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Film su Albino Luciani - Giovanni Paolo I film TV!

Ultimo Aggiornamento: 09/11/2006 01:50
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Quel Papa Luciani un po troppo progressista
- di Andrea Tornielli per Il Giornale -



Delle fiction religiose riguardanti le vite dei Papi,
quella su Giovanni Paolo I, in onda questa sera e domani su Raiuno, è una di quelle più riuscite.
Bisogna dunque dare atto al protagonista Neri Marcorè, al regista Capitani e al consulente storico, il vaticanista della Rai Giuseppe De Carli
(che in questi anni ha intervistato molti dei protagonisti della vicenda) di aver cercato di essere fedeli alla storia di Albino Luciani, l'indimenticabile Papa Giovanni Paolo I.


Qualche piccola svista o i pochissimi episodi inventati per motivi di copione sono comprensibili,
anche se, ad esempio, l'aneddoto di Luciani bambino che si perde nel bosco, sta per cadere in un torrente e chiede aiuto al crocifisso ligneo di un capitello,
comprendendo in quel momento la sua vocazione sacerdotale, appare piuttosto fantasioso, non fosse altro perché i figli di mamma Bortola, come tutti gli altri ragazzi di Canale d'Agordo, nei boschi vivevano buona parte delle loro giornate e li conoscevano come le proprie tasche.
Così come risente un po' troppo delle indicazioni di don Diego Lorenzi (il segretario del Papa, consulente alla sceneggiatura)
la parte finale del film,
dove Giovanni Paolo I appare sofferente e in preda a diversi attacchi di cuore, seppur leggeri, che preludono alla morte,
e che invece non vi furono, se non, forse, a detta dello stesso Lorenzi, l'ultimo giorno.


La parte problematica della fiction di Capitani sul «Papa del sorriso» non è dunque ciò che c'è e che ci presenta la figura di un uomo di Dio, umile, attento alla fede dei semplici, pronto a difendere gli ultimi.

Il problema è, invece, ciò che non c'è.
Il rischio è infatti quello di presentarci un Giovanni Paolo I a senso unico,
un progressista un po' troppo debole, già completamente proiettato verso la morte imminente che gli sarebbe stata profetizzata da Suor Lucia dos Santos, la veggente di Fatima,
le cui parole fanno da filo conduttore del film.


Non hanno trovato spazio nella sceneggiatura
episodi che avrebbero contribuito a far comprendere come,
in materia di fede e di disciplina ecclesiastica,
Albino Luciani fosse molto fermo e non scendesse in alcun modo a compromessi.


Da vescovo di Vittorio Veneto, nel 1965,
non aveva esitato, di fronte alla ribellione dei fedeli del paese di Montaner che non volevano accettare il nuovo parroco da lui nominato, a chiudere la chiesa dopo aver prelevato il Santissimo accompagnato dai carabinieri.

Così come a Venezia, nel 1974,
dopo una lunga e sofferta trattativa, non aveva esitato a togliere l'assistente ecclesiastico della Fuci, sciogliendola, perché l'associazione universitaria cattolica si era pronunciata pubblicamente in favore del divorzio contro le indicazioni della Chiesa.

Sempre negli anni veneziani, fecero molto soffrire il patriarca Luciani le contestazioni dei preti progressisti che giravano con l'Unità in tasca e chiedevano a Roma le dimissioni del cardinale giudicandolo inadeguato e retrogado, proprio perché non voleva scendere a compromessi sulla disciplina ecclesiastica.




Nella seconda puntata della fiction di Capitani si vede ad un certo punto Giovanni Paolo I
decidere «nuove norme più semplici ed efficaci» per i preti che chiedono di essere ridotti allo stato laicale
lasciando intendere che il Pontefice avesse deciso di essere di manica più larga in questa materia.
In realtà,
Papa Luciani decise che fossero immediatamente rivisti i criteri con cui si procedeva per concedere la dispensa,
ritenendo eccessivo il numero delle richieste che arrivavano sulla sua scrivania.
Una iniziativa che il suo successore Giovanni Paolo II porterà a compimento.

Del resto, l'orientamento e le idee del «Papa del sorriso» su queste materie sarebbe emerso chiaramente nel discorso preparato
(ma non fece a tempo a pronunciarlo) per i gesuiti
,
ai quali chiedeva di essere fedeli alla regola di Sant'Ignazio e di non permettere: «Che tendenze secolarizzatrici abbiano a penetrare e turbare le vostre comunità».


Fonte:
Link . . .


Altri riferimenti: Panorama. . . .

[Modificato da Etrusco 24/10/2006 14.35]

[Modificato da Etrusco 17/07/2007 17:07]

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23/10/2006 21:36

E' iniziato il film, me lo vado a vedere

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24/10/2006 00:19

Ce ne sarebbero tante di critiche da fare,
mi limito ad una sola:

nella realtà, quando Albino Luciani, nella duplice veste di Patriarca di Venezia e Presidente della Banca Cattolica del Veneto, quando andò al Vaticano protestare col Cardinal Marcinkus (IOR) (per la furtiva svendita della sua Banca Cattolica al Banco Ambrosiano di Calvi),
il colloquio/scontro non fu così breve
e soprattutto, tirando fuori la sua indole da montanaro, si inalberò come una furia.


Prima grave manipolazione [SM=x44492]

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24/10/2006 00:23

Mi è piaciuta molto l'interpretazione di Neri Marcorè e trovo geniale l'idea dell'incontro con suor Lucia per iniziare la narrazione della sua vita.
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24/10/2006 00:49

Re:

Scritto da: lesbocharme 24/10/2006 0.23
Mi è piaciuta molto l'interpretazione di Neri Marcorè e trovo geniale l'idea dell'incontro con suor Lucia per iniziare la narrazione della sua vita.


Si, una trovata geniale anche per il fatto che su quella suora venne pubblicato un libro che riportava appunto quelle sue visioni...
ma con pochissime tirature e soltanto in tedesco [SM=x44461]

Hai notato anche il cameo di quel primario d'ospedale?
E' un famoso attore di teatro, ma ora non mi vien il nome [SM=x44473]

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24/10/2006 01:00

Una piccola digressione storica:

altrimenti non ci si capisce nulla:

Nato nel 1920, Roberto Calvi era entrato in servizio al Banco Ambrosiano nel 1946. Alla fine degli anni '60 aveva conosciuto il "banchiere della mafia" Michele Sindona, e le relazioni d'affari tra i due erano divenute fiorenti.
Nel 1975 Calvi viene eletto presidente del consiglio d'amministrazione dell'Ambrosiano.
Lo stesso anno diventa membro della loggia P2, che era stata creata da Licio Gelli e di cui faceva parte pure Michele Sindona.
Nel Lussemburgo ritroviamo Calvi non solamente nelle holding dei gruppo Ambrosiano, ma anche come membro dei consiglio d'amministrazione della Kreclietbank Luxembourg (che occupa, in Cedel, un posto di primo piano).
D'altra parte, la principale Loggia Massonica Lussemburghese lo accetta tra le sue fila, mentre rifiuta l'ammissione a Michele Sindona sapendo che questi era stato condannato in Italia nel 1976 e che era stato arrestato negli Stati Uniti.

Il Banco Ambrosiano, la cui creazione risale al 27 agosto 1896, era tra le numerose banche private italiane legate al Vaticano.
Raccomandata alla protezione di Sant'Ambrogio, la banca non si era mai particolarmente distinta per i suoi affari.
Quando la Santa Sede aveva cercato di eludere la legislazione bancaria italiana - e in particolare le restrizioni che riguardavano le operazioni di cambio sul mercato delle valute - i venerabili finanzieri del Vaticano avevano utilizzato le filiere mafiose di Sindona per istradare grosse somme fuori dal Paese, sotto il naso di tutti gli organismi di controllo.
All'interno dei Vaticano, è l'Istituto per le Opere di Religione (IOR) spesso chiamato la “Banca del Vaticano", che organizza questo traffico.
Alla testa dello IOR, l'ArciVescovo Marcinkus aveva, in un primo tempo, utilizzato le filiere offerte da Sindona.
Poi, quando quest'ultimo era diventato meno frequentabile, a seguito dei suoi debiti con la giustizia, si era servito di Roberto Calvi e della sua banca.
All'inizio degli anni '70, Marcinkus prese una decisione le cui ripercussioni e successive conseguenze avrebbero potuto, da sole, suffragare la tesi che voleva che Papa Giovanni Paolo I, il “Papa del sorriso", fosse stato assassinato.
Marcinkus aveva in effetti ordinato l'arresto delle attività della Banca Cattolica del Veneto e la sua integrazione all'interno dell'Ambrosiano, senza né consultare né informare il consiglio d'amministrazione della banca così assorbita.
Ora, la Banca Cattolica del Veneto era la banca privata al servizio del patriarca di Venezia e il suo presidente non era nientemeno che Albino Luciani, futuro Papa Giovanni Paolo I.

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24/10/2006 09:07

gran bel film...mi è davvero piaciuto molto! Neri Marcorè direi un gran 8 per l'interpretazione.... [SM=x44459]

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24/10/2006 14:18

Giovanni Paolo I e il cardinale Ratzinger.


Il conclave che decretò l'elezione di Albino Luciani al soglio di Pietro fu rapidissimo
e si concluse dopo solo quattro votazioni avvenute nella stessa giornata:
il 26 agosto 1978 fu eletto quale 263° successore di San Pietro e il suo ministero ufficiale iniziò il 3 settembre successivo con una Messa celebrata nella Piazza antistante la Basilica.
Ricevette 101 voti tra i 111 cardinali, il quorum più alto nei conclavi del Novecento.

Si disse che Luciani fu eletto più per "ciò che non era" che per "ciò che era":
non era un professionista della Curia che avrebbe potuto assumere un comando autocratico accentrato,
non era un altero intellettuale potenzialmente capace di mettere in difficoltà i porporati,
non era nemmeno uno straniero, ciò che per i cardinali italiani era un indubbio valore di continuità.

Approfondimenti su Wikipedia . . . Link...

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24/10/2006 14:45

Il Cast

La trama

Galleria fotografica


http://www.amicipapaluciani.it/new's.htm


[Modificato da Etrusco 24/10/2006 14.51]

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24/10/2006 15:47

Dio, è mamma?
di questo sceneggiato che ieri ho apprezzato e che stasera seguirò con molta attenzione, la cosa che più mi interessa è come presenteranno l'affermazione di Albino che ha sconvolto il mondo religioso: "DIO E' MAMMA". E' un'affermazione che affonda la tradizione maschilista della Bibbia (e quindi dell'ebraismo, del cristianesimo e dell'islam). E' morto troppo presto, Albino: fosse campato 'n'altro pò avrebbe introdotto il sacerdozio femminile e forse fra qualche anno avremmo avuto una papessa, magari negra.
24/10/2006 17:56

Re: Dio, è mamma?

Scritto da: pasquale.60 24/10/2006 15.47
di questo sceneggiato che ieri ho apprezzato e che stasera seguirò con molta attenzione, la cosa che più mi interessa è come presenteranno l'affermazione di Albino che ha sconvolto il mondo religioso: "DIO E' MAMMA". E' un'affermazione che affonda la tradizione maschilista della Bibbia (e quindi dell'ebraismo, del cristianesimo e dell'islam). E' morto troppo presto, Albino: fosse campato 'n'altro pò avrebbe introdotto il sacerdozio femminile e forse fra qualche anno avremmo avuto una papessa, magari negra.



questo è un commento un po' razzista però...
Mi sorprende che non piovano richiami dai mod...saranno più impegnati in altre faccende di donne (chi vuol intendere intenda)
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25/10/2006 00:45

L'eminenza grigia: Monsignor Marcinkus

(parte recitata da Jacques Sernas

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25/10/2006 00:51

Re:

Scritto da: Etrusco 24/10/2006 0.19
Ce ne sarebbero tante di critiche da fare,
mi limito ad una sola:

nella realtà, quando Albino Luciani, nella duplice veste di Patriarca di Venezia e Presidente della Banca Cattolica del Veneto, quando andò al Vaticano protestare col Cardinal Marcinkus (IOR) (per la furtiva svendita della sua Banca Cattolica al Banco Ambrosiano di Calvi),
il colloquio/scontro non fu così breve
e soprattutto, tirando fuori la sua indole da montanaro, si inalberò come una furia.


Prima grave manipolazione [SM=x44492]



Appunto....
Ma c'è anche un'altra manipolazione, non so se sei d'accordo: l'insistenza sui presagi di morte imminente, le "fitte" così continue, le predizioni della suora...se consideri questa enfatizzazione correlata ai toni sfumati del colloquio/scontro che hai ricordato, sembrerebbe una sapiente operazione cosmetica
per far "evaporare" in modo indolore i sospetti che nacquero sulla morte di questo Papa che, forse perchè all'epoca non ero un'irrecuperabile anima persa, mi piacque d'istinto.
Piccola digressione: esiste un testo, The Vatican connection, Pironti Editore 1983 (ma pubblicato nel 1982 negli USA)impressionante se lo si rilegge oggi.
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25/10/2006 00:54

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25/10/2006 01:07

Re: Re:

Scritto da: Catilina.Ancona 25/10/2006 0.51


Appunto....
Ma c'è anche un'altra manipolazione, non so se sei d'accordo: l'insistenza sui presagi di morte imminente, le "fitte" così continue, le predizioni della suora...
per far "evaporare" in modo indolore i sospetti che nacquero sulla morte di questo Papa



Infatti, come ho già evidenziato sull'articolo sopra:
questa sceneggiatura "risente troppo delle indicazioni di don Diego Lorenzi (il segretario del Papa, consulente alla sceneggiatura)
la parte finale del film, dove Giovanni Paolo I appare sofferente e in preda a diversi attacchi di cuore, seppur leggeri, che preludono alla morte,
e che invece non vi furono"
[SM=x44491]

Comunque non mi piace l'impostazione che hanno forzato:
tutto centrato su questa profezia, predestinazione ossessiva...
E poi perchè la scelta di Marcorè che ha sempre recitato in commedie se non proprio nelle vesti del comico?
Volevano sminuire subdolamente la figura di Giovanni Paolo I ? [SM=x44491]

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25/10/2006 10:29

Re: Re: Re:


Scritto da: Etrusco 25/10/2006 1.07


Infatti, come ho già evidenziato sull'articolo sopra:
questa sceneggiatura "risente troppo delle indicazioni di don Diego Lorenzi (il segretario del Papa, consulente alla sceneggiatura)
la parte finale del film, dove Giovanni Paolo I appare sofferente e in preda a diversi attacchi di cuore, seppur leggeri, che preludono alla morte,
e che invece non vi furono"
[SM=x44491]

Comunque non mi piace l'impostazione che hanno forzato:
tutto centrato su questa profezia, predestinazione ossessiva...
E poi perchè la scelta di Marcorè che ha sempre recitato in commedie se non proprio nelle vesti del comico?
Volevano sminuire subdolamente la figura di Giovanni Paolo I ? [SM=x44491]




Condivido le riserve sulla sceneggiatura ma Marcorè è stato grande!!!! [SM=x44459] [SM=x44459]
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25/10/2006 10:57

Re: Re:

Scritto da: Etrusco 24/10/2006 0.49

Si, una trovata geniale anche per il fatto che su quella suora venne pubblicato un libro che riportava appunto quelle sue visioni...
ma con pochissime tirature e soltanto in tedesco [SM=x44461]

Hai notato anche il cameo di quel primario d'ospedale?
E' un famoso attore di teatro, ma ora non mi vien il nome [SM=x44473]



E' il mio concittadino Roberto Citran.

ma davvero pensavate che in uno sceneggiato su RAIUNO avrebbero parlato dettagliatamente dei loschi intrighi del Vaticano?

Giusto un picolo accenno nella scena delle dimissioni di Marcinkus dove pare che la gran parte dela Chiesa sia buona e ci sia solo qualche islata mela marcia.

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Grazie all'umorismo si può sdrammatizzare ogni cosa.
Voi direte che non è vero, su certe cose non si può ridere... per esempio lo stupro.
Ah no? Allora sentite qua: immaginate Stanlio che stupra Ollio! (Daniele Luttazzi)

Qui non si fanno distinzioni razziali.
Qui si rispetta gentaglia come negri, ebrei, italiani o messicani!
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Marcorè grandissimo.
Il suo accento veneto-montanaro è perfetto.

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Voi direte che non è vero, su certe cose non si può ridere... per esempio lo stupro.
Ah no? Allora sentite qua: immaginate Stanlio che stupra Ollio! (Daniele Luttazzi)

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Re: Re: Re:

Scritto da: il tobas 25/10/2006 10.57


E' il mio concittadino Roberto Citran.



No, non lui, l'altro medico che fa appena una fugace comparsa nel chiostro dell'ospedale in cui vengono ripetute le analisi ad Albino Luciani. [SM=x44473]

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25/10/2006 14:47

Albino Luciani il pontefice rivoluzionario

Di Paolo Luigi Rodari
(del 20/12/2005
@ 09:39:00, in Il Tempo, linkato 420 volte )

...sugli schermi della Rai una fiction interamente dedicata ad una delle figure più interessanti e misteriose del ventesimo secolo:
Papa Giovanni Paolo I, al secolo, Albino Luciani.
Ne parliamo con chi è stato incaricato di scriverne la sceneggiatura e di verificarne la correttezza dei contenuti, il giornalista vaticanista e scrittore Giuseppe De Carli, voce nota della televisione pubblica sopratutto per i suoi servizi inerenti il Vaticano e le sue “telecronache” degli appuntamenti più importanti in cui è il Papa il protagonista.
Ne parliamo con lui per svelare, in anteprima, alcuni retroscena del pontificato del predecessore di Papa Wojtyla.
Dopo i successi della fiction prodotta da Rai-Lux Vide su Giovani Paolo II e mandata in onda su Raiuno domenica 27 e lunedì 28 novembre,
ecco un nuovo progetto targato Rai, atteso soprattutto perché non è facile parlare di un Papa che “è durato” soltanto 33 giorni.


Come mai una fiction su Papa Luciani?

«È un’idea che mi è venuta circa tre anni fa.
Per caso avevo fatto una ricerca via internet sui siti più dedicati ai papi del XX secolo ed è stata grande la meraviglia quando ho scoperto che erano centinaia, specie in America, quelli ad Albino Luciani.
Forse, mi son detto, per la presenza di cospicue comunità del Triveneto all’estero.
In realtà , l’interesse era sincero.

Un pontificato di soli 33 giorni, dal 26 agosto del 1978 al 28 settembre dello stesso anno.
Aveva fatto solo in tempo ad inaugurare solennemente il suo ministero petrino con una messa in Piazza San Pietro,
a prendere possesso della sua cattedrale, San Giovanni in Laterano,
a fare quattro udienze e Angelus che si contavano sulle dita di una mano sola.
Non una nomina, un documento, non ebbe neppure il tempo di avere le buste intestate o di scegliersi lo stemma pontificio.
Eppure, perchè tanta devozione, perchè milioni di persone, di una certa età lo ricordano ancora?
Una figura apparentemente umile e dimessa fra due giganti:
Paolo VI
e Giovanni Paolo II,

come se avesse il compito di essere una sorta di “bretella” che immetteva su una autostrada sulla quale avrebbe corso Papa Wojtyla.
Ricordo che ne avevo parlato, su un aereo da Milano a Roma, al direttore di RAI-UNO, Fabrizio Del Noce e, man mano che raccoglievo testimonianze e materiale, al direttore di RAI-Fiction, Agostino Saccà.
Nel frattempo veniva aperta a Canale d’Agordo la causa di beatificazione, alla presenza del cardinale Saraiva Martins e persino,
lo stesso Cardinale Ratzinger, oggi Papa Benedetto XVI, si era detto convinto della santità di questo figlio delle vallate bellunesi.
Qualche settimana fa la proposta di una mini-serie dedicata proprio a Luciani è stata accolta ed andrà in produzione il prossimo anno».





Trasformare in fiction la vita di un Papa è sempre un rischio.
Si rischia di cadere nell’edulcorato o nel devozionale.
Tanto più per una figura come quella di Luciani che non ha, praticamente, alcun episodio di rilievo da affrontare.


«Sono consapevole del rischio, per questo la sfida è, dal punto di vista della trasposizione televisiva, ancora più alta.
Del resto, siamo in buone mani.
Il regista sarà Giorgio Capitani, mentre la sceneggiatura è di Massimo Cerofolini e Francesco Scardamaglia.
Si ricostituisce così il gruppo creativo che ha portato al successo la vicenda del “Papa buono” di Giovanni XXIII.
Lo scenografo sarà Luciano Ricceri e la costumista Enrica Biscassi.
La mini- serie sarà prodotta dalla “Compagnia Leone Cinematografica” fondata nel 1970 da Elio Scardamaglia e Federico Fellini e che ha al suo attivo una consolidata esperienza nel filone della fiction televisiva.
Anche le location saranno il più possibile quelle vere:
parlo di Canale d’Agordo, in provincia di Belluno; Vittorio Veneto, dove Luciani esercitò il suo ministero episcopale, Venezia come patriarca.
Coimbra per l’incontro avvolto nel mistero che ebbe con Suor Lucia, la veggente di Fatima e , naturalmente, Roma.
C’e ancora da decidere sul cast e, soprattutto, sull’attore protagonista.
Io ho qualche idea in mente. Potrebbe essere o un famoso attore americano, oppure un italiano.
Non è un pontificato di gesti e di fatti, è vero. Ma è la parabola di una vicenda umana che si è bruciata in una manciata di giorni a contatto con la responsabilità del potere.
L’uomo che accetta di diventare Papa e il peso del pontificato.
Quella schiacciante responsabilità cha fa dire ad Alessandro Manzoni, a proposito del pontificato che non vi è “un posto così desiderabile all’ambizione e così terribile alla pietà”.
La salute di Papa Luciani era poi cagionevole, da sempre.
“Cosa avete fatto!”, esclamerà davanti ai cardinali il giorno dopo essere stato eletto. Dalla sua elezione inizierà la sua Via Crucis.
È una storia intima, dolorosa, attraversata continuamente dal pensiero della morte immininente, dalla consapevolezza di durare poco.
A cena, poche ore prima della morte, Papa Luciani chiederà ai suoi segretari di recitare con lui la “preghiera della buona morte”, poi la telefonata col cardinale Colombo di Milano e la gioia quasi fanciullesca di aver trovato un candidato patriarca a Venezia.
I dolori al petto, sottovalutati, le medicine di suor Vincenza. E altro ancora».




E pensare che nell'immaginario collettivo è rimasto il sospetto che , in tale vicenda, ci sia un intrigo, si è parlato addirittura di veleno.

«È stato il giornalista (detective) David Yallop a sostenere il teorema del complotto, dell’avvelenamento.
Deus ex machina sarebbe stato Paul Marcinkus il quale, fra le sue colpe avrebbe anche quella di essere nato a Cicero, il disgraziato comune che ha dato i natali ad Al Capone.
Niente di tutto questo. Il veleno è solo nella penna di chi ha divulgato, sulla base di notizie false e di congetture fantasiose, una tesi del genere.
Da parte mia ho potuto verificare, mettendo a confronto le testimonianze, specialmente quella dei due segretari: don Diego Lorenzi e monsignor John Magee, ora vescovo in Irlanda, con assoluta certezza che Papa Luciani è morto di ischemia cardiaca.
La confusione è venuta dopo.
Il comunicato fatto in ritardo,
la mancata autopsia,
la tazzina del caffé rimasta alle 4.30 del mattino sul ripiano accanto alla camera da letto del pontefice.
Piccole esitazioni,
reticenze
comprensibili frutto di una situazione imprevista, come la morte di un papa fresco di nomina.
Certo è che, se avesse potuto realizzare il suo programma di pontificato, Luciani avrebbe stupito il mondo, cominciando dagli ambienti della Curia vaticana che in quei giorni si erano - come dire- chiusi a bozzolo attorno a lui...»



Come si fa a conoscere questo programma se non ha scritto una riga in proposito?

«Posso dire che, in parte, l’abbiamo ricostruito attraverso alcune confidenze che lo stesso Papa Luciani fece al suo segretario di Stato, Villot, durante una passeggiata nei giardini vaticani.
Quella passeggiata stupì talmente il porporato francese che la raccontò al cardinale Sin, arcivescovo di Manila, deceduto qualche mese fa e ad altri porporati.
È bastato raggiungere i superstiti e farsi dire quello che ricordavano.
Ne è venuta fuori una immagine di un Papa deciso, tutt’altro che sprovveduto o intimidito, specie sulle questioni economiche.
Quella meteora che ha solcato il cielo della cristianità aveva le idee chiare su come la Chiesa dovesse tornare al Vangelo vissuto alla lettera senza i paludenti del mondo e il corteo delle sue tentazioni.
“La Grande Storia” di Bizzarri su RAI-TRE ce ne ha dato recentemente un saggio.
La fiction illuminerà questo aspetto sconosciuto della pesronalità di Albino Luciani.
Un grande catechista che amava parlare per parabole, preferiva il nascondimento ed ogni volta che faceva un gradino verso l’alto affermava in cuor suo “Sì, mi dispiace, ma accetto”.
Un asceta della semplicità e della concretezza».



Il papa del sorriso, come è stato definito.

«Da noi giornalisti, portati a sminuzzare e semplificare ogni cosa, a procedere per slogan.
La vicenda di Lucani - da come l’ho ricostruita - di contro mi ha profondamente turbato e commosso e credo che commuoverà i telespettatori che la vedranno sul piccolo schermo».



Il Vaticano, la Santa Sede sono a conoscenza di questo progetto?

«Io ho tenuto al corrente i principali collaboratori del Papa ed ho ricevuto l’incoraggiamento ad andare avanti.
Ho persino incontrato nel dicembre 2004 il segretario particolare di Giovanni Paolo II, monsignor Stanislao Dziwisz perché informasse direttamente Papa Wojtyla».



Si completa così il ciclo dei Papi del Novecento.

«Sì, è un grande affresco della storia della Chiesa del XX secolo, almeno della sua seconda parte, che si va completando.
Rimangono due figure con cui bisogna avere il coraggio e l’ardimento di misurarsi:
quella di Papa Pacelli, quel Pio XII che suscita ancora oggi polemiche furiose, mentre la storiografia, quella seria, è giunta a conclusioni che attestano della grandezza di questo pontefice.
L’altra figura è quella di Paolo VI, un papa troppo affrettatamente dimenticato.
Rimane in un cono d’ombra mentre è un Papa di uno spessore umano, spirituale e culturale che ha ben pochi confronti».



© Il Tempo 20 dicembre 2005

[Modificato da Etrusco 25/10/2006 14.48]

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Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.
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