Sarebbero responsabili del naufragio di decine di grandi navi
Ecco le onde giganti: sono alte 25 metri
L'ente spaziale europeo «fotografa» con i satelliti per la prima volta un fenomeno entrato nel mito della marineria
Il ponte della Esso Languedoc spazzato dall'onda gigante
MILANO - Un muro d'acqua alto otto piani appare improvvisamente a poppa della superpetroliera Esso Languedoc, impegnata a condurre una difficile navigazione al largo delle coste sudafricane, disturbata da marosi alti tra i 5 e i 10 metri. Il gigante marino raggiunge l'imbarcazione e si abbatte sul ponte, ma date le dimensioni del mezzo causa solo danni minori. Un ufficiale di bordo, Philippe Lijour, ha la prontezza di spirito di fare una foto. Siamo nel 1980, e questa sarà una delle poche testimonianze verificabili dell'esistenza delle cosiddette onde anomale, formazioni rare e improvvise che di bocca in bocca sono entrate nella leggenda di chi va per mare. Ma ora è la scienza a dare corpo a questi incubi. I satelliti dell'Ente spaziale europeo, all'interno di un progetto di ricerca battezzato
MaxWave, hanno realizzato delle foto meno suggestive, ma indiscutibili, di masse d'acqua gigantesche che attraversano i nostri oceani.
STATISTICA - Fino ad oggi gli scienziati avevano sviluppato teorie che escludevano, o consideravano statisticamente più che rare (una ogni centinaio d'anni) le onde anomale. Eppure le evidenze non mancavano: a parte la foto di Lijour, c'è una misurazione laser fatta in una base petrolifera nel Mare del nord, colpita da un maroso di 26 metri, e altri episodi in mare aperto: nel febbraio 1995 la Queen Elizabeth II incontra un gigante da 29 metri nel nord Atlantico; nel febbraio 2001 la nave passeggeri Bremen è colpita da un'onda di 30 metri; nel marzo 2001 la Caledonian Star finisce sotto un'onda anomala. In tutti questi casi i danni sono stati minimi e la paura tanta, ma -
scrive l'Esa nel suo sito - si contano in varie decine le storie di navi anche di grandi dimensioni scomparse in mare dopo l'incontro con onde gigantesche e devastanti.
LO STUDIO - Per confermare queste evidenze, spesso attribuite alla fantasia dei marinai e alla loro voglia di raccontare leggende, l'ESA ha messo al lavoro due satelliti impegnati ad analizzare la terra, l'ERS-1 e l'ERS-2, puntando i loro radar sulle acque invece che, come consuetudine, sulle terre emerse. Gli occhi elettronici hanno prodotto 30mila immagini durante tre settimane. Risultato: dalla scansione appaiono chiaramente 10 giganti, ognuno alto più di 25 metri. «Sono più di quanto ci si potesse aspettare» ha dichiarato Wolfgang Rosenthal, scienziato dell'istituto tedesco GKSS Research Centre di Geesthacht, che ha analizzato i dati forniti dai satelliti. «Il passo dopo sarà quello di utilizzare i dati per prevedere il fenomeno». Per farlo la ricerca deve procedere utilizzando l'intera base informativa, ancora in possesso dell'Esa.
da:
Il Corriere della Sera[Modificato da KayScarpetta 23/07/2004 10.45]