QUESALID
Prendiamo il nostro primo racconto da Claude Lévi-Strauss (Anthropologie structurale, Plon, 1974). Un indigeno dell’isola di Vancouver in Canada si fece una grande reputazione di stregone quando niente sembrava predisporlo a quest’arte. Il già citato Quesalid pensava che le pratiche degli sciamani fossero probabilmente dei raggiri miranti ad ingannare il pubblico credulone. Questo stato d’animo molto vicino al nostro libero-esaminismo, volentieri scettico, spesso dubitativo, sempre ironico, lo spinse a frequentare coloro che egli considerava impostori al fine di demistificare le loro attività. Uno sciamano astuto propose allora al nostro avventuriero di entrare nella confraternita per ricevervi l’iniziazione; è così che egli apprese un’arte composita che va dall’empirismo medico al canto magico. Un buono sciamano assomiglia in modo impressionante ad un buon antropologo, egli prende in affitto i servigi di persone chiamate «sognatori», informatori fedeli, che lo informano, all’occorrenza, circa le intenzioni e le azioni dei membri della comunità.In questo modo, egli possiede le informazioni pertinenti che gli permetteranno di intervenire con successo presso i suoi «pazienti»; in breve una vita da buon medico di campagna...
Nel paese di Vancouver, gli sciamani possiedono un’arte particolare che consolida in maniera decisiva il loro prestigio, si tratta di una manipolazione simile a quella dei tristemente celebri «guaritori» filippini di cui si è parlato, non molto tempo fa, nelle nostre contrade. Secondo il racconto di Lévi-Strauss, lo sciamano nasconde nella sua bocca un ciuffetto di peli che sputa insanguinato (tecnica detta del verme insanguinato perché lo sciamano lo rigetta dopo essersi morsa la lingua), dopo alcune manipolazioni terapeutiche. Egli mostra allora, al malato e al pubblico presente, questo simulacro che si ritiene rappresenti la malattia espulsa grazia alle cure dell’artista. Va da sé che l’apprendimento di questo metodo è segreto e che i presenti ignorano la vera natura della sostanza espulsa. Quesalid voleva continuare la sua indagine, ma la sua iniziazione era conosciuta e alcune persone si rivolgevano a lui affinché egli prodigasse loro le sue cure. Un malato aveva sognato che egli sarebbe stato il suo terapeuta e, forte di questo segnale, lo convocò. Il primo trattamento ebbe un grande successo e, a partire da quel giorno, nessuno più dubitò che Quesalid fosse un grande sciamano. Fatto notevole; Lévi-Strauss sottolinea che Quesalid non aveva affatto perduto «il suo spirito critico», egli interpretò la guarigione del suo paziente con ciò che noi chiamiamo cause psicosomatiche, ma egli era divenuto «esitante e pensoso»... l’iniziazione era in corso.
Nel corso di una visita alla tribù dei Koskimos, il nostro uomo ebbe modo di assistere ad una seduta presieduta da un collega. Si sa, non c’è niente di più edificante che assistere alle prodezze dei colleghi e, talvolta, niente è più rassicurante. E’ allora che egli scoprì che questo sciamano praticava un rito analogo, ma utilizzando semplicemente della saliva e non il famoso «verme insanguinato» descritto prima. Quesalid si interrogò a lungo sulla povertà dei mezzi tecnici dell’esperto, sulla falsità evidente della saliva come supporto simbolico della malattia e, per dirla tutta, sul carattere superiore delle conoscenze che aveva acquisito nel suo ambiente sciamanico. Così dunque le pratiche divergevano e alcune sarebbero state più probanti di altre! E Quesalid a dimostrare il suo metodo che si rivela efficace mentre quello del suo «stimabile collega» era miseramente, bisogna ammetterlo, fallito. La materializzazione della malattia – apparentemente sconosciuta presso gli sciamani - fa un gran rumore, si tratta per gli sciamani locali di una vera rivoluzione che richiede approfondimento. Da quel momento, Quesalid è convocato ad una specie di seminario segreto, in una grotta, dove i suoi colleghi gli spiegano la loro concezione della natura del male e la loro tecnica: captare l’anima della malattia per farla morire. Quesalid rifiuta di rivelare i segreti della sua confraternita perché egli non ha ancora fatto quattro anni di pratica ed è obbligato al silenzio. Gli sciamani Koskimo, che sembrano conoscere la natura umana gli inviano le loro figlie ritenute vergini per sedurlo, ma il rigoroso sciamano resiste alle volgari tentazioni. Si è iniziato o non lo si è!
Di ritorno nella sua tribù, mentre la sua reputazione va crescendo, egli deve rispondere ad una sfida lanciata da uno sciamano vicino. Anche qui, la tecnica detta del «verme insanguinato» trionfa, questa volta Quesalid è divenuto un notabile della confraternita. Egli terminerà la sua vita da bravo sciamano, ma sempre scettico sull’autenticità delle pratiche di alcuni suoi colleghi. Nessun dubbio, egli si mostrò così un degno rappresentante della scienza medica nel paese degli sciamani!
La storia di Quesalid, lo sciamano libero-pensatore, contiene infatti tutti gli ingredienti, perfino tutte le componenti, del genere iniziatico; vi si trova lo scetticismo del richiedente, i segreti simboli della comunità di iniziati, la lenta decantazione delle conoscenze che conducono alla convinzione di una metamorfosi, la certezza di appartenere ad una cerchia qualitativamente superiore (non solo al comune dei mortali, ma anche alle altre società iniziatiche), l’ammirazione e la credulità dei profani, e infine la gelosia e l’orgoglio dell’iniziato rinchiuso nelle sue certezze, sicuro della fondatezza delle sue pratiche. Inoltre bisogna rendere omaggio a Quesalid che conservò il suo senso critico nel corso di tutta la sua vita, il che, dal nostro punto di vista, prova la qualità dell’iniziazione che aveva ricevuto.
Al di là dell’aneddoto, l’importante è senza dubbio la modifica progressiva, la metamorfosi del giovane che, da scettico dichiarato diventa l’involontario e poi l’ardente difensore di una tecnica sciamanica che egli ritiene superiore sul piano concreto. Il carattere evolutivo dell’iniziazione e la forza di persuasione, che essa esercita sul soggetto e sul gruppo, è qui messa in luce da Lévi-Strauss con brio. Nel corso del racconto si misura l’evoluzione di Quesalid, le sue domande e poi il lento riconoscimento dell’avvenuta iniziazione, l’accettazione della «realtà iniziatica» da parte del soggetto stesso. Come vive il soggetto la sua iniziazione e come il gruppo ristruttura la sua personalità?
Il pubblico che assiste alle prodezze dello sciamano si trova in una confusione particolare: egli ignora se l’estrazione della malattia è effettiva o se il simulacro non fa che simboleggiare la scomparsa del male dominato dallo sciamano. Infatti, il pubblico ignora la differenza tra il lavoro simbolico e la semplice manipolazione. E’ tenuto in quest’ignoranza dagli stessi sciamani che sanno che la loro arte è condizionata da quest’equivoco. Infine, si tratta di un’obiezione simile a quella che rivolgevamo ad una certa letteratura popolare che gioca su questa confusione! Ecco perché parlando della confraternita degli sciamani, si può parlare di iniziazione costruita: non ci entri chi vuole e colui che vi entra è modificato in profondità dagli insegnamenti ricevuti. La storia di Quesalid è proprio quella di un’iniziazione riuscita.
fonte:
www.ulpianet.it"Chi ha parlato, chi ca..o ha parlato? Chi è quel lurido str...o comunista checca pompinaro, che ha firmato la sua condanna a morte? Ah, non è nessuno, eh? Sarà stata la fatina buona del ca..o..."
Il più acerrimo nemico del Bremaz è Rurro Rurrerini.
(ma anche Ramarro Rurale, con il suo fedele servitore lo gnomo Corri Rorra, non scherza....)
Legionis praefectus more cinaedi communis currum regit.
"Siccome c'ho una certa immagine da difendere....."
Dice il saggio: "Viajare descanta, ma se te parti mona te torni mona."