Con il nome fata sono indicate delle figure femminili extraumane la cui presenza è ricorrente nelle fiabe.
La figura della fata si definisce nel primo Medioevo europeo riassumendo in se le caratteristiche di varie figure classiche e preclassiche (naiadi, nereidi, ninfe,…..) e si differenzia da altre figure femminili mitiche di tradizioni non europee in quanto ha un’origine divina.
La stessa etimologia, peraltro molto discussa, della parola FATA se si accetta che derivi da
fatum (destino), che a sua volta deriva da
fari (dire) verbo che indica la parola pronunciata dalla divinità, sembra confermare la loro origine divina. Inoltre nella tradizione classica le tre Parche o Moire, dee che sovrintendono al destino umano, sono chiamate
tria Fata.
Tutto questo si fonde via via con altri elementi mitici della tradizione popolare ma tali archetipi non vanno ad intaccare l’essenza principale del personaggio, semmai lo arricchiscono di nuove caratteristiche.
Sotto il nome Fata si possono avere figure sia benefiche, la fata buona che vigila sugli uomini fin dalla loro nascita, sia malefiche, la fata cattiva che rende insidiosa l’esistenza oppure figure neutre come la
baba-jaga delle favole russe che si rivela favorevole od ostile a seconda del comportamento degli uomini o la fata che offre doni preziosi in cambio però di azioni contro l’etica e la religione dell’ambiente in cui si trova.
Secondo la tradizione le fate formano un popolo organizzato, dalle abitudini simili a quelle dell’uomo, sono governate da una regina, Titania, e amano soprattutto la danza. Di notte, infatti, escono dalle loro dimore e danzano a tondo sui prati, lasciando un cerchio argenteo sull’erba che viene appunto chiamato “anello delle Fate”.
"Chi ha parlato, chi ca..o ha parlato? Chi è quel lurido str...o comunista checca pompinaro, che ha firmato la sua condanna a morte? Ah, non è nessuno, eh? Sarà stata la fatina buona del ca..o..."
Il più acerrimo nemico del Bremaz è Rurro Rurrerini.
(ma anche Ramarro Rurale, con il suo fedele servitore lo gnomo Corri Rorra, non scherza....)
Legionis praefectus more cinaedi communis currum regit.
"Siccome c'ho una certa immagine da difendere....."
Dice il saggio: "Viajare descanta, ma se te parti mona te torni mona."