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Shsst! il Silenzio è Sacro

Ultimo Aggiornamento: 07/03/2019 02:16
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Il mago Oronzo mi fa un baffo

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18/04/2016 23:41

Con questa gente bisogna fare la Tessera del prete, bisogna schedarli tutti dalla A alla Z, man mano che si prendono metterli su un isola che si inculano tra di loro, poi puoi girare l'Isola dei Preti V.M 18 anni.
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1. ALTRO CHE PECORELLE SMARRITE, 'IO VADO A CERCA' CAZZI'. I WHATSAPP DELL'ABATE-VESCOVO DI MONTECASSINO, CHE NON PERDE L'AMORE PER LE DROGHE MANCO DOPO L'ICTUS
2. L'ORMAI MITOLOGICO PIETRO VITTORELLI NON RINUNCIAVA A ORGE, CHETAMINA E GHB (DROGA-STUPRO) NEANCHE DOPO L'ISCHEMIA: CON MEZZA PARTE DEL CORPO SEMI-PARALIZZATA, 3 GIORNI DI FESTINI A MILANO, CON UN ESCORT CHE TENEVA LA PIPA DEL CRACK
3. E POI L'AMORE CON UN RAGAZZOTTO A ROMA, NAUFRAGATO IN UNA CALDA ESTATE, DAVANTI A UNA STRISCIA DI COCA. QUINDI IL RIAVVICINAMENTO E IL MESSAGGIO RIVELATORIO: ''LA VITA È TIRANNA E PUTTANA…È PER QUESTO CHE FACCIO TUTTO QUELLO CHE MI PARE...''
4. OH YES! COI SOLDI DESTINATI AI POVERI, 23MILA EURO PER LA VACANZA A RIO, POI ST. MORITZ, UN WEEKEND TERMALE DA 3500 EURO, LONDRA. MILLE EURO IN PROFUMERIA, 800 PER UNA CENA
5. IL CARDINALE DE PAOLIS: ''E' UN CASO COME QUELLO DEI CAMILLIANI, DON VERZÉ, L'IDI E I FRATI MINORI. HANNO AUTONOMIA AMMINISTRATIVA E GLI ABUSI SONO FACILI DA COMPIERE''

1. TUTTE LE PASSIONI DELL'ABATE: ''VADO IN CERCA DI CAZZI. TRE GIORNI DI PARADISO A BERLINO, POI AL CALDO.
LA VITA È TIRANNA E PUTTANA…È PER QUESTO CHE FACCIO TUTTO QUELLO CHE MI PARE''

pietro vittorelli 7 pietro vittorelli  

Alberto Dandolo per Dagospia

 

Ma quale ecstasy! Al mitologico abate Pietro Vittorelli, noto come Marco Venturi all’universo gayo de’ noantri, piaceva tutto lo scibile delle sostanze chimiche illegali. Le sue vere passioni? Il crack e il GHB (meglio nota come droga dello stupro). Quando invece era troppo eccitato e aveva voglia di rilassarsi il baldo “Pietro-Marco” non disdegnava anche qualche bella riga di chetamina (anestetico per cavalli).

 

Chi vi scrive sta in realtà svelando il “segreto di Pulcinella”: ci sono infatti migliaia di nostri connazionali gay (alcuni anche assai noti) che l’ex abate lo conoscono molto bene e che con lui hanno condiviso notti al limite del collasso.

pietro vittorelli abate di montecassino pietro vittorelli abate di montecassino

 

Ed a un certo punto è finito per “collassare” proprio il corpicino di Pietruccio! Eh sì…lui andava dicendo in giro che aveva avuto l’ ictus (che gli aveva compromesso la mobilità della parte sinistra del corpo) a causa dello stress da lavoro. Lui diceva ai suoi amanti che era un noto primario e che si era sentito male proprio in ospedale!

 

il profilo dell abate di montecassino pietro vittorelli su grindr la chat gay per scopare il profilo dell abate di montecassino pietro vittorelli su grindr la chat gay per scopare

Subito dopo il malanno il prelato andò a fare riabilitazione in una lussuosa clinica svizzera. Ma spesso e volentieri durante i fine settimana “fuggiva” a Milano dove, si dice, affittasse in nero e per brevi periodi una casa in zona Stazione Centrale ove organizzava festini a base di droga e sesso. Festini che duravano anche tre giorni e tre notti di fila.

 

pietro vittorelli 5 pietro vittorelli  

Gli incontri venivano organizzati attraverso la chat gay grinder e se c’era bisogno anche del supporto di qualche escort il buon abate non si scoraggiava e li andava a cercare sui siti specializzati, tipo pianetaescort o planetromeo. In uno di questi  festini il baldo Pietro nonostante non potesse muovere a causa dell’ictus metà corpo, si dice fosse solito pagare un ragazzotto dai capelli biondi solo per farsi mantenere la bottiglia contenente ammoniaca e dalla quale si fumava il crack.

 

pietro vittorelli 3 pietro vittorelli  

Ma la calvinista Svizzera all’ex abate non piacque tanto ( chissà perché) e si trasferì a Padova, dove aveva ovviamente più facile accesso a piaceri e sollazzi di ogni tipo.

Quando era nell’Urbe gli incontri avvenivano invece nella sua casa sulla Casilina, un trilocale un po’ vecchiotto e non ristrutturato. Ambiente spartano e minimal…anche se in frigo oltre a un ingente quantitativo di vodka non mancavano mai boccettini di popper di prima scelta.

 

pietro vigorelli ex abate di montecassino 3 pietro vigorelli ex abate di montecassino  

Ma il cuore del nostro “eroe” vi confessiamo che ha anche battuto per un bel ragazzo alto, baffuto e prestante che lavora in una notissima azienda della capitale. Ebbene si!!! Pietruccio Vittorelli a un certo punto ha trovato pure il tempo di innamorarsi.

 

I due si vedevano clandestinamente e sporadicamente, perché il ragazzotto era fidanzato (con un uomo) da tanti anni e il loro rapporto naufragò durante una calda notte d’estate davanti a una bella striscia di coca. I due litigarono furentemente e Vittorelli cacciò il suo amato di casa in malo modo accusandolo di avergli rubato del denaro.

pietro vigorelli ex abate di montecassino 2 pietro vigorelli ex abate di montecassino  

 

I due poi hanno in questi ultimi mesi ripreso a sentirsi. L’ultimo messaggio di un paio di settimane fa in cui l’ex abate scriveva che si sarebbe trasferito a Londra per motivi di studio per un paio di mesi.

 

In una conversazione privata tra i due di poco tempo fa Vittorelli scriveva: “Sono a Berlino a una festa da paura…è questo il Paradiso…poi me ne vado al caldo a cercà cazzi…la vita è tiranna e puttana…è per questo che faccio tutto quello che mi pare!”.

 

pietro vigorelli ex abate di montecassino 4 pietro vigorelli ex abate di montecassino  

Ps: Chi è il noto stilista napoletano (ora un po’ decaduto) che vive a Roma che ha passato più di una estate in Costiera Amalfitana con l’abate? Ah saperlo…

 

 

 

2. TUTTE LE SPESE DELL' EX ABATE IN PROFUMERIA 1.100 EURO - CENE E HOTEL DI LUSSO, LA VITA DI MONSIGNOR VITTORELLI GRAZIE ALL' 8 PER MILLE

Fiorenza Sarzanini per il “Corriere della Sera

 

pietro vigorelli ex abate di montecassino con caprarica a londra pietro vigorelli ex abate di montecassino con caprarica a londra

Vivere nel lusso senza mai badare a spese. Pagare anche 600 euro per una cena, 1.100 euro in profumeria, 7.000 euro per un soggiorno in uno degli hotel più prestigiosi di Londra. Ma soprattutto poter passare da un aereo all' altro, da uno Stato all' altro, trasferirsi dall' Europa ai luoghi esotici del Brasile, con la consapevolezza di avere fondi illimitati a disposizione. Perché a sostenere i costi era la Santa Sede grazie alle provviste accumulate con la donazione dell' 8 per mille. E questo consentiva di poter esaudire qualsiasi desiderio, come la vacanza saldata il 3 agosto 2013 all' Hotel Fasano di Rio de Janeiro: 23.090 euro.

 

Era una vita da sogno quella dell' ex abate di Monte Cassino e vescovo della diocesi Pietro Vittorelli, finito sotto inchiesta per essersi appropriato di 500mila euro depositati sui conti intestati all' abbazia e aperti presso lo Ior. Perché con l' aiuto del fratello Massimo - ora indagato per riciclaggio - il prelato era riuscito ad occultare i soldi sui propri conti e negli ultimi anni li aveva utilizzati solo a fini personali.

pietro vittorelli abate montecassino pietro vittorelli abate montecassino

 

 

E questo anche dopo essere stato scoperto e aver deciso di usufruire della «esclaustrazione» la «possibilità concessa a un religioso di vivere fuori dalla comunità per qualche tempo, deponendo l' abito religioso ma continuando a osservare i voti». Del resto erano state le banche a segnalare le operazioni sospette e il Nucleo Valutario della Guardia di Finanza guidato dal generale Giuseppe Bottillo ha ricostruito ogni «uscita».

 

pietro vigorelli ex abate di montecassino con tajani pietro vigorelli ex abate di montecassino con tajani

Il 2013 è un anno certamente ricco di impegni. Dopo aver trascorso l' estate in sudamerica Vittorelli rientra in Italia ma continua a viaggiare. Il 14 ottobre è all' Hotel Principe di Savoia a Milano e paga 2.086 euro. A novembre va invece a Vicenza, si dedica allo shopping. Spende 1.490 euro presso la pellicceria di Bottega Veneta. Già l' anno precedente aveva voluto ritagliarsi vacanze da sogno. E così, per un soggiorno nel resort termale di San Casciano ai bagni, in Toscana, aveva speso 3.500 euro. A febbraio, per quattro giorni, era stato al Corinthia di Londra pagando un conto da oltre 5.000 euro. Ma evidentemente non basta, perché il giorno dopo è a St. Moritz.

 

Ama gli alberghi sfarzosi il prelato, ma anche i capi costosi. E così il 17 aprile 2012 compra vestiti da Ferragamo a Milano per 415 euro e poco dopo entra da Prada dove acquista capi per 1.390 euro. Anche il cibo deve essere una delle sue passioni.

 

pietro vigorelli ex abate di montecassino 9 pietro vigorelli ex abate di montecassino  

L' elenco dei conti dei ristoranti fa impressione: 3 aprile 2014, ristorante Piccolo lago di Verbania, 614 euro; 25 aprile 2014, Sushi Samba di Londra, 690 euro; 23 luglio 2014, ristorante Antico Arco di Roma, 421 euro; 4 febbraio 2013, ristorante San Lorenzo di Roma 800 euro; 27 maggio 2013, ristorante Mirabelle di Roma, 1.279 euro. Il 28 ottobre 2014 entra da Gucci a Roma e spende 1.090 euro, il 6 febbraio dell' anno precedente in una salumeria della capitale era riuscito a comprare cibo per 800 euro.

 

pietro vigorelli ex abate di montecassino 8 pietro vigorelli ex abate di montecassino 

Gli investigatori del Valutario stanno adesso controllando le spese degli ultimi cinque anni per scoprire se altri - oltre al fratello - possano aver aiutato l' ex vescovo ad occultare altri soldi. Anche tenendo conto che centinaia di euro sono stati spesi per collegarsi a siti internet specializzati in incontri. Del resto il fatto che in vacanza non andasse da solo è accertato dall' identità degli intestatari dei biglietti aerei addebitati sui conti correnti aperti presso svariati istituti di credito.

 

L' indagine avviata dalla procura di Roma, che ha già chiesto e ottenuto un sequestro di beni per 500.000 euro, dovrà invece stabilire eventuali altre complicità. Per scoprire se qualcuno tra i superiori dell' ex vescovo si fosse accorto degli ammanchi, ma abbia «coperto» le ruberie andate avanti per diversi anni. Su questo si è attivata anche la Santa Sede nell' ambito degli accertamenti sull' utilizzo dei conti dello Ior.

 

 

3. OSTRICHE E CHAMPAGNE . L’EX ABATE SPENDEVA 34MILA EURO

Giacomo Galeazzi per “la Stampa

 

L' ex abate di Montecassino minaccia adesso di raccontare la sua verità in un libro-bomba, intanto però il Vaticano lo scarica. Con gli oltre 500mila euro prelevati dai conti della cittadella benedettina, «Sua eccellenza» Pietro Vittorelli si concedeva uno stile di vita tutt' altro che monacale. Viaggi e alberghi extralusso (Brasile, Portogallo, Gran Bretagna), cene a base di ostriche e champagne a Roma e Londra con conti da 700 euro a sera, 2mila euro di shopping alla boutique di Ralph Lauren, pernottamenti da 2mila euro al Principe di Savoia di Milano. Spese pazze per 34 mila euro al mese pagati con carta di credito.

don pietro vigorelli e john elkann don pietro vigorelli e john elkann

 

Soldi dell' otto per mille la cui sottrazione dalle casse dell' abbazia è ricostruita nel decreto di sequestro preventivo del tribunale di Roma.

 

Conti correnti svuotati Le somme sottratte dall' ex abate sarebbero state riciclate in varie tranche, dopo essere transitate su conti correnti gestiti dal fratello Massimo, intermediario finanziario, prima di tornare nella disponibilità dell' ex abate, che aveva accesso illimitato ai conti di Montecassino.

 

PIETRO VITTORELLI E RATZINGER PIETRO VITTORELLI E RATZINGER

Il cardinale Velasio De Paolis, alla guida della Prefettura per gli affari economici, si è occupato in Vaticano dei dossier più scottanti negli anni in cui, secondo l' accusa, la cassa dell' abbazia diventava (a partire dal 2008) il bancomat di «Sua eccellenza» Vittorelli. «Gli istituti religiosi hanno autonomia finanziaria e possono amministrare i propri beni, purché ciò avvenga nella liceità- spiega il porporato-. È una tradizione millenaria del monachesimo: risale a San Benedetto. E ne sono gelosi».

 

Lo scandalo scoppiato a Montecassino è «dello stesso genere di quelli che negli ultimi anni hanno coinvolto i Camilliani, Don Verzé, l' Idi e i frati minori». E cioè «istituti con autonomia amministrativa nei quali non ha funzionato il controllo interno». La Santa Sede, infatti, deve autorizzare «operazioni straordinarie come l' alienazione di immobili o terreni», non dunque i numerosi «prelievi effettuati dal superiore sui conti dell' istituto religioso».

 

PIETRO VITTORELLI EX ABATE DI MONTECASSINO PIETRO VITTORELLI EX ABATE DI MONTECASSINO

Niente controllo interno Insomma, «gli altri monaci, il capitolo, l' economo non hanno vigilato sull' operato dell' abate come era loro dovere fare». Secondo l' ordinamento, la gestione «non corretta» doveva essere denunciata dai confratelli, quindi «la responsabilità non ricade sulla Santa Sede».

 

Quanto accaduto a Montecassino «nasce anche dal fatto che i religiosi considerano la vigilanza sulle finanze una perdita di tempo e dicono di non averne le competenze tecniche». Un «omesso controllo» confermato dal tribunale che attribuisce la «sottrazione di risorse economiche dell' ente» proprio alla «attribuzione di illimitati poteri alla persona dell' abate».

pietro vittorelli 6 pietro vittorelli 

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Che Disgust, cmq per la chiesa sicuramente non è successo niente, trattasi di pecorella di Dio smarrita.
Ma che cazzo ho lavorato per 32 anni????????????????
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17/11/2016 10:29

30 denari... per fare sesso con un 15enne...[SM=x44463]
Arrestato un sacerdote a Vibo Valentia

Il 35enne Don Felice in manette insieme ad altre due persone. L’accusa è di prostituzione minorile e corruzione di minore
www.lastampa.it/2016/11/16/italia/cronache/cinquanta-euro-per-fare-sesso-con-un-enne-arrestato-un-sacerdote-a-vibo-valentia-pQvZFNrINVJofyAOJWNLPP/pag...

non c'è più religione [SM=x44471]
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17/11/2016 11:02

Re:
lady considine, 17/11/2016 10.29:

30 denari... per fare sesso con un 15enne...[SM=x44463]
Arrestato un sacerdote a Vibo Valentia

Il 35enne Don Felice in manette insieme ad altre due persone. L’accusa è di prostituzione minorile e corruzione di minore
www.lastampa.it/2016/11/16/italia/cronache/cinquanta-euro-per-fare-sesso-con-un-enne-arrestato-un-sacerdote-a-vibo-valentia-pQvZFNrINVJofyAOJWNLPP/pag...

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Ormai di questi criminali saltano fuori talmente tanti che nemmeno fanno più notizia, infatti li trovi nelle pagine secondarie dei giornali:

Don Felice La Rosa, ex parroco di Zungri

Pubblicato il 16/11/2016 sul giornale: La Stampa
Ultima modifica il 16/11/2016 alle ore 20:42
gaetano mazzuca





Si sarebbe divertito anche a dare i voti ai minori che finivano tra le sue braccia. Gli investigatori della Squadra Mobile di Vibo Valentia, che ieri hanno stretto le manette ai polsi di don Felice La Rosa, ex parroco di Zungri, definiscono «sconcertanti» i contenuti delle telefonate del sacerdote. Per mesi lo hanno ascoltato mentre si lasciava andare a considerazioni «volgari e spinte», a commentare dimensioni e prestazioni dei suoi giovanissimi amanti. Più volte avevano tentato di coglierlo in flagranza e fermare gli abusi, ma non ci sono riusciti. Nel corso delle indagini gli inquirenti avrebbero accertato almeno tre incontri a scopo sessuale del prete con altrettanti minori. Il gip di Catanzaro, però, ha ritenuto sussistenti gli elementi solo per un episodio con un ragazzo straniero di 15 anni. Don Felice per quell’incontro ha pagato 50 euro, 30 al ragazzino e 20 a un cittadino bulgaro, anche lui arrestato ieri, che faceva da mediatore.



A quest’ultimo spettava il compito di adescare ragazzini provenienti da famiglie povere, bisognosi, approfittava della loro disperazione [SM=x44465] e li offriva in pasto agli orchi. Non solo al sacerdote, ma anche a un pensionato che si li faceva accompagnare direttamente a casa. L’anziano, pure lui da ieri in carcere, deve rispondere anche di corruzione di minore. In un caso, infatti, avrebbe convinto un minorenne ad assistere a un rapporto sessuale che lo stesso pensionato ha avuto con un altro uomo. Sullo sfondo c’è anche un omicidio quello di Francesco Fiorillo, 45 anni, avvenuto nel dicembre 2015. Proprio scavando nella cerchia delle sue conoscenze, grazie ad alcune intercettazioni, gli inquirenti si sono imbattuti in questo girone infernale. Ora si cerca di capire se quel fatto di sangue sia in qualche modo riconducibile a questo mondo di sfruttamento.



Nel frattempo il vescovo Luigi Renzo, ha annunciato di aver sospeso “a divinis” il sacerdote. Parroco per 11 anni a Zungri, don Felice la Rosa è stato da sempre un prete sotto i riflettori. A lui si consegnò Francesco Grasso dopo aver ucciso due cugini, il paese si divise quando decise di far fondere l’oro della Madonna della Neve. Nel 2014 mentre celebrava messa qualcuno squarciò le gomme della sua auto. L’anno successivo i vertici ecclesiastici decisero di trasferirlo nella curia di Melito.

Fonte: La Stampa

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17/11/2016 14:27

Re: Re:
Etrusco, 17/11/2016 11.02:




Ormai di questi criminali saltano fuori talmente tanti che nemmeno fanno più notizia, infatti li trovi nelle pagine secondarie dei giornali:

Don Felice La Rosa, ex parroco di Zungri

Pubblicato il 16/11/2016 sul giornale: La Stampa
Ultima modifica il 16/11/2016 alle ore 20:42
gaetano mazzuca





Si sarebbe divertito anche a dare i voti ai minori che finivano tra le sue braccia. Gli investigatori della Squadra Mobile di Vibo Valentia, che ieri hanno stretto le manette ai polsi di don Felice La Rosa, ex parroco di Zungri, definiscono «sconcertanti» i contenuti delle telefonate del sacerdote. Per mesi lo hanno ascoltato mentre si lasciava andare a considerazioni «volgari e spinte», a commentare dimensioni e prestazioni dei suoi giovanissimi amanti. Più volte avevano tentato di coglierlo in flagranza e fermare gli abusi, ma non ci sono riusciti. Nel corso delle indagini gli inquirenti avrebbero accertato almeno tre incontri a scopo sessuale del prete con altrettanti minori. Il gip di Catanzaro, però, ha ritenuto sussistenti gli elementi solo per un episodio con un ragazzo straniero di 15 anni. Don Felice per quell’incontro ha pagato 50 euro, 30 al ragazzino e 20 a un cittadino bulgaro, anche lui arrestato ieri, che faceva da mediatore.



A quest’ultimo spettava il compito di adescare ragazzini provenienti da famiglie povere, bisognosi, approfittava della loro disperazione [SM=x44465] e li offriva in pasto agli orchi. Non solo al sacerdote, ma anche a un pensionato che si li faceva accompagnare direttamente a casa. L’anziano, pure lui da ieri in carcere, deve rispondere anche di corruzione di minore. In un caso, infatti, avrebbe convinto un minorenne ad assistere a un rapporto sessuale che lo stesso pensionato ha avuto con un altro uomo. Sullo sfondo c’è anche un omicidio quello di Francesco Fiorillo, 45 anni, avvenuto nel dicembre 2015. Proprio scavando nella cerchia delle sue conoscenze, grazie ad alcune intercettazioni, gli inquirenti si sono imbattuti in questo girone infernale. Ora si cerca di capire se quel fatto di sangue sia in qualche modo riconducibile a questo mondo di sfruttamento.



Nel frattempo il vescovo Luigi Renzo, ha annunciato di aver sospeso “a divinis” il sacerdote. Parroco per 11 anni a Zungri, don Felice la Rosa è stato da sempre un prete sotto i riflettori. A lui si consegnò Francesco Grasso dopo aver ucciso due cugini, il paese si divise quando decise di far fondere l’oro della Madonna della Neve. Nel 2014 mentre celebrava messa qualcuno squarciò le gomme della sua auto. L’anno successivo i vertici ecclesiastici decisero di trasferirlo nella curia di Melito.

Fonte: La Stampa



Persone normali camuffati da preti, sto pensando pure io di andare a fare il prete, vitto e alloggio gratis, quando mi rompo i coglioni mi tolgo la tonaca e vado da altre parti a fare i cazzi miei" don pliskiss si è preso un momento di ritiro spirituale" poi dopo una settimana ritorno tra l'adorazione dei fedeli [SM=x44458]
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17/11/2016 22:28

Re: Re: Re:
pliskiss, 17/11/2016 14.27:



Persone normali camuffati da preti, sto pensando pure io di andare a fare il prete, vitto e alloggio gratis, quando mi rompo i coglioni mi tolgo la tonaca e vado da altre parti a fare i cazzi miei" don pliskiss si è preso un momento di ritiro spirituale" poi dopo una settimana ritorno tra l'adorazione dei fedeli [SM=x44458]




Però metti in conto che dovresti svegliarti all'alba tutti i giorni per le messe della mattina, poi andare a portare la comunione a casa degli anziani moribondi, a chi serve l'estrema unzione e poi ti arrivano telefonate a ogni ora del giorno e della notte, te la senti?
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16/06/2017 09:49

I complici di papa Francesco



Cosa sta facendo davvero il Vaticano per sradicare dal suo interno la violenza sui bambini? I risultati di un sondaggio online di Rete l’Abuso mettono sotto accusa l’inerzia di Bergoglio, delle istituzioni italiane e della Conferenza episcopale.


di Federico Tulli


Appena eletto, papa Francesco ha messo in cima alla agenda pontificia la lotta contro la pedofilia. Dedicando a questo tema almeno un annuncio a settimana, non mancando mai di farsi fotografare con atteggiamenti affettuosi – a volte ricambiati, a volte no – in mezzo a dei bambini, emanando una serie di decreti volti ad accentrare in Vaticano tutte le indagini e le decisioni sui casi più scabrosi e ad avvicinare le norme della Santa Sede alle indicazioni della Convezione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza siglata nel 1991 e ratificata nel 2014.


Segnali forti, amplificati dalla parola d’ordine spesso pronunciata dal pontefice argentino e diligentemente rilanciata dai media italiani: «Tolleranza zero». Un passaggio epocale, sulla carta, è avvenuto il 5 settembre 2016, con l’emanazione del motu proprio Come una madre amorevole che prevede, oltre all’inasprimento delle misure anti-abusi, la rimozione dei vescovi responsabili di condotta negligente del proprio ufficio nei casi di violenza su minori o adulti vulnerabili. Vale a dire, di insabbiamento delle denunce relative a preti pedofili. Poco più di un anno prima, il 5 giugno 2015 al fine di rendere possibile l’individuazione e la punizione di vescovi negligenti, secondo quanto si legge sul sito della Santa Sede, al papa era stata sottoposta, da una commissione consultiva appositamente insediata, la proposta di creare un Tribunale apostolico all’interno della Congregazione per la dottrina della fede (Cdf) alla quale già spetta il compito di giudicare i sacerdoti accusati di pedofilia.


Si trattava solo di un suggerimento ma la stampa italiana annunciò il tribunale dei vescovi come cosa fatta descrivendolo come l’ennesimo segnale di svolta rispetto al passato compiuto da Bergoglio. In realtà la stessa pena, ossia la rimozione del porporato insabbiatore, colmava un vuoto procedurale poiché era già disciplinata sin dal 1962 dalla legislazione canonica vigente per cause gravi (Crimen sollicitationis) e rinnovata nel 2001 da un provvedimento di Giovanni Paolo II (De delictis gravioribus). Ma senza essere mai applicata. E cosa ancor più interessante, il tribunale seppur annunciato e osannato non è mai entrato in funzione né mai accadrà perché il papa non lo ha mai creato.


A dare la smentita – con quasi due anni di ritardo rispetto ai titoli a nove colonne dei media nostrani – è stato il 5 marzo 2017 niente meno che il prefetto della Cdf, card. Gerard Müller, il quale intervistato dal Corriere della sera ha precisato che il tribunale per i vescovi «era solo un progetto».


Avete appena appreso come si costruiscono fake news in salsa vaticana: una commissione consultiva della Santa Sede annunciata e istituita dal papa (capo della Santa sede) suggerisce al papa la soluzione di un problema; la stampa italiana trasforma il consiglio in cosa fatta e iper sponsorizza la svolta e il coraggio del pontefice; due anni dopo un “ministro” della Santa Sede racconta alla stampa italiana che si trattava solo di un consiglio. E la cosa finisce lì. Nel frattempo però fuori dalle Mura leonine si è sedimentata l’idea che in Vaticano ci sia finalmente un tribunale inflessibile per i vescovi complici dei preti violentatori, alimentando il mito di Bergoglio il rivoluzionario.


Questo è solo uno dei tanti esempi di come la Chiesa di papa Francesco stia affrontando la questione delle violenze sui minori al proprio interno. La strategia è collaudata e vincente: cambiare tutto per non cambiare niente. Alle parole del papa, alle sue intenzioni, ai suoi desiderata raramente, per non dire mai, seguono dei fatti concreti. E su questo i media sono disposti a chiudere un occhio, molto spesso tutti e due (come abbiamo avuto modo di dimostrare su Left n. 20/2017).


Ma non tutto è oro quel che luccica… dal punto di vista del Vaticano.


Per cercare di capire in che modo l’opinione pubblica percepisca l’operato del papa e quali siano i danni effettivi provocati dalla disinformazione sulle cose di Chiesa, Rete L’Abuso, un’associazione senza scopo di lucro che si occupa della tutela legale di circa 600 vittime italiane di sacerdoti pedofili, ha lanciato il 3 maggio scorso un sondaggio sul proprio sito i cui risultati – che non hanno carattere di scientificità ma aiutano comunque a farsi un’idea – sono riportati nella tabella alla fine di questo articolo. Le oltre 4mila risposte raccolte in un mese e pubblicate il 4 giugno ci dicono che, nonostante tutto, gli italiani sono molto critici nei confronti di papa Francesco.


L’84,9% degli intervenuti pensa che le misure adottate per contrastare gli abusi siano insufficienti. E solo il 15,1 riconosce dei meriti al pontefice.


Sono state inoltre accolte favorevolmente le proposte che Rete L’abuso mette sul tavolo per indurre più che il Vaticano lo Stato italiano – legati a filo doppio dai Patti lateranensi e dal Concordato – ad affrontare seriamente e concretamente la tragedia della pedofilia nella Chiesa.


Ecco allora lo sdegno per la decisione presa ufficialmente nel 2014 dalla Conferenza episcopale italiana (Cei) di non denunciare i preti pedofili «per tutelare la privacy delle vittime», quantificato dall’84,96% di risposte critiche (contro il 15,04). Una scelta quella della Cei che in concreto si traduce in nella mancata collaborazione con le autorità laiche, e non è un caso che mai nella storia dell’Italia repubblicana un vescovo abbia segnalato un presunto prete pedofilo alla magistratura.


Di contro, come si evince dal quarto quesito, «dal 1985 un articolo di modifica del Concordato impone ai magistrati italiani di informare il vescovo riguardo i “procedimenti penali promossi a carico di ecclesiastici”». L’82,2% pensa che il comma vada eliminato (il 17,8% pensa di no).


La terza domanda rilancia un tema la cui paternità è da attribuire al radicale Maurizio Turco (oggi rappresentante legale della Lista Pannella e del Partito Radicale) e che Left ha sempre sostenuto. Vale a dire la necessità di istituire una Commissione parlamentare d’inchiesta per fare piena luce sul fenomeno criminale della pedofilia nel clero italiano. Chi ha risposto al sondaggio è sostanzialmente d’accordo (85,75% vs 14,25%), del resto la mappatura del fenomeno, come già è accaduto in numerosi Paesi del mondo, avrebbe decisive ricadute anche sulla prevenzione.


Infine la quinta domanda parte dalla notizia del governo svizzero che ha sospeso per sei mesi la prescrizione dando la possibilità a numerose vittime di denunciare le violenze subite. «Pensi che sarebbe utile anche in Italia?» chiede Rete L’Abuso considerando che «molto spesso chi subisce una violenza da bambino trova la forza di denunciare dopo decenni, quando ormai il reato è prescritto». L’87,95% ha risposto di sì e solo l’12,05% si è detto contrario. La scelta di inserire il delicatissimo tema della prescrizione nei quesiti non è casuale. Come ha detto in una recente intervista a Repubblica il procuratore nazionale antimafia, Franco Roberti, «è opportuno ricordare che la prescrizione si fonda sulla presunzione che, passato un certo tempo, lo Stato non abbia più interesse a punire il reato». «Senza entrare nel merito della ratio su cui poggia l’istituto della prescrizione, nel caso della pedofilia la sensazione di quasi tutte le vittime è che lo Stato italiano non abbia mai avuto l’interesse a punire il reato» dice a Left Francesco Zanardi, presidente di Rete L’Abuso. «Sarebbe quindi ora che chi di dovere tuteli i propri cittadini, invece di rendersi complice di chi in Vaticano continua a credere che lo stupro di un bambino sia un peccato morale e non un delitto atroce contro persone inermi, condannando (raramente) il peccatore a qualche Ave Maria per aver offeso Dio».


LEFT del 10-06-2017



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Mercoledì 30 Gennaio - agg.

Molestie a ex suora, si dimette alto prelato del Santo Uffizio  





Città del Vaticano - Solo oggi il Vaticano, a distanza di anni dalla denuncia, ha preso provvedimenti nei confronti di padre Hermann Geissler, un funzionario della Congregazione per la Dottrina della Fede, accusato di abusi su una suora. Un fatto venuto alla luce grazie alla denuncia della vittima anche se in un primo tempo nessuno sarebbe intervenuto. Padre Herman Geissler, 54 anni, ha lasciato stamattina il suo incarico. Egli continua a ribadire la sua innocenza e chiede che sia continuato il processo canonico già iniziato. Si riserva anche eventuali misure di natura legale.

La denuncia era partita da una ex suora tedesca che aveva accusato di molestie proprio l’officiale della congregazione vaticana
responsabile tra l'altro del giudizio canonico sugli abusi sessuali.

Entrambi facevano parte della stessa comunità religiosa a Roma, la Familia Spiritualis Opus. La donna, Doris Wagner, aveva raccontato la vicenda in occasione di una conferenza stampa di Voices of faith, una associazione che lavora per fare emergere gli abusi di potere all’interno dell’apparato ecclesiastico. La donna, che nel frattempo ha lasciato il velo,  ha parlato pubblicamente dell'episodio risalente a diversi anni fa. Solo nel 2014 il sacerdote, ha ricevuto soltanto un «avvertimento» dopo aver riconosciuto di aver compiuto atti di «sollicitationis» (provocazione, in latino), il termine utilizzato nel diritto vaticano per indicare le avances sessuali fatte dal sacerdote che usa come pretesto il sacramento della confessione.

  Fonte: Il Messaggero Ultimo aggiornamento: 18:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA



[Modificato da Etrusco 30/01/2019 22:54]

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05/03/2019 11:32

Questo nuovo Papa sembra che abbia un approccio davvero severo contro i preti pedofili e gli alti prelati che li hanno protetti, ma vedremo se si passerà concretamente dalle parole ai fatti.
Per ora le vittime chiedono giustizia e non la hanno ancora ottenuta,
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Re:
Dom Pérignon, 05/03/2019 11.32:

Questo nuovo Papa sembra che abbia un approccio davvero severo contro i preti pedofili e gli alti prelati che li hanno protetti, ma vedremo se si passerà concretamente dalle parole ai fatti.
Per ora le vittime chiedono giustizia e non la hanno ancora ottenuta,
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Mò ho sentito che aprono una tomba in Vaticano, la aprono( se non l'hanno già aperta) tirano via tutto quello che c'è da tirare via e poi dicono " non c'è niente""

la Chiesa è pulita
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