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Eldorado

Ultimo Aggiornamento: 01/01/2005 21:13
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21/12/2004 22:42

Città misteriosa o trappola?

E’ una vera è propria trappola per turisti. In tutti gli alberghi di Bogotà, in Colombia, è espo­sto un cartello che invita i turisti a visitare l'Eldorado. Il costo del viaggio in Taxi verde (un'autopubblica riservata a escursioni turistiche) non è alto, ma se deciderete di compierla avrete egualmente una delusione. Ciò che i tassisti vi mostreranno dopo avervi accompa­gnato a tre/quattro ore fuori dalla città non è la leggendaria città d'oro, bensì un lago chiamato Guata­vita. E per di più non si tratta neppure del vero lago, ma di uno specchio d'acqua artificiale creato da una diga sul fiume Tominè. Nemmeno il paese di Guatavita è "vero"; è infatti una moderna ricostru­zione in stile "Porto Cervo" di un piccolo centro che ora giace sotto le acque del bacino.
Il vero lago di Guatavita vi spiegherà il tassista si trova "più sopra", a qualche ora di cammino; "comunque" continuerà la vostra guida "non è particolar­mente interessante da vedere". E in effetti non lo è: dopo una lunga salita resa ancor più faticosa dall'aria rarefatta dell'altopiano an­dino potrete ve­dere un laghetto molte volte meno spettacolare di quello di Carezza e molte volte meno inquietante di quello di Bolsena. Eppure qui si celebrava, secoli fa, il rito dell'El Dorado, "Il dorato"; una cerimonia suggestiva e che, effettivamente, implicava il sacrificio di una certa ricchezza, e che tut­tavia non giustificava gli incredibili sforzi e l'enorme spargimento di sangue che riuscì a scatenare nel giro di pochi decenni.

L'uomo dorato

Nei territori ora occupati dagli attuali Colombia, Perù e Ecua­dor l'oro era un materiale, se non proprio comune, certo meno raro che in Europa. Più che per il suo va­lore monetario (determinato dalla mag­gior o minor abbondanza di un prodotto) era apprezzato sia per la sua bellezza intrinseca sia per il suo significato simbolico. Combinando i quat­tro elementi (la roccia aurifera, ovvero la terra, l’acqua, il fuoco, l'aria), la materia bruta può trasformarsi in un metallo scintillante; così anche l'uomo, sfruttando correttamente le forze della natura, può passare dallo stadio primitivo a quello di essere superiore. A simboleggiare questo pas­saggio lo Zipa, grande sacerdote delle tribù dei Chibcha, interpretava una singolare cerimonia. Completamente nudo, veniva ri­coperto di una spe­ciale resina chiamata Varniz de Pasto; quindi gli veniva soffiata addosso della pol­vere d'oro per mezzo di una piccola cerbottana. Così splendente e dorato (da cui il nome El Dorado) raggiungeva il centro del lago di Gua­tavita e vi si immergeva quando il sole era allo zenit; in quel momento i suoi sudditi gettavano nelle acque oggetti votivi di ogni genere, spesso rea­lizzati in oro.

La Leggenda

Era il 1520. Il Conquistador Hernan Cortèz, tornato in Eu­ropa dopo la conquista del Messico, aveva descritto al re di Spagna la ma­gnificenza dei TESORI di Montezuma: "Un disco a forma di sole, grande come la ruota di un carro e d'oro finissimo...Venti anatre d'oro di squi­sita fattura... Ornamenti a forma di cani, tigri, leoni, scimmie". Un inven­tario che sembrava inesauribile e che fece nascere la convin­zione che esi­stesse una terra ove l'oro era comune come le rocce. Parallelamente, la no­tizia di un "uomo d'oro", l'Eldorado, cominciava a ingigantirsi e ad assu­mere toni di leggenda. Ben presto la voce che in Sudamerica o in America Centrale si trovava un territorio chiamato Eldorado ove le strade e i tetti delle case erano lastricati del prezioso metallo. Tra il 1529 e il 1616 sei spe­dizioni (guidate da Ambrosius Dalfinger, Nicolaus Federmann, Georg Hohermuth, Seba­stian de Belalcazar, Gonzalo Jimenez de Quesada, Walter Raleigh), partirono alla ricerca di inesistenti città d'oro (a Eldorado si era aggiunta Ma-Noa, mitica "isola in un gran lago salato").

Centinaia e centinaia di indios furono torturati e uccisi perchè rivelassero ciò che non sapevano; centi­naia di conquistadores persero invano la vita nella foresta o sugli impervi sentieri andini. E il sogno dell'Eldorado conti­nua in tempi recenti. Nel 1927 il colonnello Percy FAWCETT perì misterio­samente in Mato Grosso (Brasile) durante la ricerca della misteriosa Zeta, una città posta in cima a una montagna che l'esploratore inglese identificava non soltanto come il regno dell'Uomo Dorato, ma an­che come una colonia avanzata della famosa e misteriosa Atlantide. [SM=x44515]

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23/12/2004 09:14

Re:

Scritto da: texdionis 21/12/2004 22.42

L'uomo dorato





Un altra leggenda india vuole che la protagonista fosse una donna. Nei secoli poi la leggenda di eldorado si legò a quella della città perduta degli Inca, dove, nel mezzo della foresta amazzonica, gli ultimi rampolli reali della stirpe di sarebbero nascosti per sfuggire ai conquistadores.

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01/01/2005 21:04

Eldorado: esisteva davvero, in Perù

Eldorado, il regno dell'oro, esisteva e fu evangelizzato dai Gesuiti alla fine del Cinquecento. Lo sostiene la rivista italiana Archeo sulla base di un documento ritrovato nell'archivio romano della Compagnia di Gesù. È una lettera che risale agli ultimi anni del Cinquecento o ai primi del Seicento. Secondo quanto scritto in essa, Eldorado o Paititi era un regno nascosto nella foresta peruviana, con costruzioni quadrate in muratura ricoperte di lamine d'oro. Esisteva anche un progetto di una chiesa da costruire con blocchi di oro massiccio.

Secondo l'antico manoscritto l'Eldorado fu scoperto alla fine del XVI secolo. Padre Andrea Lopez, all'epoca provinciale del Perù, informò della scoperta il padre generale della Compagnia, il quale chiese ed ottenne dal Papa il permesso esclusivo di evangelizzarne gli abitanti, tenendo contemporaneamente segreta la sua esistenza agli spagnoli, per evitare l'inevitabile corsa all'oro. "Non esiste una sola Eldorado, ne esistono tantissime in tutte le Americhe". A parlare così è Carlo Cavatrunci, esperto di archeologia dell'America Latina e ricercatore del Museo etnografico Pigorini di Roma a cui Lanci ha chiesto un commento sull'articolo della rivista Archeo sul ritrovamento della mitica città.

"In realtà — spiega lo scienziato — la leggenda di Eldorado (che in spagnolo vuole dire l'uomo d'oro) nasce dalla Colombia, dove un capo locale (o cacicco) si immergeva coperto di polvere d'oro in una laguna nei pressi di Bogotà in onore al dio Sole". "Da qui — riprende Cavatrunci — la leggenda si è diffusa in tutto il continente, dalle mitiche sette città d'oro di Cibola tra Messico e Stati Uniti, alla città dai tetti d'oro di Macoa in Venezuela, fino alla giungla peruviana e brasiliana, che sembra essere il luogo di elezione della mitica città d'oro". "Difficile dire quanto ci sia di vero in queste leggende", riprende lo scienziato.

"Non esistono prove archeologiche, cioè scavi, che abbiano dimostrato l'esistenza di città ricchissime nella giungla peruviana, anche se le ultime spedizioni risalgono a qualche decina di anni fa". "Al momento — conclude — non posso dare un giudizio sull'articolo uscito sulla rivista "Archeo", bisogna valutare l'attendibilità delle prove documentali. Per parte mia, credo che storicamente siano esistite tante piccole Eldorado, tanti piccoli tesori che in parte probabilmente sono sfuggiti agli spagnoli. Ma nel corso dei secoli, Eldorado è diventato un mito, una sorta di città dove tutto era d'oro e le costruzioni erano meravigliose. E non credo che storicamente questo sia esatto".

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01/01/2005 21:13

Sembra quindi che sia confermato il vecchio adagio che in ogni leggenda vi sia un fondo di verità.[SM=x44458]
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