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La vita nell'universo:teorie e ipotesi a confronto

Ultimo Aggiornamento: 18/11/2004 01:27
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STAFF IPERCAFORUM



18/11/2004 01:27

Fin dagli albori della civiltà l'uomo è sempre stato spinto dalla curiosità di sapere se esiste vita su altri pianeti nell'Universo e in special modo se esistono creature intelligenti. Nel corso dei secoli numerosi filosofi, teologi e scienziati hanno affrontato il problema portando argomentazioni pro e contro l'esistenza di vita extraterrestre.

Il primo sostenitore della pluralità dei mondi abitati fu il filosofo greco Anassimandro di Mileto (vissuto nel VI sec. a.C.).Secondo questo pensatore la fonte di tutte le cose conosciute era un Elemento Indeterminato e perciò ne derivava che potevano esistere (simultaneamente) più mondi, diversi uno dall'altro.

Anche Epicuro (341-270 a.C.) riteneva che esistessero infiniti mondi abitati in quanto tutto è costituito da una infinita varietà di atomi che si staccano dall'Infinito per assumere momentaneamente un ordine precario. Tali atomi potrebbero quindi passare anche da un mondo all'altro, generando viventi molto differenti di volta in volta. Le tesi di Epicuro furono sostenute nel mondo romano da Lucrezio (I sec. a.C.).

Generalmente comunque il pensiero filosofico occidentale respinse la tesi della pluralità dei mondi e la questione della vita extraterrestre. Pochi pensatori (tra i quali citiamo Giordano Bruno e Benedetto Spinoza) si schierarono a favore dell'esistenza di vita aliena . Il razionalismo dominante sanciva l'impossibilità di speculare su questioni su cui non sia possibile basarsi su esperienze e prove tangibili. Inoltre la concezione pluralista veniva considerata eretica per il fatto che implicitamente si opponeva ai dogmi della religione cristiana, che sancisce un unico atto di creazione su di un solo mondo.

Le prime basi scientifiche all'idea di una possibile esistenza di vita aliena si pongono nel XVII secolo a seguito delle osservazioni e dei lavori di Nicolò Copernico (1473 - 1543) e Galileo (1564 - 1642). Mercurio, Giove, Venere, Marte e Saturno apparvero così chiaramente come pianeti e sulla Luna si cominciarono ad avvistare montagne e crateri. Il pianeta Marte in particolare attirò subito molta attenzione su di sè in quanto sulla sua superficie si potevano osservare distese simili a mari e a continenti, nuvole e tempeste di sabbia, e soprattutto due "calotte polari" che parevano fondersi in "estate" per ricostituirsi poi in "inverno". L' astronomo Schiapparelli (direttore dell'Osservatorio di Milano) nel secolo scorso individuò un intricato reticolo di linee colleganti i "mari"; tali linee, dette perciò "canali", inoltre, si sarebbero sdoppiate durante il corso di alcune stagioni marziane. A partire da queste osservazioni nacque perciò l'idea che il pianeta potesse essere abitato da creature intelligenti, per giunta abili nell'ingegneria idraulica. In realtà le successive osservazioni compiute con telescopi più potenti e precisi chiarirono che i "canali" sono strutture naturali e altamente irregolari, e che i "mari" non contengono acqua ma sono crateri vuoti.

In tempi a noi contemporanei l'osservazione dei pianeti del sistema solare si è fatta più raffinata e precisa grazie all'impiego di telescopi sempre più potenti e soprattutto grazie all'impiego di radiotelescopi e sonde inviate nello spazio.

Le sonde Viking 1 e 2 (nel corso di missioni durate dal 1976 al 1982) prelevarono campioni di suolo di Marte per verificare se sulla superficie di questo pianeta vi fossero tracce di vita biologica ; gli esperimenti approntati a questo scopo tuttavia hanno dato esito negativo. Analogamente le sonde Voyager 1 e 2 lanciate nel 1977 per sorvolare Giove, Saturno, Urano e Nettuno non hanno scoperto tracce di vita biologica . Nel corso di tali missioni però si è comunque scoperta la presenza di molecole organiche complesse ( metano, etano, acetilene, acido cianidrico, ammoniaca) sia nell'atmosfera di Titano - satellite di Saturno- sia nella scia e nel nucleo delle comete. Tali molecole vengono originate dalla trasformazione chimica delle molecole semplici ( acqua, ammoniaca...) presenti sui granelli di pulviscolo stellare operata dal bombardamento dei raggi cosmici ultravioletti; in presenza di condizioni chimiche favorevoli possono formare composti organici ancora più complessi (proteine, DNA) necessari allo sviluppo della vita biologica. A tale proposito alcuni studiosi ritengono che le comete avrebbero un ruolo importante come trasportatrici spaziali di molecole essenziali per lo sviluppo di vita e ipotizzano che un " bombardamento" ripetuto di comete di pianeti favorevoli per caratteristiche allo sviluppo di vita ( adeguata temperatura superficiale, presenza continuata di acqua liquida per miliardi di anni, giusta quantità di atomi di carbonio per lo sviluppo di molecole organiche complesse) possa avere un effetto inseminatore di molecole organiche semplici tendente a favorire lo sviluppo di forme di vita semplici.

Poichè le ricerche effettuate sino ad oggi ci portano a concludere che nel sistema solare non esiste alcuna forma di vita semplice o intelligente, il campo di indagine si è spostato verso le stelle. Dal momento che la stella esterna al sistema solare più vicina a noi dista ben 40 anni luce, le ricerche vengono eseguite esclusivamente per mezzo dei radiotelescopi. Tali strumenti analizzano le onde elettromagnetiche provenienti dallo spazio e le interpretano a seconda della lunghezza d'onda.

L'esplorazione di uno spazio così ampio è appena agli inizi e così, in attesa di qualche risultato significativo, il dibattito teorico sulla possibile esistenza di forme di vita extraterrestre in qualche parte dell'Universo è tuttora molto vivace.

Il dibattito risulta inoltre complicato dal fatto che all'interno della questione generale ne esistono altre a vario livello che devono essere distinte chiaramente.

Anzitutto, per quanto possa essere sorprendente, una definizione soddisfacente del termine "vita" non è ancora stata coniata. Per i fisici la vita può essere definita come un insieme sufficientemente organizzato di materia ed energia. Poichè questa definizione non comprende necessariamente la presenza di sangue e carne, ipoteticamente si potrebbe concepire la vita aliena sotto forma di nubi interstellari di elevata densità o come un insieme di campi magnetici tra loro intersecantesi. Se da un lato tali ipotesi hanno il pregio di stimolare la mente ad andare oltre i soliti confini, dall'altro implicano una conseguenza negativa molto importante: se anche incontrassimo una vita aliena di natura così insolita potremmo non riconoscerla come tale. Più praticamente dunque la vita extraterrestre viene ricercata secondo un modello biologico di base simile a quello terrestre: una struttura fisica organizzata secondo uno schema preciso, la cui esistenza è regolata dall'espressione delle informazioni contenute in molecole di DNA o RNA, in grado di replicarsi ed evolvere.

In linea generale la maggioranza degli studiosi ritiene possibile che in qualche parte dell'Universo si sia potuta sviluppare una forma di vita semplice, simile ai microorganismi terrestri. Le opinioni divergono maggiormente per quanto riguarda la possibile esistenza di vita aliena intelligente...[SM=x44475]

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