa e inserendosi in orbita a Saturno. Poi attraverserà il piano degli anelli infilandosi in una delle sue divisioni. Che non sono però completamente vuote. Gli anelli sono costituiti da materiali di dimensioni variabili dal granello di polvere alla casa e negli intervalli qualcosa rimane anche se non è facile vederlo nemmeno nelle fotografie trasmesse dalle altre sonde. Quindi il rischio c’è.
Ma ogni missione spaziale è un’avventura anche per le difficoltà che deve superare. Ne vale però la pena. Saturno e le sue 31 lune (ma forse altre sono nascoste addirittura negli anelli) rappresentano un sistema solare in miniatura. E tanti sono i misteri che lo avvolgono. A partire dal pianeta, un gigante gassoso che irradia più energia di quanta ne riceva dal Sole e con un cuore liquido di ferro e roccia.
Tra le tante lune c’è la intrigante Titano avvolta da un perenne e impenetrabile velo di nuvole e foschia. Sarà proprio lei l’obiettivo della capsula europea Huygens dell’Esa che il giorno di Natale si staccherà dalla sonda madre per scivolare appesa a un paracadute tra questi enigmi, scendendo al suolo forse solido o forse formato da laghi di metano liquido continuamente alimentati da gelide piogge sempre di metano.
RICERCA VITA - I suoi strumenti per la prima volta ci descriveranno questo ambiente da incubo che nasconde un fascino e un interesse scientifico straordinario perché è simile a quello in cui si trovava la Terra nelle sue prime epoche. Quindi c’è un’ipotetica condizione in grado di portare alla vita e si cercherà la vita.
«Saturno e le sue lune - dice Ed Weiler, amministratore associato della Nasa per la scienza - sono uno straordinario laboratorio di astronomia dopo possiamo trovare risposte fondamentali alle domande sull’evoluzioni dei pianeti, Terra compresa». Ultimo record: Cassini-Huygens costa tre miliardi di dollari.
30 giugno 2004
da:
Il Corriere della Sera