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«Mi ero sbagliato sui buchi neri»

Ultimo Aggiornamento: 12/09/2004 01:40
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16/07/2004 08:52

Lo scienziato illustrerà la scoperta in un convegno a Dublino
«Mi ero sbagliato sui buchi neri»
L’astrofisico Stephen Hawking rivede la sua teoria. «Non è vero che assorbono tutto»

I buchi neri cambiano volto e comportamento. Stephen Hawking, il grande astrofisico inglese considerato il padre dei più intriganti «mostri del cielo», ha rivisto la teoria che ne spiegava la natura e che lo ha reso celebre trent’anni fa. Racconterà il suo «errore» ai colleghi la settimana prossima, a Dublino, comunicando la nuova versione attraverso un computer, con una voce sintetizzata (lo scienziato è affetto da una malattia che lo ha paralizzato sulla sedia a rotelle) che sembrerà arrivare proprio da quel vuoto siderale che lui ha sempre riempito di idee. Quando un buco nero si forma, calcolava Hawking, inizia a perdere massa irradiando energia.

Battezzata «radiazione di Hawking», questa energia non conteneva però informazioni sulla materia dalla quale proveniva, e una volta che il buco nero evaporava, tutta l’informazione in esso contenuta andava perduta. Ciò contraddice le leggi della meccanica quantistica, ma Hawking ha sempre risposto che questo non è un problema: l’intenso campo gravitazionale che caratterizza il «mostro» consentiva qualche volta di aggirarle. Un paradosso sul quale molti fisici si sono inutilmente sfidati per cercare di risolverlo.
Il buco nero rimaneva quindi come il relitto concentrato in un piccolo spazio della massa collassata di un grande astro morto, la cui straordinaria forza di gravità impediva persino l’emissione della luce.

Per questo era impossibile vederlo e la sua presenza veniva rilevata indirettamente catturando i raggi X sprigionati dalla materia circostante, surriscaldata e inghiottita. Ora, il «nuovo» buco nero lancerebbe invece una radiazione contenente informazioni, cioè non nasconderebbe tutto. «Hawking ci ha inviato una nota dicendo:"Ho risolto il paradosso del buco nero"» ha riferito Curt Cutler, fisico dell’Albert Einstein Institute di Golm in Germania, alla rivista scientifica britannica New Scientist . Come ci sia riuscito neanche gli amici più vicini di Cambridge lo sanno.

Qui Hawking siede sulla cattedra «lucasiana» di matematica che era stata di Isaac Newton. Vi era arrivato nel 1979 sul clamore delle sue prime teorie. I medici gli avevano già diagnosticato una terribile realtà: sclerosi amiotrofica laterale, malattia distruttrice le cellule nervose, e due anni e mezzo di vita. Intanto si sposava, aveva tre figli e lottava per sopravvivere. Formulava nuove teorie del cosmo, scriveva libri di successo, si risposava. E coltivava lo stesso sogno di Einstein, una teoria che unificasse tutte le leggi della natura. Però non dimenticava i buchi neri. Anzi. Pur ridotto ormai al silenzio e alla paralisi, ora ne ridisegna la natura. Ma, soprattutto, continua a vincere misteriosamente la sua lotta con il terribile male.


da: Il Corriere della Sera

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16/07/2004 11:01


Grazie Kay![SM=x44481]

Mi sa che quando comunicherà la sua nuova teoria parecchi scenziati avranno la faccia che io avevo ora mentre leggevo l'articolo...più o meno questa[SM=x44473]

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16/07/2004 14:40

MAH...
Hawking sarà anche un genio (come si sente dire in giro), ma, guarda caso, non ha ancora vinto un premio Nobel o altro di rilevanza internazionale... mah...
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16/07/2004 14:57

Re: MAH...

Scritto da: Asgeir Mickelson 16/07/2004 14.40
Hawking sarà anche un genio (come si sente dire in giro), ma, guarda caso, non ha ancora vinto un premio Nobel o altro di rilevanza internazionale... mah...



in effetti questo è abbastanza singolare...che abbia nemici influenti? [SM=x44464]
16/07/2004 17:01

Re: Re: MAH...

Scritto da: texdionis 16/07/2004 14.57


in effetti questo è abbastanza singolare...che abbia nemici influenti? [SM=x44464]



secondo me, è lui ke nn vale quel ke dicono... [SM=x44467]
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16/07/2004 17:25

Re: Re: Re: MAH...

Scritto da: Asgeir Mickelson 16/07/2004 17.01


secondo me, è lui ke nn vale quel ke dicono... [SM=x44467]



Il mio punto di vista invece è diverso, se noti di solito il nobel lo prendono persone per ricerche fatte almeno 20 anni prima, e poi di solito non vengono premiate delle teorie prima che abbiano avuto una qualche conferma sperimentale...ed in questo caso è un po' difficle trovarne![SM=x44461]

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16/07/2004 17:32

Re: Re: Re: Re: MAH...

Scritto da: Peppinox 16/07/2004 17.25


Il mio punto di vista invece è diverso, se noti di solito il nobel lo prendono persone per ricerche fatte almeno 20 anni prima, e poi di solito non vengono premiate delle teorie prima che abbiano avuto una qualche conferma sperimentale...ed in questo caso è un po' difficle trovarne![SM=x44461]



bè, ma Hawking è parekkio ke è in giro [SM=x44464]
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16/07/2004 17:39

Re: Re: Re: Re: Re: MAH...

Scritto da: Asgeir Mickelson 16/07/2004 17.32


bè, ma Hawking è parekkio ke è in giro [SM=x44464]



vero, anche se, data l'età, credo solo ora stia entrando nella fascia interessata al nobel...sul fatto poi che le sue teorie abbiano avuto una qualche verifica sperimentale...diciamo che da quanto ne so siamo ancora in alto mare![SM=x44499]

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18/07/2004 09:42

Quei mostri del cielo e dell'immaginario
di PIERO BENVENUTI*


Tra i «mostri» che popolano il cielo, i buchi neri, più d'ogni altro, continuano a suscitare la curiosità e fantasia di tutti noi sin da quando apparvero le prime ipotesi teoriche sulla loro effettiva esistenza. Questa «attrazione fatale» è in gran parte dovuta al fatto che essi ci trasportano in un mondo fantastico, popolato di orologi che rallentano fino a fermarsi, di miraggi cosmici generati dalla curvatura estrema dello spazio circostante, di oggetti che, osservati da lontano, impiegano un tempo infinito a «cadere» nel buco nero, ma che visti da vicino si disgregano smembrati da formidabili forze mareali prima di essere ingurgitati e sparire per sempre oltre l'orizzonte.

Scenari fantastici che ci riportano alle avventure di «Alice nel paese delle meraviglie», se non che i dintorni del buco nero non sono i voli pindarici di un matematico poeta come Lewis Carroll, ma esistono davvero, hanno la stessa consistenza reale e sperimentabile della Terra e del Sole. Un altro aspetto del fenomeno «buco nero» è che esso è in grado di appassionare con simile intensità sia la gente comune sia gli scienziati teorici e sperimentali, che trovano il banco di prova per le più ardite speculazioni sulla natura del mondo fisico e una sfida estrema per riuscire a osservare le prove indirette della loro presenza.

In quest’ambito si colloca la notizia che Stephen Hawking avrebbe modificato drasticamente, con l’onestà intellettuale propria dei grandi scienziati, una delle conclusioni più intriganti del suo modello fisico-matematico di buco nero, quella secondo la quale esso sarebbe destinato a «evaporare» senza lasciar traccia della sua esistenza. Secondo la nuova ipotesi, una certa quantità di informazione potrebbe invece emergere dall’orizzonte del buco nero.

Le conseguenze del nuovo modello saranno rilevanti per le teorie avanzate della gravità che, a loro volta, diventeranno sempre più importanti per la corretta interpretazione delle osservazioni e la costruzione del modello di evoluzione dell’Universo. Infatti negli ultimi anni gli astrofisici e i cosmologi non solo hanno verificato sperimentalmente l’esistenza di giganteschi buchi neri, con massa pari a centinaia di milioni di «Soli», al centro di moltissime galassie, inclusa la nostra, ma ipotizzano un ruolo determinante dei buchi neri nella formazione delle galassie, quindi nella storia evolutiva dell’Universo.

Le delicate osservazioni che ci permetteranno di verificare queste ipotesi si basano soprattutto sull’utilizzo di telescopi spaziali che, al di fuori dall’atmosfera, riescono a rivelare la radiazione estremamente energetica (raggi X e gamma) caratteristica della presenza di un buco nero. Proprio in questi giorni la comunità astrofisica e l’Agenzia Spaziale Italiana sono impegnate a verificare quali siano gli obiettivi più importanti per far avanzare la conoscenza in questo campo e quali missioni spaziali possano essere proposte sulla base delle capacità scientifiche e tecnologiche, compatibilmente con le risorse disponibili.

*commissario Istituto Nazionale di Astrofisica


da: Il Corriere Della Sera

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18/07/2004 11:27


Grandissima Kay! [SM=x44481]

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18/07/2004 15:01

Re:

Scritto da: Peppinox 18/07/2004 11.27

Grandissima Kay! [SM=x44481]



[SM=x44478] [SM=x44478] [SM=x44478]

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18/07/2004 19:03

Re: Re:

Scritto da: KayScarpetta 18/07/2004 15.01


[SM=x44478] [SM=x44478] [SM=x44478]



Se volessi diventare moderatrice anche qui sappi che noi maschietti i accoglieremo a [SM=x44486] [SM=x44486] [SM=x44486] braccia aperte![SM=x44461] [SM=x44482] [SM=x44482] [SM=x44482]

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20/07/2004 12:24

Re: Re: Re: MAH...

Scritto da: Asgeir Mickelson 16/07/2004 17.01


secondo me, è lui ke nn vale quel ke dicono... [SM=x44467]



già il fatto che abbia ammesso di aver sbagliato lo colloca un gradino più su di tanti altri, poi per avere il Nobel dovrebbe riuscire a far digerire all'ambiente accademico le sue nuove teorie;
considera il fatto che l'ambiente accademico è ancora fermo alla teoria Einstiana riassunta dalla frase: "Dio non gioca a dadi" mentre la frase di Hawking è stata: "Dio gioca a dadi e li lancia dove non possiamo vederli" [SM=x44475]

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Il più acerrimo nemico del Bremaz è Rurro Rurrerini.
(ma anche Ramarro Rurale, con il suo fedele servitore lo gnomo Corri Rorra, non scherza....)




Legionis praefectus more cinaedi communis currum regit.

"Siccome c'ho una certa immagine da difendere....."

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21/07/2004 10:17

19.07.2004
Sfuggire ai buchi neri? Forse è possibile
di Pietro Greco


Non esistono «censori cosmici». Non esistono cancellini in grado di eliminare per sempre l’informazione dalla grande lavagna dell'universo. Neppure i buchi neri, gli oggetti cosmici più feroci che conosciamo, i candidati più autorevoli al ruolo di «cosmic eraser», di censori cosmici appunto, riescono a fare tanto. È questo che, presumibilmente, Stephen Hawking andrà a sostenere mercoledì prossimo a Dublino di fronte a una platea di colleghi riuniti a convegno per discutere di relatività generale.

Ma cosa sono i buchi neri? E cosa dirà, probabilmente, tra due giorni Stephen Hawking a Dublino? Vale la pena cercare di rispondere a queste domande. Non solo perché i buchi neri, per ragioni diverse, sono oggetti che catturano l’attenzione e l'immaginazione sia dei fisici che del grande pubblico. Ma anche perché il comportamento dei buchi neri ha grosse implicazioni sulla conoscenza e sul destino dell’intero universo.

I buchi neri sono i figli naturali della relatività generale. Nel senso che sono «previsti» dalla grande teoria elaborata nel 1916 da Albert Einstein. Si trattata, infatti, di oggetti dotati di una forza di gravità così mostruosa da riuscire a curvare lo spaziotempo fino a farlo chiudere su se stesso. In altri termini sono pozzi gravitazionali che non lasciano scappare via da sé nulla, neppure la luce. Di qui il nome, buchi neri.

Proprio a causa di questa loro peculiare e terribile caratteristica, l’essere per definizione non visibili, i buchi neri sono stati per lungo tempo oggetti virtuali. Previsti dalla teoria fondamentale della fisica, ma mai osservati da nessuno. Solo di recente, grazie a una serie di potenti strumenti collocati nello spazio, è stato possibile individuare la presenza grossi buchi neri (con una massa pari a centinaia di milioni di volte quella del nostro Sole) in molti luoghi dell'universo, attraverso il tremendo lamento che la materia eleva, sotto forma di raggi X caratteristici, quando sta per cadere in uno di quei pozzi gravitazionali e scomparire «per sempre» dal nostro universo.

Tra i grandi meriti di Stephen Hawking e del suo amico e collega, Roger Penrose, c'è stato quello di aver dimostrato, una trentina di anni fa, che in fondo quel «per sempre» non è davvero per sempre. E che i buchi neri non sono, poi, così neri.
Hawking e Penrose hanno dimostrato che, in un buco nero come nell'intero universo, la relatività generale è costretta a rinnegare se stessa. Nell’ambito della teoria di Einstein, infatti, non è possibile sfuggire al paradosso della «singolarità». Precipitando senza fine su se stessa, infatti, la materia in un buco nero continua a piegare lo spaziotempo fino a fargli raggiungere una curvatura infinita. Detta in altri termini il cuore di un buco nero è un punticino in cui la densità, la pressione e la temperatura raggiungono valori, appunto, infiniti. Un punticino, quindi, previsto dalla fisica che non può essere descritto dalla fisica.

È la meccanica quantistica che deve intervenire per salvare la fisica da questo paradosso. Quando, infatti, la curvatura dello spaziotempo è elevatissima, entrano in gioco le proprietà quantistiche a impedire la singolarità. Il guaio è che a tutt’oggi nessuno ha risolto il problema di come conciliare le due grandi teorie fondamentali della fisica. Di come elaborare la «Teoria del Tutto». Non sappiamo ancora come le proprietà quantistiche della materia e dell'energia riescano ad evitare che un buco nero si trasformi in una singolarità. Fatto è, però, che lo studio teorico dei buchi neri ha reso più attuale che mai il sogno di Einstein, l'unificazione della fisica.

Ma Hawking ha avuto il grande merito di continuare i suoi studi sui buchi neri. E di concentrarsi, in particolare, sulla linea di confine tra uno di questi pozzi gravitazionali e il resto dell'universo. Per scoprire, verso la metà degli anni '70 dello scorso secolo, che un buco nero non è poi così nero. E che quegli oscuri e onnivori oggetti, proprio a causa della meccanica quantistica, «evaporano». Perdono materia ed energia. Il principio di indeterminazione della meccanica quantistica, infatti, si applica anche sulla linea di confine di un buco nero. E poiché tra le specialità del principio elaborato da Heisenberg vi è quello di scavare tunnel sotto qualsiasi ostacolo per quanto insormontabile, ecco che la meccanica quantistica scava dei tunnel che consentono alla materia/energia di «uscire» da ciò da cui, per definizione, non potrebbe uscire. Di scappare via da un buco nero.

La scoperta (teorica) ha due implicazioni. Una riguarda il destino dell'universo. L'altra quello dell'informazione. La prima implicazione consiste nel fatto che c'è un futuro cosmico fuori da un buco nero. Nel futuro remoto, anzi, se l'universo continuerà a espandersi tutti i buchi neri evaporeranno e l'intera materia/energia cosmica esisterà in uno spaziotempo estremamente rarefatto ma fuori da quegli orribili pozzi di gravità.

L’altra implicazione ci riporta in un paradosso. Quando evapora da un buco nero, la materia/energia perde ogni informazione sul suo stato precedente. Cosicché un buco nero si comporta come un censore cosmico. Inghiotte e restituisce materia/energia. Ma inghiotte informazione senza restituirla mai. La cancella per sempre. Dall'istante in cui finiremo in un buco nero di noi l'universo perderà ogni traccia. E ciò è difficile da accettare, sia pure per ragioni diverse, sia da noi, ingenui non esperti, sia dai fisici più esperti. Se per noi la perdita di ogni nostra sia pur tenue traccia è uno scenario da incubo, per i fisici è un paradosso che non può essere spiegato con le leggi note della fisica.

Ora Hawking sembra aver trovato una strada per risolvere il «paradosso dei buchi neri». E dopodomani a Dublino illustrerà ai colleghi un nuovo modello fisico-matematico che consente alla materia/energia di scappare sotto il tunnel del confine di un buco nero recando con sé un minimo di informazione sul suo stato precedente. Cercherà di dimostrare perché neppure i buchi neri possono essere censori cosmici perfetti. Se Hawking dovesse avere ragione, allora ci saranno implicazioni cosmologiche profonde. Potremo, per esempio, cercare in giro per quel buco nero che è il nostro universo tracce di altri universi/buchi neri. Magari di quell'universo che, dicono alcuni, ha preceduto il nostro nel viaggio senza fine della materia/energia dall'eternità all'eternità.


da: L'Unità

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22/07/2004 14:36


Molto interessante...però devo ammettere che per i miei poveri neuroni si tratta di qualcosa un po' troppo difficile...[SM=x44471]

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23/07/2004 00:51

Re: Re: Re: Re: MAH...

Scritto da: orckrist 20/07/2004 12.24


già il fatto che abbia ammesso di aver sbagliato lo colloca un gradino più su di tanti altri, poi per avere il Nobel dovrebbe riuscire a far digerire all'ambiente accademico le sue nuove teorie;
considera il fatto che l'ambiente accademico è ancora fermo alla teoria Einstiana riassunta dalla frase: "Dio non gioca a dadi" mentre la frase di Hawking è stata: "Dio gioca a dadi e li lancia dove non possiamo vederli" [SM=x44475]



Hawking ha 63 anni, possibile che nessuno si è accorto della sua "genialità"? [SM=x44473]

Cmq, a parte le polemike, ieri Hawking ha presentato le sue nuove teorie, avete niotizie? nn ho trovato nulla in rete[SM=x44475]
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23/07/2004 12:29

Re: Re: Re: Re: Re: MAH...

Scritto da: Asgeir Mickelson 23/07/2004 0.51


Hawking ha 63 anni, possibile che nessuno si è accorto della sua "genialità"? [SM=x44473]

Cmq, a parte le polemike, ieri Hawking ha presentato le sue nuove teorie, avete niotizie? nn ho trovato nulla in rete[SM=x44475]



Che nessuno si accorga della genialità di uno scienziato finchè è vivo non è una cosa tanto strana.
Un esempio (che alla maggior parte della gente non dirà nulla)è Josiah Willard Gibbs, fisico americano (New Haven, Connecticut, 1839-1903), noto soprattutto per i suoi studi che hanno rivoluzionato la termodinamica. La sua genialità è stata riconosciuta solo molti anni dopo la sua morte.

Per le nuove teorie di Hawking è difficile che siano già state pubblicate in internet [SM=x44464]
io sto aspettando il ritorno di mio cugino, astronomo, che è andato a seguire la conferenza, quando avrò notizie posto [SM=x44475]

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23/07/2004 15:36

Re: Re: Re: Re: Re: Re: MAH...

Scritto da: orckrist 23/07/2004 12.29


Che nessuno si accorga della genialità di uno scienziato finchè è vivo non è una cosa tanto strana.
Un esempio (che alla maggior parte della gente non dirà nulla)è Josiah Willard Gibbs, fisico americano (New Haven, Connecticut, 1839-1903), noto soprattutto per i suoi studi che hanno rivoluzionato la termodinamica. La sua genialità è stata riconosciuta solo molti anni dopo la sua morte.

Per le nuove teorie di Hawking è difficile che siano già state pubblicate in internet [SM=x44464]
io sto aspettando il ritorno di mio cugino, astronomo, che è andato a seguire la conferenza, quando avrò notizie posto [SM=x44475]



Addirittura lo scoop!!![SM=x44459] [SM=x44462] [SM=x44459]

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26/07/2004 01:12

Re: Re: Re: Re: Re: Re: MAH...

Scritto da: orckrist 23/07/2004 12.29
Che nessuno si accorga della genialità di uno scienziato finchè è vivo non è una cosa tanto strana.
Un esempio (che alla maggior parte della gente non dirà nulla)è Josiah Willard Gibbs, fisico americano (New Haven, Connecticut, 1839-1903), noto soprattutto per i suoi studi che hanno rivoluzionato la termodinamica. La sua genialità è stata riconosciuta solo molti anni dopo la sua morte.
Per le nuove teorie di Hawking è difficile che siano già state pubblicate in internet [SM=x44464]
io sto aspettando il ritorno di mio cugino, astronomo, che è andato a seguire la conferenza, quando avrò notizie posto [SM=x44475]



Continuo ad essere pessimista [SM=x44452] [SM=x44500]

Aspettiamo con impazienza le notizie di tuo cugino[SM=x44462] [SM=x44462]
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03/08/2004 12:31

Purtroppo mio cugino non è tornato in Italia, ma è stato spedito per un mese al monte Palomar (California) [SM=x44468] per cui non ho notizie della conferenza [SM=x44464] ....

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