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Qumram

Ultimo Aggiornamento: 20/07/2004 20:45
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07/07/2004 11:06




Panoramica dell'imboccatura delle grotte nelle quali, secondo quanto è comunemente accettato, vennero casualmente rinvenuti i manoscritti.



NOTE STORICHE


In questa zona, sulla sponda nord-ovest del Mar Morto, fra il II secolo a.C. e il 68 d.C. (anno della conquista ad opera della decima legione di Vespasiano) sorse e si sviluppò un insediamento monastico abitato dagli Esseni.
Si trattava di una setta ebraica che seguiva una dottrina di ascetismo e purezza, per molti aspetti simile a quella dei primi cristiani. Il fondatore (chiamato Maestro di Giustizia) predicò una vita di povertà, lontana dai fasti di Gerusalemme: i suoi seguaci, rifugiatisi nel deserto, dividevano comunitariamente il frutto del loro lavoro e si dedicavano allo studio e alla riflessione sulle sacre scritture.
La riscoperta e lo studio di questa comunità è dovuto al ritrovamentooccasionale nel 1947 (il racconto tradizionale vuole come protagonista un pastorello) di numerosi rotoli manoscritti contenenti i testi della Bibbia. Questi rotoli erano contenuti in anfore accuratamente sigillate ed erano avvolti singolarmente in bende di lino, segno evidente che si era potuto procedere con calma preoccupandosi della loro conservazione. In altre grotte, invece, il materiale non era stato trattato con uguale accuratezza, indicando il verificarsi di un evento improvviso che costrinse gli Esseni ad abbandonare in tutta fretta la zona, quasi certamente all'epoca della rivolta giudaica del 66 d.C.
Non è infatti da escludere che per molti la fuga improvvisa ebbe come destinazione finale la fortezza di Masada e la resistenza, accanto agli Zeloti, alla definitiva conquista romana.
I manoscritti sono redatti in antico ebraico e in greco aramaico e sono circa 1000 anni più antichi dei più antichi esemplari in lngua ebraca dell'Antico Testamento noti fino al 1947. Essi contengono tutti i testi della Bibbia (tranne il libro di Ester), i libri deuterocanonici, alcuni testi apocrifi dell'Antico Testamento e documenti con le regole e la dottrina della comunità essena.

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08/07/2004 18:23

I Ritrovamenti
Nel 1947 un giovane pastore che si trovava in quei luoghi, Muhammad ed Di’ib (= il Lupo), gettò per caso un sasso nell’apertura di una roccia, e ne udì risuonare il rumore di cocci infranti; ritornato sul posto il giorno dopo, spinto dalla curiosità, si introdusse assieme ad un cugino nell’anfratto e trovò all’interno della caverna diverse giare, una delle quali conteneva dei rotoli di cuoio manoscritto.


Giare ritrovate a Qumràn


I rotoli, invece di essere consegnati alle autorità, vennero portati ad un antiquario di Betlemme, Khalil Iskandar Shahin; egli, che credette di riconoscere su di essi una scrittura siriaca, ne vendette una parte al metropolita Athanasius Yeshua Samuel del monastero siro di S. Marco di Gerusalemme, e una parte al prof. Eleazar Sukenik dell’Università Ebraica di Gerusalemme. Quando quest’ultimo comprese quello che aveva di fronte, cercò di acquistare anche la parte in possesso del metropolita, che però si rifiutò di vendere i suoi manoscritti; si rese conto del loro valore dopo averli fatti esaminare da due membri della American School of Oriental Research di Gerusalemme, William Brownlee e John Trever, i quali poterono anche scattare le prime fotografie. Nel frattempo, non mancarono le incursioni notturne nella grotta per cercare altro materiale, ed il clima politico del neonato stato di Israele complicava ogni trattativa; i rotoli erano divenuti una sorta di materiale di contrabbando.
Il primo comunicato pubblico che attestava il ritrovamento risale all’11 aprile 1948, apparso il giorno dopo sul Times di Londra, nel quale si parlava del rinvenimento di un rotolo di Isaia (poi identificato con la sigla 1QIsaa , del 125-100 a.C.), di un Manuale di Disciplina di una comunità ignota, forse di Esseni (quello che oggi è chiamato Regola della Comunità, 1QS del 100-75 a.C.), di un commento al profeta Abacuc (1QpAbac, metà del I sec. a.C.), e di un codice non ancora identificato perché in pessimo stato di conservazione (identificato poi nell’Apocrifo della Genesi, 1QgenAp, I sec. a.C.- inizio I sec. d.C.).
Il rotolo di Isaia, lungo più di sette metri, è di oltre mille anni antecedente al manoscritto più antico fino ad allora conosciuto; il mondo era venuto così a conoscenza di quella che è stata definita come la “scoperta archeologica del secolo”. Si trattava di testi probabilmente nascosti nelle grotte della comunità degli Esseni prima dell'invasione romana del 70, poi mai più riportati alla luce.

La pubblicazione dei tre codici leggibili di proprietà del metropolita avvenne tra il 1950 e il 1951, a cura dell’American School1. Nel 1954 uscì postuma la pubblicazione dei testi nelle mani del prof. Sukenik2. Nel frattempo, a causa della difficile situazione palestinese (era stato appena proclamato lo Stato di Israele ed era terminato il protettorato britannico), il metropolita si era recato in America con i suoi manoscritti, cercando di rivenderli: arrivò persino a offrire i rotoli tramite un’inserzione su un numero dello Wall Street Journal (1 giugno 1954). Yigael Yadin, figlio di Sukenik, tramite alcuni mediatori acquistò i rotoli per conto del neonato Stato di Israele, che era già entrato in possesso degli altri; essi così furono tutti depositati al museo di Gerusalemme, conosciuto come Museo Rockefeller, ove tuttora si trovano. Yadin pubblicò nel 1956 il rotolo danneggiato dell’Apocrifo della Genesi3.
Conclusasi la guerra arabo-ebraica con l’istituzione in Palestina dei due stati di Giordania e Israele, il territorio di Qumràn era venuto a cadere nello stato giordano; nel gennaio 1949, quando la situazione politica permise di riprendere le ricerche , venne ritrovata la grotta scoperta dai pastori (da allora identificata come 1Q). Il Department of Antiquities of Jordan tramite l’ispettore generale G. Lankester Harding, e l’École Biblique et Archéologique Française di Gerusalemme (che allora si trovava nella parte giordana di Gerusalemme) tramite il suo direttore, il domenicano padre Roland Guérin de Vaux, si preoccuparono di effettuare la prima esplorazione sistematica della grotta (dal 15 febbraio al 5 marzo 1949); furono asportate giare, vasi, manufatti, stoffe e frammenti, pubblicati a cura del padre J. D. Barthélemy e di padre J. T. Milik in quello che sarebbe stato il primo volume della collana Discoveries in the Judaean Desert che la Oxford University Press dedicò ai manoscritti4.

Vi fu una sorta di corsa al rotolo tra i beduini e gli archeologi
Nel 1951, mentre de Vaux e Harding conducevano un nuovo scavo sistematico del sito di Qumràn, alcuni beduini della tribù Ta‘âmirah, che avevano compreso che era possibile ricavare qualche guadagno dalla vendita di reperti archeologici, scoprirono un altro lotto di oggetti provenienti da Wâdi Murabba‘ât, a 25 km a sud di Gerusalemme, alcuni pertinenti al periodo della seconda rivolta giudaica (132-135 d.C.). Gli stessi beduini nel febbraio del 1952 trovarono un’altra grotta a Qumràn, con altri frammenti manoscritti (fu chiamata allora 2Q, e conteneva oltre a testi piuttosto frammentari biblici ed apocrifi, un interessante frammento ebraico del Siracide (2Q18= 2QSir). Iniziò così una sorta di “corsa al rotolo”. A marzo gli archeologi trovarono la grotta 3, con 14 manoscritti e due rotoli di rame incisi a caratteri ebraici (3Q15), una lista di tesori sepolti. I beduini da parte loro scoprirono la cosiddetta grotta 4, con innumerevoli frammenti, quelli che daranno più problemi nella pubblicazione; il giorno successivo arrivarono sul posto il de Vaux e Milik per raccogliere e catalogare il materiale che i beduini non avevano toccato, ed il resto dovette essere recuperato più avanti. Gli archeologi rinvennero poco più in là un’altra grotta (5Q) con alcuni manoscritti tra i quali ricordo una descrizione della Nuova Gerusalemme (5Q15 = 5QJN ar), i frammenti della Regola della comunità e del Documento di Damasco. I beduini, da parte loro, riportarono alla luce la cosiddetta grotta 6Q con frammenti di testi biblici e apocrifi, tra cui meritano menzione quelli del libro enochico dei Giganti (6QEnGiants = pap6Q8) e il Documento di Damasco (6Q15), l’Allegoria della vigna (6Q11) ed un calendario (6Q17). Al 1952 risale anche la scoperta dei manoscritti del monastero bizantino di Khirbet Mird. Più avanti saranno compiuti altri ritrovamenti nelle valli tra En-gedi e Masada, e a Masada stessa (Vedi).
Nel frattempo, i frammenti della grotta 4Q, già rivenduti dai beduini, dovettero essere riacquistati: concorsero alla spesa lo Stato di Giordania, l’università McGill di Montreal, le università di Manchester e di Heideberg, il Mc Cormick Seminary di Chicago e la Biblioteca Apostolica Vaticana. Eccetto qualche frammento, caduto nelle mani dei privati, tutto confluì nel Museo di Gerusalemme assieme al materiale già collezionato. Lì venne allestita una vasta sala dedicata alla conservazione e allo studio dei testi, chiamata poi scrollery (dall’inglese scroll, rotolo).
Nel 1955 vennero ritrovate dagli archeologi le grotte da 7 a 10; la settima conteneva alcuni frammenti di papiri greci, tra cui un frammento dell’Esodo 28, 4-7 (7Q1) e della Lettera di Geremia 143 (7Q2). La grotta 8 conteneva pochi frammenti, la nona grotta un solo frammento di papiro, la decima un coccio iscritto; nel 1956 i beduini da parte loro trovarono la grotta 11Q, ricca di manoscritti ben conservati, sul genere di quelli di 1Q. In essa, tra l’altro, il manoscritto paleo-ebraico del Levitico (11QpaleoLev), i rotoli dei Salmi e dei Salmi apocrifi (11QPsa; 11QPsApa), il Targum di Giobbe (11QTgJob), un antico esempio di targum (11QMelch), (11Q ShirSabb) e infine il Rotolo del Tempio (11QT). Gli scavi terminarono nel 1958: 800 circa sarebbero stati i manoscritti, di cui ci restano almeno 15.000 frammenti. Circa 225 manoscritti contengono testi biblici, mentre circa 300, per il loro pessimo stato di conservazione, con frammenti minutissimi, sono praticamente inservibili. Di qui cominciava il duro lavoro della ricomposizione e della interpretazione.


E' un po' lungo, ma se lo spezzettavo non si capiva più nulla![SM=x44461]

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10/07/2004 13:16

Molto interessante....


... talora si racconta pure di codici esseni lì trovati e fatti poi sparire negli archivi vaticani


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Ora sono giunto a questa: lasciate che prima di partirne io canti..."


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12/07/2004 11:42

Re: Molto interessante....

Scritto da: Zalmoxis 10/07/2004 13.16


... talora si racconta pure di codici esseni lì trovati e fatti poi sparire negli archivi vaticani





E' veramente una di quelle scoperte che hanno cambiato molta parte delle conoscenze sulla Bibbia...ed è di sicuro un lavoro ancora tutto da fare![SM=x44462]

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12/07/2004 12:38

Re: Molto interessante....

Scritto da: Zalmoxis 10/07/2004 13.16


... talora si racconta pure di codici esseni lì trovati e fatti poi sparire negli archivi vaticani






E' ragionevole pensare che ci siano parti non ancora rivelate al grande pubblico, visto l'impatto che tali ritrovamenti hanno avuto ....
quindi è d'obbligo andarci calmi [SM=x44458]

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15/07/2004 19:00

La Bibbia nell'interpretazione di Qumran


Con quale atteggiamento si leggeva il testo biblico nella comunità di Qumran?
Se parliamo di "interpretazione biblica", sia chiaro che si tratta di un linguaggio impreciso, perché in realtà la comunità non fu una linea continua, unitaria; conosciamo ben poco dell'evoluzione interna del gruppo nelle diverse fasi di occupazione a Qumran. Non si può stabilire con sicurezza se una certa interpretazione (per es. un pesher) sia anteriore ad altri commenti esegetici oppure derivi dall'esegesi "fondatrice" del Maestro di Giustizia
In quanto ai "testi biblici", abbiamo indicato che si trovano in mezzo ad altri "non biblici". Quali di tali scritti erano considerati "biblici"? Sono ben rappresentati tutti i libri del Pentateuco (15 manoscritti di Gn; 15 di Es, 9 di Lv, 6 di Nm, 25 di Dt) e anche i libri Profetici (anteriori e posteriori); ci sono anche gli Scritti, eccetto Ester. Ma accanto a questi, sono citati anche come autoritativi alcuni libri che poi non sono stati accolti nel canone: il Documento di Damasco cita Giubilei (C D 16,35), e il Testamento di Levi (C D 4,15). La letteratura su Enoc, con undici manoscritti a Qumran, era forse considerata come legittima (appare anche nel NT, nella Lettera di Giuda vv. 145). Quindi, non c'era ancora a Qumran una frontiera canonica chiaramente stabilita.

Che dire della "fedeltà" con cui copiavano ed interpretavano i testi biblici?
È importante osservare che non c'era una frontiera biblica neppure all'interno degli stessi libri. Infatti, da una parte, Qumran ha "confermato" per molti testi la sostanziale fedeltà nella trasmissione del testo ebraico, anticipando di un millennio i manoscritti più antichi; dall'altra, non mancano gli aggiustamenti e attualizzazioni. Se il popolo di Israele non considerava la Scrittura come un pezzo da museo, ma Parola viva di Dio per ogni generazione, questo era specialmente vero per loro, convinti di star vivendo "negli ultimi tempi". Si capisce che alcuni scribi abbiano intrapreso il compito di "riscrivere" i libri biblici proprio per mantenerli in tutto il loro significato e attualità: così le diverse "parafrasi" del Pentateuco (peraltro la parte della Scrittura ritenuta più sacra e inviolabile) e il famoso Rotolo del Tempio (11QT), una versione che armonizza quattro libri, dall'Esodo al Deuteronomio, presentando il tutto come parola diretta di Dio a Mosè (per cui l'uso della prima persona è predominante anche quando il testo biblico parla di Dio in terza persona).
In certe "parafrasi", come lo scritto chiamato "Apocrifo della Genesi", non è facile distinguere dove finisce una "riscrittura" della Bibbia e dove una sua elaborazione; più importante ancora, può venire il dubbio se il famoso "Rotolo del Tempio" intendesse precisare e omogeneizzare la normativa del Pentateuco oppure addirittura "sostituirlo", presentandosi come la "nuova Torah".
A Qumran sono anche caratteristiche le "doppie edizioni" di alcuni testi, come Geremia e Samuele.
I Salmi, che è il libro biblico con più manoscritti a Qumran, si presenta con diverse varianti rispetto al salterio masoretico: mentre il testo dei primi 89 salmi è praticamente stabile, c'è una certa fluttuazione per i salmi 90-150; questo fa pensare ad una doppia edizione del salterio.

Accanto ai testi biblici (in ebraico o greco), troviamo anche alcune traduzioni all'aramaico (o targum), in versione piuttosto libera: l'appena accennato Apocrifo della Genesi (1QapGen), il Targum al Levitico (4QtgLev) e a Giobbe (4QtgJob, 11QtgJob). Questi brani targumici precedono così di diversi secoli i targumim editi in ambiente rabbinico.

[1/2]


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17/07/2004 20:17

Interpretazione all'interno del testo biblico


Anche prima che fossero fissati il contenuto e l'ortografia (alla fine del I sec. d.C.) all'interno delle tradizioni di scribi si avverte una tendenza a una certa "normalizzazione" dei testi autoritativi.In alcuni manoscritti si manifesta come una vocalizzazione stabile, in altri una correzione attenta, in altri ancora avviene armonizzando brani diversi. Non è un'attività esclusiva degli scribi di Qumran, poiché si può anche osservare nei rotoli biblici che furono portati lì più tardi. Esempio: in un testo frammentario di Lev 18,27 si inserisce un estratto di Lev 20,24 sulla possessione della terra; si tratta di un' assimilazione interpretativa, perché un fatto analogo si riscontra in altri testi di Qumran.
Quando prima di un commento si citano brani biblici questi sono alle volte rielaborati per aggiustarli al commento: i "nemici del Signore" ('yby IHWH) di Sal 37,20 si cambia in "amici del Signore" ('hby IHWH) in 4Qppsa 3,5a, in modo da poterli identificare, nel loro commento, come "gli eletti". Non è un errore dello scriba, ma un'interpretazione che si inserisce facilmente mediante il cambio di una consonante (in forma analoga a quanto si farà più tardi con la tecnica rabbinica di 'al tiqrê, cioè "non leggere così ma in quest' altro modo").
Problema di fondo: che significa la "fedeltà" dello scriba di Qumran al "testo" biblico? Bisogna chiarire i termini: innanzitutto, il "testo" biblico non è ancora fissato in modo definitivo; nel migliore dei casi siamo alla stabilizzazione premasoretica; tale "testo", poi, non è da considerare solo nella sua veste visuale; infatti nelle culture antiche il primato corrisponde alla parola parlata, non al documento scritto. Il rispetto che si porta ad un testo religioso obbliga a mantenerlo vivo, attuale e attuabile, tutt'altro che pezzo di museo o reperto da antiquariato. La comunità, per poter vivere il testo sacro, lo rilegge applicandolo alla propria circostanza.
Di base c'è il problema teologico, per Qumran e per qualunque altra comunità credente: come riuscire a gettare un ponte sul fiume del tempo, che trascorre inesorabile e comporta svariati cambiamenti culturali e religiosi, mentre si deve mantenere l'assoluta permanenza della Parola di Dio che trascende ogni epoca e deve raggiungere la persona nel suo tempo e nella sua particolare situazione? Il contrasto era stato chiaramente espresso già dal Secondo Isaia: "Secca l' erba, appassisce il fiore, ma la parola del nostro Dio dura sempre" (Is 40,8).
Ma come fare che la parola divina ci raggiunga in modo vivo? Non siamo interessati alla Bibbia come reperto archeologico; quindi, bisogna interpretare il testo biblico in modo che sia "luce per il nostro cammino" di oggi (cf. Sal 119,105: "Lampada per i miei passi è la tua parola").
I testi biblici sono pieni di promesse di Dio, che non decadono mai. La comunità studia il testo per scoprirvi, mediante il ricorso a testi paralleli, un significato più chiaro e attuale. Questo è specialmente vero quando si tratta di una comunità come quella di Qumran, pervasa della coscienza di star vivendo "gli ultimi tempi"; il moreh sedeq, fondatore del gruppo, è specialmente capacitato a dare interpretazioni nuove e autorevoli. Questo qualifica la fedeltà come adesione non ad un "testo" in modo generico, ma interpretato all'interno di una tradizione religiosa, che ha un suo quadro di riferimento per abbinare le diverse tradizioni e pilotare le possibili attualizzazioni.

Un po' pesantuccio ma interessante![SM=x44462]

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20/07/2004 20:45



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