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Elephant di Gus Van Sant

Ultimo Aggiornamento: 30/09/2004 22:36
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18/09/2004 16:49

Prendendo spunto (e tenendolo sempre bene a mente) dal massacro della Columbine High School e costruendoci intorno un universo stilizzato ma estremamente realistico, Gus Van Sant realizza un film stilisticamente lontanissimo dalle sue corde recenti, se si fa eccezione per l'interessante esperimento di "Gerry"; un film che è probabilmente il lavoro più politico della sua eterogenea carriera registica.
Palma d'oro - politica ma tutto sommato non rubata - e premio per la miglior regia a Cannes 2003, "Elephant" è una pellicola volutamente fredda, e per questo spiazzante e tutto sommato sconvolgente, girata benissimo e ideata con uno stile interessante ed efficace anche se per nulla innovativo ("Jackie Brown", per dirne uno).

Per raccontarci un giorno di ordinaria follia nella classica perfieria statunitense, Van Sant si affida ad una sceneggiatura povera e piena di stereotipi e si concede qualche lirismo di troppo sulle note di Beethoven e Liszt. La storia viene stiracchiata per un'ora e venti attraverso dialoghi banali e scene di consueta vita scolastica in cui accade ben poco di cinematograficamente interessante. Resistere fino al quarto d'ora di massacro finale, a questi ritmi e con questo sviluppo, non è per nulla facile ma grazie proprio a questa impostazione il regista riesce a trasmetterci la normalità delle esistenze dei protagonisti. Il che finisce per dare spessore drammatico ai quindici minuti finali e spessore politico ad un film che altrimenti avrebbe rischiato di sembrare un piatto esercizio di stile.

La volontà di giustificare gli accadimenti con l'assenza dei genitori (e conseguenti, presumibili, traumi infantili), con delle frustrazioni sessuali, con l'attrazione morbosa per il nazismo, la violenza dei videogiochi e la facilità con cui si comprano armi da fuoco è piuttosto irritante. Ma l'idea dietro questa scelta - perché di scelta si tratta - è quella di lanciare un forte messaggio pur non suggerendo una risposta: Van Sant vuole portare lo spettatore a farsi una propria opinione personale sulla situazione, lasciando che sia lo spettatore stesso a creare la forza emotiva del film.
Anche per via di questa mancata presa di posizione evidente "Elephant" non è un film facile, non è un film adatto a tutti, eppure le situazioni rappresentate sono talmente tipiche - prese singolarmente e scevre dall'eccesso di violenza - da rendere quasi automatica l'identificazione con l'ambiente che ci circonda. Non con noi stessi, ma con chi vive attorno a noi, perché come il Benny che si aggira in trance per la scuola in fiamme ci rifiutiamo sempre di vedere noi stessi al centro della tragedia - ancor meno ci vediamo come i 'cattivi'.

Nonostante sia realizzato attraverso una serie di lunghi piani sequenza, il film è in realtà visivamente molto essenziale, anche se curatissimo: se non avete un qualche interesse personale verso la tecnica di ripresa cinematografica, la costruzione delle immagini e delle scene non vi lascerà certo incantati. La macchina da presa, pur non essendo mai ferma, non si produce in svolazzi dal grande impatto visuale ma fini a se stessi e le scenografie sono a prima vista povere ma in realtà ricche di particolari che non disturbano l'attenzione dello spettatore nei confronti dei personaggi.
Interpretato da un cast di giovanissimi dalle facce 'giuste' ma dal non grande talento recitativo (per di più sminuito dal fastidioso doppiaggio), il film è costruito intorno alla sottrazione dell'evento interessante, con le sequenze che si interrompono puntualmente quando si ha l'impressione che stia finalmente per succedere qualcosa. Il problema è che le scene stesse non sempre risultano perfette, piene come sono di dialoghi sciatti e che appaiono spesso insensati. Ma nel panorama cinematografico recente questo è un film completamente anomalo, che difficilmente saprà spezzare qualche cuore non cinefilo ma che sicuramente è in grado di centrare l'obiettivo che Van Sant si era posto: far parlare dell'argomento.









Titolo: Elephant (Id.)
Regia: Gus Van Sant
Sceneggiatura: Gus Van Sant
Fotografia: Harris Savides
Interpreti: Alex Frost, Eric Deulen, John Robinson, Elias McConnell, Jordan Taylor, Carrie Finklea, Nicole George, Larry Laverty, Brittany Mountain, Alicia Miles, Kristen Hicks, Bennie Dixon, Nathan Tyson, Timothy Bottoms, Matt Malloy, Elisa E. Williams, Jason Seitz, Kim Kenney, Marci Buntrock, Chantelle Chriestenson, Roman Ostrovski
Nazionalità: USA, 2003
Durata: 1h. 21'


[Modificato da liama 18/09/2004 16.51]

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27/09/2004 00:18

Sono perfettamente d'accordo. E' un film che mi ha lasciato molto perplesso, perché pur essendo costruito su una serie di scelte ben consapevoli e motivate, e senza dubbio coraggiose, non riesce a fugare un sospetto di inconsistenza, di vuotezza. E poi Van Sant è un regista complessivamente privo di stile, troppo ondivago e incerto nel corso della sua carriera, per riuscire ad essere del tutto convincente quando adotta delle trovate formali così forti... Insomma, sembra tutto un po' troppo costruito, anche se non si può dire che sia brutto. Mah...

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30/09/2004 22:06

Ho appena visto ELEPHANT di Gus Van Sant , premiato ed osannato a CANNES e mi e' davvero piaciuto molto !!!
Che dire , girato con 2lire , con uno stile di regia eccezionale tanto da sembrare quasi un esercizio di stile ( cosa che alla fine non e' affatto !!! ) , un film che trasuda emozioni e turbamenti ... Che descrive l'insensata quotidianeita' vuota e priva di significati apparenti all'interno di un liceo in una cittadina statunitense all'interno del quale avverra' un massacro ...
Quasi un reportage da parte del regista che con la steadycam ( quanta pellicola sara' stata usata ???!!! ) pedina i movimenti di ogni singolo personaggio che prende parte alla vicenda rivelandone il suo personale punto di vista con interminabili piani sequenza che si snodano tutt'all'interno della scuola in questione facendoci davvero sembrare di muoverci a 360 gradi all'interno di tale ambiente ...
Un film che tratta le problematiche adolescenziali senza scendere in indagini , ma descrivendo in maniera asettica tutto cio' che avviene senza porsi troppi problemi ...
Alcune sequenze sono davvero eccezionali , come per esempio la panoramica a 360gradi della camera di uno dei 2 ragazzi killer , mentre egli suona "per elisa" al Piano ...
La concezione di visione che ha gus van sant e' davvero strabiliante , per tutto il film , senza descrivere con parole o con particolari e dettagliate caratterizzazioni il contesto , riesce a trasmettere di piu' con le immagini , un esempio e' proprio quello , secondo me , della scena della panoramica a 360gradi nella stanza del ragazzo mentre suona Beethoven ... Quella sequenza ci fa capire tutto , anzi , di piu' , del ragazzo stesso e del contesto in cui agisce ...

Un film BELLO , poetico , freddo e magistralmente diretto ...

Assurdo il personaggio del ragazzo NERO !!!


GRAN FILM SECONDO IL MIO PARERE !!!


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30/09/2004 22:36

Re:

Scritto da: PatrickBateman 30/09/2004 22.06
Ho appena visto ELEPHANT di Gus Van Sant , premiato ed osannato a CANNES e mi e' davvero piaciuto molto !!!
Che dire , girato con 2lire , con uno stile di regia eccezionale tanto da sembrare quasi un esercizio di stile ( cosa che alla fine non e' affatto !!! ) , un film che trasuda emozioni e turbamenti ... Che descrive l'insensata quotidianeita' vuota e priva di significati apparenti all'interno di un liceo in una cittadina statunitense all'interno del quale avverra' un massacro ...
Quasi un reportage da parte del regista che con la steadycam ( quanta pellicola sara' stata usata ???!!! ) pedina i movimenti di ogni singolo personaggio che prende parte alla vicenda rivelandone il suo personale punto di vista con interminabili piani sequenza che si snodano tutt'all'interno della scuola in questione facendoci davvero sembrare di muoverci a 360 gradi all'interno di tale ambiente ...
Un film che tratta le problematiche adolescenziali senza scendere in indagini , ma descrivendo in maniera asettica tutto cio' che avviene senza porsi troppi problemi ...
Alcune sequenze sono davvero eccezionali , come per esempio la panoramica a 360gradi della camera di uno dei 2 ragazzi killer , mentre egli suona "per elisa" al Piano ...
La concezione di visione che ha gus van sant e' davvero strabiliante , per tutto il film , senza descrivere con parole o con particolari e dettagliate caratterizzazioni il contesto , riesce a trasmettere di piu' con le immagini , un esempio e' proprio quello , secondo me , della scena della panoramica a 360gradi nella stanza del ragazzo mentre suona Beethoven ... Quella sequenza ci fa capire tutto , anzi , di piu' , del ragazzo stesso e del contesto in cui agisce ...

Un film BELLO , poetico , freddo e magistralmente diretto ...

Assurdo il personaggio del ragazzo NERO !!!


GRAN FILM SECONDO IL MIO PARERE !!!







Alcune sequenze sono davvero eccezionali , come per esempio la panoramica a 360gradi della camera di uno dei 2 ragazzi killer , mentre egli suona "per elisa" al Piano ...


sono d'accordo su questa cosa[SM=x44479]

l'unica cosa orrenda è che tutta questa strage è esistita realmente[SM=x44463]

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