L’idea di un’auto a sei ruote non è certo nuova, ma c’è chi è convinto che lo schema sia sempre vincente.
Uno di questi è Ferruccio Covini, un ingegnere di Verbania,
un estroso ingegnere che al salone di Ginevra presenta la C6W, una particolarissima sportiva frutto di un suo vecchio pallino. Quello delle quattro ruote anteriori sterzanti.
ISPIRATA DALLE CORSE (precedenti illustri)
La fissa dell’ingegnere risale a quasi trent’anni fa, quando rimase folgorato dalla visione della
Tyrrel P34 a motore Ford che partecipava al Mondiale Formula 1. Da allora i suoi sforzi per portare in produzione una vettura con quello schema telaistico non sono mai venuti meno ma una serie di problemi tecnici e di traversie varie hanno sempre impedito la realizzazione concreta del progetto.
PRONTI? VIA!
Oggi pare che i tempi siano finalmente maturi per una vettura costruita in piccola serie. Le prime consegne nel 2005. Inutile parlare di prezzi. Molti sono i costi ancora da valutare e le enormi possibilità di personalizzazione offerte all’eventuale cliente rendono impossibile dare un’indicazione, neppure di massima.
LINEE PULITE
Dando uno sguardo alla linea della C6W (Covini 6 Wheels, vien facile ipotizzare…), non si può resistere al potere ipnotico del frontale da cui spuntano i due assali anteriori. Superato lo choc, l’attenzione viene catturata invece dall’estrema pulizia della carrozzeria che ha tra l’altro ingombri inferiori a quelli che lascerebbero supporre le immagini. La lunghezza è di 418 cm, mentre larghezza e altezza sono rispettivamente di 199 e 108 cm.
PELLE E OSSA
Più che la pelle della vettura, realizzata in fiberglass e fibra di carbonio, merita un’approfondita analisi quel ci sta sotto, a partire dallo scheletro. Il telaio sfrutta una struttura tubolare in acciaio, mentre le sospensioni sono tutte indipendenti, con un raffinato schema a quadrilatero deformabile. Le quattro ruote anteriori sono da 15 pollici, mentre le posteriori sono da ben 20" e tutte ospitano freni a disco autoventilanti della Brembo.
MOTORE A SCELTA
Quanto invece ai muscoli, la C6W
impiega un V8 4.2 di origine Audi da 380 CV e 450 Nm che, abbinato a un cambio 6 marce, porta la vettura a bussare alla soglia dei 300 km/h. Per chi non si accontentasse (bel fegato…), questa non dovrebbe essere comunque una scelta obbligata. L’intenzione è quella di lasciare libero l’acquirente di chiedere alla Covini Engineering di provare a infilare nel vano motore anche altri propulsori.
FA MIRACOLI?
Con un
peso a vuoto limitato a soli 1150 kg, la C6W non dovrebbe avere difficoltà a gestire anche potenze più elevate, visto che l’avantreno a quattro ruote garantisce sulla carta molteplici vantaggi a questa supercar. La maggiore impronta a terra dovrebbe essere infatti sinonimo di direzionalità e tenuta di strada migliori rispetto a uno schema tradizionale, così come impareggiabile dovrebbe anche il potere frenate assicurato dal numeroso gruppo di dischi.
SOGNO E REALTA’
Ora la domanda sorge spontanea: se le sei ruote danno tutti questi benefici, perché mai nessun altro nel frattempo si è cimentato seriamente sul tema? Le risposte sono le più disparate ma l’impressione è che i vantaggi siano più che altro presunti e che alla fine dei conti il rapporto costi/benefici non sia poi così favorevole. In ogni caso… buona fortuna, ingegner Covini!
Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.