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28/04/2011 14:36

Euroflora 2011

Piante e fiori in arrivo da tutto il mondo: torna in Fiera, dopo cinque anni, Euroflora, l'appuntamento più atteso dagli appassionati. La decima edizione della rassegna si annuncia come un invito a riscoprire le ragioni profonde di una pacifica convivenza tra gli uomini che, nel convinto rispetto per le diversità dei popoli e delle culture, ne esalti soprattutto i valori che uniscono. Tra questi, il rispettoso stupore per la bellezza della natura di cui fiori e piante, con i loro colori e profumi, sono simbolo. Occasione di dialogo nel Mediterraneo e, da qui, nel mondo intero.
www.euroflora2011.it/
30/04/2011 22:50

Re:
texdionis, 28/04/2011 14.36:

Euroflora 2011

Piante e fiori in arrivo da tutto il mondo: torna in Fiera, dopo cinque anni, Euroflora, l'appuntamento più atteso dagli appassionati. La decima edizione della rassegna si annuncia come un invito a riscoprire le ragioni profonde di una pacifica convivenza tra gli uomini che, nel convinto rispetto per le diversità dei popoli e delle culture, ne esalti soprattutto i valori che uniscono. Tra questi, il rispettoso stupore per la bellezza della natura di cui fiori e piante, con i loro colori e profumi, sono simbolo. Occasione di dialogo nel Mediterraneo e, da qui, nel mondo intero.
www.euroflora2011.it/



L'ho visitata oggi [SM=x44479]e ho fatto un numero impressionante di foto [SM=x44478]


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01/05/2011 12:40

Re: Re:
killing zoe, 30/04/2011 22.50:



L'ho visitata oggi [SM=x44479]e ho fatto un numero impressionante di foto [SM=x44478]





come ti invidio!! [SM=x44472] [SM=x44472]


01/05/2011 22:44

Re: Re: Re:
texdionis, 01/05/2011 12.40:


come ti invidio!! [SM=x44472] [SM=x44472]



non l'hai mai visitata? molto bello era il settore dedicato ai bonsai e alle orchidee


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02/05/2011 15:46

Re: Re: Re: Re:
killing zoe, 01/05/2011 22.44:



non l'hai mai visitata? molto bello era il settore dedicato ai bonsai e alle orchidee






non ancora, e dire che la bellezza di fiori e piante ha pochi eguali in natura
[SM=x44450]
02/05/2011 16:17

Re: Re: Re: Re: Re:
texdionis, 02/05/2011 15.46:


non ancora, e dire che la bellezza di fiori e piante ha pochi eguali in natura
[SM=x44450]



[SM=x44462] devi pazientare allora per i prossimi 5 anni, ma ne vale la pena. Molto bella mia hanno detto alcune colleghe che è anche Floriade che si terrà il prossimo anno in Olanda

http://www.holland.com/it/traveltrade/floriade.jsp

08/05/2011 14:37

Re: Tamara de Lempicka: la regina del moderno 11 marzo - 03 luglio 2011 Roma
killing zoe, 21/02/2011 22.19:

Esposizione a cura di Gioia Mori dedicata all'importante pittrice polacca (Varsavia, 16 maggio 1898 - Cuernavaca, 18 marzo 1980).

Inizia con la mostra ''Tamara de Lempicka. La regina del moderno'' il nuovo anno espositivo del Complesso Monumentale del Vittoriano di Roma.




Vista ieri, l'ho trovata interessante e ben fatta [SM=x44462]


10/05/2011 18:01

Gli irripetibili Anni ’60. Un dialogo tra Roma e Milano 10 maggio - 31 luglio 2011 Roma
Dopo lo straordinario successo della mostra Edward Hopper, prosegue la fortunata partnership culturale tra la Fondazione Roma e il Comune di Milano - Cultura e Palazzo Reale con una grande esposizione che rende omaggio a una stagione artistica irripetibile, quella sviluppatasi tra la fine degli anni Cinquanta e la metà degli anni Settanta, tra Roma e Milano. La mostra "Gli irripetibili anni '60. Un dialogo tra Roma e Milano" intende raccontare il ruolo fondamentale delle interazioni culturali tra Roma e il capoluogo lombardo in questo periodo, individuando in esse l'epicentro creativo delle nuove sperimentazioni e ricerche al di là dell'arte codificata.

In mostra sono presenti oltre 170 opere di artisti quali Lucio Fontana, Alexander Calder, Gianni Colombo, Pietro Consagra, Piero Dorazio, Alighiero Boetti, Luciano Fabro, David Hockney, Yves Klein, Franz Kline, Piero Manzoni, Fausto Melotti, Man Ray, Mimmo Rotella, Mario Schifano, Günther Uecker, Roberto Crippa, Gianni Dova, Arman, Enrico Baj, Lucio del Pezzo, Giulio Paolini, Osvaldo Licini, Giò Pomodoro, Giuseppe Uncini, Franco Angeli, Tano Festa, Valerio Adami, Emilio Tadini, Giuseppe Bertini.

Dopo il 1945, con la fine della Seconda Guerra Mondiale, l'Italia comincia a risvegliarsi dal ventennio fascista. Il "miracolo economico" dovuto a questi profondi rivolgimenti vedrà il suo apice proprio tra il 1958 e il 1963. Mentre Roma implode artisticamente diventando centro propulsivo della scena artistica nazionale, Milano è vista come il centro dell'Avanguardia Internazionale in cui prendono forma movimenti e tendenze.

È proprio in questi anni che operano e si sviluppano alcune importanti gallerie d'arte: a Milano la Galleria Apollinaire di Guido Le Noci, il Salone Annunciata di Carlo Grossetti, la Galleria dell'Ariete di Beatrice Monti, la Galleria Blu di Peppino Palazzoli, la Galleria Milano di Carla Pellegrini, la Galleria Lorenzelli, lo Studio Marconi e la Galleria del Naviglio di Carlo e Renato Cardazzo (che tra 1955 e 1960 hanno avuto come loro sede romana la Galleria Selecta).
Nella capitale operano già altre note gallerie come L'Obelisco di Irene Brin e Gaspero del Corso, La Tartaruga di Plinio De Martiis, La Salita di Gian Tommaso Liverani, L'Attico di Bruno e poi Fabio Sargentini.
Una particolare attenzione sarà dedicata in mostra all'attività dello Studio Marconi come uno dei principali centri di innovazione dell'epoca: inaugurato nel 1965 a Milano da Giorgio Marconi, lo Studio infatti era uno dei luoghi d'incontro prediletti dalle personalità artistiche e culturali di spicco di quegli anni.
Fondazione Roma (Palazzo Cipolla) Roma



di Chiara Canali

Fonte: http://artco.blogosfere.it/

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12/05/2011 21:14

Il Salone del Libro festeggia il 150° a Torino
"La nostra cultura in questi 150 anni è cambiata profondamente anche grazie ai libri". Lo ha detto il presidente della Fondazione per i Libro, la Musica e la Cultura, Rolando Picchioni, inaugurando la 24ma edizione del Salone del Libro a Torino.

Il Salone, che ha per tema "Memoria. Il seme del futuro", celebra il 150° con la grande mostra "1861-2011. L'Italia dei
libri
", uno sguardo sull'Italia che esula dalle celebrazioni patriottiche, ha detto Picchioni.



www.salonelibro.it/ [SM=x44515]
12/05/2011 21:24

Re: Il Salone del Libro festeggia il 150° a Torino
texdionis, 12/05/2011 21.14:

"La nostra cultura in questi 150 anni è cambiata profondamente anche grazie ai libri". Lo ha detto il presidente della Fondazione per i Libro, la Musica e la Cultura, Rolando Picchioni, inaugurando la 24ma edizione del Salone del Libro a Torino.

Il Salone, che ha per tema "Memoria. Il seme del futuro", celebra il 150° con la grande mostra "1861-2011. L'Italia dei
libri
", uno sguardo sull'Italia che esula dalle celebrazioni patriottiche, ha detto Picchioni.



www.salonelibro.it/ [SM=x44515]



[SM=x44471]


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12/05/2011 21:29

Io andrò lunedì, poi ti dirò [SM=x44450]
12/05/2011 22:11

Re:
texdionis, 12/05/2011 21.29:

Io andrò lunedì, poi ti dirò [SM=x44450]



beato te [SM=x44458]


16/05/2011 20:40

Gio Ponti, Il fascino della ceramica 6 maggio - 31 luglio Milano
Occuparsi di Gio Ponti significa inevitabilmente ripensare alla storia dell’arte e dell’industria italiana. Figura visionaria, in bilico ed equilibrio tra innovazione e confronto in presa diretta con la realtà del proprio tempo, Ponti ha inaugurato momenti fondamentali dell’arte italiana.
Perfetta e coerente risulta dunque la scelta di ospitare la mostra “Il fascino della ceramica”, dedicata all’artista, proprio all’interno di Palazzo Pirelli, uno degli edifici simbolo di Milano e progettato non a caso dal Nostro.
L’esposizione, curata da Dario Matteoni e promossa da Regione Lombardia in collaborazione con Anonima Talenti, si focalizza soprattutto sulla collezione di ceramiche e sul percorso lavorativo intrapreso dall’artista nel design per la manifattura Richard Ginori, tra il 1923 e il 1930.
Nell’ambito infatti dell’arte applicata e del nascente rapporto tra industria, artigianato e serialità, le opere di Ponti diventano il punto di partenza per un rinnovamento totale della Richard-Ginori, condotta con il complice assenso di Augusto Richard verso la modernità.
“L’industria è la maniera del XX secolo” afferma il futuro architetto, rimarcando la nascita di una modernità a lungo attesa. Nella mostra ospitata presso Palazzo Pirelli, difatti, questa ricerca è rappresentata perfettamente: le urne, i vasi e le altre opere esposte dimostrano l’anelito verso gli ideali d’un Palladio o Vitruvio, trasfigurando classicismo e modernismo neoclassico di ritorno (Milano, anni ’20) con cadenze figurative e metafisiche verso l’industria a venire. Questi primi movimenti rimandano già all’idea di un’utopia della città. Milano è lì a testimoniare. Non è un caso che, presentando la mostra, Roberto Formigoni, presidente della Regione Lombardia, abbia affermato che Gio Ponti merita attenzione “non più soltanto come grande rappresentante del passato, ma come modello al quale ispirarsi per guardare avanti”.
Per questo motivo non da meno è l’altra esposizione, “Espressioni di Gio Ponti” ospitata presso la Triennale di Milano e presentata anche dal suo Presidente Davide Rampello e dal curatore Germano Celant. Il percorso all’interno della Triennale diventa una sorta di arco narrativo dove perdersi.
Un ipertesto tra cui navigare, tra maioliche, mobili, oggetti di puro design, studi, modelli, disegni, dipinti e via andando. Un rimando perfetto della complessità dell’artista, poliedrico e curioso come solo i veri innovatori sanno essere. Non mancano i filmati, in una selezione impagabile per comprendere appieno la figura di Ponti. Più di 250 gli oggetti/opere presenti all’interno, per scatenare la curiosità degli astanti e invitarli agli Itinerari illustrati dalla Triennale, previa prenotazione, verso edifici simbolo dell’attività del maestro. Obbligatorio dare una chance a queste opere benemerite, per comprendere appieno il tessuto stesso della città di Milano e la caratura di una figura enorme all’interno del ‘900 italiano e internazionale.
“Non il cemento, non il legno, non è la pietra, non è l’acciaio, non il vetro l’elemento più resistente. Il materiale più resistente nell’edilizia è l’arte”. Ipse dixit.





di Daniele Ferriero
Fonte: http://www.cronacamilano.it/
20/05/2011 20:45

«Live! L’arte incontra il rock» 21 maggio - 7 agosto Prato
"Mi fa orrore sentire il battito del mio cuore, mi ricorda incessantemente che il tempo della mia vita è contato" ha scritto Milan Kundera ne L'arte del romanzo. Ad animarlo, un sogno: far tacere «questa regolarità monotona e prevedibile». È quel che prova a fare il rock, con il suo «rintronante primitivismo ritmico»: i battiti cardiaci vengono amplificati, affinché «l'uomo non dimentichi il suo avanzare verso la morte». Kundera sembra alludere a un tema centrale dell'arte contemporanea: il bisogno di musicalizzarsi. Si tratta di una necessità sottolineata, sin dall'inizio del Novecento, da Apollinaire, che, in un piccolo libro, invita i pittori a evadere dalla prigione del realismo, per proiettarsi verso le vette di uno stile libero da vincoli naturalistici. In questa direzione vanno Picasso e Braque, i quali inseriscono nei loro collage violini, chitarre e spartiti; Kandinskij e Klee, che concepiscono le loro tele come combinazioni di note e accordi; e Mondrian, le cui opere mimano le dissonanze del jazz. È il preludio a quanto accadrà nel secondo dopoguerra: esattamente, alla fine degli anni Sessanta.

Da quella stagione muove Live!, la mostra, curata da Luca Beatrice e Marco Bazzini, da domani al Museo Pecci di Prato, che ricostruisce, per passaggi essenziali, la storia parallela di arte contemporanea e rock. È una storia scandita da connessioni segrete, da convergenze poco evidenti. Attraverso dipinti, sculture, installazioni, videoclip, lp, fotografie, riviste e film, si stabiliscono corrispondenze tra due «codici» lontani. Da un lato, la musica pop: diretta, immediata. Dall'altro lato, l'arte d'avanguardia: elitaria, sofisticata, criptica.
Si disegnano i contorni di una relazione pericolosa. I due linguaggi condividono tante urgenze: il bisogno di infrangere ordini, perbenismi; il desiderio di sgretolare la cornice tradizionale dell'opera. Artisti e rockstar non vogliono dare un abito immutabile alle forme. Elaborano iconografie visionarie e impure, che non temono sgrammaticature. Rompono convenzioni, simmetrie. Aggrediscono edifici consolidati, compiendo disseminazioni di segni. Non si limitano a produrre quadri o lp: concepiscono le mostre come work-in-progress e i concerti come eventi multimediali. Si divertono a trasgredire, a osare. Consegnandosi a una sorta di nietzschiana filosofia dell'eccesso, si spingono verso universi fluidi, nei quali si celebra la perdita del centro. Si pensi al fantascientifico «Zoo Tour» degli U2 (del 1993) e soprattutto a quanto avviene nel 1980 all'Exibition Park di Los Angeles. I Pink Floyd mettono in scena The Wall. Un happening fatto di proiezioni, di immagini e di azioni che non dà pausa all'occhio e all'orecchio.
The Wall è uno snodo centrale su cui non si sofferma la mostra del Pecci. Che si articola in vari capitoli. 1969: è l'anno di Woodstock e dell'ultima esibizione live dei Beatles, i quali intrattengono uno stretto dialogo con i protagonisti della Pop Art inglese (Blake e Hamilton illustrano le copertine di Sgt. Pepper's e White Album). Nello stesso anno Warhol produce i Velvet Underground e Schifano fonda una band con cui pubblica un lp intitolato Le stelle di Schifano, fondendo free jazz e rock psichedelico. Il medesimo gusto per gli sconfinamenti si può ritrovare in una rassegna come When Attitudes Become Form (curata da Harald Szeemann), in cui gli artisti sono chiamati a esporre non opere ma idee: come accade in molti concerti rock, dove i brani vengono non solo eseguiti ma reinterpretati in esibizioni uniche. 1972: concerto dei Pink Floyd all'anfiteatro di Pompei, uno show che appare in consonanza con gli interventi di occupazione della natura di un land artista come Robert Smithson. Nello stesso periodo, David Bowie si diverte a indossare mille maschere, transitando dal rock al cinema alla pittura; e Nam June Paik effettua ardite sperimentazioni elettroniche (in uno dei suoi video vediamo anche Beuys nelle vesti di musicista).

Fine anni Settanta: è l'epoca dei Sex Pistols e delle loro sonorità sporche, ricche di assonanze con gli antiaccademismi di «bad painters» come William Wegman. Anni Ottanta: specchio della rinnovata voglia di leggerezza sono gli abbandoni graffitisti di Haring e di Basquiat, la transavanguardia, la moda coloratissima di Fiorucci, gli oggetti eccentrici di Mendini, ma anche il «tendone» di Renato Zero. Anni Novanta. Siamo in una fase di ripiegamento verso il privato, testimoniata dalla musica di Vasco Rossi e dalla ricerca minimalista di Stefano Arienti. È una stagione in cui si afferma anche il mito dell'«unplugged» con i Nirvana e con la sofisticata Björk, che avvia un'intensa collaborazione con lo scultore Matthew Barney.

Segmenti di un romanzo di affinità elettive. In sequenza, tanti scambi di ruoli. Cantanti che cercano la consacrazione dal sistema dell'arte (come Bowie, i cui quadri sono ora in una retrospettiva al Museum of Art and Design di New York); e artisti (come Nam June Paik) che allestiscono istallazioni in cui si appropriano delle atmosfere dei concerti rock, intesi, ha ricordato Michel Maffesoli, come spazi parossistici dove si consacrano il meraviglioso e l'«intranquillità», templi dove si scatena un'energia che «compensa il grigiore dell'esistenza quotidiana».

Arte contemporanea e rock, dunque. Poetiche del dionisismo postmoderno, che si lambiscono. Forme di un'avanguardia estrema: incontro di nichilismo e di utopia. Esperienze in cui si cancellano tutte le permanenze e si progettano strutture in divenire. Eppure, dietro questi sperimentalismi, si cela una misteriosa inquietudine, cui rinvia l'epilogo di Live!. Ecco Michael Jackson, dandy drammatico, angelo caduto, Peter Pan maledetto. Scorrono i fotogrammi del suo ultimo spettacolo (rimasto incompiuto), il cui titolo suona come un testamento This Is It («Questo è quanto»). Proprio a quest'anima tragica si riferisce Kundera parlando del rock: «Il battito del cuore è amplificato perché l'uomo non dimentichi per un solo secondo il suo avanzare verso la morte».



di Vincenzo Trione
Fonte: http://www.corriere.it/cultura/

21/05/2011 22:38

Il palazzo della Farnesina e le sue collezioni 20 maggio - 3 luglio 2011 Roma
«Non è una mostra sulla Farnesina, ma è la Farnesina che si mette in mostra». Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, spiegà così, in concomitanza con il 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia, il significato della mostra inaugurata ieri al Museo dell’Ara Pacis di Roma, alla presenza del sindaco Gianni Alemanno. È la prima volta, ricorda Frattini, che dall’edificio che dal 1959 ospita il ministero degli Esteri, escono le opere d’arte appartenenti alla Collezione Farnesina e le installazioni della Collezione Farnesina Design. Un’occasione sottolineata da Alemanno, che a nome dei romani ringrazia e definisce l’evento «un grande onore».

La mostra, che rimarrà aperta fino al 3 luglio, con circa un centinaio di opere selezionate, è l’occasione per scoprire una parte dei tesori custoditi alla Farnesina. Le opere contemporanee furono inizialmente acquisite a seguito di un concorso pubblico negli anni Sessanta finchè nel 2000 si è deciso di istituire la Collezione Farnesina che oggi conta circa trecento opere dei più grandi artisti italiani dell’ultimo secolo.

«Esce dalla Farnesina -dice ancora Frattini- una collezione che rappresenta un pezzo della politica estera dell’Italia» che, ricorda il ministro, è una «superpotenza culturale». Ecco allora che accanto alla diplomazia condotta con gli strumenti tradizionali, l’Italia può mettere in campo anche una «diplomazia culturale». Accanto alla collezione di arte contemporanea e a una sezione dedicata al Palazzo della Farnesina nei suoi aspetti architettonici, all’Ara Pacis sono in mostra anche alcuni degli esempi più validi del design italiano provenienti dalla collezione Farnesina Design, istituita nel 2008. Una combinazione, sottolinea ancora Alemanno, di due dei maggiori contributi che l’Italia può dare al mondo: l’arte e il Made in Italy.

La mostra è promossa dal ministero degli Affari Esteri, Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese, Ufficio Conservazione e Valorizzazione del Patrimonio Artistico della Farnesina, in collaborazione con Roma Capitale, Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico - Sovraintendenza ai Beni Culturali. L’iniziativa, a cura di Angelo Capasso, Renza Fornaroli e Roberto Luciani, è stata realizzata con il contributo della Fondazione Bracco, di Unicredit ed Eni.



Fonte: http://www3.lastampa.it/arte/
[Modificato da killing zoe 21/05/2011 22:39]
26/05/2011 20:37

"Salvatore Ferragamo - Ispirazioni e Visioni" 27 maggio 2011 - 12 marzo 2012 Firenze
Pochi metri. Uno spazio compreso tra la porta d'ingresso e la cucina. Più una vetrina di fronte alla Chiesa. 1911, comune di Bonito, cento chilometri da Napoli. Ecco l'incipit del romanzo di Salvatore Ferragamo, il calzolaio delle dive che oggi viene ricordato in una mostra molto particolare, "Salvatore Ferragamo - Ispirazioni e Visioni", in programma dal 27 maggio 2011 al 12 marzo 2012, presso Palazzo Spini Feroni, sede del brand, a Firenze.
Si tratta di un'esposizione che mette in relazione 99 pezzi della maison con 156 opere d'arte che hanno fatto da ispirazione. Un mantello di piume realizzato nel XVI secolo in Brasile e appartenuto a Cosimo II de' Medici, una natività dei primi del Quattrocento, i quadri di Sonia Delaunay e i disegni di Andy Warhol: il percorso tra le sale evidenzia come sia labile e inutile da tracciare il confine tra arte e artigianato, una fune di creatività tesa sul Novecento, sulla storia del mondo e sulle storie di Salvatore, immigrante italiano nell'America del sogno e poi rimpatriato in Italia per costruire il suo impero.
Altro che Bossi-Fini e paura dello straniero: il "calzolaio dei sogni" (titolo della sua biografia edita da Skirà nel 2010) è l'emblema della moda senza confini, un virus di bellezza e stile che contagia le nazioni senza preoccuparsi dei passaporti, ciò che conta è avere un sogno e magari un'idea brillante. Il resto lo fanno le opportunità, la manodopera e i Paesi aperti a chi cerca un'altra chance.
La mostra è interessante anche per il contributo di un altro creativo molto simile a Salvatore, il designer di cappelli Stephen Jones, che per l'esposizione ha pensato 30 corpicapo che si ispirano alle calzature più famose del marchio. "Ho avuto l'occasione di conoscere a fondo l'opera di Ferragamo. Quello che mi piace di più è il senso del gioco, la sua passione", ha dichiarato Jones. "Proprio come me, Salvatore metteva tutta la sua esperienza di vita e di lavoro in una scarpa".
Appuntamento a Firenze, Palazzo Spini Feroni, fino al 12 marzo 2012: l'esposizione non sarà solo l'occasione per ribadire l'importanza del Made in Italy ma soprattutto rappresenterà l'evidenza di quanto sia redditizio guardare alla cultura soprattutto quando si fa commercio.



di Simone Marchetti
Fonte:http://d.repubblica.it/
09/06/2011 22:10

Mettete un fiore sulle vostre persiane
Nelle metropoli il terrazzo è un bene di lusso, lo indicano le statistiche che quotano un aumento di prezzo dell'immobile fino al 22% per pochi metri quadrati d'aria. Il giardino non ne parliamo, prezioso come se al posto dell'erba crescessero smeraldi. Questa è la triste situazione a cui due designer, Laura Martini e Alessandra Gruppillo, con una passione comune per la tematica green hanno voluto rispondere. Dopo aver identificato nelle persiane il mezzo più idoneo e soprattutto comune ad ogni abitazione, le hanno trasformate in vasi verticali come micro polmoni verdi sulle facciate dei palazzi. Grazie ad un telaio di fibra di cocco (struttura ben areata e leggera, ottimo drenaggio, pH stabile, trattiene l'umidità, ecologica e riciclabile) le persiane "fioriscono" e gli appartamenti guadagnano degli insperati fazzoletti verdi. Provare per credere: il progetto sarà presentato l'11 e 12 Giugno dalle 10:00 alle 17:30 all’Acquario Civico di Milano in occasione della prima edizione di "Green Urbanity" manifestazione che raccoglie conferenze, dibattiti, mostre, laboratori interattivi e pic-nic per vivere la natura in città.


di Martina Marchiorello
Fonte: http://d.repubblica.it/
11/06/2011 11:57

“Copyright Italia. Brevetti/Marchi/Prodotti - 1948/1970” 25 marzo - 3 luglio 2011 Roma
Dal Secondo dopoguerra agli anni Settanta, passando per il “miracolo economico”, la mostra ripercorre gli anni della ricostruzione e dello sviluppo economico e scientifico dell’Italia attraverso storie di persone e di imprese. Con un focus sulle scoperte destinate a rivoluzionare non solo quei decenni ma anche il nostro futuro.

Il 1948 e il 1970 sono anni che, nella memoria storica degli italiani, segnano i confini di un periodo di accadimenti eccezionali, cominciato alla fine del secondo conflitto mondiale con i giganteschi sforzi della ricostruzione e sfociato nel boom del cosiddetto “miracolo economico”. In questi anni ha preso forma la nazione come luogo di identità sociale e culturale attorno ai nuovi modelli della crescita e dello sviluppo economico, della diffusione della lingua della creazione di un’immagine unitaria del Paese. Ciò che colpisce di questi anni, visti nella prospettiva odierna, è la velocità delle trasformazioni, il ritmo della crescita, la profondità dei cambiamenti, tanto nelle strutture economiche, come nel corpo sociale, nella cultura, nel paesaggio e nel territorio, nella vita domestica e nei luoghi di lavoro. Insieme con l’eccezionalità dei traguardi raggiunti, l’intensità della modernizzazione, le luci di una felicità consumistica diffusa, prendono forma distorsioni inavvertite, ombre che si allungano fino al presente e che la mostra non tralascia di illustrare.

“Copyright Italia. Brevetti/Marchi/Prodotti - 1948/1970” intende offrire una visione di quegli anni complessa, ricca e vitale e mettere in risalto alcuni aspetti meno noti al grande pubblico, come la straordinaria creatività tecnico-scientifica che, anche attraverso una positiva interazione con l’industria, ottiene grandi risultati nella produzione di beni e servizi essenziali in un Paese moderno. Tutto questo attraverso l’esposizione di alcune grandi realizzazioni: dal polipropilene isotattico (1954) di Giulio Natta, che, oltre a valere a quest’ultimo il premio Nobel nel 1963, determina fondamentali innovazioni nella produzione di materiali sintetici e contribuisce a cambiare profondamente gli stili di vita degli italiani (si pensi agli oggetti in moplen), al calcolatore Elea 9003, prodotto dalla Olivetti nel 1959, uno dei più avanzati al mondo e tra i primi a utilizzare la tecnologia a transistor; dall’elettrotreno Etr 300 (1953), noto come “Il Settebello”, capace di raggiungere i 160 km/h, vero gioiello di tecnologia e design, ai distributori automatici di caffè di fabbricazione italiana, che fanno la loro prima comparsa nel 1962 alla Fiera di Milano.
La mostra si snoda attraverso un percorso incardinato sulle tre parole chiave del titolo, brevetti, marchi e prodotti, che corrispondono alle macroaree in cui sono rappresentati i contenuti.

Brevetto richiama l’idea di ricerca, creatività tecnico-scientifica e innovazione.
Marchio richiama l’idea di immagine, comunicazione e identità.
Prodotto rimanda alla dimensione sociale: aspetti produttivi e di mercato, consumi e stili di vita.
Le modalità espositive attingono a materiali e strumentazioni tradizionali (oggetti e documenti originali, pannelli con testi e immagini, audio e video), integrati con infografica, exhibit multimediali e interattivi e strutture luminose.

Il cuore del percorso espositivo è costituito da 14 oggetti-madre, ciascuno dei quali al centro di molteplici possibili racconti. Ispirandosi alla metafora del teatro anatomico, questi oggetti sono sezionati, spiegati, illustrati, a volte animati, illuminati o sonorizzati. Sono al centro di legami con altri oggetti e danno luogo a sottosezioni, a loro volta connesse fra loro (bolle più piccole).

Questi oggetti rappresentano il copyright italiano, frutto e cifra della ricerca, dell’intuizione e della capacità imprenditoriale, che hanno fatto da volano al made in Italy, concretizzatosi in un ampio repertorio di novità in tutti i comparti, dai trasporti alla misurazione del territorio, dal lavoro al tempo libero, dai nuovi consumi alla sfaccettata ricchezza dei modi di vestire, di fare sport, di scrivere, di mangiare, di muoversi. Con l’emergere e l’affermarsi della società nuova, si sviluppa l’attenzione per l’impatto esterno che l’immagine aziendale vuole dare di sé, di cui il marchio è soltanto il primo di un articolato insieme di elementi che ne definiscono i caratteri. Ed è proprio in quegli anni che la comunicazione diventa – soprattutto attraverso la televisione – un sottofondo continuo che accompagna, come un crescendo musicale, i modi dello sviluppo dell’Italia.




Fonte:http://www.acs.beniculturali.it/index.php?it/1/home
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11/06/2011 12:01

Re: Mettete un fiore sulle vostre persiane
killing zoe, 09/06/2011 22.10:

Nelle metropoli il terrazzo è un bene di lusso, lo indicano le statistiche che quotano un aumento di prezzo dell'immobile fino al 22% per pochi metri quadrati d'aria. Il giardino non ne parliamo, prezioso come se al posto dell'erba crescessero smeraldi. Questa è la triste situazione a cui due designer, Laura Martini e Alessandra Gruppillo, con una passione comune per la tematica green hanno voluto rispondere. Dopo aver identificato nelle persiane il mezzo più idoneo e soprattutto comune ad ogni abitazione, le hanno trasformate in vasi verticali come micro polmoni verdi sulle facciate dei palazzi. Grazie ad un telaio di fibra di cocco (struttura ben areata e leggera, ottimo drenaggio, pH stabile, trattiene l'umidità, ecologica e riciclabile) le persiane "fioriscono" e gli appartamenti guadagnano degli insperati fazzoletti verdi. Provare per credere: il progetto sarà presentato l'11 e 12 Giugno dalle 10:00 alle 17:30 all’Acquario Civico di Milano in occasione della prima edizione di "Green Urbanity" manifestazione che raccoglie conferenze, dibattiti, mostre, laboratori interattivi e pic-nic per vivere la natura in città.


di Martina Marchiorello
Fonte: http://d.repubblica.it/




questa sì che è davvero ben pensata! [SM=x44462]

24/06/2011 19:39

"Eiapopeia. L'infanzia nell'opera di Paul Klee" 25 giugno - 11 settembre Aosta
L'infanzia vista attraverso il pennello e la tavolozza di Paul Klee (1879-1940), una delle figure artistiche piu' importanti del 20/o secolo. E' il tema della mostra 'Eiapopeia. L'infanzia nell'opera di Paul Klee', allestita nel Museo Archeologico di Aosta dal 25 giugno all'11 settembre, che si propone di essere uno dei principali eventi espositivi dell'estate. Organizzata dall'assessorato alla cultura della Regione Valle d'Aosta in collaborazione con il Zentrum Paul Klee di Berna e la Fondazione Antonio Mazzotta di Milano, la rassegna e' curata da Alberto Fiz e tratta un tema cruciale della poetica dell'artista svizzero.

Al pubblico saranno presentate 120 opere tra disegni, dipinti e tecniche miste, molti dei quali mai esposti in Italia. Si tratta di capolavori che si sviluppano dal 1883, quando Klee bambino realizzo' i suoi primi schizzi, sino all'anno della sua morte. ''Ben lontano dall'evocare una presunta condizione di purezza - spiegano i curatori - Klee considera l'infanzia una fase primordiale in cui la rappresentazione non necessita di essere filtrata dalla componente razionale''. Come scriveva il pittore, ''i signori critici dicono spesso che i miei quadri assomigliano agli scarabocchi dei bambini. Potesse essere davvero cosi'! I quadri che mio figlio Felix ha dipinto sono migliori dei miei''. La mostra aostana e' introdotta da un disegno eseguito all'eta' di quattro anni, intitolato 'Bambin Gesu'', e si conclude con una composizione del 1940, 'Uomo e albero', dove Klee, ''con piena consapevolezza'', tende ancora verso forme elementari mantenendo intatta l'ispirazione infantile.
Nella rassegna l'infanzia, ''come fonte di energia creativa, tocca differenti soggetti, in particolare maschere, figure, famiglie, ritratti, paesaggi, in una moltitudine di forme realizzate talvolta con ironia e sarcasmo''. Tra i temi affrontati ci sono gli angeli, che per Klee ''non sono ne' immortali, ne' divini: hanno un corpo, sono imperfetti, ma nello stesso tempo appaiono come entita' mediane, raffigurati con sagome informi e disegnati come fossero bambini, che sanno scoprire i segreti nascosti delle cose e appaiono in continuo divenire''.
In esposizione anche le marionette realizzate per il figlio Felix tra il 1916 e il 1925. ''Si tratta di un mondo immaginario - sottolineano i curatori della mostra - dove l'artista realizza i propri personaggi utilizzando ogni tipo di materiale, da frammenti di abiti usati a gusci di noce, dal cartone alle prese elettriche: un'infinita serie di assemblages che strizzano l'occhio con ironia alle avanguardie storiche, siano esse Dada o il Bauhaus''.



di Enrico Marcoz
Fonte:http://www.ansa.it/web/notizie/canali/inviaggio/cultura/2011/06/22/visualizza_new.html_814612334.html
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